Collabora inoltre con le pagine culturali del quotidiano il Manifesto e con la rivista Giro di vite - Segnali dalle città invisibili. Il suo libro più recente è Chronos. Scritti di storia della filosofia (Mimesis Editore, 2023). Dettagliate e aggiornate informazioni sulla sua attività scientifica e didattica si trovano sul sito www.biuso.eu Ha pubblicato i volumi:
L’antropologia di Nietzsche (Morano, 1995) Contro il Sessantotto (Guida, 1998) Antropologia e Filosofia (Guida, 2000) Cyborgsofia. Introduzione alla filosofia del computer (Il Pozzo di Giacobbe, 2004) Nomadismo e benedizione. Ciò che bisogna sapere prima di leggere Nietzsche (Di Girolamo Editore, 2006) Dispositivi semantici. Introduzione fenomenologica alla filosofia della mente (Villaggio Maori Edizioni, 2008) La mente temporale. Corpo Mondo Artificio (Carocci, 2009) Contro il Sessantotto. Saggio di antropologia (Nuova edizione rivista e accresciuta; Villaggio Maori Edizioni, 2012) Temporalità e Differenza (Olschki Editore, 2013) Aión. Teoria generale del tempo (Villaggio Maori Edizioni, 2016) Anarchisme et Anthropologie. Pour une politique matérialiste de la limite (Asinamali éditions, III edizione 2019 [I ed. 2016]) Tempo e materia. Una metafisica (Olschki Editore, 2020) Animalia (Villaggio Maori Edizioni, 2020) Disvelamento. Nella luce di un virus (Algra Editore, 2022) Chronos. Scritti di storia della filosofia (Mimesis Editore, 2023) Ha pubblicato due raccolte poetiche: Inni alla luce (Petite Plaisance, 2006), Un barlume di fasto (ScritturImmagine, 2013). Dal libro “Dispositivi semantici” proponiamo dalla quarta di copertina: «Incontro una donna a cui voglio bene, le porto dei fiori e le do un bacio. I fiori esistono, insieme ai baci e all’amore. Ma come esistono queste tre espressioni della realtà? Ecco una domanda filosofica. Una domanda che guarda e cerca di comprendere.
La risposta non è difficile: i fiori esistono come enti, i baci dati e ricevuti sono degli eventi-azione, l’amore è un processo molto complesso che coinvolge i corpi, i luoghi, gli istanti, i pensieri. La mente non è una cosa ma è la struttura nella quale enti, eventi e processi acquistano significato. Per questo essa è un dispositivo semantico mobile, sia nello spazio sia nel tempo». Dalla prefazione di Eugenio Mazzarella a "La mente temporale. Corpo, mondo, artificio": «Il lettore troverà in questo libro una ontologia del computazionale che si articola come analisi fenomenologica della mente e dei suoi rapporti con il Corpo, il Mondo, l'Artificio. La mente temporale è l'espressione con cui viene concettualizzato l'esito insieme storico e teorico di questa analisi fenomenologica. [...] Nessun resoconto freddo, dunque, di un mero dibattito epistemologico [...], ma un confronto agile, e però insieme esperto, con l'orizzonte storico-esistenziale del suo tema, il nesso mente/corpo, e le attuali prospettive della filosofia della mente; un confronto che ha esiti teorici di grande ricchezza problematica e di sicuro interesse per chi oggi voglia misurarsi con questi temi, spesso consegnati a una dicotomia interpretativa analitici/continentali che da questo lavoro emerge in tutta la sua obsolescenza». Per Biuso la mente è un dispositivo semantico mobile nello spazio e nel tempo, consapevole di sé e in grado di apprendere, elaborare, ricordare ed esprimere dei contenuti intenzionali i quali si rivolgono a un mondo che ha una propria realtà autonoma dalla coscienza ma al quale essa dà significato. L'indagine sulla mente diventa quindi una cronosemantica. Anche per questo la sua attuale ricerca verte sul problema fondamentale della temporalità, il cui chiarimento permette di superare i dualismi -in primo luogo quelli tra natura e cultura, corpo e mente, innato e appreso- a favore di una comprensione unitaria e insieme molteplice dell’umano e del suo posto nell'essere. libri di Alberto G. Biuso
Anarchisme et Anthropologie Pour une politique matérialiste de la limite (Par les soins de Luigi Balice, traduction de Sarah Borderie, corrections de Louis Watier, couverture de Marco Castagnetto, Asinamali éditions, Paris 2016, Pages 92, € 12,00) «Il est beaucoup plus probable que l’option anarchiste soit déclenchée par un profond pessimisme anthropologique plutôt que par un optimisme rousseauiste ou d’un autre type. Étant donné que l’espèce Homo sapiens sapiens figure parmi les plus féroces qui se trouvent dans la nature – et cela sans que l’on prenne en compte les variables et les caractères de chaque individu –, il faut éviter de toutes les manières possibles un pouvoir qui naisse et qui se consolide en tant que gestion individuelle, familiale, dynastique et partitaire de la structure sociale collective. Le moins de pouvoir possible à chacun ; une distribution plus large, horizontale et collective ; l’égalité entre les composantes du corps social dans la gestion des intérêts communs.» Aión. Teoria generale del tempo
(Villaggio Maori Edizioni, Catania 2016, Collana Ellissi, 7 Pagine 132 € 14,00 ) «Nel linguaggio, specialmente in quello artistico e poetico ma non soltanto in esso, l’umano dà ordine al mondo come successione di eventi. In questa unità estetica ed estatica del tempo si compie l’esistenza umana, il suo senso, il senso del morire. Che cos’è dunque il tempo? Il tempo è la convergenza che accade d’improvviso ma scaturendo dall’eterno di identità e differenza nell’istante e nel sempre, nel Kairós e nell’Aión». Temporalità e differenza
(Leo S. Olschki, Firenze 2013, Pagine VIII-120, € 18,00) Il tempo non è un dato soltanto mentale né soltanto fisico. È la differenza della materia nel suo divenire ed è l'identità di questo divenire in una coscienza che lo coglie. Il chiarimento del tempo permette una comprensione unitaria e insieme molteplice dell’essere. La posizione che in esso occupa l’umano è quella di un complesso dispositivo semantico mediante il quale la materia conosce se stessa e la temporalità di cui è fatta. Un barlume di fasto
(Scrimm Edizioni, Catania 2013, Pagine 60, € 4,99) «Il mondo - scrive l'Autore - è un tessuto di parole dette, taciute, gridate, pensate. Il loro accadere, permanere e divenire dà vita a ciò che chiamiamo scienza, cultura, conoscenza. Dentro questo oceano di suoni e di significati, la poesia è lo “scarto”, è l’imprevisto, la porta che si apre verso uno spazio inatteso, un’inattesa luce. È la luce che cerco di disegnare nei miei versi. “Luce” è il loro contenuto. La forma che lo esprime vorrebbe essere “musica”. Lo sbalzo del suono rispetto all’intrico comune del parlare non può rimanere una parodia del dire, una semplice messa in riga del linguaggio quotidiano. Il salto spaziale che dà vita al verso deve inoltrarsi nel territorio, rischioso ma esaltante, della musica, della nota e dell’accento che suonano dentro la fatica dei sentimenti, il rigore del capire, l’incontro con la morte. Solo così, diventando musica, la parola dolorosa della vita potrà aprire l’intervallo di una qualche gioia. So bene che in questo modo i versi che tento si pongono lontano dalla poetica prosastica del mio tempo, dal dogma estetico che fa di molta poesia contemporanea un’estrema e paradossale propaggine del futurismo rumorista. Ma ho la sensazione che le parole che si scrivono debbano possedere l’arrogante ambizione di parlare ai millenni. Sennò, è meglio tacere. È da tale tracotanza, infatti, che nasce la più oggettiva delle misure: quella che segue il perimetro irraggiungibile del mondo. E ai suoi confini trova luce.» |