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I bus navetta nel Parco dell’Etna Dopo il no, i sindaci spiegano e la Regione fa dietrofront “I bus turistici potranno accompagnare i turisti nel versante nord ovest del Parco dell’Etna”. In attesa che sull’autorizzazione concessa dal Parco dell’Etna ai Comuni si esprima il Tar, i sindaci hanno riportato da Palermo una bella vittoria. Al vertice a Palermo, ospiti del direttore dell’Assessorato, dott. Giuseppe Battaglia presente con i dirigenti regionali Giuseppe Maurici e Giorgio Occhipinti, hanno partecipato i sindaci di Bronte e Maletto, Pino Firrarello e Giuseppe De Luca, l’avvocato del Comune di Bronte, Antonella Cordaro, il presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo ed il direttore dell’Area protetta, ing. Giuseppe Di Paola. Con loro anche il deputato Giuseppe Zitelli. «Prima gli ambientalisti si sono rivolti al Tar che si esprimerà il 12 maggio. – afferma in un comunicato il sindaco Firrarello – Poi la Regione ha chiesto al Parco di rivedere l’autorizzazione, quando io non ho mai visto l’ingegnere Di Paola concedere nulla che potesse minimamente minacciare l’ambiente. Certi di essere nel giusto abbiamo chiesto udienza chiarendo la vicenda. Appena abbiamo spiegato le peculiarità del provvedimento, i dirigenti dell’Assessorato non hanno potuto che confermare la legittimità delle nostre richieste.» Soddisfatto anche il sindaco di Maletto, De Luca: «Il confronto – ha affermato – ci ha permesso di chiarire ogni aspetto. Alla fine l’Assessorato, che ringrazio, non solo si è convinto della legittimità e della sostenibilità delle nostre richieste, ma anche sulla conformità dell’Autorizzazione concessa dalla direzione dell’Area protetta.» «L'assessorato – ha affermato il presidente Caputo - ha accolto le nostre motivazioni e ritirata la richiesta di revoca del provvedimento autorizzatorio del Parco perché rilasciato coerentemente con le norme che regolano l'Area e non produce nessun impatto significativo. L'attività di trasporto con minibus ecocompatibili, infatti, avviene su pista forestale, cioè su percorso la cui funzione è proprio quella di permettere di arrivare al rifugio La Nave, percorrendo una strada forestale esistente.» FIRMA STORICA Nella zona "A" del Parco dell'Etna ora si va col bus Una firma che per il versante ovest dell’Etna è sicuramente storica. Da decenni la richiesta di poter ogni giorno accompagnare i turisti a visitare i bellissimi boschi della zona “B” del Parco dell'Etna con dei pulmini è stata sempre osteggiata. Ieri l’ing. Giuseppe Di Paola, direttore del Parco dell’Etna, alla presenza del presidente dell’Ente, Carlo Caputo, e dei sindaci Pino Firrarello (intervenuto con l’avvocato Antonella Cordaro) e Giuseppe De Luca, ha firmato l’autorizzazione che permette ai Comuni di Bronte e di Maletto di “attivare un servizio di fruibilità del versante ovest del Vulcano con finalità turistiche, mediante l’accesso autorizzato di veicoli ecocompatibili nei tracciati esistenti che da Piano dei Grilli conducono fino all'ingresso di Monte la Nave”. In pratica dopo anni di incontri, studi e relazioni tecniche, l’Ente Parco ed i Comuni hanno trovato il giusto equilibrio fra salvaguardia e fruizione, vedendo quella forma di "turismo lento e formativo", che si vuole attuare, come lo strumento migliore per sensibilizzare l’uomo alla tutela dell’ambiente. “Io ringrazio il presidente Caputo ed il direttore Di Paola – ha affermato Firrarello – Al Parco abbiamo chiesto di poter raggiungere la pista altomontana, partendo da Piano dei Grilli. Come recita l’autorizzazione sottoscritta dal Parco, adesso potremo farlo con bus elettrici o con motore euro 6. Questa è una vittoria di tutti. Per il turismo sull'Etna inizia una nuova era”. “Finalmente dopo 20 anni – aggiunge De Luca - siamo riusciti a concludere un percorso che ci porterà alla fruizione della nostra Etna ed a incrementare lo sviluppo turismo nel perfetto rispetto dell’ambiente. Da oggi possiamo programmare iniziative turistiche mettendo al centro il Vulcano”. “L’interesse del Parco – ha affermato il presidente Caputo - è evitare che la presenza dell’uomo non crei danni all'ambiente ed alla biodiversità. E quando noi concentriamo la fruizione solo in un’area, creiamo un danno. Favorendo una via per i turisti anche nel versante ovest, di fatto distribuiamo le presenze lungo il Vulcano. Nel Parco entreranno bus che non hanno un eccessivo impatto e percorreranno solo le piste, ovvero le strade, che già normalmente vengono percorse dalle auto di servizio. Poi – conclude - il Parco verrà visitato a piedi”. Il servizio sarà sospeso nei mesi di febbraio e aprile per non disturbare la riproduzione delle aquile e del gatto selvatico.
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Convention sul Piano paesaggistico «Troppi dubbi» Doveva essere il convegno per presentare al territorio il Piano paesaggistico della provincia di Catania redatto dalla Soprintendenza. Alla fine l’incontro ha finito per porre sul tavolo il dubbio se il nuovo strumento favorisca o freni lo sviluppo. Organizzato dall’associazione “Io Bronte” nei locali del Circolo di cultura Enrico Cimbali, alla presenza del presidente Salvatore Tirendi, al dibattito, moderato dal giornalista Luigi Putrino, hanno partecipato i dirigenti della Soprintendenza di Catania ed i componenti dell’Osservatorio regionale per i beni culturali di Palermo. Dopo i saluti del presidente dell’associazione, ing. Giuseppe Montagno, sono intervenuti il presidente del Consiglio comunale di Bronte, Nino Galati, che ha preannunciato una seduta consiliare aperta sull’argomento, il vice presidente della Commissione consiliare all’Urbanistica, avv. Antonino Petronaci, pronto ad annunciare che valuterà gli eventuali contrasti normativi con il Prg del Comune, oltre che a recepire i suggerimenti dei cittadini. Presente anche l’ex sindaco Pino Firrarello. Poi la relazione del dirigente della Soprintendenza, arch. Benny Caruso: «Il piano - ha affermato - rispetto ai vincoli del Parco dell’Etna ha valore ricognitivo», Un modo per fare chiarezza su tante discrasie che la gente segnala. Per questo Putrino ha evidenziato come «sarebbe opportuno esplicitare meglio la parte normativa del Piano, perché un conto è recepire in un piano gerarchicamente sovraordinato i vincoli di altri strumenti, altra cosa rinviare ad essi. Nel primo caso la competenza sembrerebbe passare alla Soprintendenza; nel secondo, invece, rimarrebbe incardinata nei precedenti enti, come il Parco dell’Etna”. E stato poi aggiunto che urge rivedere all’assessore regionale Tusa, il suo decreto dello scorso dicembre che ha esteso i vincoli nei 150 metri lineari laterali ai corsi d’acqua, accomunando i fiumi ai piccoli torrenti, senza tenere conto che in alcuni punti il vincolo produce i suoi effetti in aree produttive che si trovano a un dislivello di diverse decine di metri rispetto al letto del Simeto». E se l’arch. Gigi Longhitano ha illustrato la parte del piano che riguarda Bronte, l’ing. Maurizio Erbicella, ha sottolineato la carenza di’una “cultura paesaggistica”, spesso connotata dalla filosofia del “non puoi fare” anziché del “puoi fare questo”. [P. Z., La Sicilia]
«Agricolture di eccellenza» Comincia a diventare sempre più vivace il dibattito a Bronte sul piano paesaggistico della Provincia di Catania, già depositato dalla Soprintendenza. Intanto a Bronte il Circolo di Cultura Enrico Cimbali ha già promosso un incontro in cui sono emerse sono emesse alcune criticità. Va definito con chiarezza, infatti, se ha carattere di vincolistico o ricognitivo, l'esatta individuazione dei boschi nel rispetto della norma regionale e nazionale e soprattutto la sua integrazione con gli altri strumenti di pianificazione e i decreti della Regione come quello dell'assessore regionale Tusa, che «avrebbe esteso i vincoli nei 150 metri lineari laterali ai corsi d'acqua, accomunando i fiumi ai piccoli torrenti, senza tenere conto che in alcuni punti il vincolo produce i suoi effetti in aree produttive». Per questo l'ex sottosegretario di Stato Giuseppe Castiglione, chiudendo i lavori del convegno, ha affermato: «I fiumi sono delle risorse che hanno caratterizzato economie agricole e civiltà. Attorno al Simeto sono nate agricolture di eccellenza che non possono essere penalizzate, ma valorizzate. Bisogna quindi superare il decreto Tusa. Ci sono poi troppi strumenti di pianificazione che bisogna meglio coordinare». Nella foto a destra, un momento del convegno: il vice presidente della Commissione consiliare all’Urbanistica, Antonino Petronaci, e il giornalista Luigi Putrino - I precedenti: Dicembre 2016 /Piano paesaggistico, l’attuale bozza non piace e va ritoccata, Aprile 2017/La pianificazione sovraccomunale rischia di passare sulla testa dei cittadini PER SEGNALARE DISCARICHE O SPORCACCIONI Attiva a Bronte l'App di EtnAmbiente Anche i brontesi da oggi si potranno unire all’esercito di controllori contro le microdiscariche sulle strade e nelle campagne dell’Etna. Dopo che il sindaco Calanna ha approvato il protocollo d’intesa con la Strada del Vino dell’Etna per adottare il progetto “EtnAmbiente”, da ieri è attivo anche per Bronte il servizio che, ricordiamo, permette a qualsiasi cittadino di segnalare non solo le discariche abusive che si incontrano sul territorio al fine di permettere al Comune di bonificare l’area, ma anche, eventualmente, di fotografare o filmare coloro che gettano abusivamente i rifiuti rendendosi responsabili dello scempio quotidiano al paesaggio del Vulcano. «Considero questo progetto – afferma in un comunicato il sindaco Graziano Calanna – un grande segnale di civiltà contro la cattiva abitudine di chi, invece di fare bene la raccolta differenziata o di servirsi del ritiro gratuito direttamente da casa dei rifiuti ingombranti, decide arbitrariamente di liberarsi di sacchetti ed elettrodomestici nelle campagne.» «Grazie a questo nuovo progetto - continua - adesso avrò al mio fianco tutti quei cittadini cui stanno a cuore il decoro ed il rispetto dell’ambiente, per un territorio che spero possa essere sempre più verde e pulito». Segnalare discariche o sporcaccioni che deturpano il territorio è semplice. Basta scaricare sul proprio smartphone la nuova app “EtnAmbiente” ed attraverso questa fare una foto alla discarica o alla persona che inquina in flagranza di reato. La segnalazione verrà girata immediatamente all’associazione “Strada del vino” che diventerà titolare della segnalazione, senza svelare l’identità di chi invia. Foto e luoghi saranno inviati al Comune che provvederà alla bonifica. Ed a spiegare come funzione la “app” in Comune è giunto il dott. Christian Liistro, componente del Cda della “Strada del vino e dei sapori dell’Etna”, accolto dagli assessori Di Francesco e Liuzzo: “Il cittadino che ci ha inviato la segnalazione – ha spiegato – oltre a rimanere assolutamente anonimo, sempre attraverso l’applicazione potrà seguire l’iter della propria segnalazione fino alla bonifica dell’area. Nei casi di flagranza di reato Etnambiente si rivolgerà agli avvocati di Legambiente Catania affinché si vada diretti per le vie penali”. | ||||||
IMPARARE GIOCANDO Educazione ambientale con il Corpo Forestale A Maletto le prime due sessioni di didattica ambientale Con l’inizio del nuovo anno scolastico sono riprese anche le attività di didattica ambientale svolte dal personale del Corpo Forestale rivolte agli alunni delle classi di scuola primaria e secondaria di primo grado del territorio etneo. I punti focali riguardano temi quali l’educazione ambientale, il rispetto e la conoscenza del territorio mediante progetti educativi ad hoc in grado di coinvolgere gli studenti, stimolandone la curiosità e contribuendo a una sana coscienza ambientale. E dalla collaborazione del dott. Matteo Grassia - appassionato ambientalista e modellista di veicoli in dotazione alla Forestale - con il Comando Provinciale di Catania del Corpo Forestale che è nato l’innovativo progetto “Imparare Giocando” che vede accostare alla realtà il mondo del modellismo dinamico con simulazioni che hanno lo scopo di rendere più chiara e fruibile ai più piccoli l’attività dello stesso Corpo. Le prime due sessioni di didattica ambientale, rivolte agli alunni della scuola primaria e secondaria di I grado, si sono svolte lunedì e martedì a Maletto presso l’Istituto Comprensivo “G. Galilei”. Entrambe le giornate sono state aperte con l’intervento del Dirigente Scolastico, Dott.ssa Biagia Avellina che, dopo aver dato il benvenuto al personale del Distaccamento Forestale di Bronte, ha illustrato il percorso di educazione ambientale iniziato dagli alunni. Il comandante, Antonino Ruffino, e l’Isp. Sup. Piero Mirenda hanno illustrato, con l’ausilio di video e slides, il territorio etneo, la sua flora e la sua fauna ponendo maggiormente l’accento sull’importanza di non abbandonare rifiuti e su una delle piaghe che attanagliano la Sicilia: gli incendi. Facendo, pertanto, leva su temi di cittadinanza attiva e responsabile, è stato suscitato grande entusiasmo negli alunni nei riguardi della lezione frontale svolta e nei riguardi dell’esibizione di riproduzioni in scala ad opera del dott. Matteo Grassia. Un percorso didattico fortemente sostenuto dall’amministrazione comunale, il cui assessore - con delega all’istruzione ed all’ambiente – Gabriella Giangreco ne ha sottolineato l’importanza per le nuove generazioni. [M. G.] | ||||||
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Operazione Isola Pulita di SiciliAntica Ponte di Serravalle, pulizia straordinaria Ma avrebbe bisogno di un restauro Nella mattinata di domenica, 13 maggio, l’associazione SiciliAntica, nell’ambito dell’iniziativa a carattere regionale, “Operazione Isola Pulita”, ha organizzato una operazione di pulizia straordinaria dell’area limitrofa del ponte Serravalle, sito nell’omonima contrada in territorio di Bronte e Cesarò. L'iniziativa rientra nella cura del proprio territorio, nel rispetto e la valorizzazione culturale e ambientale, che rappresentano le basi del senso civico comune, che sono la direzione a cui il presidente della sezione di Bronte Maletto di SiciliAntica, Gino Anastasi, vuole portare i cittadini del nostro territorio, soprattutto i giovani. Con l’occasione è stata nuovamente apposta e scoperta una riproduzione della lapide commemorativa, un tempo murata sull’ala destra del ponte, a Nord, riportante un’iscrizione in greco che ricorda l’anno della costruzione del ponte normanno, ad opera del conte Ruggero nel 1121. Scrive lo storico brontese Benedetto Radice che «a mettere in comunicazione le varie masse della sponda sinistra del Simeto: Maniaci, Rotolo, Corvo, S. Venera, Bronte, e le altre masse con gli abitanti della sponda destra: Bolo, Cesarò, Carbone, Placa Baiana, Troina, Messina, capitale allora del Valdemone e Palermo capitale dell’Isola, il Conte Ruggiero nel 1121 fece costruire il ponte, detto dagli Arabi Cantera, che diede poi il nome alla contrada e lo dedicò alla memoria della madre sua Adelasia, morta in Patti nel 1118. Vi si leggeva questa epigrafe greca, scolpita in pietra calcarea, posta sull’ala destra del ponte, a Nord: Fu costruito questo ponte per la serenità del gloriosissimo conte Ruggiero di Calabria e di Sicilia e dei Cristiani aiutatore per l’assoluzione della defunta madre di lui Adelasia regina. 6629, ind. 14 (1121)». La zona della Càntera e di Contrada Serravalle incornicia il congiungimento del fiume Troina con il Simeto (formato ancora dai torrenti Saracena, Cutò e Martello). Con i suoi pregiati frutteti, l'antico ponte normanno costruito sulle prime forre laviche del Simeto nelle vicinanze dell'altro ponte sul fiume Troina con un'antica masseria dove spicca il prospetto dell'ex Chiesa della Placa dedicata a San Francesco di Paola, i resti di un vecchio mulino ad acqua e la parte iniziale dell'erosione, è una delle più belle di Bronte. Trattandosi di una manifestazione che ha coinvolto sotto l’aspetto storico-culturale e ambientale il territorio pedemontano etno-nebroideo, sono stati invitati ad offrire il loro patrocinio i comuni di Bronte, Maletto, Cesarò, Troina e Maniace, che hanno volentieri aderito. Altrettanta disponibilità è stata offerta da varie associazioni locali di volontariato. C'è da ricordare, infine, che un analoga meritoria operazione di pulizia della zona adiacente il ponte di Serravalle si è svolta nel 2011 ad iniziativa di Legambiente. Oggi, grazie a SiciliAntica, vedremo quindi per un po' più pulita l'area attorno a questo storico ponte ma, purtroppo, per salvarlo e riportarlo all'antico splendore ci vorrebbe ben altro. Nessun restauro, infatti, è previsto ancora una volta. E se ne parla, periodicamente, da alcuni decenni, sempre senza alcun risultato pratico. Nel 2003 fu il Rotary Aetna Nord-Ovest ad affrontare l’argomento. Un anno dopo la Regione siciliana accolse l'appello decidendo di salvare l'antico ponte con la promessa di 52.884 euro per la progettazione definitiva delle opere di restauro. Ma non se ne fece nulla. Quattro anni dopo, nel 2008, ancora il Rotary organizza un meeting dedicato nuovamente al restauro del ponte Serravalle «nell’ambito della riqualificazione paesaggistica delle Forre laviche del Simeto». Nel 2014 è stato elaborato anche un progetto di qualificazione paesaggistica dell’intera area. Le operazioni di rilievo volte ad acquisire le necessarie informazioni sul ponte e sull’area circostante erano sono state affidate al topografo Tony Travagliante. Anche in questo caso tante belle parole ma pochi fatti e fino ad oggi niente di concreto. Lo storico ponte, vecchio di 900 anni, è sempre lì, malandato, pericoloso e impercorribile. Resiste imperturbabile alle intemperie ed ai disastri del tempo ed anche alla inettitudine della politica e, in parte, anche... di tutti noi brontesi. Il Ventennale di SiciliAntica I beni culturali in Sicilia Mostra fotografica nella Pinacoteca Sciavarrello In occasione dei suoi venti anni di attività la Sede Bronte-Maletto di SiciliAntica organizza una mostra fotografica dal titolo “I beni culturali in Sicilia”. Sarà visitabile nei locali della Pinacoteca Nunzio Sciavarrello da Sabato, 14 Aprile, al 21 dello stesso mese dalle ore 17:00 alle ore 20:00. La mostra sarà inaugurata alle ore 18 di Sabato 14 aprile. Presenteranno l’evento Simona Modeo, presidente regionale di SiciliAntica, Piero Butera, presidente provinciale, e Gino Anastasi, presidente della Sede di Bronte-Maletto. Realizzata, come detto, in occasione della celebrazione del Ventennale di SiciliAntica, la Mostra intende comunicare un chiaro messaggio a tutti noi Siciliani e non solo. Racconta, infatti, le due facce di una stessa medaglia, la Sicilia, che sono rappresentate dalle due sezioni in cui si articola. Una sezione, SiciliAmara, è dedicata alla sensibilizzazione nei confronti del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico della nostra isola, spesso degradato e abbandonato, che con troppa facilità mostra i segni dell'incuria da parte di cittadini e istituzioni. L’altra, SiciliAntica, invece riguarda il volontariato culturale e le iniziative dell'Associazione realizzate nel corso dei suoi primi vent'anni da tutte le Sedi locali e finalizzate alla tutela e alla valorizzazione di siti culturali e/o naturalistici, in particolare quelli impropriamente definiti "minori", spesso caduti nell'oblio. Il messaggio è chiaro: il patrimonio culturale e naturalistico della nostra bellissima isola appartiene alla collettività e tutti abbiamo il dovere e la responsabilità di salvaguardarlo e di valorizzarlo. Ognuno di noi può dare il suo piccolo ma importante contributo attraverso il volontariato culturale, rappresentato da Associazioni come SiciliAntica. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare. Educazione ambientale con i bambini nel bosco la semina nel bosco “Brignolo” del bambini Ha inizio la fase finale del progetto di educazione ambientale “Boschi per la Biosfera”, realizzato dalle Giacche Verdi Bronte e dalla Fondazione “Mhs”, con il cofinanziamento del ministero tedesco dell’Ambiente, Natura, Conservazione e Sviluppo. Nei prossimi giorni a Randazzo gli alunni del Circolo didattico Don Milani daranno vita alla seconda fase del progetto che prevede la raccolta di semi e l’osservazione della natura. Poi passeranno alla terza fase, cercando di far crescere una quercia piantando delle ghiande. Una magnifica occasione per insegnare ai bambini il ciclo della vita degli alberi. A Bronte, invece, i bambini del II Circolo didattico dei plessi Sciarotta e Mazzini completeranno la semina nel bosco “Brignolo”, una ex discarica che le Giacche verdi stanno bonificando. L’obiettivo di questo progetto è diffondere la cultura ambientale per contrastare i cambiamenti climatici con la riforestazione dei territori, ridurre i livelli di anidride carbonica e la candidatura del riconoscimento di una Riserva della Biosfera nel territorio delle Valli fluviali dell’Alcantara. Per questo sono state effettuate delle lezioni a Bronte, Adrano, Biancavilla, Maniace, Maletto, Randazzo, Linguaglossa, Piedimonte, Francavilla, Fiumefreddo e Mascali. [Gaetano Guidotto, La Sicilia] PARCO DELL’ETNA L’assenza di videosorveglianza ha permesso lo scempio ambientale lungo la strada del Salto del Cane Microdiscarica anche in alta quota Sul Monte Serra Pizzuta-Calvarina cumuli di lastre di eternit, mattoni e calcinacci Siamo alle solite. All’interno del territorio facente parte del Parco dell’Etna, c’è l’ennesima microdiscarica abusiva a cielo aperto contenente rifiuti inquinanti. Tutti bravi a parlare di rispetto dell’ambiente e di tutela del territorio e poi si finisce sempre con l’imbattersi in cumuli di spazzatura, per così dire “smaltita” illecitamente. Stavolta è toccato al Monte Serra Pizzuta-Calvarina, a quota 1700 metri, sull’Etna. E sì, perché abbandonare i rifiuti in maniera incontrollata tra la vegetazione è più semplice in alta quota, vista la possibilità di sfuggire ai sistemi di videosorveglianza ed ai controlli dei centri abitati. Così, due passi più in là di uno slargo con accesso diretto dalla carreggiata, lungo la strada del Salto del Cane, si trovano cumuli di lamiere di coperture in eternit (materiale che rilascia grandi quantità di polveri inalabili dall’uomo altamente cancerogene) e materiale edilizio di risulta e dismesso tipo mattoni, calcinacci e laterizi. Tutto sembrerebbe essere stato scaricato lì da un camion in modo da rendere i rifiuti ben nascosti agli occhi dei passanti ma depositati in un luogo facilmente raggiungibile con mezzi di trasporto. Ed ecco spiegata la presenza di queste quantità ingombranti. Quindi, basta addentrarsi un po’ tra arbusti e ginestre e sono subito visibili il degrado ambientale e l’ennesimo segno dello scempio che il patrimonio naturalistico pedemontano etneo è costretto a subire. Sarebbe il caso di verificare se si tratti di un’insana abitudine di qualche azienda operante nel settore edile o se si sia trattato di un gesto isolato e comunque esecrabile da attribuire a privati. Per quanto l’Ente Parco dell’Etna abbia la competenza gestionale di un così vasto territorio non avendo a disposizione, ad oggi, personale che abbia qualifiche, requisiti e facoltà per prestare attività di vigilanza e controllo, può fare poco. In altre parole, senza l’importante figura del Guardaparco, l’area del Parco è protetta ma evidentemente non abbastanza. Risulta evidente come le numerose e valide attività, campagne di sensibilizzazione e giornate ecologiche, per quanto riscuotano successo e partecipazione, non bastino a far capire l’importanza del rispetto dell’ambiente e quanto sia prezioso il patrimonio naturalistico che si trova alle pendici dell’Etna. Le raccolte straordinarie ad opera dei volontari, per ripulire e bonificare alcuni siti, come l’ormai famosa manifestazione “Meglio Parco che Sporco”, fanno sempre registrare ottimi risultati ma serve tempo affinché si possa risolvere il problema, le. cui radici sono innanzitutto culturali e si comprenda appieno il messaggio che se si ha la fortuna di avere qualcosa di prezioso bisogna imparare a prendersene cura. La presenza di questi rifiuti inquinanti e la deturpazione dell’ambiente che conduce al vulcano Patrimonio dell’Unesco, non è certo un bel biglietto da visita. E ne sono state ampie dimostrazioni le denunce e le lamentele di molti turisti che hanno visto la bellezza del “paesaggio nero” violata da immondizia di ogni genere. E dire che proprio questo tratto finale della strada Salto del Cane, protagonista degli scatti finali prima dell’arrivo della tappa del Giro d’Italia nello scorso mese di maggio, ci aveva fatto fare bella figura. Va da sé che le ricadute negative di questa continua “emergenza rifiuti” interessino sia i cittadini che gli operatori economici, per non parlare del grave danno d’immagine di cui risente l’intero territorio etneo. [Chiara Mazzaglia, La Sicilia] - Nella foto in alto a sinistra, un sentiero dell'Etna all'interno della Pineta Saletti. |
MEGLIO PARCO CHE SPORCO I bambini delle scuole puliscono la città Oggi sono dei bambini, ma domani saranno cittadini, ed al pari della matematica e della storia, imparare a rispettare la propria città è un insegnamento fondamentale. Per questo la giornata di oggi per una folta rappresentanza degli alunni delle scuole elementari e medie ha avuto valore doppio. Coordinati dal Comune i ragazzi, infatti, hanno dato vita ad una riedizione della manifestazione organizzata dal Parco dell’Etna “Meglio Parco che sporco”. Ieri però gli alunni, invece di ripulire le zone verdi all’interno dell’Area protetta, hanno concentrato la propria attività sulle piazze ed sui parchi urbani vicino il proprio edificio scolastico. Ed i bambini hanno trovato di tutto, ma soprattutto cartacce di caramelle e cicche di sigaretta, perché tutti, piccini e grandi, devono imparare a non sporcare. A fine manifestazione il presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia, ha consegnato ai bambini gadget e pubblicazioni del Parco annunciando che alla scuola verranno consegnati degli alberi che gli stessi alunni dovranno piantare e curare. “Vorremo – ha affermato il presidente – che i bambini ricordino meglio parco che sporco come un evento educativo che continui tutto l’anno. Nelle prossime settimane porteremo anche gli alberi da piantare”. Alla manifestazione hanno partecipato il presidente del Consiglio comunale, Nino Galati e gli assessori Chetti Liuzzo ed Ernesto Di Francesco. Con loro anche il comandante del Distaccamento di Bronte del Corpo Forestale, l’ispettore superiore, Antonino Ruffino. GLI ESPERTI EUROPEI IN VISITA SULL'ETNA «Pochi alberi, rifiuti e pascoli all'interno dei Parchi naturalistici» «Affascinati dalla bellezza di questo territorio, dall'accoglienza della sua gente e dalla cucina, ma delusi da come tanta bellezza venga quotidianamente trattata. Pochi alberi nei pressi degli alvei dei fiumi, troppe discariche a cielo aperto e poi una domanda su tutte: perché i pascoli all'interno dei Parchi naturalistici?». E' in sintesi il pensiero degli esperti ambientalisti europei che insieme ai colleghi italiani e ai giovani volontari, hanno visitato boschi e siti naturalistici dell'Etna all'interno del workshop organizzato nell'ambito del progetto di educazione ambientale "Boschi della Biosfera" promosso dall'associazione Giacche verdi di Bronte e dalla fondazione Manfred-Hermsen-Stiftung. Dopo aver ammirato i boschi di Maletto e Bronte, nei pressi del Ponte dei Saraceni ad Adrano gli esperti ambientalisti provenienti dalla Germania, dall'Ungheria, dalla Macedonia, dalla Romania e anche dall'Italia, hanno apprézzato le peculiarità del territorio per poi osservare: «Perché tante recinzioni che delimitano i boschi? - si è chiesto il direttore della Riserva della Biosfera Rezetat in Romania -. Perché sono presenti pascoli nei parchi siciliani?». Non è stato da meno l'esperto forestale tedesco Rainer Kopsell che invece ha suggerito come un rimboschimento lungo le sponde dei fiumi, come il lato destro del Simeto nella zona del Ponte dei Saraceni, potrebbe definire meglio le fasce boscate. Sarebbe un posto ancora più magico». «Volete scegliere ceramiche per il bagno? - ha provocatoriamente aggiunto il dr. Florian Liedl - Ci si rechi di fronte al belvedere nella Gola del Simeto». Insomma antichi difetti della nostra terra che non riusciamo a correggere, nonostante abbiamo in mano una risorsa importante per sfruttare l'economia legata all'ecoturismo che oggi è in crescita, come ha sottolineato Fabio Bonaccorsi, tour operator di Viagrande componente del gruppo che ha promosso il progetto. «Ci vuole educazione - ha aggiunto Gino Montagno, L'altro obbiettivo è impedire il cambiamento climatico, ha spiegato Stefanie Hermsen direttrice della fondazione Manfred-Hermsen-Stiftung di Brema, solo riducendo il consumo della energia tradizionale e piantando alberi. Agli esperti non è sfuggito che la Sicilia, terra del sole, sfrutta pochissimo l'energia solare. [Gaetano Guidotto, La Sicilia] Nuova tappa del progetto italo-tedesco di educazione ambientale Una passeggiata sull’Etna visitando i “boschi della Biosfera” Le monumentali querce di monte Egitto,in territorio di Bronte, in piena zona A del parco dell’Etna, anziane forse anche 500 anni, ieri mattina tappa fondamentale del workshop inerente il progetto di educazione ambientale “Boschi per la Biosfera” promosso dall’Associazione Giacche Verdi di Bronte e la Fondazione tedesca MHS. Volontari e studiosi internazionali, infatti, hanno rilevato le particolarità ambientalistiche dei boschi nel Monte Egitto ed, ovviamente, hanno visitato le querce. Il gruppo di escursionisti, a piedi, si è recato dalla casermetta Piano dei Grilli fino al monte: una camminata di 5 km che li ha condotti alle querce monumentali, dove Salvatore Vinciguerra, dottore forestale, ha illustrato le peculiarità del territorio ai giovani volontari del progetto di educazione ambientale e agli esperti stranieri. Presenti, infatti, illustri personalità ambientali provenienti da diversi paesi. (…) Lungo il percorso, sul versante occidentale dell’Etna, a quote comprese fra i 1150 e i 1600 m. gli escursionisti hanno potuto scoprire la natura della flora tipica dell’Etna caratterizzata da alberi di leccio e di roverella, arbusti di terebinto e ginestra ed esemplari di betulla che è una specie autoctona. Il percorso che si snoda dal piano dei Grilli a 1150 metri in territorio di Bronte consente di far scoprire uno degli itinerari ancora meno noti a livello turistico, ma tra i più affascinanti dell’Etna. Può essere definito un itinerario a oggi “riservato” agli appassionati ed estimatori ben informati che hanno forza e gambe per arrampicarsi a piedi fino a queste meraviglie della natura. Nel percorso, oltre a osservare molte specie anche endemiche della flora caratteristica dell’Etna, è stato interessante scoprire le formazioni laviche, tra cui alcuni canali di scorrimento lavico e grotte laviche del XVII secolo, dalle quali vi sono stati diversi ricchi spunti di conversazione che si è fatta ancora più interessante non appena giunti davanti ai veri e propri monumenti vegetali: le querce monumentali di roverella (Quercus pubescens) che proprio sul Monte Egitto sono tutelati come tesori naturali da proteggere. (…) Questa è stata solo una delle tante tappe del workshop che il connubio di associazioni italo-tedesche stanno organizzando per valorizzare l’ambiente e infondere cultura ambientale. [Gaetano Guidotto] IL PROGETTO
Il progetto promosso da “Fondazione Mhs” e da “Giacche verdi” Da domani il workshop sui “Boschi per la biosfera” Nell’ambito del progetto di educazione ambientale per il clima “Boschi per la Biosfera” un workshop si terrà da domani, 9 ottobre, al 15 ottobre. Il progetto “Boschi per la biosfera”, cofinanziato dal ministero tedesco dell’Ambiente (BMUB), che sarà realizzato nelle previste ‘Terre della Biosfera - le Valli fluviali dell’Etna” per il riconoscimento di una “Riserva della Biosfera” programma MaB Unesco, è stato presentato dalla Fondazione M-H-S (Manfred Hermsen Stiftung - Brerna, Germania) diretta da Stefanie Hermsen e dall’Associazione Giacche verdi di Bronte presieduta da Gino Montagno.
Boschi per la Biosfera La Germania finanzia la “salute” dei boschi Il ministero tedesco dell’Ambiente, Natura, Conservazione e Sviluppo ha approvato e cofinanziato il progetto di educazione ambientale “Boschi per la Biosfera” presentato dalla Fondazione M-H-S (Manfred Hermsen Stiftung – Brema, Germania) e dall’associazione Giacche Verdi di Bronte. Destinari del progetto che vivranno l’emozione di piantare con le loro mani semi e piantine per la creazione di nuovi boschi o per l’ampliamento di quelli esistenti accompagnati dai tutor, a partire da settembre e fino a febbraio 2018, sono gli alunni della scuola primaria (oltre 2.200 bambini dai 6 ai 10 anni) di numerosi Comuni che hanno aderito al progetto tra i quali Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Santa Domenica Vittoria, Mascali, Fiumefreddo, Francavilla e Piedimonte. Partner insieme ai Comuni di Bronte e Maletto, sono i Parchi del territorio, il Dipartimento regionale azienda foreste demaniali, Ispettorato ripartimentale delle foreste, Giacche Verdi di Mascali, l’Ipssa Mazzei di Giarre e l’associazione Trekking Day Etna nord. L’obiettivo principale di questo progetto a lungo termine è di contrastare i cambiamenti climatici del pianeta tramite la riduzione dei livelli di anidride carbonica (CO2) incrementando la copertura forestale di terreni pubblici e privati. Determinante il supporto dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali che sarà l’ente di riferimento per le attività pratiche degli studenti nel bosco. Lunedì si è tenuto il primo degli incontri formativi (che si concluderanno domani) presso il Palazzo Virzì a Bronte tenuto da due esperti tedeschi Miriam Hermsen (Brema, esperta di educazione e formazione ambientale) e Malte Münte, ingegnere forestale, direttore della Divisione forestale di Berlino. Alla giornata augurale ha preso parte anche il sindaco di Bronte (…). [Da La Sicilia del 14.9.2017] PARCO FLUVIALE DELL'ALCANTARA Linguaglossa e Bronte le “due new entry” 4 centri nel messinese Verso la nuova perimetrazione del Parco Fluviale dell'Alcantara. Ieri insediamento del nuovo Comitato Esecutivo e tra i primi adempimenti proprio la presa d'atto della proposta di delimitazione che porta dal 12 a 18 i comuni nel Parco Fluviale dell'Alcantara. Nel catanese entrano a far parte Linguaglossa e Bronte, mentre nel messinese entreranno Montalbano Elicona, Mongiuffi Melia, Santa Domenica Vittoria e Tripi. Sono passati 3 anni da quando è iniziato l'iter e gli stessi Comuni ne hanno fatto richiesta. Adesso la svolta. «Consegniamo ufficialmente a tutti i comuni la nuova perimetrazione per la pubblicazione e gli adempimenti di rito. Ritengo questo un fatto importante per il Parco e per il futuro dello stesso», ci dice Pippo Morano, commissario straordinario del Parco Fluviale dell’Alcantara. «È una fase alquanto importante, rilanciare così le attività del parco e ridisegnare l'area protetta, in un momento dove registriamo una maggiore sensibilità delle amministrazioni e delle rispettive comunità verso una maggiore tutela dell'ambiente del territorio», afferma Antonino Lo Dico, direttore dell'Ente dallo scorso aprile. Nel nuovo comitato esecutivo entrano pure i sindaci di Castiglione, Roccella e Francavilla, eletti lo scorso giugno. (Michele La Rosa, La Sicilia) Sei chilometri di incanto tra acqua, fuoco e storia: il sentiero Lago Gurrida e Sciare di Santa Venera è lungo 6 km. In esso c'è la trasparenza dell'acqua, che miracolosamente emerge dalle fratture della lava. C'è la storia, che ha lasciato testimonianze greche e bizantine. Ma soprattutto una vista mozzafiato dell'Etna, da uno dei punti che esaltano la maestosità del vulcano. Nessun intervento sul percorso archeologico-naturalistico inaugurato l’anno scorso Danni da fuoco e incuria L’agonia del sentiero 75 Il fuoco ha raggiunto l’area archeologica danneggiando i resti di antiche costruzioni elleniche e bizantine, portate alla luce dagli scavi del 2015 - Oggi una nuova escursione nel sito realizzato dal Parco dell’Etna in collaborazione con la Soprintendenza e il Dipartimento per lo Sviluppo rurale e territoriale «Centinaia di persone, oltre trecento, forse quattrocento. Uomini, donne, bambini, giovani e non più giovani. .Questi i numeri, davvero significativi, della partecipazione all’escursione, promossa dal Parco dell’Etna, per inaugurare il sentiero 751 “Sciare di Santa Venera”, il nuovo percorso naturalistico-culturale realizzato in collaborazione con la Soprintendenza e il dipartimento per lo Sviluppo rurale e territoriale Ufficio di Catania, in contrada Edera, in territorio di Bronte, zona di grande pregioio e fascino paesaggistico» Poco più di un anno è passato, ma ancora una volta, dopo l’inaugurazione in pompa magna, calato il sipario sul sentiero sono rimaste solo incuria e manutenzioni mai effettuate. In più i piromani, che mai come quest’anno avevano preso di mira la zona, ma anche della mancata sorveglianza, e di una pulitura che avrebbe almeno limitato i danni. «Inauguriamo un sentiero di archeo-trekking - aveva affermato il presidente del Parco Marisa Mazzaglia - in Sicilia sono pochi, Pantalica e ora l’Etna». Oggi, ci si rende conto di come, in un anno, tutto sia cambiato. Il fuoco è giunto fin dentro i resti di antiche costruzioni, ellenistiche e bizantine, venute fuori dopo gli scavi del 2015. La staccionata realizzata prima dell’inaugurazione, in parte è rotta e in parte ha subito danni dalle fiamme. I tratti di sentiero non interessati dal fuoco, presentano sterpaglie mai pulite. La spazzatura, lasciata dai soliti incivili, non viene ritirata da giorni fa bella mostra nelle aree adibite a parcheggio a inizio del sentiero. All’inaugurazione c’erano tutti: presidente del Parco, Sovrintendenza, dirigenti della Forestale, assessori dei Comuni vicini con in testa Bronte nel cui territorio ricade l’area. Ora, a distanza -di un anno, nessuno ha sollevato il problema pulitura o di come mantenere e soprattutto fare fruire il sentiero; costato alla comunità diverse migliaia di euro. Abbiamo provato a contattare telefonicamente il presidente del Parco, Marisa Mazzaglia, il telefono ha squillato, ma senza risposta. Ha risposto, invece, l’ingegner Giuseppe Di Paola, funzionario dell’ente: «Non seguo direttamente questo settore - ha dichiarato l’ingegnere - so che doveva essere fatta una richiesta all’Azienda forestale, per provvedere alla pulitura, ma non ho seguito la pratica, in mano a una collega» Che non siamo riusciti a rintracciare. Così come il dirigente dell’Azienda Foreste demaniali di Catania, dott. De Marco. La settimana di Ferragosto ha sicuramente reso tutto più difficile, ma proprio questa settimana si riaccendono le luci sul sentiero, che oggi sarà teatro di un’escursione, organizzata dalla Pro loco di Giardini Naxos (…).(Luigi Saitta, La Sicilia) Le “Giacche Verdi” e i bambini studiano la qualità del Simeto Alla scoperta della natura imparando quanto sia importante tenere puliti i nostri fiumi. È un po' in sintesi il progetto realizzato dall'associazione Giacche Verdi di Bronte con il sostegno della Fondazione Manfred-Hermsen-Stiftung e del Comune di Bronte che ha inteso contribuire all'iniziativa inserendola fra quelle finanziate con il bilancio partecipativo. Il progetto svolto in più fasi, ha visto gli scolari delle classi IV e V elementare partecipare a delle lezioni ed effettuare test sulla qualità dell'acqua del fiume Simeto. «Un progetto che induce le nuove generazioni - ha affermato il sindaco Graziano Calanna al rispetto dell'ambiente». URBANISTICA La Sovrintendenza sta coinvolgendo ex Provincia, Comuni, Parco dell’Etna, Oasi del Simeto, aeroporto, porto, Ferrovie, Fce e Anas, chiamati ad uniformare i rispettivi progetti Questo strumento di pianificazione sovraccomunale di estrema importanza, rischia di passare sulla testa dei cittadini Piano paesaggistico, i rilievi degli architetti Scannella: «Come prima cosa occorre aggiornare le cartografie» Le amministrazioni comunali, ad esempio, che deliberano in materia di Prg, partecipano regolarmente alle riunioni tecniche, ma senza ascoltare i suggerimenti delle forze sociali. Sulla prossima adozione del piano paesaggistico della provincia di Catania, da parte dell’assessorato regionale ai Beni culturali, dall’Ordine degli architetti etneo arrivano proposte e richieste di nuove concertazioni. Le nuove norme e i vincoli paesaggistici, tra gli altri, si applicheranno a: ex Provincia, Comuni, Parco dell’Etna, Oasi del Simeto, aeroporto, porto, Ferrovie di Stato, Circumetnea, Anas. Questo strumento di pianificazione (reso obbligatorio dal Codice dei beni culturali che l’ha sovraordinato ai piani regolatori generali, ai piani delle riserve naturalistiche, dei parchi e a quelli ìnfrastrutturalì), nonostante l’importanza, potrebbe essere scoperto dai cittadini troppo tardi. Eppure, la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, guidata dalla dottoressa Maria Grazia Patanè, ha inviato il piano a Comuni ed enti pubblici e tenuto numerose riunioni con loro, proprio per ricevere proposte; incontri ci sono stati anche all’Assessorato a Palermo. Tra i vari suggerimenti, recentemente sono stati formulati quelli dell’Ordine degli architetti e dei paesaggisti catanesi, il cui presidente Giuseppe Scannella, in sintesi, spiega: Sul piano paesaggistico, oramai inviato all’assessorato regionale, è atteso il parere dell’«Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio», collegio in cui, di recente, l’assessore regionale ai Beni culturali, Carlo Vermìglìo ha nominato l’architetto Luigi Longhitano di Bronte, ex presidente dell’Ordine degli architetti di Catania, conoscitore del territorio ed esperto di tematiche paesaggistiche. Questa nomina, fra gli addetti ai lavori, è stata vista come un’apertura dell’assessore Vermiglio verso l’area etnea e ionica del catanese. Il piano dovrà essere ora adottato e poi approvato tenendo conto anche delle osservazioni successive all’adozione, da parte dei soggetti interessati (pubblici e privati); tuttavia, in attesa del decreto d’approvazione definitiva, le norme di salvaguardia lo renderanno applicabile dall’adozione, il che vuol dire che eventuali nuovi vincoli saranno immediatamente operativi. In altre province, l’adozione ha suscitato parecchie polemiche mentre i decreti d’approvazione sono finiti davanti al Tar di Palermo e Catania (solo Siracusa conterebbe cinquecento ricorsi). L’architetto Giovanni Laudani, uno dei redattori del piano: «Il piano discende dalla Convenzione europea per il paesaggio, che ha scopi sia di tutela del territorio sia di salvaguardia e creazione di posti di lavoro. Il progetto redatto rappresenta un punto di partenza aperto al confronto per arrivare a uno strumento il più possibile condiviso. Pur occupandomi della direzione del museo Casa Verga di Catania, confermo la mia disponibilità verso chiunque voglia collaborazione e chiarimenti». La corte costituzionale, di recente (sentenza 50/2017), ha confermato «il principio di prevalenza del piano paesaggistico sugli atti di pianificazione ad incidenza territoriale posti dalle normative di settore»; dal 6 aprile, invece, entrerà in vigore il Dpr 31/2017, che individua gli interventi esclusi dall’autorizzazione paesaggistica. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]. Sabato l'inaugurazione del giardino I ragazzi del Capizzi piantano 31 alberi Bronte ha il suo “Giardino dei Giusti”, dedicato alle donne e agli uomini che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi. Si trova all'interno del parco di Viale Cavalieri di Vittorio Veneto e a inaugurarlo è stato il sindaco, Graziano Calanna, grazie a un progetto realizzato dall'Istituto Superiore Ignazio Capizzi guidato dalla dirigente grazie Emanuele. Si tratta di un progetto proposto dalla professoressa Maria Principato e a livello nazionale da “Toponomastica femminile” e dalla Federazione nazionale degli insegnanti, presieduta dalla professoressa Pina Arena, presente alla manifestazione assieme a Francesca Andreozzi, nipote di Pippo Fava in rappresentanza della “Fondazione Fava”. Alla cerimonia, oltre a esponenti politici e delle istituzioni, una folta rappresentanza dell’Istituto Vaccarini di Catania. Dopo la presentazione del progetto in Istituto, in corteo, ragazzi, docenti ed autorità sono arrivate fino al Parco dove è stato inaugurato un albero in ferro realizzato dai ragazzi dell'artistico Arcidiacono, Favara, Gorgone, Messina e Salmeri aiutati dalla professoressa Barbagiovanni e dall'artigiano locale Favazza. Poi sono stati piantati i 31 alberi che portano i nomi dei “giusti” scelti dai ragazzi: coloro che hanno aiutato molti ebrei durante la Shoah, di siciliani che hanno lottato contro la mafia, i brontesi Benedetto Radice e Ignazio Capizzi e la signora Francesca Minissale (fondatrice del Centro Aiuto alla Vita) cui è stato intitolato il primo albero. [fonte La Sicilia] |
BACINO FLUVIALE DEL SIMETO, FLORA, FAUNA E ASPETTI NATURALISTICI Etna. Il forte disappunto nella testimonianza di uno studioso tedesco Il rifugio di Monte Scavo, sito a circa 1.800 metri di quota sul versante ovest dell’Etna, è ridotto in condizioni precarie Un Vulcano umiliato dai segni del degrado Qualcuno deve farsi un esame di coscienza, sia chi abbandona rifiuti sia chi dovrebbe far sì che questo non succeda Dalla “Grande Bellezza” alla “Grande Vergogna”. C’è l’infinita curiosità umana,la passione per la natura, l’irresistibile fascino di fenomeni sempre più studiati e sempre più avvolti nel mistero del vulcano. C’è tutto questo, e molto altro, fra le molle che spingono l’uomo ad approcciarsi all’Etna, conoscerla in tutti i suoi aspetti o per viverla qualche ora, immersi nei boschi davanti all’incanto del paesaggio. Dev’esserci, però, anche qualcos’altro se, dal contatto tra la montagna e la sua gente, quello che viene fuori non è solo bellezza che crea altra bellezza, ma sempre più spesso sfregi ambientali, degrado, spazzatura. Ovunque, a macchia d’olio, fino addirittura a luoghi tanto distanti da essere sempre ritenuti al riparo da quel malcostume - l’abbandono incontrollato di rifiuti per strade, campagne, spazi pubblici - così difficile da estirpare. C’è, quindi, davvero da arrossire d’imbarazzo quando sull’Etna si affaccia lo sguardo del mondo, nelle sembianze di migliaia fra turisti, visitatori, scienziati, studenti. L’ultimo caso portato alla ribalta dall’indignazione di coloro che vorrebbero un vulcano sempre più bello e quindi più pulito riguarda il rifugio di Monte Scavo, versante ovest, a circa 1800 metri di quota. Uno dei molti punti di ristoro sempre aperti che si incontrano lungo la pista altomontana che gira intorno all’Etna, nel cuore della zona A del Parco. «Non mi aspettavo di trovare uno scempio del genere», confessa Boris Behncke, vulcanologo tedesco dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che lì è giunto qualche giorno fa assieme a quattro giovanissimi studenti di scienze geologiche provenienti da Spagna, Francia, Germania, Regno Unito. E a Monte Scavo ha trovato l’accoglienza di «immondizie in quantità sparse intorno al rifugio, persino dentro la cisterna dell’acqua piovana». Eccola, la “Grande Vergogna”. «Questo - continua Behncke - ha suscitato grande impressione nei ragazzi. Abbiamo girato per l’Etna e vedendo, poi, le condizioni delle strade sembra abbiano capito davvero quanto sia diffuso il problema». Come spesso capita, il ricercatore ha condiviso le foto dello scempio sui “socìal”, scatenando il consueto coro d’indignazione e condanna verso «la mala gestione del territorio etneo». Un coro che, ormai, non basta più: «Qualcuno deve farsi un bell’esame di coscienza - aggiunge Behncke - tanto coloro che buttano rifiuti in giro, quanto coloro che dovrebbero, per mestiere e per funzione, far sì che questo non succeda». Per raggiungere Monte Scavo bisogna camminare per un bel po’, molto probabile dunque che i rifiuti siano stati lasciati lì da escursionisti: «È davvero inquietante che questo accada in luoghi finora risparmiati». [Francesco Vasta, La Sicilia del 29.6.2016]
Ancora un sos per l'obelisco di Serra del Mergo «Tutelare e valorizzare l’obelisco di Nelson» «Tuteliamo e valorizziamo l’obelisco di Serra del Mergo, quello posto fra il verde dei Nebrodi che tutti chiamano Obelisco di Nelson», E’ l’appello che il sindaco di Bronte, Graziano Calanna ed il presidente del Consiglio comunale, Nino Galati, lanciano alle autorità competenti affinché lo storico obelisco, fatto erigere nel 1905 sui Nebrodi a quota 1553 dal Duca Alexander Nelson-Hood in onore del padre morto un anno prima, venga ristrutturato, protetto e raggiunto dai turisti senza rischi. E per sensibilizzare l’opinione pubblica l’Amministrazione comunale di Bronte, assieme a quella di Maniace, al Cai ed all’associazione Siciliantica di Bronte, alle Pro Loco di Bronte e Maniace, ma anche al Parco dei Nebrodi, al Dipartimento regionale sviluppo territoriale e del Corpo Forestale della Regione Siciliana hanno organizzato una escursione, raggiungendo l’obelisco. «L’obelisco - ci dice il presidente del Consiglio comunale Nino Galati - si trova in pessimo stato di conservazione. La scritta in latino che tramanda ai posteri perché è stato eretto ed il suo significato è sgretolata e deturpata. I gradini in basamento sono rovinati dalle ruote delle jeep che impropriamente arrivano a ridosso del monumento, senza considerare che qualche concio di pietra è stranamente sparito. Bisognerebbe - conclude il presidente - impedire che le auto arrivino vicino all’obelisco, rendendo transitabile e l’unica che si può percorrere la vecchia trazzera regia appena sottostante». E per il sindaco Calanna l’obelisco è l’ennesima opportunità per rilanciare il turismo: «Bisogna rilanciare il turismo storico ambientale di questo magnifico territorio in grado si offrire uno dei patrimoni ambientali più belli della Sicilia». [L. S.] - Sos per l'Obelisco di Serra del Mergo- |