43 anni alla guida dell'Oda,
14 Aprile 1961 - 14 Ottobre 2004 Mons. Antonino Calanna
Ricordi di padre Nino, perché
“vivere è ricordarsi”
«Il 14 aprile del 1961, chiamato da S. E. Mons. Guido Luigi Bentivoglio e
Mons. Nicolò Ciancio (Vicario Generale) fui incaricato a dirigere la
P.O.A. (Pontificia Opera Assistenza) che aveva sede in via Ughetti n. 59 a
Catania».
E’ mons. Antonino Calanna che – cinque anni dopo il suo
«licenziamento», nel 2009 - scrive «una sua verità» fotografando quanto
accaduto lungo gli oltre 43 anni di guida dell’Oda.
«A Ottobre del 1961 - continua padre Nino - sia Mons. Carmelo Scalia che Mons. Nicolò Ciancio mi
imposero di lasciare il piccolo Seminario di Bronte per interessarmi
esclusivamente della P.O.A., dalla quale era stato allontanato P.
Francesco Urzì per problemi relativi al “Villaggio Madonna degli Ulivi” di
Viagrande di cui parlerò in seguito.
L’allora Presidente Mons. Carmelo
Scalia mi affidò tutto e le sue apparizioni in ufficio divennero sempre
più rare.
Il Consiglio di Amministrazione era composto da Mons. Carmelo Scalia con
funzioni di Presidente, da me quale vice-presidente e direttore generale,
e dal Sac. Mario Santagati come consigliere e segretario.
Il primo bilancio del 1960 fu chiuso con un passivo di L. 21.000.000
(ventuno milioni di lire) così come risulta dal libro dei verbali: (oggi a
quanto in valuta attuale tenendo conto dell’inflazione ammonterebbero?).
Venendo dal Piccolo Seminario dove il bilancio era di poche migliaia di
lire, la cifra mi sorprese ma non mi preoccupò.
Per svolgere la sua attività la P.O.A. disponeva di alcuni immobili, la
proprietà dell’Ufficio di via Ughetti n. 59, composto da 5 vani; un
Istituto a San Giovanni La Punta chiamato “Sole e Gioia”, ove erano
ricoverati oltre 100 ragazzi; un complesso in comodato dal demanio
marittimo, chiamato “Excelsior” di fronte al mare della Plaia, che
ospitava ragazzi dalla V elementare alla terza media; e la proprietà di
una casa di 8 vani per villeggiatura a Milo. Gli impiegati non
raggiungevano le sessanta persone.
Nel periodo estivo vi era un’intensa attività con le “colonie-marine”
all’Istituto Excelsior e collinari a San Giovanni La Punta. Per la
Montagna “occupavamo” gli edifici scolastici di Bronte, e/o di
Biancavilla, e/o di Belpasso e Zafferana.
Per avere una propria sede, un pomeriggio del 1962, con Mons. Carmelo
Scalia andammo a trovare P. Salvatore Nicolosi, (oggi vescovo emerito di
Noto) parroco di Pedara che ci mostrò a Tardaria un terreno, un tempo
coltivato a vigneto.
Acquistammo tredicimila metri quadrati, con la
speranza di costruire un edificio da adibire a colonia permanente.
Nello
stesso anno e, precisamente, il 5 marzo del 1962, Mons. Scalia ed io ci
recammo presso lo studio del notaio Eusebio Mirone per firmare l’atto
costitutivo dell’O.D.A. di Catania (sulle fondamenta della P.O.A., che
andava a finire i suoi giorni) come Ente Ecclesiastico riconosciuto poi il
24 aprile del 1963, con decreto n. 819, dalla Presidenza della Repubblica
come Ente Morale.
Nello stesso anno, Mons. Scalia diede le dimissioni ed io fui nominato
Presidente, carica che mi fu rinnovata, di triennio in triennio, fino al
14 ottobre 2004, giorno in cui alle ore 11, il Vicario della Diocesi Mons.
Agatino Caruso mi comunicava per telefono che l’Arcivescovo Mons.
Salvatore Gristina stava per venire in via Ughetti per insediare il nuovo
Presidente, Mons. Alfio Russo. Non mi restava altro da fare che prendere la mia agenda e andarmene a
casa, dopo 43 anni di servizio alla Diocesi». (…)
Questo ciò che, poco dopo essere stato sfiduciato dalla Curia catanese,
scrive mons. Antonino Calanna in un opuscolo (Cronaca... per una storia, 14
Aprile 1961-14 Ottobre 2004) per «consegnare alla memoria futura la "storia"
dell'Opera Diocesana Assistenza di Catania» e per «ricostruire un cammino lento
e progressivo che è costato sacrifici e lotte, ma che è stato poggiato su un
incrollabile convincimento, quello di mettersi dalla parte dei più deboli,
perché fisicamente provati, fratelli silenziosi le cui invocazioni di aiuto
andavano ascoltate dalla comunità cristiana».
Ed è con
questo spirito ma anche con la competenza, la dedizione, il coraggio e
soprattutto la molta intraprendenza che lo hanno sempre contraddistinto
che padre Nino Calanna in quarantaquattro anni di gestione ha diretto l’Opera
Diocesana di Assistenza facendola in pochi anni diventare un importante
realtà, un punto di riferimento al servizio delle classi sociali più deboli e disagiate della
Sicilia.
Sotto la sua direzione l’ODA ampliò ed intensificò sempre di più la presenza nel sociale e
nella assistenza alle fasce più deboli della popolazione: ha costruito case-famiglia per assistere
minori in condizioni bisognose, ha dato assistenza riabilitativa in favore
di portatori di handicap o nella prevenzione della tossicodipendenza, ha
gestito colonie per bambini dando aiuto e protezione ad adolescenti che in
mancanza sarebbero dovuti andare in un carcere minorile.
In quaranta anni sorsero, fra tante altre realizzazioni, una colonia montana a Tardaria
di Pedara (1968), l’Istituto “A. e V. Pecorino” di Sant’Agata Li Battiati
(1972), il Villaggio San Francesco in Ragalna, il Centro Maria SS. del
Carmelo (per adolescenti portatori di handicap), case-famiglia ed un
Centro sociale (“Il Sentiero”) rivolti ad alleviare il disagio
giovanile della Città di Catania (vi arrivarono ad operare circa trenta
dipendenti che assistevano oltre 200 giovani tossicodipendenti) che –
scrive lo stesso mons. Calanna - «ebbero benefici effetti per tanti, tanti
giovani che ritrovarono la strada della responsabilità personale».
Encomiabili e meritori i programmi portati avanti quali l’assistenza ai
minori abbandonati, agli orfani in condizioni disagiate ed anche agli
anziani con un ricovero (l’Oasi di S. Bernardo) e numerose anche le
iniziative collaterali ai compiti dell’Oda quali consultori familiari,
cooperative, associazioni di genitori, di donatori di sangue o di istituti
religiosi assistenziali o socio-sanitari, corsi professionali e,
nell’ambito del turismo provinciale e regionale, il Villaggio Madonna
degli Ulivi in Viagrande che, debitamente ristrutturato, fu portato alla
massima efficienza.
Nel 1985, unitamente ai sacerdoti Alfio Fisichella e
Antonino Fallico, mons. Calanna fondò anche un giornale: il settimanale
diocesano “Prospettive” (attualmente passato alla Curia) che suscitò
curiosità, preoccupazioni ed anche qualche aspra critica nell’ambiente
ecclesiastico.
Insomma sotto la guida di
mons. Antonino Calanna l’Oda è riuscita a realizzare in quattro decenni
moltissime strutture sociali
nel campo della disabilità, degli anziani, dei minori in difficoltà, dei
malati di mente, della formazione professionale ed oltre a diventare una visibile, utile,
realtà produttiva nella società etnea ha inciso tantissimo nel tessuto
socio-economico della Provincia di Catania. E' cresciuta nel tempo sopratutto nel settore educativo-assistenziale
verso i minori ed i giovani
grazie all'instancabile impegno di Mons. Calanna che ha speso le sue migliori capacità ed energie per
"mettersi dalla parte dei più deboli".
Ma, come si dice, la riconoscenza non è di questo mondo. Mons. Calanna fu
chiamato a dirigere l’allora Pontificia Opera Assistenza da Mons. Guido
Bentivoglio nel 1961; la nomina di Presidente dell’Opera Diocesana
Assistenza di Catania gli fu rinnovata dai vari arcivescovi che si sono
succeduti nella diocesi (Pio Vigo, Picchinenna, Bommarito) ogni tre anni.
L’ultima volta – per un altro triennio – il 3 novembre 2003 da parte
dell’Arcivescovo Salvatore Gristina che, però, un anno dopo, il 12 ottobre
2004, inaspettatamente “lo dimette” nominando un nuovo Presidente.
A mons. Calanna – come scrive lui stesso - non restò altro da fare che
«prendere la sua agenda ed andarsene a casa dopo oltre 43 anni di servizio
alla Diocesi». Non gli fu dato il tempo nemmeno di salutare i settecento
collaboratori e dipendenti che ringraziò alcuni giorni dopo (il 25
ottobre) inviando loro
questa lettera:
«Il 14 aprile 1961, chiamato da S.E. Mons. Guido Luigi Bentivoglio
e Mons. Nicolò Ciancio, sono venuto da Bronte a Catania a dirigere la
P.O.A. Assieme al compianto Mons. Carmelo Scalia il 5 marzo 1962 ho avuto
la possibilità di donare un piccolo bene che, unito ad altri, hanno creato
il piccolo patrimonio per fondare l’ODA di Catania.
Alle ore 11 del 12 ottobre 2004 mi viene comunicato, via telefono, che è
stato nominato un nuovo Presidente dell’ODA e quattro Consiglieri (su
sei). Poiché non erano previste, né vi era il tempo di dare le consegne,
ho dedotto che dovevo andare a casa. Voglio per ora stendere un velo di
silenzio e di prudenza sull’avvenimento e poiché non mi è stata data la
possibilità di salutarvi, invio questo scritto.
Ringrazio tutti per la dedizione, sacrificio e lealtà che avete avuto
verso l’Ente. Penso di avervi voluto bene e rispettato e se c’è stato
qualche malinteso o incomprensione con qualcuno, chiedo scusa. Vi esorto
ad adempiere il vostro dovere, perché Dio lo vuole, perché i nuovi
superiori se lo aspettano, perché soprattutto gli assistiti hanno bisogno
della vostra dedizione, onde assicurare a voi e alle vostre famiglie il
giusto sostentamento.
Per il senso di smarrimento e perplessità che si è venuta a creare, e di
solidarietà nei miei riguardi, unitevi alla mia preghiera perché tutto
venga superato e dimenticato.Fatevi rispettare come io vi ho sempre rispettato.
Raccontano che un tale disse che non sempre il “diritto viene ben
interpretato e che le manipolazioni prevalgono”. Mi permetto di dire che
il tempo è galantuomo!
Augurandovi serenità e buon lavoro, vi saluto affettuosamente.» Il 2 Giugno 2009, su proposta della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, mons. Antonino Calanna
è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver dedicato la propria vita al servizio della Chiesa e dei più deboli.
(B.I., Dicembre 2009)
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