Una curiosità riportata da Benedetto Radice: lo storico brontese scrive che nel 1700 attiguo all’oratorio doveva sorgere un istituto scolastico ma che le difficoltà economiche e un clero "divenuto più avido e meno generoso" mandarono a monte tutto. Ecco cosa scrive il nostro storico: «Nell’anno primo del secolo XVIII il clero, venute meno le pratiche cogli Scolopi, (e non mi è riuscito sapere il perchè), si volse alla congregazione dei padri dell’ordine dei chierici regolari minori e nel 21 gennaio 1701, con atto presso il notar Giuseppe Chirone, l’arciprete don Giuseppe Papotto, a nome del clero, cedeva a padre Tommaso Schiros dei padri minori la chiesa dell'Annunziata e la sua amministrazione per fabbricare ivi accanto alla chiesuola della congregazione di Gesù e Maria una casa di educazione a proprie spese con l’obbligo nei padri di procurarsi le rendite necessarie al mantenimento degli studi di grammatica, filosofia e teologia. I procuratori della chiesa cedevano pure tutti i beni da lei possessi, le raccolte annue di mosto e di frumento. Con atto del 6 marzo dello stesso anno i confratelli della congregazione di Gesù e Maria ratificavano ed approvavano l’atto precedente, e con altro del 12 marzo dello stesso anno i padri minoriti facevano ratificare la convenzione da monsignor Ruana abate ed arcivescovo di Monreale. Ai padri minoriti non riuscì procurarsi il denaro per l'edifizio e le rendite per il mantenimento delle scuole. Il clero, divenuto più avido ed egoista e meno generoso verso il paese, non credette rivolgere a beneficio dei minoriti i legati dei sacerdoti Bellina e Mancani e le cose rimasero così per altro mezzo secolo. Ma ciò che non poterono i pii sacerdoti Mancani e Bellina, ciò che non volle più il clero, fu riservato ad un povero ed umile figlio del popolo». (Lo storico si riferisce naturalmente al ven. Ignazio Capizzi ed alla costruzione del maestoso Real Collegio che porta il suo nome). Dicembre 2004 | Appoggiato su un ripiano, in una nicchia sul lato sinistro dell’abside, è posta la statua di San Giuseppe e Gesù Bambino. Il gruppo scultoreo a grandezza naturale (S. Giuseppe misura 187 cm. di altezza) è in cartapesta modellata dipinta della prima metà del secolo XIX. | Lo stato degli affreschi è al limite della definitiva scomparsa. Se non si vogliono cancellare del tutto queste preziose testimonianze sono necessari urgenti interventi conservativi. |
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| | | Nell’abside, ai lati dell'altare sono dipinti due affreschi di 170 cm. per 100: a sinistra è ritratto l’Arcangelo Michele, a destra è l’Angelo Custode. Sullo scudo dell'Arcangelo la scritta "Quis ut Deus". La devozione a S. Michele Arcangelo è stata sempre particolarmente sentita dai brontesi e un bambino, vestito con le sembianze di San Michele, con spada e scudo riportante stessa dicitura, apre ogni anno la solenne processione del Venerdì Santo. | Il dipinto di Gesù e Maria tra i simboli della passione. Il quadro (olio su tela di 144 cm. x 104), dipinto nel 1929 da Nunziato Petralia «per cura del Tesoriere Casella Michelangelo», richiama quello dell'altare di Gesu e Maria del Santuario dell'Annunziata. | |
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