Chiesa di Santa Caterina Piccola ed austera
La chiesa di Santa Caterina sorge in prossimità dell’omonima via, in un quartiere posto al margine del centro storico ("nella parte bassa estrema del paese, sul limite della novella strada, che per la Sciarotta porta ai lochi", cosi scriveva il Radice). La costruzione, come riporta una iscrizione scolpita nell’architrave della porta maggiore, risale al 1610. La chiesa, dalle linee semplici e lineari, prospetta su un piccolo slargo,
oggi trasformato in parcheggio, con gli edifici tergali, dai quali è separata da un semplice "distacco", e quelli prospicienti le strade intorno che riflettono ancora lo schema urbano originario. Fondò la chiesa Domenico Bellina, oriundo calabrese. Successivamente il figlio Sac. D. Bartolomeo, con atto del 18 novembre 1679, avendo intenzione di istituire a Bronte un Collegio delle Scuole Pie, designò la chiesa erede universale assegnandole tutti i propri averi e le proprie case per la costruzione ed il mantenimento di dette scuole e stabilendone anche regole ed ordini (AN. vol. 224-A, p. 153).
Belle e lodevoli le intenzioni di D. Bartolomeo e cospicuo il suo
lascito ma di Scuole Pie non si vide nemmeno il disegno: «Il Collegio - scrive G. De Luca - non fu eretto, e le scuole elementari continuarono nell’Oratorio di S. Filippo presso la Chiesa di S. Maria della Catena». "Le scuole non sorsero, aggiunge B. Radice, né si sa perché e la prebenda rimase ai preti beneficiali". La chiesa fu parzialmente danneggiata dal terremoto del 1818. E' stata restaurata recentemente (1988-1989) nell'interno e nella facciata. L’edificio, di piccole dimensioni, è di impianto lineare e molto sobrio. Di aspetto austero è il semplice disegno del portale basaltico, sopra il quale un tempo erano rilevabili tracce di pitture policrome. La cupola del transetto, a tutto sesto, è impostata su quattro pennacchi e sormontata da una piccola e caratteristica lanterna lucifera. La piccola cella campanaria è ubicata sopra la navata sinistra, lungo il bordo prospiciente via Santa Caterina. Sulla parte posteriore, lungo una viuzza strettissima (via Lo Vecchio), sono ben visibili le basi ed i grossi conci squadrati in pietra lavica delle lesene d'angolo corrispondenti all'ingombro volumetrico dell'abside. L’interno
L'interno è a croce latina, ad una navata, con pertinenze contigue; il disegno, pulito e lineare, è movimentato dallo spartito delle lesene e delle cornici a semplice aggetto. La chiesa ha tre altari di buona fattura rivestiti di marmi policromi: a destra l’altare dedicato all’Assunta (dove trovavasi un bellissimo quadro della Vergine, purtroppo andato rubato alcuni decenni fa), a sinistra quello del martirio di S. Bartolomeo (di fine 1800, probabilmente eretto in onore di uno dei fondatori della chiesa, il sac. Bartolomeo Vellina) e quello di Santa Caterina (che fino a pochi anni addietro era posto sull’altare maggiore). La tela, in pessimo stato di conservazione tanto da essere difficilmente leggibile, rappresenta le mistiche nozze della Santa con Gesù alla presenza della Vergine, degli Apostoli e di Santi. Sul pavimento della chiesa, all'inizio della navata centrale, è posta una lapide marmorea leggiadramente scolpita a rilievo con ornamenti floreali e figure. In un riquadro porta scolpita la seguente scritta: «Hic jacet corpus Abatis Regii S. T. D. D. Marii Philippi Fallico Consultoris et Qualificatoris S. Officij in hoc Siciliæ regno, Beneficialis ac Benefactoris Hujus Aecclesiæ S. Catharinæ Senensis. Obiit die primo Aprilis 1768." Oltre alla sua data di morte, non ci è stato possibile conoscere alcunchè di questo Mario Filippo Fallico, abate e "benefattore" della piccola chiesa di Santa Caterina. Fra i preziosi oggetti di carattere religioso e cerimoniale fino a pochi decenni fa di proprietà della chiesa (reliquari, calici ed ostensori di varie epoche) vi mostriamo un turibolo in argento sbalzato, cesellato e traforato di Bartolomeo Bartolotta (1753) decorato con motivi floreali. |