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Notizie, Eventi Socio-Culturali e non

Da Febbraio ad Aprile 2009

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26 Aprile 2009

Invaso Ancipa stracolmo: l’Enel apre le paratie

Il sindaco Pino Firrarello: «È la dimostrazione che l’esondazione del Simeto di gennaio poteva essere evitata»

Sui Nebrodi continua a piovere e l’Enel è stata costretta ad aprire le paratie della diga Ancipa. A comunicarlo è stata la Prefettura di Catania che, opportunamente, ha inviato a tutti i Comuni interessati il fax ricevuto dall’Enel, facendo scattare a Bronte il piano di Protezione civile. «Essendo la quota dell’acqua nella diga - si legge nel fax dell’Enel – vicina a quella massima di invaso e vista l’attuale fluenza e le condizioni meteorologiche, vi informiamo che avvieremo le manovre di alleggerimento del serbatoio scaricando dai 2 ai 5 metri cubi al secondo nel rispetto del piano di gestione della diga».

La città di Bronte è ancora scossa dall’esondazione del Simeto avvenuta la notte fra il 20 ed 21 gennaio scorso, quando una piena improvvisa in poche ore ha divorato terreni, agrumeti e vivai, allagato case e messo a rischio la vita di un settantenne, rimasto fra le acque per circa 5 ore, prima che i pompieri sommozzatori riuscissero a tirarlo fuori. Per questo per il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, aver ricevuto la comunicazione è la dimostrazione che la diga Ancia non sarebbe esente da responsabilità per quanto accaduto a gennaio. «E’ la prima volta che ricevo una comunicazione simile - afferma Firrarello - e non capisco come mai il Comune viene avvertito solo oggi, dopo che si è verificata l’esondazione e dopo che abbiamo messo fortemente in dubbio l’efficacia delle misure di sicurezza adottate dalla diga ogni volta che apre le paratie. A mio avviso - continua - la mancanza di preavvisi in passato è la prova che chi gestisce la diga ha la sua bella fetta di responsabilità sui danni che la nostra agricoltura ha subito quella terribile notte di gennaio». Intanto a Bronte la Protezione civile coordinata dal capo dell’Ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo è in fase di allerta. Tutti i proprietari di terreni sulle sponde del Simeto e tutti gli allevatori che spesso sulle sponde del fiume fanno pascolare greggi ed armenti, sono stati avvertiti. Oltre a ciò la Polizia municipale ha incrementato la vigilanza lungo la provinciale che costeggia il fiume, con i contadini che guardano il cielo sperando che non arrivi un violento temporale. (Fonte: La Sicilia)



24 Aprile 2009
PER MEGLIO CONOSCERE ED APPREZZARE I PARCHI DELL’ETNA E DEI NEBRODI

Studenti in gita fra i boschi

Gli studenti delle scuole superiori in gita fra i boschi del Parco dell’Etna e dei Nebrodi. E l’iniziativa promossa dal vice sindaco, nonché assessore alla Politiche scolastiche, Nunzio Calanna, in collaborazione con la sezione brontese del Cai (Club alpino italiano) e con la Guardia forestale di Bronte. In pratica a turno gli studenti saranno accompagnati lungo i sentieri che conducono in aree considerate dagli appassionati veri e propri paradisi ambientali: “Le escursioni – afferma Calanna – si inseriscono perfettamente nel quadro delle iniziative intraprese dal nostro sindaco Pino Firrarello per promuovere il nostro patrimonio che spesso è apprezzato dai visitatori, ma è sconosciuto dai brontesi. Far visitare i nostri boschi agli studenti vuol dire fornire ad una intera generazione la possibilità di colmare questa lacuna. Ringrazio i docenti l’arch. Lorenzo Capace ed Angelo Spitaleri del Cai ed il comandante del Distaccamento forestale di Bronte, Vincenzo Crimi per la fattiva collaborazione”. Così i ragazzi visiteranno luoghi come i monti Egitto o Minardo sull’Etna, attraversando le famose lave cordate. Raggiungeranno anche i rifugi e le aree attrezzate ed i laghi che caratterizzano il verde e prosperoso territorio dei Nebrodi.



10 Aprile 2009
LA STRUTTURA RECENTEMENTE INAUGURATA E' DIVENTATO UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER MOLTI GIOVANI

Gli auguri pasquali al Centro giovanile “Il Birillo”

Se volete vedere bambini e ragazzi divertirsi insieme, occupando in maniera istruttiva e creativa il tempo libero, sotto l’occhio vigile di giovani tutor forti delle esperienze effettuate soprattutto nelle parrocchie, dovete recarvi al Centro giovanile “Il Birillo” di Bronte. Una struttura inaugurata a marzo che ormai è diventata un vero punto di riferimento per molti ragazzi di Bronte. I giovani in questo centro fanno pattinaggio, sport in generale, si impegnano in vari laboratori ed hanno spazio per giocare all’aria aperta. E ieri hanno effettuato un piccolo spettacolo alla presenza del sindaco e dell’assessore De Luca che hanno voluto rivolgere loro gli auguri di buona Pasqua. “E bello – ha affermato Firrarello – vedere i bambini rincorrersi armoniosamente e giocare in un centro comunale. Ed è altrettanto bello vedere anche i genitori partecipare. Per questo ringrazio l’assessore Maria De Luca per aver dato vita al centro ed a tutti gli animatori che vi operano con creatività e successo. Ritengo che non sarebbe sbagliato realizzarne un altro in contrada Sciarotta, per evitare ai genitori di doversi spostare fino al centro del paese per accompagnare i propri figli”. “La realizzazione di questo centro giovanile – aggiunge l’assessore De Luca – fa parte del piano di servizi rivolti ai giovani cui vogliamo offrire garantire un luogo sano dove crescere insieme ed in allegria, lontano da ogni possibile devianza”.



6 Aprile 2009

Precetto pasquale interforze

Rispettando una tradizione che ripete ormai da diversi anni, oggi (6 aprile 2009) alle ore 18 presso il convento di San Vito sarà celebrato il precetto pasquale interforze. Organizzato dal Comune per volere dell’assessore Luigi Putrino, alla celebrazione, officiata dal cappellano militare della Guardia di Finanza, Don Vincenzo Castiglione, parteciperanno i comandanti delle forze dell’ordine presente nel territorio, ed i sindaci dei Comuni di Bronte (Pino Firrarello), Maletto (Pippo De Luca), Maniace (Salvatore Pinzone Vecchio) e Randazzo (Ernesto Del Campo).



2 Aprile 2009
BIGLIETTO FCE AUMENTA DEL 20%

Protestano gli studenti pendolari

ga.gui.) Nella speranza di trovare lavoro stanno frequentando a Paternò un corso per diventare estetista presso un istituto privato, che alla fine di 3 anni di stufi gli rilascerà un attestato riconosciuto dalla Regione siciliana. Nel frattempo pero, pur essendo disoccupate per sono costrette a pagare sia per iscriversi e frequentare le lezioni sia per sostenere i costi del viaggio in treno con la Fce. Già le ragazze non capivano come mai, a differenza degli altri corsi, le istituzioni non gli rimborsavano nemmeno i costi del biglietto del treno, come accade per altri corsi di formazione, e così quando si sono visti aumentare il prezzo del biglietto del 20%, ci hanno chiamato: «Frequentiamo un corso di estetista a Paternò, - ci dice la signora Letizia Zappalà a nome anche delle altre – Fino a qualche giorno fa pagavamo 45 euro di abbonamento, adesso ne paghiamo 53. Eppure il costo del petrolio è diminuito e noi non abbiamo ricevuto un miglioramento del servizio. Lanciamo quindi un appello alle autorità competenti affinché, se non altro, ci venga rimborsato il costo del biglietto».

Sugli aumenti la Fce ha spiegato di essere legata, da sempre, al piano tariffario emanato dalle Fs che hanno previsto un aumento, e quindi ci si è dovuti adeguare. Inoltre per migliorare il servizio, il Commissario avv. Gaetano Tafuri ha disposto un aumento di personale da impiegare nelle officine, proprio per implementare il servizio di manutenzione dei treni e migliorare l'offerta all'utenza. (Fonte: La Sicilia)



2 Aprile 2009

Parco dell’Etna

«Punteremo sui sentieri»

Il neovicepresidente De Luca traccia le «linee guida» per il rilancio del turismo

«Rilanciamo il parco dell'Etna cominciando a porre l'opportuna cartellonistica nei sentieri, consentire l'accesso dei bus navetta fino alla pista altomontana e ad imporre una nuova filosofia di interlocuzione non solo con i Comuni, ma anche con i residenti e con i proprietari dei terreni». Sono le iniziative che il neo vice presidente del Parco dell'Etna, il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, ci dice di voler subito discutere in seno al Consiglio dell'Area protetta.

«E' arrivato il momento di capire - ci dice - come mai un Parco, che fino ad oggi ha accettato l'accesso dell'uomo solo a piedi, non ha investito risorse per pubblicizzare i sentieri. Da anni chiedo l'istituzione di sentieri a tema che attraverso un percorso fra i boschi dell'Etna descriva la storia dei nostri avi che hanno vissuto con i frutti della terra. Purtroppo finora non ci sono riuscito e credo che anche altri sindaci lamentino la stessa cosa». Poi il neo presidente sposta l'argomento sulla fruibilità del Parco.

«I sindaci del versante nord dell'Etna da Randazzo a Bronte avevano lanciato l'idea di permettere l'accesso dei bus navetta fino alla pista altomontana, consentendo ai turisti di godere dei panorami e ristorarsi nei tanti rifugi. Pure in questo caso attendevamo una risposta mai arrivata».

Per De Luca è anche importante che il Parco faccia della promozione turistica un suo principale obiettivo: «E' chiaro - aggiunge - che non possiamo abbassare la guardia sulla salvaguardia di un ambiente che per noi rappresenta un vero e proprio patrimonio. E' chiaro però che un parco ingessato da una salvaguardia fine solo a se stessa non credo sia utile alle popolazione. Per questo presto incontrerò i sindaci per discutere la possibilità di presentare i necessari emendamenti alla proposta di legge di modifica dei parchi oggi in discussione all'Ars». (Fonte: La Sicilia)



1 Aprile 2009

Parco dell'Etna, De Luca vicepresidente

Eletto il sindaco di Maletto al termine di una votazione condita da polemiche

31 Marzo 2009

Giuseppe De Luca, sindaco di Maletto e vice presidente del Parco dell'EtnaRingrazio i sindaci – ha affermato De Luca - che eleggendomi vice presidente, mi hanno dato mandato a svegliare se necessario anche con la forza questo Parco, affinché da vincolo fine a se stesso, si trasformi in volano per lo sviluppo”.
De Luca, unitamente al vice sindaco di Maletto, Enzo Sgrò nelle vesti di presidente del Comitato sviluppo Aetna nord ovest, è da tempo impegnato nella ricerca di consensi all'idea di sviluppo del comprensorio e di un Terzo Polo turistico nel versante nord-ovest dell'Etna.
«Noi sindaci conosciamo il territorio - ebbe a dichiarare tempo fa - e siamo pronti a individuare le zone di protezione e quelle a maggior vocazione turistica. Esiste un territorio che rivendica il diritto di poter vivere di turismo e tanti turisti che non vedono l'ora di avere in questa fetta dell'Etna, dove la natura e più bella, servizi idonei per poterla vedere e vivere».

Il Parco dell'Etna ha un nuovo vice presidente e un neo componente del Comitato esecutivo. Si tratta, rispettivamente, del sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca, eletto «numero due» dell'Area protetta, e dell'assessore al Turismo del Comune di Nicolosi, Marisa Mazzaglia. A eleggerli è stato il Consiglio del Parco dopo una votazione che non ha risparmiato attacchi politici. (...) «E' stata - ha affermato De Luca assieme al sindaco di Bronte, Pino Firrarello - un'elezione segnata dall'atteggiamento ostruzionistico della componente dell’Mpa.

Molti di loro, infatti, nonostante siano stati visti all'interno della sede del Parco, non hanno voluto partecipare alla votazione. Lo stesso commissario, Ettore Foti, prima ha chiesto il rinvio della votazione e poi, durante le operazioni di voto, ha annunciato le sue dimissioni, rientrate solo dopo una sospensione. L'impressione che abbiamo avuto è che si volevano far prevalere gli interessi di bottega alle normali esigenze rappresentanza del territorio, ma noi non lo abbiamo permesso».

«Qualora ce ne fosse stato bisogno - continua Firrarello - abbiamo avuto la riprova di come viene calpestato il diritto negli enti regionali sui quali agisce il presidente della Regione. Il caso del Parco dell'Etna è emblematico, poiché nonostante ci sia l'esecutivo eletto, questo continua a essere commissariato, in dispregio alle istituzioni democratiche che chiedono a gran voce la nomina del presidente per normalizzare la vita istituzionale dello stesso Parco. La situazione - aggiunge Firrarello - è ancora più pesante in altri enti, come il Parco dei Nebrodi, dove, pur essendo definito l'intero Cda1il presidente attraverso il suo assessore sostituisce i commissari, lasciandoci un ente che non può disporre della rappresentanza giuridica democratica. Mi auguro - conclude Firrarello - che l'Assemblea regionale, che ne avrebbe i poteri, intervenga per riportare alla normalità la vita degli enti in Sicilia». Alla fine, De Luca ha ottenuto 14 voti su 15, mentre la Mazzaglia ha ottenuto 12 preferenze. Il Consiglio del Parco ha anche approvato il bilancio preventivo per il 2009 e lo schema di Piano triennale d'intervento delle opere pubbliche. (Fonte: La Sicilia)



27 Marzo 2009

Lezione di legalità dei carabinieri al «Capizzi»

g.g.) Vivace e istruttivo dibattito, ieri mattina, nell’aula magna del liceo «Capizzi» di Bronte, dove il comandante della Compagnia carabinieri di Randazzo, capitano Gaetano Birtolo, ha tenuto una conferenza per promuovere la diffusione alla cultura della legalità. Accompagnato dal comandante della Stazione di Bronte, maresciallo Roberto Caccamo, il capitano Birtolo ai ragazzi ha subito detto: «Voi siete la linfa vitale della società del futuro e il rispetto della legalità deve essere insito in voi. Le norme sono emanate per il bene comune ed è giusto che tutti noi le rispettiamo». Tra gli obiettivi dell’incontro far conoscere più dettagliatamente ai giovani l’Arma dei carabinieri, che esercita sempre un particolare fascino. Per questo è stato proiettato un video che ha mostrato le varie specialità dei carabinieri. Poi il dibattito. (Fonte: La Sicilia)



27 Marzo 2009

I volontari della Croce rossa salvano una volpe ferita

All’inizio doveva essere una semplice esercitazione di soccorso e protezione civile. Alla fine si è trasformata in una vera e propria operazione di salvataggio di un esemplare di fauna selvatica locale. Protagonisti della vicenda i volontari del soccorso della Croce Rossa di Bronte, coordinati dal commissario Giuseppe Portaro. I volontari si trovavano in campagna, in contrada Passo Zingaro, fra i territori di Bronte e Adrano, quando hanno trovato una volpe tipica delle pendici dell’Etna visibilmente ferita al collo. Il povero animale sarebbe sicuramente andato incontro alla morte se i volontari non l’avessero, con cautela e precauzione, catturato e consegnato nelle sicure mani dell’ispettore Piero Mirenda del Corpo Forestale di Bronte. La volpe, così, è stata trasportata nel centro recupero fauna selvatica di Catania, coordinato dal dott. Luigi Lino, dove riceverà le cure necessarie, prima di essere nuovamente liberata nella stessa zona dove stata trovata. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



26 Marzo 2009
LA CRISI DELLE AZIENDE TESSILI BRONTESI

Contratti di solidarietà per i lavoratori

Orari di lavoro ridotti e sostegno dello Stato per il reddito perso
I contratti di solidarietà salveranno gli oltre 600 lavoratori delle aziende tessili di Bronte in crisi a causa della mancanza di commesse. E’ quanto emerso a Roma durante il vertice al Ministero del Lavoro organizzato dal sindaco Pino Firrarello nelle vesti di senatore con il direttore generale della “Tutela delle condizioni di lavoro” Giuseppe Mastropietro e con il responsabile per gli ammortizzatori sociali Matilde Mancini. All’incontro oltre a Firrarello hanno partecipato Mario Catania presidente del Consorzio “Sicilia moda” che racchiude buona parte delle imprese del Distretto sulla filiera del tessile “Sicilia Orientale”, il direttore del consorzio Salvatore Spartà, ed il presidente dell’Antia (Associazione Nazionale Tecnici Industria Abbigliamento), Gino Sartena. Così in apertura sia Catania, sia Firrarello hanno spiegato ai due dirigenti l’attuale condizione delle aziende tessili brontesi costrette a bloccare il lavoro per consentire agli operai di percepire la disoccupazione, a causa dell’improvviso calo delle commesse da parte delle grandi firme. “La nostra mission – ha affermato Firrarello – è salvare i posti di lavoro e di conseguenza salvare le aziende”. E dal ministero sono arrivate le soluzioni sperate: “Hanno proposto alle aziende – ha affermato il dott. Sparta - di stipulare con i lavoratori contratti di solidarietà, possibili solo nelle situazioni di crisi come la nostra. In pratica gli orari di lavoro dei dipendenti vengono ridotti e contestualmente lo Stato versa loro un contributo, come misura di sostegno del reddito, pari al 60% del trattamento retributivo perso a seguito della riduzione di orario”.

I contratti di solidarietà possono essere stipulati per un massimo di 36 mesi nelle aree del Mezzogiorno, un lasso di tempo che per il presidente Catania è sufficiente per provare a risolvere la crisi: “Quando finirà il periodo della disoccupazione – afferma infatti – se non ci saranno altre commesse saremo costretti a licenziare. Con i contratti di solidarietà potremmo mantenere tutti a lavoro, anche grazie alle nuove commesse dei nuovi clienti che nel frattempo riusciremo a guadagnare”. “La soluzione – ha affermato Firrarello – al momento mette al riparo i lavoratori. E questo è già un traguardo particolarmente importante. Adesso bisogna guardare al futuro rendendo le aziende tessili brontesi più solide e quindi meno dipendenti dalla volontà delle grandi firme, che comunque se si fregiano del marchio Made in Italy non potrebbero produrre capi all’estero. Per questo – conclude - ho già fissato per giovedì prossimo un incontro con il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, con l’obiettivo di salvaguardare l’intero comparto tessile della Sicilia”.



26 Marzo 2009
INCONTRO AL CENTRO ANZIANI

Gli anziani e l'osteoporosi

La vita da anziano può essere particolarmente bella, basta rispettare alcune piccole regole per prevenire da giovani alcune patologie tipiche dell’età senile. Questo in sintesi quanto emerso dall’incontro effettuato all’interno del Centro Anziani, organizzato dal Comune e dal locale Distretto sanitario. I circa 120 nonnini del centro hanno potuto ascoltare le parole del prof. Domenico Maugeri dell’Università di Catania che si è soffermato sulla qualità della vita degli anziani e soprattutto sull’osteoporosi: “Dal geriatra bisogna cominciare ad andare a 50 anni. – ha detto Maugeri – L’osteoporosi spesso si presenta con una frattura. Per prevenire bisogna camminare e mangiare formaggi”. All’incontro hanno partecipato il vice sindaco Nunzio Calanna e l’assessore Maria De Luca, alla presenza di numerosi consiglieri comunali. “La prevenzione è importante - hanno dichiarato Calanna e De Luca – e questi incontri servono a promuoverla”. Alla fine screening gratuito per tutti.



20 Marzo 2009
LE TRAGICHE VICENDE DI SUOR FRANCESCA SPITALERI BONINA

Presentazione del romanzo “Tu non dici parole”

Domani pomeriggio, sabato 21 marzo alle ore 17.00, presso l’aula magna della scuola media “L. Castiglione”, verrà presentato il romanzo della scrittrice siracusana, Simona Lo Iacono, Tu non dici Parole, edito dalla casa editrice “Giulio Perrone”. La Lo Iacono nel suo libro affronta i grandi temi della vita, soffermandosi sulla spiritualità, la fede, il bene e il male e scegliendo come palcoscenico ideale la Bronte del 1638 e la pietosa vicenda di suor Francesca Spitaleri, perseguitata dal Sant'Uffizio. Alla presentazione oltre all’autrice sarà presente il sindaco Pino Firrarello.



12 Marzo 2009
DOPO NONNO BIAGIO FALLICO, E' ANNA GANGI A RAGGIUNGERE I 100 ANNI: BRONTE SI CONFERMA UNA COMUNITA' DALLA POPOLAZIONE PARTICOLARMENTE LONGEVA

I 100 anni di nonna Anna Gangi

Le sorelle Giovanna ed Anna Gangi con l'assessore De LucaIl suo segreto: latte, un buon bicchiere di vino e verdura lessata

Festa grande ieri a Bronte per i 100 anni di nonna Anna Gangi. Vedova da 26 anni, gode di buona salute e ieri ha festeggiato il secolo di vita con suo figlio Antonio Bonsignore giunto dalla Germania e con i suoi tre nipoti e due pronipoti.

Alla festa non ha voluto mancare la sorella Giovanna, mentre non ha potuto partecipare l’altra sorella Nunzia, che fra 3 anni compirà anche lei i 100 anni di età. Nonostante l’età, nonna Anna ha raccontato con lucidità i momenti più belli della sua vita, passati accanto al marito ed alla figlia che non c’è più.

Le abbiamo chiesto il suo segreto e nonna Anna, con l’aiuto del figlio, ci ha confidato di bere un quarto di latte al mattino, di non dimenticare mai un buon bicchiere di vino locale a pasto e la sera di mangiare solo verdura lessata.
Alla festa hanno partecipato anche il vice sindaco Nunzio Calanna e l’assessore Maria De Luca, che hanno regalato a nonna Anna una bella targa ricordo, partecipando alla festa con una grande torta.

Nella foto a sinistra: Anna Gangi (al centro) con (alla sua destra) la sorella Giovanna e l'assessore De Luca; in alto, da sinistra, il nipote Tano Russo, il figlio Nino Bonsignore con i figli Annette, Cristiano e Patrizia e la sig.ra Catania).



13 Marzo 2009

POLO TESSILE

«Una crisi da combattere»

Incontro, ieri all’Ars, per studiare iniziative a sostegno dei lavoratori del polo tessile di Bronte

«Iniziative consistenti e immediate per dare un sostegno alla profonda crisi economica in cui versa il polo tessile di Bronte e un sostegno alle aziende e ai tanti lavoratori che rischiano di perdere la loro occupazione».  Questo il tema dell’incontro, svoltosi ieri all’Ars. La riunione - convocata dal presidente della Commissione lavoro, on. Fausto Fagone - ha visto la partecipazione di tutte le sigle sindacali, di operatori commerciali, imprenditori e politici dell’area interessata. Si è cercato di trovare il percorso da intraprendere per creare condizioni di ripresa economica soprattutto dopo il ritiro, da parte dell’azienda Diesel, di un’alta percentuale di commesse. «Il polo tessile di Bronte rappresenta un tassello fondamentale per il sostegno economico di un’intera cittadina - afferma Pippo Di Natale (Cgil) - chiediamo alla Regione un aiuto concreto e immediato di sostegno al reddito di centinaia di lavoratori sospesi. Ci auspichiamo che nel prossimo bilancio della Regione, vengano inserite norme specifiche che diano una boccata d’ossigeno alle tante necessità di chi oggi si ritrova senza occupazione».

Il vicepresidente della Commissione bilancio, Nino D’Asaro, ha ribadito «che per aiutare le aziende tessili della Sicilia e i tanti lavoratori bisognerà programmare un futuro più stabile altrimenti qualsiasi iniziativa sarà inutile. Anche se i grandi marchi vanno via alla ricerca di manodopera a minor costo – aggiunge Asaro - bisogna far sì che le aziende siciliane vadano avanti da sole e siano più competitive». Immediata la risposta di Marco Catania, presidente del consorzio «Sicilia Moda»: «In base alla nostra clientela, potremmo anche avere un nostro marchio, ma per far questo bisogna creare le giuste condizioni di sopravvivenza e di mercato».

Per il presidente della Commissione al Lavoro, Fagone, «l’incontro è servito a mettere insieme tutte le parti interessate. Si è trattato di una prima audizione che ci porterà a istituire, nel più breve tempo possibile, un tavolo tecnico che attraverso le risorse del fondo sociale europeo e quelle delle agevolazioni alle imprese possa dare un colpo all’emergenza economica e occupazionale. Se le aziende non si ristrutturano, scegliendo strade che non portano all’avanguardia e alla competitività, non ci potrà essere mercato». Il deputato regionale del Pd, Concetta Raia, in un’interrogazione chiede la salvaguardia dei livelli occupazionali. [Onorio Abbruzzo, La Sicilia]


8 Marzo 2009

BRONTE. UNO SPIRAGLIO D'OTTIMISMO

«La Regione aiuterà l’intero polo tessile»

Lo assicura il vicepresidente della commissione regionale bilancio, Asero, a imprenditori e sindacati
«Pronti ad aiutare aziende tessili della Sicilia e i lavoratori, ma bisognerà programmare un futuro più stabile altrimenti sarà tutto inutile». Sono le parole del vice presidente della Commissione regionale Bilancio Nino D’Asero che ha incontrato gli imprenditori del Polo tessile di Bronte e le organizzazioni sindacali al lavoro per fronteggiare la crisi scoppiata dopo il ritiro delle commesse da parte della Diesel.

All’incontro hanno partecipato il presidente del Consorzio «Sicilia moda» Mario Catania giunto con il direttore Salvatore Spartà e i sindacalisti Gino Mavica della Cgil, Rosario Gangi della Cisl e Salvino Luca della Uil. «Bisogna muoversi - ha affermato l’on. D’Asero - capendo che questa crisi fa parte di quella più generale che attaglia tutti i mercati. Il Distretto del tessile rappresenta un patrimonio della nostra economia. Per questo, oltre agli aiuti, alle aziende vanno fornite le giuste indicazioni affinché domani rimangano su un mercato che sta cambiando. E se le grandi firme vanno via e non rinnovano i contratti per le commesse, - ribadisce - bisogna trovare il modo affinché le nostre aziende vivano ugualmente».

Poi il vice presidente affronta il problema dei lavoratori: «Discorso a parte merita il problema occupazionale – afferma - che oggi possiamo risolvere attraverso l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge 2 del 2009 dello Stato. Compito nostro - continua - è capire come utilizzare questa legge al meglio, creando altri interventi finanziari da parte della Regione, anche attraverso fondi comunitari, che si aggiungano a quelli già previsti».
«E affinché ciò si verifichi - spiega D’Asero - ho già presentato un emendamento in commissione Bilancio sul disegno di legge 119 sui regimi di aiuto». Per l’on. D’Asero però questo potrà avere un valore solo se le aziende del Distretto saranno capaci di guardare oltre la crisi e valutare il mercato che cambia. «Il momento è difficile per tutti - infatti conclude - e se non riusciamo creare condizioni più solide per il domani, ci troveremo sempre con lo stesso problema. Bisogna già oggi programmare la ripresa dopo la crisi». [Gaetano Guidotto, La Sicilia]

12 Marzo 2009

Audizione all’Ars su problematiche del distretto tessile

Oggi alle ore 12 all’assemblea regionale siciliana si svolgerà l’audizione indetta dall’on.le Fausto Fagone, presidente V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro sulle problematiche del distretto tessile di Bronte.
Interverranno l’on. Carmelo Incardona, assessore regionale per il Lavoro, la Previdenza sociale, la Formazione professionale e l’Emigrazione; l’on. Pippo Gianni, assessore per l’Industria; il sen. Giuseppe Firrarello, sindaco di Bronte; l’on. Franco Catania, presidente della “Bronte jeans”; il dr. Luca Salvatore della Confezioni Luca Salvatore; il dr. Basile Benedetto Barbagallo della omonima ditta individuale; rappresentanti imprese del distretto tessile di Bronte; rappresentanti sindacali provinciali di Cgil, Cisl, Uil,Ugl e Cna di Catania.

6 Marzo 2009

LA CRISI PER LA DIMINUZIONE DELLE COMMESSE. SOLLECITATO IL VARO DI UN DDL

Incontro al Comune per il settore tessile

Corsa contro il tempo nel tentativo di far presentare ai deputati regionali della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana un emendamento ad un disegno di legge, attualmente in discussione, che permetta alle imprese tessili della Sicilia di fronteggiare la grave crisi causata dalla diminuzione delle commesse. E’ la strada indicata dal sindaco, sen. Pino Firrarello, che questa mattina in Comune, ha ricevuto alcune aziende tessili, le organizzazioni sindacali, ed il direttore del consorzio “Sicilia moda”, Salvatore Spartà, che racchiude buona parte delle imprese del Distretto sulla filiera del tessile “Sicilia Orientale”. All’incontro ha partecipato il presidente del Consorzio “Sicilia moda” Mario Catania, i sindacalisti Rosario Gangi della Cisl e Salvino Luca della Uil, gli assessori Damiano Ferrara e Luigi Putrino ed i consiglieri comunali Nuccio ed Ada Biuso e Biagio Petralia. “Le grandi firme – ha affermato Catania in apertura – hanno deciso di delocalizzare le commesse. Noi abbiamo già attivato le procedure per assicurare gli ammortizzatori sociali ai lavoratori che intendiamo tutelare, ma è bene trovare delle soluzioni altrimenti non ci sarà futuro”.

“Il Distretto – ha aggiunto Spartà – può attingere a risorse comunitarie che per la maggior parte permettono ristrutturazioni, investimenti e formazione, ed il DdL in discussione alla Commissione bilancio dell’Assemblea regionale, per regolare i finanziamenti comunitari, rispetta questo indirizzo. Di conseguenza – continua - bisogna trovare il modo di emendarlo, dando la possibilità alle aziende che devono fronteggiare la crisi di reperire risorse”. Così il senatore ha subito allertato i suoi uffici, interessando anche l’on Nino D’Asero, che della commissione regionale al Bilancio è il vice presidente. Poi Firrarello però ha aggiunto: “Le soluzioni che oggi possiamo individuare in sede politica possono certamente aiutare, ma non risolvere il problema. E’ arrivato il momento che le aziende chiedano alle istituzioni quegli aiuti che gli permettano di non dipendere più dalle commesse delle grandi firme”. “Ricercando altri clienti – ha affermato Mario Catania – abbiamo ricevuto la richiesta di effettuare, oltre alla confezione del capo, anche la vendita. In quel caso potremmo diventare anche bravi venditori e sostenere un marchio proprio, ma per farlo sono necessari investimenti”.



8 Marzo 2009

Jeep capovolta nel Simeto

Dentro non c’era nessuno

Una jeep capovolta nel fiume Simeto e alcuni operai, temendo che nell’abitacolo ci fosse qualcuno, hanno telefonato al 118. Così in contrada Barbaro, nei pressi del ponte di Pietrarossa, in territorio di Bronte, sono arrivati i carabinieri, la Guardia forestale, i vigili del fuoco di Maletto e il Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Catania, che si sono immersi nelle acque gelide per verificare se all’interno ci fossero persone. Fortunatamente non c’era nessuno e allora l’auto è stata tirata a riva: si trattava di un Mitsubishi L200 pickup cui erano stata smontate le targhe. I carabinieri indagano per individuare il proprietario. (Fonte: La Sicilia)




4 Marzo 2009

IL POLO TESSILE

Bronte, il fuoco sotto la cenere

«Più controlli sul made in Italy»

«Le grandi Case producono all’estero e poi vendono i capi come se fossero realizzati in Patria»

La replica: «No, è contrabbando»

Bronte. Il fuoco cova sotto la cenere a Bronte: è il fuoco della rabbia, della paura, dell’incertezza per il domani. E’ il fuoco che brucia le vene degli oltre 800 addetti (compresi quelli dell’indotto) che lavorano nel polo tessile di contrada Santissimo Cristo, e che sono a un passo dall’incrociare le braccia perché costretti dal taglio delle commesse deciso dalla Diesel (Bassano del Grappa) che nel giro di due mesi ha toccato il 70% del totale.

«Il polo di Bronte resta nel cuore industriale della Diesel – ribadiscono dal Veneto –. Mai rinunceremo ai jeans di fascia alta che le aziende siciliane producono per noi. Come filosofia aziendale, siamo e saremo per il made in Italy anche a scapito dei nostri margini di guadagno. Per adesso, siamo costretti a tagliare gli ordini a causa del calo delle vendite. Speriamo che la crisi possa passare presto». Ma sia le maestranze, sia i sindacati, sia gli operatori brontesi non si fidano e sono pronti a dare battaglia: «I conti della holding veneta sono più che floridi – insiste Giuseppe Marino, titolare dell’omonima ditta –. Malgrado la recessione, il segmento dei jeans continua a tirare, sia in Europa sia oltre oceano. La verità, forse, è che la Diesel vuole aumentare i propri margini di guadagno e così preferisce rifornirsi di più nelle proprie fabbriche di Marocco e Tunisia dove un capo costa 2,40 euro, piuttosto che continuare ad acquistare da noi dove il costo dello stesso capo oscilla tra i 5 e i 7 euro».

«Intendiamoci – conclude Marino –, loro sono liberissimi di andarsene in Africa. Ma a un patto: che i capi di abbigliamento prodotti lì poi non vengano commercializzati con il marchio made in Italy. Su questo fronte, le grandi imprese italiane da troppo tempo stanno giocando con due mazzi di carte: ed è illegale. Perché lo Stato non interviene? Perché la Guardia di finanza non stringe le maglie dei controlli? Benetton, per fare un esempio, produce fuori dai confini nazionali più di 80 mila capi al giorno? Su quanti di questi c’è il marchio made in Marocco o made in Cina? Sicuro che, riportati in Italia per il completamento delle confezioni, alla fine non spunti un made in Italy?».

«Vi racconto un fatto che potrebbe dare la dimensione del fenomeno – aggiunge Vincenzo D’Amico, responsabile tecnico alla Bronte Jeans –. Qualche settimana fa, in una boutique di Catania abbiamo acquistato un paio di jeans della Diesel con tanto di marchio made in Italy. C’era qualcosa di stonato nell’etichetta e questo ci ha spinti ad aprire il portafoglio per cercare di capire. Abbiamo portato il capo in azienda e l’abbiamo passato al microscopio. Ebbene: la scritta made in Italy era stata sovrapposta a un’altra: made in Vietnam. Insomma: il paio di jeans in questione era taroccato». «Purtroppo – replicano subito dalla Diesel – il nostro gruppo subisce in maniera spropositata l’offensiva dei falsi. Abbiamo dovuto creare un ufficio legale per fronteggiare il fenomeno. Nel caso specifico, il jeans di Catania è di contrabbando». [Alfio Di Marco, La Sicilia]
 

3 Marzo 2009

LA CRISI GLOBALE: EFFETTI IN SICILIA

Braccio di ferro. Prosegue lo scontro fra il mago del jeans, il veneto Renzo Rosso, e le fabbriche brontesi a cui sono state tagliate del 70 per cento le commesse, che sono state dirottate in Marocco e Tunisia

Bronte, il tessile in ginocchio
Ma il paese non si arrende

Sono 800 i posti a rischio. Le imprese locali: «Difenderemo i nostri diritti»

Ci sono 600 persone, tra operai e impiegati, che da due mesi non dormono più la notte perché temono di ritrovarsi d’improvviso senza lavoro; ci sono le loro famiglie, con le necessità piccole e grandi che la quotidianità impone, angosciate dal terrore di non avere più di che vivere; ci sono 13 aziende che da decenni danno un’occupazione a questi lavoratori e che nel giro d’un paio di settimane si sono ritrovate con un taglio di commesse che sfiora il 70%, vedendosi quindi costrette a rallentare se non addirittura a fermare le macchine; ci sono 200 persone che lavorano nell’indotto che con le loro famiglie vivono lo stesso dramma. Tutto questo accade a Bronte, piccola «capitale» dell’hinterland etneo incastonata tra il vulcano e i Nebrodi, che dista 50 chilometri da Catania che vede vacillare il suo equilibrio economico. Il comparto è quello tessile. Il segmento quello della produzione dei jeans. «E non capi d’abbigliamento qualunque – spiegano gli imprenditori interessati –. Stiamo parlando di merce con un target medio-alto. Capi il cui prezzo al dettaglio oscilla tra i 100-150 euro al paio, fino a toccare i 300-400 euro».

L’azienda leader per spessore tecnico e numero di addetti è la «Bronte Jeans» della famiglia Catania: occupa circa 350 tra operai e impiegati ed è dotata di macchinari e attrezzature all’avanguardia, che ne fanno una delle imprese tessili più moderne e sicure d’Europa. Attorno alla «Bronte Jeans», nella nuova Zona artigianale del paese, operano altre 12 fabbriche, che danno lavoro ad altre 300 persone, con un giro d’affari che tocca i 13 milioni di euro all’anno. L’intero polo di Bronte da anni produce soprattutto per la Diesel di Renzo Rosso, il «mago» del jeans, che dopo aver scalzato la Levi’s dal panorama internazionale è diventato il numero uno per la distribuzione e la vendita di quei pantaloni da lavoro confezionati con un tessuto chiamato «denim» che vide la luce a Genova nel XV secolo, e che oggi è diventato un capo vestiario di uso comune. «A settembre – racconta Franco Catania che dirige l’azienda di famiglia con i fratelli e il cugino – abbiamo incontrato i vertici della Diesel che ci hanno esternato le loro preoccupazioni alla luce di un calo delle vendite che, in proiezione, doveva aggirarsi intorno al 30%. In realtà, da gennaio, ci siamo visti tagliare commesse per il 70%. Risultato: immediato rallentamento della produzione, fino al fermo dello stesso ciclo. Oggi siamo in attesa di un chiarimento con i vertici della holding di Bassano del Grappa».

Più amari i toni di Giuseppe Marino, titolare dell’omonima ditta che occupa 50 persone: «A quanto ci risulta – dice –, il calo delle vendite sbandierato dalla Diesel non c’è stato. Nel 2008, la holding veneta ha fatturato un buon 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Forse ci si dovrebbe chiedere perché il gruppo di Renzo Rosso stia incrementando la produzione di jeans e altri capi d’abbigliamento in Marocco e in Tunisia. Certo, la differenza del costo di produzione c’è: in Africa un paio di jeans costa 2,40 euro; da noi 5-6 euro. Ma la qualità è la stessa? Certo che no. E siamo sicuri che quei capi prodotti fuori del nostro Paese non vengano poi smerciati in giro per il mondo con il marchio Made in Italy?». «Non so quali siano i numeri del crollo delle vendite a livello internazionale – fa eco a sua volta Basilio Barbagallo, uno dei primi imprenditori di Bronte ad aver investito negli anni Settanta sul jeans e grande amico personale di Renzo Rosso –. Quello che ci sta sconvolgendo sono le proporzioni che si ripercuotono sul nostro lavoro: avere un 70% di commesse in meno significa tenere a casa per giorni decine di operai. Ci stiamo adoperando con i sindacati, l’Ufficio provinciale del lavoro, la Prefettura di Catania e la Regione per attivare una serie di ammortizzatori sociali che possano essere da sostegno in questa fase. Ma è ovvio che tutto questo non potrà durare a lungo».

«D’improvviso – dicono in coro Francesco Basile e Antonella Avellina, l’uno operaio e l’altra impiegata amministrativa nella ditta di Barbagallo – non sappiamo più come arrivare a fine mese. Ci sono i bambini con le loro necessità, il mutuo da pagare, le bollette: se non lavori, tutto salta. La tua vita va in malora assieme a quella della tua famiglia». «Tutto sta – spiega a sua volta Vincenzo D’Amico, responsabile tecnico alla Bronte Jeans – nel rispetto del marchio Made in Italy. Il governo parla tanto, ma cosa si fa per fermare la fuga degli imprenditori all’estero? E per salvaguardare le regole della competitività? Da noi si è investito a 360 gradi: la lavanderia ha un depuratore in grado di servire un centro urbano come Bronte. E questo per garantire il rispetto dell’ambiente. Ma quando poi il prodotto che esce da questa fabbrica deve confrontarsi con quelli che arrivano dalla Cina o dalla Tunisia, dove non c’è rispetto alcuno per i dettami di sicurezza, allora ti rendi conto le regole alle quali devi attenerti in realtà sono state trasformate nella zavorra che ti sta trascinando sul fondo». [Alfio Di Marco, La Sicilia]

Dalla manifattura a capitale siciliana del «made in Italy»

La storia del Polo tessile

Quella del tessile di Bronte è una storia di coraggio, determinazione e voglia di scommettersi da parte di alcuni imprenditori che, tra gli anni 60 e gli anni 70, iniziarono a produrre capi di abbigliamento senza immaginare mai il boom economico che l’intero comparto avrebbe ottenuto negli anni 90, ma neanche la crisi che oggi rischia di comprometterlo. Il capostipite fu Nunzio Spata, un abile sarto brontese che alla fine degli anni 60, forte delle esperienze fatte in Francia, cominciò produrre capi di abbigliamento con un marchio proprio ed anche pantaloni per conto terzi. Ma non solo, quella prima esperienza di azienda fu in grado di produrre anche capi per la Chicco, dando lavoro a circa 50 operaie. Spata fece scuola e subito dopo sorsero altre due aziende, quella di Gaetano Bertino e Antonio Schilirò che nel 1971 riuscì pure produrre capi per un suo marchio, chiamato "Emilio Rizzi Ferrini".

Tutti e tre davano da lavoro a circa 120 persone. Nel 1973 nacque la "Sab confezioni", fondata dagli imprenditori Schilirò, Agati e Barbagallo: produceva pantaloni semi classici per conto della "Jesus" che nel 1978 propose loro di confezionare jeans. «Fu l’allora proprietario della "Jesus" Maurizio Vitale a propormi l’idea. - racconta Barbagallo - Ma i miei soci non credettero all’iniziativa. Così io ho deciso di proseguire da solo realizzando una fabbrica tutta mia che per tanti anni ha prodotto moltissimi jeans Jesus».

La storia del settore tessile di Bronte, però ha una data da ricordare, ovvero il 17 febbraio del 1977. Producendo il famoso jeans a 5 tasche della Americanino entrò nel mondo manifatturiero, infatti, l’imprenditore Franco Catania. L’azienda si chiamava "Nucifora" ed aveva appena 15 operaie. Oggi si chiama "Bronte jeans" ed è leader in Europa. «Pian piano ci siamo ingranditi - afferma Catania - realizzando anche vestiario per la montagna e pantaloni semi classici della Marzotto. Con il passare del tempo altre grandi firme cominciarono a chiedere la nostra manodopera, sempre più qualificata e professionale, fino a lavorare negli primi anni 80 con Armani, con Coveri e altri». E’ il periodo d’oro che impose a tutte le aziende faconiste brontesi, che nel frattempo erano sorte, investimenti ed aggiornamenti. Solo Franco Catania riceveva un così cospicuo numero di commesse che gli consentiva di dare lavoro agli altri colleghi ed aprire laboratori nei paesi vicini. Siamo ai primi anni 90, quando a Bronte operavano ben 20 aziende tessili.

«Anche la Lewis - continua Catania - produsse jeans a Bronte per circa 6 anni. Poi nel 2001 decise di andar via. In quel periodo solo il nostro gruppo aziendale riusciva a produrre anche 10 mila capi al giorno producendo per Lewis, Armani, Benetton, Diesel e Zegna e dando da lavorare a circa 400 operai». Quello forse fu il momento più florido, perché oggi il numero delle aziende è sceso a 12. Dopo il 2001, infatti, iniziarono a sentirsi con maggiore insistenza i venti negativi della globalizzazione. La Lewis andò via, ed allora fu Renzo Rosso con la sua "Diesel" a dare respiro alle imprese tessili brontesi, dando lavoro e convincendo la Bronte Jeans ad investire per completare il ciclo produttivo anche con la lavanderia e la stireria. Certo i numeri di un tempo non ci sono più. Il gruppo Bronte jeans oggi ha 300 dipendenti ed una produzione di 4.000 capi giornalieri. Le altre aziende più piccole si mantengono sui 700, ma è aumentata la professionalità delle maestranze capaci di creare il vero Made in Italy. E’storia recente, inoltre la nascita del distretto tessile "Sicilia orientale". Tutto ciò ha fatto pensare che mai la crisi potesse adombrare Bronte. Oggi invece gli operai di diverse aziende sono in stato di agitazione e minacciano manifestazioni di protesta. [Gaetano Guidotto]

28 Febbraio 2009

NEL 2004 BRONTE HA CONCESSO A RENZO ROSSO LA CITTADINANZA ONORARIA

«Tuteleremo i lavoratori»

Bronte. Il manager del polo tessile, Mario Catania, non si scoraggia: «Cercheremo anche altri clienti»
La «Diesel» di Renzo Rosso taglia del 70% le commesse di jeans e sul Polo tessile di Bronte e sui 600 lavoratori del comparto si abbatte l’ombra della crisi. La notizia, che già aleggiava negli ambienti, è stata confermata durante un vertice con le aziende tessili di Bronte convocato dal direttore dell’Ufficio provinciale del lavoro, Domenico Palermo, su richiesta dei sindacati.«Abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale da parte della Diesel a gennaio. - conferma Mario Catania, production manager della "Bronte Jeans", - Comunicazione cui noi abbiamo risposto attraverso una precisa diffida a non diminuire il carico di lavoro, dandoci il tempo di pianificare l’attività aziendale». «Il nostro obbiettivo - continua Catania - è quello di tutelare l’azienda e tutti i lavoratori che rappresentano una delle più qualificate manodopera nel settore tessile. Contemporaneamente non staremo certo a guardare e andremo a cercare altri clienti».
Il vertice della "Bronte Jeans", ha comunicato le determinazioni della Diesel ai lavoratori che adesso minacciano, già nei prossimi giorni, manifestazioni di protesta nei confronti dell’azienda di Renzo Rosso. Bronte e l’intera Sicilia orientale inoltre hanno puntato parecchio sul tessile costituendo il distretto "Sicilia orientale - filiera del tessile" che racchiude 61 aziende tessili, 1231 lavoratori, un piano finanziario di ben 13 milioni e 300 mila euro e 9 partner istituzionali socio economici, oltre a coinvolgere 3 poli tessili come quelli di Bronte, dei Nebrodi e dell’ennese che ovviamente adesso tremano. «Sono già stato costretto a liquidare un’azienda - ci dice l’imprenditore tessile di Bronte Silio Barbagallo - ed a ridurre il mio personale. Se non interviene la Regione siamo costretti a chiudere bottega. E non c’è una nostra lavoratrice che non deve pagare un mutuo. Ma visto che molti marchi di abbigliamento ormai confezionano all’estero io mi domando: ma il Made in Italy si confeziona lavora in Italia?»
«Quest’amministrazione comunale - ci dicono il vice sindaco di Bronte, Nunzio Calanna e il sindaco Pino Firrarello - ha creduto nel Polo tessile programmando iniziative ed infrastrutture che agevolassero le imprese e salvaguardassero i posti di lavoro. Il nostro augurio di conseguenza è che gli imprenditori continuino a garantire il lavoro. Noi siamo pronti ad intraprendere ogni tipo di iniziativa anche coinvolgendo le istituzioni sovra comunali, affinché il problema si risolva». «Non è possibile - concludono – che una manodopera così qualificata come quella brontese rischi il lavoro». Intanto le organizzazioni sindacali presenti al vertice a Catania hanno già chiesto tutela per i lavoratori. [fonte La Sicilia]

«Lavoratori da proteggere»

Distretto tessile in crisi: i sindacati al contrattacco

«A fianco delle imprese in questo momento particolarmente difficile, ma assoluta intransigenza nei confronti delle aziende che, in casi di fermi produttivi o sospensioni dal lavoro, non mettono i lavoratori in condizione di attingere agli ammortizzatori sociali». Questa la posizione comune delle organizzazioni sindacali di categoria che, di fronte alla crisi che rischia di travolgere il distretto tessile di Bronte, tentano in tutti i modi di tutelare i lavoratori. «Il direttore dell’Ufficio provinciale del Lavoro Domenico Palermo – dice Gino Mavica della Cgil – convocherà nuovamente le imprese per analizzare caso per caso la loro posizione con i lavoratori. Oltre a ciò lo stesso Palermo sta cercando di incontrare l’assessore regionale al Lavoro per creare le condizioni affinché si attinga ad un finanziamento di 5 milioni di euro del Ministero e consentire la cassa integrazione dei lavoratori delle imprese artigiane e di conseguenza anche delle imprese tessili».
«Oltre a questo - conclude Mavica - personalmente ho chiesto ieri alla Prefettura d’intervenire convocando un tavolo con le istituzioni locali». «L’applicazione degli ammortizzatori sociali in questo momento è l’obiettivo prioritario. - aggiunge Rosario Gangi della Cisl - Però è anche vero che la crisi che oggi ci spaventa negli anni passati era già stata annunciata. Se allora avessimo impedito ai grossi marchi, che si fregiano di vendere il Made in Italy, di produrre all’estero, il Polo tessile di Bronte oggi sarebbe salvo». Intanto sono molti i lavoratori tessili che rimangono in stato di agitazione nell’attesa che si risolva la trattativa fra alcune aziende di Bronte e la Diesel. Se questa, infatti, dovesse andar male ci hanno già annunciatori essere pronti ad ogni forma di protesta. [Gaetano Guidotto]

L’INTERVISTA. PARLA L’AD MARINA TOSIN

«Bronte resta nel cuore della strategia Diesel»

«La riduzione delle commesse non è altro che la conseguenza del calo dei consumi»

Catania. «Il polo tessile di Bronte rimane nel cuore della strategia industriale della Diesel. Purtroppo, la diminuzione delle commesse altro non è che la conseguenza del calo dei consumi, in un momento di crisi del mercato. Bronte è e resta il polo di riferimento per la produzione di capi d’abbigliamento di fascia alta. Speriamo che la congiuntura attuale abbia un’evoluzione rapida e che tutta la crisi possa rientrare presto»: così al telefono Marina Tosin, amministratore delegato della holding vicentina fondata dall’imprenditore Renzo Rosso. «La chiusura in positivo del fatturato 2008 – prosegue la Tosin – si riferisce al gruppo Only The Brave, quindi a un insieme di brand (marche, ndr), tra cui anche Diesel. Nello specifico, poi va tenuto presente che il fatturato si riferisce a tutte le categorie merceologiche, non solo ad alcune». «Comunque, lo ribadiamo: la strategia di Diesel rimane assolutamente quella della salvaguardia del made in Italy, che include il polo di Bronte, Certo, comprendiamo lo stato d’ansia che si vive in queste ore sia nelle aziende sia tra le maestranze. E’ la stessa angoscia che si vive nelle fabbriche del Nord Italia come in quelle del resto del mondo investite dalla congiuntura internazionale. Il nostro gruppo vuol tuttavia credere fermamente nella ripresa e manterrà gli impegni assunti per il made in Italy anche a discapito di un guadagno effettivo».

Fin qui Marina Tosin. Vediamo adesso più da vicino la figura imprenditoriale di Renzo Rosso. (...)  [A. D. M.]



26 Febbraio 2009
Il censimento presentato qualche mese addietro in Prefettura aveva evidenziato circa 250 siti degradati e adibiti a micro-discariche

Più vigilanza nell’area protetta

Siglata una convenzione tra il Parco dell’Etna e 5 associazioni di volontariato ambientale

L'Etna e l'ampia vallata di Contrada Difesa viste dalla RivoliaDopo la fase di monitoraggio, presentata in Prefettura alcuni mesi fa, che ha portato il Parco dell’Etna a censire - all’interno del suo territorio - circa 250 siti degradati e adibiti a micro-discariche, si passa alla fase attiva, quella del fare.

Ieri è stata siglata, nella sede dell’Ente di Nicolosi, una convenzione tra Parco dell’Etna e 5 associazioni di volontariato ambientale che svolgeranno - all’interno del perimetro del Parco - attività di presidio sull’area protetta, colmando, in parte, quello che da sempre è considerato il "tallone d’Achille" dell’Ente, ovvero la mancanza di guardia-parco. Si rafforza così l’impegno per la tutela e la salvaguardia del territorio e della popolazione che spinge il Parco a trovare nuove sinergie con altri soggetti pubblici e privati. Firmatarie dell’accordo, insieme al commissario straordinario del Parco Ettore Foti, sono l’Anpana di Catania (presieduta da Aldo Ferale); l’Asta di Trappeto (Renato Terenzi); le Giacche Verdi di Bronte (Anna Spitaleri); i Rangers Europa di Nicolosi (Edmondo Scavone) e i Rangers International di Castiglione-Fiumefreddo (Mario Giovanni Sgroi). Le associazioni svolgeranno le attività previste sotto il coordinamento dell’Ispettorato ripartimentale delle Forestale di Catania e dei Distaccamenti forestali che ricadono nell’area del Parco, con i quali i gruppi di volontari dovranno raccordarsi per eseguire al meglio i propri compiti evitando sovrapposizioni di servizi.
Per una migliore e più incisiva vigilanza dell’area protetta, il Parco ripropone il modello già sperimentato con successo - con un significativo decremento dell’allarme sociale - per fronteggiare, la scorsa estate, l’emergenza degli incendi boschivi. «Con formale deliberazione del Comitato esecutivo dell’Ente, è stata prevista, secondo il modello già efficacemente utilizzato con l’Ispettorato ripartimentale delle Foreste e le associazioni di volontariato, l’intensificazione dell’attività volta a un più efficace controllo e monitoraggio del territorio - spiega il commissario del Parco, Foti - Insieme a una più forte azione di vigilanza e tutela, il nostro obiettivo è una migliore assistenza degli utenti, anche al fine di fornire ai fruitori dell’area protetta puntuali informazioni sul migliore utilizzo dei beni ambientali, nonché a segnalare gli eventuali rischi e conseguenze per comportamenti non conformi a leggi e regolamenti, in modo da contribuire a realizzare anche maggiori condizioni di sicurezza generale». [Marisa Mazzaglia, La Sicilia]



24 Febbraio 2009
DOPO IL RAID VANDALICO SPESI PER I LAVORI 50 MILA EURO

Torna agibile il Liceo scientifico

Il plesso di viale KennedyTorna completamente agibile il plesso scolastico di viale kennedy che ospita il Liceo scientifico. Ad un mese esatto dall’azione di alcuni vandali, che durante la notte del 24 gennaio scorso hanno aperto un bocchettone antincendio allagando mezzo istituto, il vice sindaco ed assessore alla Pubblica istruzione, Nunzio Calanna, ha firmato la revoca dell’ordinanza di inagibilità della parte dell’immobile più danneggiata, permettendo ai ragazzi di ritornare immediatamente nelle proprie classi.

“Avevamo promesso celerità di intervento e così è stato. – afferma Calanna – Devo ringraziare il dirigente dell’Ufficio tecnico, ing. Salvatore Caudullo ed i tecnici del Comune per la professionalità messa in campo, che ci ha permesso di restituire l’istituto ai ragazzi nel più breve tempo possibile. Una bella risposta da parte delle istituzioni impegnate a garantire quel diritto allo studio che spesso i ragazzi rivendicano e che certo l’atto vandalico ha cercato di negare senza riuscirci.

La prof. Carmela Scirè, dirigente scolastica del Capizzi cui lo Scientifico dipende, infatti, è stata abilissima nell’organizzare i doppi turni, che i ragazzi hanno accettato con grande senso di responsabilità e di maturità permettendo ai docenti di continuare nello svolgimento del programma didattico. Questo comportamento dei ragazzi - conclude - ci fa ragionevolmente pensare che in futuro saranno loro stessi i primi tutori dei luoghi di formazione”.

A conclusione dei lavori adesso è anche possibile fare un bilancio dei danni subiti.

Il Comune, infatti, ha dovuto controllare l’intero impianto elettrico, sostituire tutti i pannelli del contro soffitto, effettuare dei buchi nel solaio per verificare che non si fosse raccolta acqua all’interno delle pignatte, riverniciare tutto ed attendere che l’umidità andasse via. Lavoro che è costato ben 50 mila euro. Somma che il Comune ha dovuto anticipare e rendicontare alla Provincia di Catania per il rimborso, come ha deciso il presidente Giuseppe Castiglione.

Da dire anche che le 7 aule della parte dell’istituto dove non arrivata l’acqua sono state già da tempo restituite alla scuola, che ha potuto anche utilizzare la palestra dove i ragazzi hanno convocato l’assemblea di istituto sulla legalità alla presenza anche del sindaco Pino Firrarello: “Ci mettiamo alle spalle – afferma Firrarello – un episodio brutto che io ritengo essere stato frutto di una semplice bravata. Ho apprezzato il comportamento responsabile dimostrato dagli studenti, ma quanto accaduto non va dimenticato”.

25.2.2009
Liceo. In un mese il comune ha riparato i guasti del raid vandalico
Scientifico di Bronte. Addio ai doppi turni

25.2.2009
Bronte. Il Comune ha speso 50 mila euro
Il Liceo scientifico ritorna agibile dopo gli atti vandalici



23 Febbraio 2009

Cinque le contrade interessate

Esondazione del Simeto, si contano i danni

Necessario rifare nuovamente gli argini e ripulire l’intero greto del fiume

L'esondazione del Simeto al ponte di Pietra RossaAmmontano a 2 milioni e 453 mila euro i danni provocati dalla piena del fiume Simeto che il 21 gennaio scorso inondò centinaia di ettari di terreni dediti a frutteti ed aranceti, allagando un intero vivaio ed alcune case rurali. Ma ce ne vorranno almeno altri 3 milioni per effettuare quei lavori necessari a ridurre i rischi esondazione. Sono le somme calcolate dall’ing. Salvatore Caudullo, dirigente dell’Ufficio tecnico e della Protezione civile, e comunicate al Dipartimento regionale della Protezione civile. Nel quadro riepilogativo si evince chiaramente come il Comune abbia già speso 53 mila euro per quegli interventi urgenti, ma soprattutto che ben 23 attività economiche produttive abbiano subito danni e 20 abitazione siano state allagate dalla piena. 

“Le cifre – aferma il sindaco Firrarello – ci danno la misura della gravità di un fenomeno che gli agricoltori hanno immediatamente definito strano ed eccezionale. Centinaia di alberi da frutto dovranno essere tagliati perché inondati dall’acqua e quasi sepolti dal fango con grave danno economico. Oltre a ciò – continua il senatore - credo sia arrivato il momento di costruire argini più sicuri, perché quelli esistenti sono stati divelti come nei pressi del ponte di Pietrerosse”.

“Quando mi sono recato sulle sponde del fiume la mattina dopo il nubifragio – aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici Pecorino – non credevo ai miei occhi. Quella che fino al giorno prima era una valle prospera, era diventata una terra desolata”. Le contrade interessate dalla piena sono state 5, ovvero Barbaro, Marotta, Saragoddio, Pietrerosse e Cantera-Ariciprete. In queste zone la furia delle acque ha esoso e fatto crollare gli argini, distrutto gli attraversamenti, abbattuto le recinzioni e ricoperto di detriti e fango le coltivazioni. Gli impianti di irrigazioni sono stati trascinati dalla corrente, con gli agricoltori che sostengono che gli alberi sepolti non produrranno frutti per anni. Il danno economico di conseguenza non si limita ad una sola stagione. Per ridurre i rischi esondazione, invece, bisognerà rifare nuovamente gli argini e ripulire l’intero argine del fiume. Un lavoro lungo e costoso che secondo l’ufficio tecnico di Bronte non potrà durare meno di 2 anni, ma che è diventato necessario per restituire la valle del Simeto alla produzione della frutta.


22 Febbraio 2009

Le campagne allagate e seriamente danneggiate dalla piena del Simeto dello scorso 21 gennaio

«E’ stata colpa della diga»

Per il sindaco l’esondazione del Simeto fu causata dall’apertura delle paratie dell’Ancipa
Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, torna a parlare dell’esondazione del fiume Simeto che, il 21 gennaio scorso, intrappolò fra le acque un agricoltore di 77 anni e distrusse centinaia di ettari di terreni dediti a frutteti ed aranceti, allagando un intero vivaio ed alcune case rurali. Lo fa puntando il dito contro la diga di Ancipa di Troina, che scarica le proprie acque sul torrente Serravalle, che si immette nel Simeto prima della contrada Barbaro di Bronte, dove si sono verificati i danni maggiori.

«Avevamo intenzione - afferma Firrarello - di convocare un Consiglio comunale straordinario per affrontare il problema dei danni subiti dagli agricoltori. Abbiamo però ritenuto opportuno temporeggiare perché quello che è accaduto nel territorio di Bronte non è scaturito da un semplice nubifragio. Dalle relazioni fornite dagli esperti che ho incaricato di verificare quanto accaduto, risulta chiaramente che le paratie della diga Ancipa sono state aperte. La piena è arrivata all’improvviso e con una forza inaudita, come dimostrano i danni evidenti alle colture ed agli argini del fiume e soprattutto si evince dal racconto del signor Basile, rimasto intrappolato per 5 ore nella casa allagata e salvato dal telefonino prima e dall’eroica azione dei vigili del fuoco di Catania».

La diga dell’Ancipa si trova sui Nebrodi a 5 chilometri da Troina. Fu costruita nel 1952 per raccogliere 27 milioni di metri cubi di acqua, ma al momento il volume autorizzato è circa 9 milioni. Se ne fa un uso idropotabile, irriguo ed idroelettrico. L’Ente acquedotto siciliano preleva, infatti, acqua potabile per i Comuni della provincia di Enna, Caltanissetta ed Agrigento, ed anche Catania. I Consorzi di bonifica, di Catania, Enna e Siracusa utilizzano l’acqua per irrigare i giardini dei consorziati e l’Enel sfrutta i salti idraulici per produrre energia elettrica. «E noi non contestiamo l’utilità della diga - aggiunge Firrarello - ma non possiamo accettare il fatto che ogni qual volta che si superano i 9 milioni di metri cubi d’acqua si aprano le paratie senza avvertire nessuno e senza curarsi di ciò che può accadere a valle. Se quanto accaduto a gennaio - conclude - si fosse verificato a marzo, quando sul fiume pascolano le greggi, si sarebbe verificata una strage». Firrarello di conseguenza ci dice che presto chiederà la convocazione del Consiglio comunale, coinvolgendo le forze politiche ed istituzionali, per affrontare il problema, trovare le soluzioni e perseguire eventuali responsabilità. (Fonte: La Sicilia)



21 Febbraio 2009

Simeto, 3 milioni per il ponte

Ponte di Bolo ("i setteponti") nel periodo estivoImpresa di Sondrio si aggiudica i lavori di ricostruzione del «Bolo» al confine con Cesarò

Ancora un anno e sul fiume Simeto in corrispondenza del km 168,200 della strada statale 120 dell'Etna e delle Madonie, al confine fra i territori di Bronte e Cesarò, verrà realizzato un ponte nuovo. Ieri l’Anas ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l'esito del bando di gara per i lavori di ricostruzione del ponte di Bolo. Ad aggiudicarsi i lavori è stata un'impresa di Sondrio, che ha effettuato l'offerta migliore su un bando di oltre 3 milioni di euro.

L'intervento prevede la ricostruzione del ponte, previa demolizione di quello esistente e la sistemazione idraulica dell'alveo del fiume nel tratto interessato. In pratica si dovrà realizzare un nuovo ponte lungo 163,3 metri, a 8 luci da circa 20,5 metri ciascuna, in struttura mista acciaio-calcestruzzo.
Chi oggi percorre la statale 120 in direzione di Cesarò, arrivati sul fiume, si accorge che la strada è come appoggiata su una robusta passerella bassa di cemento armato che fa passare l'acqua del fiume attraverso tubi grossi comePonte di Bolo ("i setteponti") nel periodo invernale cunicoli. Sulla destra invece si nota la struttura del vecchio ponte, la cui solidità statica gli anziani del luogo ricordano essere stata, numerosi decenni fa, compromessa da una spaventosa piena.

Sempre a sentire le testimonianze, i tecnici di allora dichiararono inagibile il ponte e costruirono la passerella che ha il pregio di resistere alla corrente più impetuosa, ma il difetto di provocare l'effetto diga quando i detriti trascinati dal fiume ostruiscono il passaggio dell'acqua nei tubi. Così ogni volta che piove copiosamente su quel tratto di strada scatta l'allarme.

Spesso l'acqua ha superato il livello della strada e la Polizia stradale è stata costretta a interrompere il traffico, tagliando in 2 le comunicazioni fra Provincia di Messina e Catania nel versante nord ovest dell'Etna. Disagi che la realizzazione del nuovo ponte dovrebbe eliminare, rendendo l'attraver­samento del fiume sicuro. Il termine per l'esecuzione dei lavori è fissata dal bando in 365 giorni naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna dei lavori che speriamo avvenga presto. La strada, nonostante la sua importanza, costruita su un tracciato borbonico, non è in grado di soddisfare l'esigenza di mobilità del territorio che chiede una strada più veloce e con curve più sicure. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



18 Febbraio 2009

Tentavano di rubare due auto

arrestati due giovani adraniti

Due giovani di Adrano sono stati arrestati dai carabinieri della Stazione di Bronte, coordinati dal maresciallo Antonio Muto, perché in piena notte hanno tentato di rubare due vetture. Si tratta di Carmelo Scalisi, 20 anni, bracciante agricolo con precedenti specifici, e Francesco Censabella, 19 anni, banconista. I due alle 3 di notte sono stati notati da una pattuglia dei carabinieri, che in questi giorni hanno intensificato i controlli notturni nella cittadina, nel viale Sardegna vicino ad alcune auto. Alla vista dei carabinieri, i due hanno gettato a terra qualcosa e si sono allontanati. I carabinieri si sono avvicinati e hanno notato a terra un mazzo di chiavi utilizzate per forzare le serrature delle auto, a pochi metri da una Fiat Panda e da un Fiat Fiorino con le serrature, guarda caso, forzate. Così i carabinieri hanno raggiunto i due giovani che stavano tentando di arrivare alla propria auto, lasciata in via Merano con le chiavi inserite e pronta per la fuga e, quando gli hanno chiesto cosa ci facessero lì a quell’ora e con quel freddo, hanno risposto che stavano facendo solamente una passeggiata. Raccolti ulteriori indizi, i carabinieri hanno arrestato i due con l’accusa di tentato furto aggravato e hanno avvertito i proprietari delle due vetture del rischio che avevano corso. (Fonte: La Sicilia)



18 Febbraio 2009

Controlli del territorio dei poliziotti di Adrano

Nell’ambito del piano operativo voluto dal questore di Catania, Domenico Pinzello, per il controllo del territorio nella provincia etnea, a Bronte è stato effettuato un servizio diretto dal dirigente del commissariato di Adrano, con l’impiego di 6 equipaggi del Reparto prevenzione crimine della Sicilia orientale e di pattuglie del commissariato adranita. Venti le persone identificate, 11 i veicoli controllati e diverse le contravvenzioni per violazione al codice della strada, tra cui il ritiro di una patente. Inoltre, durante il controllo di un furgone con 3 persone a bordo, è stata accertato che in due erano pregiudicati e che a carico di uno vi era una nota di rintraccio dei carabinieri di Randazzo per la notifica della sorveglianza speciale. Gli agenti hanno contattato il Comando dei carabinieri per l’accompagnamento nei propri uffici del sorvegliato speciale. [SA. SI., La Sicilia]



14 Febbraio 2009

Pistacchio, marchio unico

Proposta dei pasticcieri al sindaco Firrarello che ha subito approvato l’iniziativa

Un marchio di prodotti al pistacchio di Bronte unico che accomuni gelati, creme ed ogni derivato frutto della capacità artigianale dei pasticceri di Bronte e garanzia di qualità e soprattutto di autenticità. Questa la proposta dei pasticceri di Bronte durante il vertice al Comune con il sindaco, Pino Firrarello. L’incontro è stato organizzato dall’assessore al Commercio Elio Daquino dopo il sequestro a Bronte da parte dei Nas di una partita di pistacchio iraniano che comunque, dopo le analisi di laboratorio, è risultato salubre.

«Bronte - afferma l’assessore Daquino - è la patria del pistacchio. Qui è risaputo che si gustano prodotti esclusivamente al pistacchio di Bronte. E quanto accaduto rischia di incrinare un rapporto fiduciario con i consumatori a danno di chi lavora solo vero pistacchio di Bronte. Per questo l’Amministrazione ha deciso di incontrare chi lavora con il pistacchio, affinché episodi negativi come quello accaduto non si verifichino più». E i pasticceri hanno gradito l’invito, proponendo al sindaco Firrarello la costituzione di un marchio unico: «Non possibile - hanno affermato i pasticceri - che il nome del pistacchio di Bronte e il nostro lavoro debba pagare per cause che non dipendono da noi che lavoriamo esclusivamente il nostro pistacchio. Per questo proponiamo la costituzione di un marchio unico regolato da un preciso disciplinare, che caratterizzi i nostri prodotti al pistacchio e garantisca al 100% il consumatore sull’autenticità del pistacchio di Bronte».
L’idea è piaciuta al sindaco Firrarello: “Approvo l’iniziativa - ha affermato il sindaco - la tracciabilità è l’unico modo per garantire il consumatore. E’ difficile, infatti, pensare che da noi si possa vendere pistacchio estero. Per questo ho già dato mandato ai miei legali di verificare se è legittimo che alcuni commercianti introducano a Bronte pistacchio estero per poi venderlo alle aziende del nord. La mia domanda è se far partire da Bronte che la patria dell’oro verde, pistacchio che di Bronte non è, non rasenti la sofisticazione”. (Fonte: La Sicilia)



14 Febbraio 2009
ETNA OVEST. NEVE A INTERMITTENZA, DISAGI A MALETTO SULLA SS 284 NONOSTANTE L’INTERVENTO DEI MEZZI SPARGISALE

Il problema grave è il ghiaccio sulle strade

Problemi inoltre alle condutture della rete idrica con alcune abitazioni che sono a lungo rimaste senz’acqua

Ancora neve nel versante nord dell’Etna. Ma fortunatamente le nevicate a intermittenza hanno creato pochi disagi alla circolazione nelle strade statali. Il comandante della Polizia stradale di Randazzo, Santino Mangiò, ha aumentato il numero delle pattuglie per soccorrere gli automobilisti bloccati dal ghiaccio delle prime ore del mattino di ieri a Maletto, in contrada Barbotte, lungo la Ss 284, dove nonostante i mezzi dell’Anas abbiano cosparso sale per tutta la notte, il ghiaccio si è formato ugualmente. Qualche problema più serio si verificato all’interno delle strette e scoscese viuzze malettesi, difficoltà attutite dal lavoro della Protezione civile comunale e del mezzo spazzaneve e spargisale fornito dalla Provincia.

Durante la notte, infatti, le temperature sono scese al di sotto dello zero coprendo le strade di ghiaccio. Anche le tubature della rete idrica di Maletto si sono ghiacciate e qualche abitazione è rimasta senz’acqua. Ieri pomeriggio un’altra fitta nevicatasi è abbattuta sull’intero versante, ma la neve si è sciolta subito. Ancora neve fitta anche alle 18 e 30, con le temperature che a Maletto sono tornate sotto lo zero, mentre a Randazzo la colonnina di mercurio si è fermata a un grado. Ieri sera tutte le strade statali sono rimaste percorribili, anche se la Polstrada raccomanda agli automobilisti di portarsi dietro le catene da neve che bisognava obbligatoriamente montare solo a sulla Ss 116 Randazzo – Capo D’Orlando all’altezza di Floresta. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]

13 Febbraio 2009

L’ONDATA DI MALTEMPO SUL VERSANTE OVEST DELL’ETNA: QUALCHE DISAGIO ALLA VIABILITA’

Imbiancate Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo

Prima neve del 2009 nel versante nord dell’Etna. Già mercoledì sera una fitta nevicata si è abbattuta fra Maletto e Randazzo, ma le temperature, rimaste tutto sommato alte (intorno ai 4 gradi) hanno fatto sì che la neve si sciogliesse appena a terra. E così ieri mattina fortunatamente pochi i disagi per gli automobilisti pendolari, aiutati dalla Polizia stradale di Randazzo, coordinata dal comandante Santino Mangiò e dai mezzi dell’Anas che hanno più volte percorso la Ss 284 Randazzo-Bronte, la Ss 120 Randazzo-Cesarò e la Statale 116 che da Randazzo conduce a Capo d’Orlando. I problemi si sono verificati a Randazzo nel quartiere Cappuccini, a Bronte nel quartiere Borgonovo e in tutta Maletto dove fin dalle 4 del mattino è entrato in azione il mezzo spazzaneve e spargisale fornito dalla Provincia Regionale di Catania. ”Durate le prime ore dell’alba - afferma l’assessore alla Protezione civile di Maletto, Arturo Avellina - la neve ci ha dato preoccupazione. Ma dopo il nostro intervento la viabilità è tornata scorrevole”. Difficoltà anche a Maniace, in contrada Semantile dove il sindaco, Salvatore Pinzone Vecchio ha chiesto l’intervento degli spazzaneve. Le previsioni metereologiche annunciano neve anche oggi. Se le temperature non dovessero ulteriormente abbassarsi le strade dovrebbero rimanere percorribili, ma la Polizia stradale viste le nevicate ad intermittenza, raccomanda agli automobilisti di viaggiare solo con le catene da neve a bordo.



11 Febbraio 2009

Differenziata, i «magnifici 7» nel club dei comuni virtuosi

Dei 35 centri siciliani che fanno parte della ristretta cerchia del “Club dei Comuni virtuosi” in materia di raccolta differenziata, ben 7 sono nel territorio gestito dalla società Ato Joniambiente, presieduta dal dott. Mario Zappia, che si conferma ancora una volta fra le società d'ambito più efficienti e funzionati dell'Isola. I Comuni sono Bronte, Maletto, Maniace, Fiumefreddo, Giarre, Mascali e S. Alfio, tutti premiati con l’«Oscar» regionale della raccolta differenziata perché nel 2008 hanno raccolto 5 Kg di carta e cartone per ogni abitante. A premiare a Trapani, nella sala delle cerimonie di Palazzo D'Alì, è stato il Comieco, ovvero il consorzio di filiera che si occupa della raccolta differenziata di carta e cartone, promuovendo meccanismi emulativi.

«Per noi un grande risultato - ha affermato il presidente della Joniambiente, dott. Mario Zappia - che rende merito ad un lavoro svolto quotidianamente con il duplice obiettivo di salvaguardare l'ambiente e diminuire i volumi di rifiuti da conferire nelle costose discariche. In verità debbo dire - continua - che abbiamo ottenuto lusinghieri risultati in tutti i Comuni, ma in quelli in cui, al di là di qualche problema di natura economica, si è registrata la giusta sinergia fra le Amministrazioni e noi, i risultati sono stati migliori». Soddisfazione è stata espressa dal componente del Cda, Antonello Caruso. «I ringraziamenti - conclude - vanno certamente al Comieco per averci premiato e agli utenti che con i fatti hanno dimostrato di gradire la nostra gestione». Alla premiazione, ospiti del sindaco di Trapani, Girolamo Fazio, sono intervenuti il direttore del Comieco, Carlo Montalbetti, l'ing. Salvatore Raciti dell'Ara ed il senatore Antonio D'Alì. Fra i Comuni ad apprezzare particolarmente il premio è stata la piccola Maletto: «Noi ci siamo sempre distinti per la raccolta differenziata - ha affermato l'assessore Arturo Avellina - ed il premio dimostra il livello della qualità della vita e dell'ambiente della nostra Maletto». (Fonte: La Sicilia)



10 Febbraio 2009

Il pistacchio iraniano non era tossico

L'esame del Nas dei carabinieri fa tirare un sospiro di sollievo dopo il sequestro di fine gennaio

Il pistacchio iraniano sequestrato dai carabinieri del Nas a Bronte a fine gennaio, non era tossico. Lo dice chiaramente il rapporto del Comando carabinieri per la Tutela della Salute del nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Catania che, dopo aver effettuato le analisi nel laboratorio agroalimentare ed ambientale dell'Ente sviluppo agricolo di Catania, ha certificato l'assenza di aflatossine, ovvero di quelle sostanze tossiche prodotte dalle muffe. Per l'intero comparto di Bronte un sospiro di sollievo: la salute pubblica non è stata messa a repentaglio, con i commercianti che rassicurano anche sul fatto che nessuno ha mai venduto pistacchio estero spacciandolo per brontese.

«Il pistacchio di Bronte è certamente più buono e più costoso. - ci dicono alcuni commercianti - e spesso le grosse aziende che producono dolci ed insaccati, sia italiane e sia estere, oltre al nostro pistacchio ci chiedono anche quantitativi di pistacchio estero che noi vendiamo solo per garantire loro un servizio e per agevolare un cliente che altrimenti si rivolgerebbe altrove. Dall'Iran, infatti - continuano - è possibile comprare pistacchi solo a container, quando invece le grosse imprese alimentari ne richiedono quantità di gran lunga minori. Di conseguenza non essendo attrezzate per la conservazione, si rivolgono a noi, sicuri anche della nostra professionalità nella conservazione della frutta secca».

I commercianti assicurano, inoltre, che oggi sarebbe impossibile spacciare pistacchio estero per brontese. Il pasticcere del territorio se ne accorgerebbe subito, esattamente come le grosse aziende alimentari e dolciarie. «Se è così - aggiunge il sindaco Pino Firrarello - aumenteremo i controlli su tutti i carichi di pistacchio che arrivano dall'estero. Perché nel caso in cui fossero tossici non contaminino le pregiate produzioni locali. Sono contento dell'epilogo positivo della vicenda, ma continueremo a chiedere ai commercianti di utilizzare magazzini distinti per il pistacchio estero e quello nostro». Intanto. in questi giorni, si sono svolti diversi incontri dove il sindaco e l'assessore Elio D’Acquino si sono confrontati con i commercianti di pistacchio, chiedendo prima di ogni cosa trasparenza.

«Bronte, - afferma il vice sindaco Nunzio Calanna - è il maggior centro siciliano di produzione e trasformazione del pistacchio, non si identifica con una o più aziende, ma con uno standard qualitativo ormai unanimemente riconosciuto ed apprezzato. Noi faremo il possibile per valorizzarlo sempre più, di contro però chiederemo la massima trasparenza». Soddisfazione per gli esiti degli esami anche dalla società civile. Il presidente del Centro Studi “Spedalieri" Graziano Calanna in una nota scrive: «Giusti i controlli ed importante la collaborazione dei commercianti. Tiriamo tutti un sospiro di sollievo, ci adopereremo per tutelare ed affermare il pregio del pistacchio brontese». (Fonte: La Sicilia)



10 Febbraio 2009
L'incendio doloso si è sviluppato in un fienile di contrada Cisterna. I carabinieri hanno accertato che l'ingresso del capannone è stato forzato

Un altro fienile dato alle fiamme

Diciannovesimo incendio di un fienile nel versante nord ovest dell'Etna. Circa 300 covoni di fieno a servizio di un piccolo podere sito in contrada Cisterna a Bronte, a pochi passi delle curve della Ss 284 Maletto-Bronte, sono andati distrutti. Se per gli altri incendi che hanno distrutto i fienili di Randazzo, Maletto, Maniace e la stessa Bronte la mano dolosa si poteva solo ipotizzare, questa volta c'è l'assoluta certezza. I carabinieri d Bronte, infatti, si sono accorti che la robusta porta di ferro del capannone era stata forzata. Ad accorgersi dell'incendio è stato il proprietario, ieri mattina, intorno le 7,30. Così sul posto sono arrivati i carabinieri della Stazione di Bronte ed i vigili del fuoco di Maletto e Adrano, che hanno impiegato tutta la mattinata prima di mettere in sicurezza l'area. Non si tratta di un grosso podere, ma di una struttura a servizio di piccolo allevamento costituito da 8 mucche ed un cavallo che adesso sono rimasti senza foraggio. Così il mistero dei fienili in fiamme si infittisce. A turno quasi tutti nel territorio sono stati dati alle fiamme, ma nessuno dei proprietari ha fornito indicazioni utili che permettano agli inquirenti di individuare i colpevoli. E già la seconda volta che questo capannone viene incendiato. La prima volta fu il 7 ottobre del 2004. (Fonte: La Sicilia)



10 Febbraio 2009

Due minori trovati con spinelli e segnalati alla Prefettura

Controlli interforze in piazza Rosario

Operazione di controllo congiunta fra la polizia municipale e la Guardia di Finanza di Bronte in pieno centro. Dopo le diverse segnalazioni da parte di alcuni residenti, che denunciavano come nelle vie limitrofe alla centralissima piazza Rosario, i giovani facessero uso di marijuana, i vigili ed i finanzieri sabato sera, intorno le 21, sono arrivati all'improvviso con due cani antidroga della Guardia di Finanza. A parecchi giovani sono stati chiesti i documenti. Alla fine due minorenni sono stati trovati in possesso del classico spinello e per questo la Guardia di Finanza li ha segnalati alla Prefettura di Catania.

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