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Notizie, Eventi Socio-Culturali e non

 Da Febbraio a Aprile 2004

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7 aprile 2004

Un'azione di rilancio dell'immagine turistica di Bronte

Il sindaco illustra a Londra il «Nelson Project»

Il progetto mira a valorizzare la Ducea puntando alla sua trasformazione a meta del turismo culturale, congressuale, golfistico
Ducea NelsonIl Sindaco di Bronte, Salvatore Leanza è stato ricevuto da lord Walpole presso la Camera dei Lord per illustrare l’Horatio Nelson project ai delegati della Nelson Society, Mr Victor Sharman, e del “1805 Club”, Mr Colin White. Alla cerimonia hanno partecipato numerose personalità italiane e britanniche del mondo della cultura, della finanza e dell’informazione, tra cui il console Giovanna Piccarreta, il delegato “Enit” Marco Montini ed il presidente della Camera di Commercio per la Gran Bretagna Leonardo Simonelli.
La delegazione brontese era composta oltre che dal nostro sindaco anche dall’architetto Arturo Alberti, dall’avv. Aurelio Bruno, in rappresentanza della Provincia regionale di Catania e dai dirigenti dell’Irfis dott. Giuseppe Dell’Aira e ing. Gaspare Trizzino. Victor Sharman e Colin White hanno consegnato una stampa originale del 1802 di Lord Nelson, dove si evidenzia l’effige che lo raffigura come Duca di Bronte. «Questa stampa - ha dichiarato Leanza che ha offerto delle pubblicazioni dell’antico Maniero - sarà esposta permanentemente nell’appartamento ducale, oggi trasformato in museo». Adesso Londra e Bronte sono piu’ vicine - è stato il commento finale generale - come più vicini sono i londinesi, e gli inglesi tutti, ad una storia tutta brontese dell’amato Horatio Nelson, la cui statua capeggia, dall’alto dell’imponente obelisco di “Trafalgar Square”, su tutta Londra, a ricordare ai più lo sprezzo del pericolo dell’Ammiraglio che, nel 1805 nella battaglia di Trafalgar, immolò per l’amata Inghilterra la sua vita. E Bronte nel prossimo anno “2005” parteciperà a pieno titolo ai solenni festeggiamenti del bicentenario della sua morte. E questa passione che gli inglesi hanno per Nelson ha dato al sindaco Leanza l’idea di coinvolgerli nell’azione di “restailing” della Ducea e di recarsi a Londra per descrivere l’ambizioso “Horatio Nelson Project”.

L’organizzazione dell’evento e le relative relazioni pubbliche sono state curate dal dott. Aldo Vittorio Bevacqua, editore e direttore del periodico “The London Italian”. Una iniziativa apprezzata da tutti ed in particolare da Lord Walpole che nella giornata precedente la visita alla House of Lords ha partecipato ad una colazione di lavoro a base di prodotti al pistacchio offerta dal Sindaco. La due giorni londinese della delegazione brontese non è servita solo a risvegliare l’ orgoglio inglese verso l’ammiraglio Duca di Bronte, ma a cercare finanziatori per l’«Horatio Nelson project» che gli imprenditori inglesi hanno apprezzato. Si tratta di un progetto volto a valorizzare l’antico maniero puntando alla sua trasformazione a meta del turismo culturale, congressuale, golfistico ed equestre tanto amato dagli anglosassoni.


5 aprile 2004

Si pubblicizza Bronte e il suo territorio - Il sindaco parla ai deputati inglesi

A Londra per presentare alla Camera dei Lord l'«Horatio Nelson Project»

Ad Erice ed a Favara per un progetto di promozione agro alimentare
L’«Horatio Nelson project» all’esame dei 982 componenti della Camera del Lord. Il sindaco di Bronte dott. Salvatore Leanza, dopo aver avuto la soddisfazione di leggere sul “Times” della sua Bronte, il 7 aprile prossimo sarà ricevuto a Londra per spiegare, nella patria di Nelson, lo “Studio di trasformazione urbana” che il Comune di Bronte ha approntato per valorizzare la Ducea Nelson, creandogli attorno un polo turistico congressuale, culturale e sportivo. Il progetto, redatto dai migliori esperti nel settore, prevede il recupero del vecchio Borgo Caracciolo, la realizzazione di un centro congressuale, un campo dal golf, una stazione ippo turistica e soprattutto alberghi nella zona della Saracena che aumenteranno l’offerta ricettiva insieme al progetto “Paese albergo” che, invece, coinvolgerà l’intera Bronte. Un progetto ambizioso che si regge su precisi business plan e che sarà spiegato a Londra alla ricerca di validi investitori. «Con la prossima costituzione della S.T.U. - ha dichiarato il Sindaco - l’Amministrazione comunale ha inteso puntare in modo deciso ad una pianificazione del territorio urbano ed extraurbano comunale incentrata essenzialmente sulla promozione del turismo culturale, sullo sviluppo degli insediamenti produttivi e sociali, e sulla esecuzione delle necessarie opere infrastrutturali. Andiamo a Londra - continua - per creare questo naturale ponte fra gli inglesi e la Ducea di Bronte che fu dell’eroe inglese Horatio Nelson, a 200 anni dalla sua scomparsa».
In effetti, è vero. Il nome di Nelson sarebbe in grado di attirare in Sicilia gli investitori ed il turismo inglese che conta sfruttando anche la ricorrenza che dell’ottobre 1805, battaglia di Capo Trafalgar, dove la flotta inglese e quella di Napoleone si scontrarono e dove Horatio Nelson, comandante supremo della flotta inglese del Mediterraneo a bordo della sua Victory, ebbe la meglio sull’ammiraglio Pierre Villeneuve. Durante il combattimento però fu colpito a morte da un tiratore scelto della fanteria di marina che si trovava sulla coffa di mezzana della nave francese, ed a dimostrazione dell’ammirazione inglese nei confronti del Duca, i suoi resti furono tumulati a Londra nella cattedrale di San Paolo. Grazie all “Horatio Nelson project” gli inglesi potrebbero visitare da turisti la Ducea per scoprire un’atmosfera incantata dove frammenti di memoria antica si intersecano, fino a far primeggiare quell’angolino di storia inglese che qui, oltre gli imponenti cancelli e fra i rigogliosi giardini, è padrone di casa. Dal 2 al 4 aprile 2004 il Sindaco è intervenuto anche quale relatore nel Convegno Internazionale sul tema “ Turismo culturale e promozione della sostenibilità ambientale” che si è svolto ad Erice a conclusione del Master “Manager per la valorizzazione e fruizione turistica dei beni culturali ed ambientali”, organizzato dal Centro MTA coordinato dal Prof. Vincenzo Nocifora docente di Sociologia dell’Università “ La Sapienza “ di Roma. Ha illustrato le caratteristiche peculiari del territorio brontese, inserito nei due Parchi dell’Etna e dei Nebrodi e ha riferito sulle possibilità di sviluppo collegate alla promozione del prodotto tipico locale il pistacchio, ed alla fruizione del centro storico brontese, del Real Collegio Capizzi, e del complesso monumentale dell’ex Ducea Nelson oggi di proprietà comunale.

Sabato 3 Aprile il Sindaco è stato presente all'inaugurazione della «Ottava Sagra dell’Agnello Pasquale» che si è tenuta presso il Castello Chiaramonte del Comune di Favara in provincia di Agrigento. Nell’ambito della Sagra è stato presentato il progetto di promozione agro alimentare che i Comuni di Bronte e Favara hanno avuto «Intereg Medoc» (Interregionale-Mediterraneo occidentale) per la valorizzazione dei prodotti alimentari derivati dalle mandorle e dal pistacchio. L’iniziativa è stata curata dal Cento studi CSATI.



2 aprile 2004

Venerdì Santo: l’incontro delle statue all’interno della Matrice non si farà più

Non ci sarà l'«Incontro»

Quest'anno una dei momenti più sentito e vibrante della tradizionale processione del Venerdì Santo, l'incontro tra le statue della Madonna Addolorata, del Cristo alla Colonna e del Crocifisso all'interno della Chiesa della Matrice, non si farà. Lo avrebbero deciso in una riunione tenutasi nei giorni scorsi, il clero brontese ed i responsabili delle confraternite. Sembra che la decisione sia stata presa per motivi di sicurezza: si ha paura che nella calca qualcuno possa farsi male. Quasi in chiusura della sacra rappresentazione del Venerdì, le statue, in mezzo ad una folla di fedeli che riempiva in ogni angolo la chiesa, si incrociavano nella grande navata centrale simulando l'incontro evangelico tra la Madonna e Gesù sulla via della croce.

Proprio per l'eccezionale rappresentazione, ogni anno una marea di fedeli ha invaso la chiesa della Matrice in ogni angolo. Fra preghiere, grida, invocazioni, canti, spintoni, accalcandosi fino all'inverosimile, ma comunque con profonda commozione, nessuno voleva perdersi il momento più emozionante della processione. In un grande frastuono, nell’ondeggiare delle statue nella grande navata, i portatori inneggiavano con fazzoletti bianchi levati all’unisono ed invocavano ininterrottamente ad alta voce, nel più tradizionale dialetto brontese, le grazie divine. Pochi attimi, ma densi più di religiosità che di folclore. Questa occasione non ci farà più.

Così sembra che sia stato stabilito con l'avallo del sindaco e dell'assessore Caruso. La sede dell'incontro è stata spostata nella "spaziosa" Piazza Spedalieri. Si perde, con una decisione che lascia un pò sconcertati, una tradizione secolare, un momento di religiosa commozione al quale, almeno una volta, ogni brontese ha voluto assistere. Almeno fino all'anno 2003. Si elimina un momento della processione perchè erano in tanti a volervi assistere. "Ho la pena nel cuore!", così commenta un portatore della statua del Cristo alla Colonna. Le usanze non devono e non possono venire conservate a tutti i costi ma possono essere modellate, ed assumere aspetti diversi pur mantenendo il significato autentico. Ciò non significa però reinventare di sana pianta una tradizione poiché risulterebbe una forzatura, una teatralizzazione agli occhi della gente. Così facendo c’è il rischio di cadere in una specie di “mercato” delle tradizioni popolari e di perdere ogni valore culturale, personale ed affettivo. Ci chiediamo se non fosse possibile cercare una soluzione meno rigorosa. Ci chiediamo se non fosse possibile regolamentare l'afflusso della gente. Si è scelta, forse, la strada più facile.



5 aprile 2004
AUTO: Al palermitano la terza edizione della gara etnea

Barbaccia fa suo lo slalom di Bronte

Ciro Barbaccia apre alla grande la stagione degli slalom siciliani vincendo la terza edizione dello Slalom Città di Bronte, e regalando alla Camporotondo Corse una vittoria squillante conquistata con una strepitosa seconda manche.
Serrata e incerta la battaglia per il secondo posto conquistato con una superba terza manche dall'adranita, della Kamiko Corse, Salvatore Lo Re. Ma D'Agata, Caruso e Polizzi, finiti nell'ordine hanno combattuto strenuamente. Nella terza manche i prototipi di Caruso e Polizzi, hanno ceduto allo stress della gara. La 126 di Caruso si è fermata per la rottura del cambio, la Y10 di Polizzi si è fermata nel centro di una chicane con un semiasse spezzato. Come inizio non c'è male. E' il presagio di una stagione che si presenta incerta ed emozionante. Se poi ci mettiamo un pimpante Fiore al sesto posto, seguito da un irriducibile Fallara il quadro è completo. All'orizzonte intanto si profila l'arrivo di Giuseppe Camarda ieri all'esordio con un'Osella ancora da scoprire e capire, che ieri si è mimetizzato dietro un nono posto sicuramente non veritiero.
Poche le sorprese nelle classifiche dei gruppi e classi. Conferme sono arrivate da Messina, Guerrera, Grasso. I locali Cimbali e Carmelo Salvia hanno vinto le loro classi. Nell'affollato gruppo speciale successi di Alfio Basile, Fallara, Fiore, Crispi e nella classe oltre 2000 la messinese Silvia Arcidiacono ha dato la paga ai diretti rivali, anche se ha vinto per un solo centesimo su Marco Gamberi. (Fonte: La Sicilia)

La classifica assoluta

1) Barbaccia (Osella) 180,65; 2) Lo Re (126 Honda) (186,64; 3) D'Agata (126 Yamaha) 188,21; 4) Caruso (126 Suzuki) 189,49; 5) Polizzi (YI0 Yamaha) 189,93; 6) Fiore (A112) 191,42; 7) Fallara (A 112) 194,21;8)Crispi (Cinquecento) 194,95; 9) Camarda (Osella) 195,23; 10) Emmanuele (Fiat 127) 195,26.

I vincitori di classe: N/1300 Messina (Peugeot 106) 207,84; N/1600, Cimbali (Peugeot 106) 205,45; N/2000, Licitra (Clio) 210,66; N/oltre 2000, Carmelo Salvia (Mitsubishi) 209,60; A/1150, Lancia (Fiat Cinquecento) 209,01; A/1600, Guerrera (106) 205,60; A/oltre 1600, Grasso (Uno T) 205,54; 5/700, Alfio Basile (126) 200,35; 5/1000, Fallara (A 112) 194,21; S/1150, Fiore (A 112) 191,42; S/1300, Crispi (Cinquecento), 194,95; 5/1600, Fichera (X 1/9) 195,52; S/2000, Caristi (Kadett) 196,94; S/oltre 2000, Silvia Arcidiacono (R5 Gt T) 205,30; P1/1200, Giuseppe Salvà (126) 215,01; P2/1200, Lo Re (126 Honda) 186,64; P3/oltre 1200, Maglia (A 112 Bmw) 202,90.
La Camporotondo Corse ha vinto la classifica a squadre. [Edo Murabito]


5 Aprile 2004

Lo Re è primo tra i «prototipi»

Autoslalom Bronte. Barbaccia senza rivali

Il palermitano Ciro Barbaccia con la sua «Bmw Osella» È il vincitore del «3° Slalom Città di Bronte. La scuderia «Camporotondo Corse», così, insieme ad Alfredo D’Agata, con il prototipo «Fiat 126 Yamaha», ha portato a casa primo e terzo posto. Mentre la «Kamico» si è attestata seconda con l’adranita Salvatore Lo Re alla guida del suo prototipo «Fiat 126 Honda». Dei dodici gareggianti brontesi, dieci in più rispetto all’anno scorso, ha primeggiato Enrico Cimbali nella categoria N (normale) alla guida della Peugeot 106 rally, 29° nella classifica generale. (…) [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]


2 aprile 2004

Parte il III° Autoslalom Città di Bronte

Franco Molimano osservatore ACI Sport Italia
Sarà il Franco Molimano da Cosenza l’osservatore, Aci sport Italia del 3° Autoslalom Città di Bronte. La sua presenza servirà ad omologare la gara per il “Campionato Coppa C.S.A.I. - 6’ zona nazionale” per l’anno agonistico 2005. Intanto a Bronte è tutto pronto. Domani inizieranno le operazioni di punzonatura dei veicoli e domenica romberanno i motori nel percorso fra i pistacchieti di Bronte. Ed affinché nulla sia lasciatola caso si è svolto un vertice dove hanno partecipato gli assessori Antonello Caruso e Salvatore Pizzuto con gli organizzatori della gara Nicola ed Anna Maria Cerrito. Presenti pure i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, la Protezione civile, l’Anas e le associazioni di soccorso della cittadina. La gara, che avrà inizio domenica alle 9 del mattino, vede il percorso snodarsi lungo 4 chilometri, che dovranno essere ripetuti 3 volte, sulla strada provinciale 94 Roccarello Saragoddio.

4 aprile 2004

Il centro etneo ospita la terza edizione dello slalom

(…) Entusiasmo e attesa a Bronte per la terza edizione dello Slalom Città di Bronte (…). A Bronte ieri hanno punzonato oltre cento piloti per lo slalom che apre la stagione siciliana di questa specialità e che ambisce ad una rapida crescita.
Anche per questo gli organizzatori della Kamiko Corse, con la collabo­razione del Team Palikè, del Comune e della Provincia Regionale di Catania, hanno richiesto ed ott­nuto la presenza dell'osservatore della Csai, Franco Molimano di Cosenza, per ottenere una obiet­tiva valu­ta­zione della manifestazione nel suo complesso, premessa indispen­sabile per crescere.
La competizione prenderà il via alle 9,30 con la disputa di tre o anche due (se le condizioni climatiche non dovessero essere favorevoli) manche. Al via tutti i migliori specialisti siciliani dal palermitano della Camporo­tondo Corse, Ciro Barbaccia (Osella), campione siciliano in carica, all'adra­nita Salvatore Lo Re della Kamiko Corse, vincitore della scorsa edizione.
Al suo esordio in questa specialità Giuseppe Camarda con l’Osella Pa21 ex Andrea Raiti. Più agguerriti che mai i soliti outsider, Salvatore Caruso, Domenico Polizzi, Alfredo D'Agata, Andrea Bua. …[Edo Murabito, La Sicilia]




16 Marzo 2004

Bronte, piantine in vendita per aiutare i bisognosi

Una domenica caratterizzata dalla solidarietà per le persone che hanno bisogno di sostegno anche economico. Stamattina alle 9, concluse le funzioni religiose domenicali, i ragazzi di quattro parrocchie brontesi che hanno aderito al progetto "Crescere insieme", venderanno piantine fiorite in vari stand, e i fondi ricavati saranno utilizzati per fini sociali. Il progetto, organizzato dall'Assessorato comunale alle Politiche dell'Infanzia, mira appunto a raccogliere fondi da devolvere in beneficenza alle famiglie bisognose di Bronte.
«Abbiamo voluto promuovere questa iniziativa - dice il vice sindaco Francesca Reale - in concomitanza con l'arrivo della primavera, nell'intento, se possibile, di regalare un sorriso a chi è meno fortunato. Per questo - conclude - invito la città a partecipare, contribuendo alla riuscita dell'iniziativa». [L. Pu., Giornale di Sicilia]



16 Marzo 2004

La parrocchia di Borgonuovo intitolata a Madre Teresa

Si venera a Bronte la "Beata Teresa di Calcutta" e a breve gli verrà intitolata la Parrocchia di Borgonuovo. Questa settimana i preparativi per la processione e la benedizione del simulacro donato dal Comune su proposta del consiglio.
Oggi alle 18 con la Messa presso i locali di via Borsellino 1 (sede provvisoria della chiesa) iniziano gli esercizi spirituali sul messaggio della Beata, che si svolgeranno ogni sera fino a venerdì; sabato alle 19:30 la via crucis per il quartiere.
Domenica l'appuntamento per l'inizio della processione è al Santuario dell'Annunziata alle 17. Conclusa la Santa Messa il corteo muoverà per le vie A. Gabriele, Matrice, Marconi, Catania, Corso Umberto (con sosta all'ospedale) e via Messina. Giunti nella Chiesa Parrocchiale di Borgonuovo si terrà una concelebrazione presieduta dal vicario foraneo di Bronte, Biagio Calanna. [Lpu, Giornale di Sicilia]



6 Marzo 2004

I Ranger d'Italia si trasformeranno in «sentinelle» di boschi e parchi

Sarà l'Associazione nazionale dei Ranger d'Italia a salvaguardare boschi e parchi. Il sindaco, dott. Salvatore Leanza insieme con l'assessore all'Ecologia, Ambiente e qualità della Vita, Antonello Caruso, hanno stipulato con l'Associazione dei Ranger una convenzione dove i volontari si impegnano a prevenire e reprimere reati ambientali come l'abbandono di spazzatura e rifiuti ingombranti nelle campagne. Oltre a ciò i Rangers vigileranno affinché non si verifichino inquinamenti di acque superficiali e sotterranee. Al compito i volontari non giungono impreparati. Il loro curriculum è ricco di operazioni a salvaguardia dell'ambiente che li hanno visti effettuare denuncie circostanziate dopo l'avvistamento di alcune discariche a cielo aperto. Oltre a questo i Ranger, a seguito di un decreto prefettizio, rivestono anche la qualifica di agenti di polizia giudiziaria e quindi in condizione di redigere verbali di contravvenzione.

«Insieme con i Rangers - dice l'assessore Caruso - abbiamo deciso di effettuare controlli anche nei parchi urbani della cittadina. L'obiettivo è quello di evitare che la gente abbandoni nei luoghi più impensati i rifiuti ingombranti e si abitui ad usufruire del servizio che il Comune offre loro, con degli addetti che prelevano direttamente da casa eventuali carcasse di elettrodomestici». L'Assessore Caruso guarda anche alla convenzione con i Rangers come l'ennesimo sprono per aumentare la percentuale di raccolta differenziata.



6 Marzo 2004

Lo storico Castello di Nelson (con Randazzo e il parco dei Nebrodi) inserito a pieno titolo nei circuiti del turismo mondiale

La tanto auspicata promozione turistica del Castello Nelson di Bronte, voluta dal sindaco, dott. Salvatore Leanza, diventa realtà. Il Maniero che fu dell'ammiraglio Horatio Nelson, entra nel mercato del turismo mondiale grazie ad un programma di tre giorni chiamato «Viaggio nelle dimore della Sicilia - La Ducea di Nelson», ideato dall'Atus, l'ente che si è aggiudicato la gestione dei servizi del Castello e un grosso tour operator mondiale. In questi tre giorni i turisti oltre a visitare il Castello, assaggeranno i prodotti tipici locali, recandosi a Randazzo e fra le meraviglie naturalistiche del Parco dei Nebrodi.

«Abbiamo realizzato - ci dice il prof. Luigi Motta, legale rappresentante dell'Atus - un programma di soggiorno di tre giorni e due notti. Il programma, in collaborazione con alcuni alberghi di Bronte e un'associazione di equitazione, è stato proposto ad un importante tour operator italiano in grado di assicurare, attraverso le agenzie affiliate in Italia e nel mondo, la diffusione del pacchetto turistico. La nostra proposta è stata gradita e inserita nella programmazione lanciando per la prima volta il Castello Nelson nel mercato turistico mondiale». Un passo importante nel risveglio dell'economia turistica con l'Amministrazione Leanza che sta anche percorrendo altre strade per trasformare Bronte in una tappa del turismo europeo.  (Fonte: La Sicilia)



28 Febbraio 2004

Royalties. Il comune stanzia parte dei fondi incassati

Bronte, dalle tasse sul petrolio i fondi per favorire l'occupazione

Petronaci, Presidente della 1a CommissioneDal petrolio un aiuto indiretto al mondo del lavoro. Con gli introiti delle royalties (percentuali sul petrolio versate agli enti locali per lo sfruttamento dei giacimenti nel territorio) si finanzieranno iniziative imprenditoriali locali a sostegno dell'occupazione, con un contributo a fondo perduto pari alla metà dell'importo finanziato. Il fondo verrà alimentato annualmente da circa un milione e duecentomila euro di canoni che il comune di Bronte percepisce dalla regione a titolo di risarcimento per lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi. Lo prevede il regolamento approntato dalla 1a commissione consiliare.

Lo ha reso noto il presidente della stessa commissione Antonio Petronaci (An) (foto a destra) che ci ha precisato: «Questo regolamento costituisce una novità per il comune ed è scaturito dall'esigenza di incentivare l'imprenditoria, l'economia e l'occupazione e per una corretta e puntuale applicazione della legge istitutiva delle royalties".

Infatti l'articolo 20 della legge regionale 10 del 1999 recita che «i comuni destinano tali risorse allo sviluppo dell'occupazione e delle attività economiche, all'incremento industriale e ad interventi di miglioramento ambientale delle aree dove si svolgono le ricerche e le coltivazioni». Petronaci continuando ha anche chiarito: «La 1a commissione, dopo aver evidenziato che ad oggi nessuno dei predetti obiettivi è stato raggiunto, o quantomeno perseguito, da parte del comune, ha assunto in piena autonomia l'iniziativa di elaborare un regolamento che consenta agli imprenditori locali di potere accedere a contributi provenienti dalle royalties, con lo scopo di incrementare l'occupazione. Infatti - conclude il presidente Petronaci - il regolamento, diretto sia alle nuove iniziative che a quelle esistenti, prevede metà contributo a fondo perduto e il resto da restituire a lungo termine e a tasso agevolato».
La tappa finale è prevista per martedì con il via libera del consiglio dove sono determinanti i 14 consiglieri d'opposizione del centrodestra. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]



27 Febbraio 2004

MARINA. Un successo l’iniziativa dell’Istituto Capizzi

Studenti di Bronte sulle corvette

Peccato qualche onda di troppo! Ma, mare agitato a parte, studenti e professori dell'Istituto d'Istruzione Secondaria Superiore «I. Capizzi» di Bronte assicurano che l'esperienza sulle navi della Marina Militare è stata unica. «Lo rifarei domani stesso» racconta un'entusiasmata Rossella Saitta alunna del liceo scientifico. «La Marina nel mio futuro? Dopo la giornata di oggi prenderò in seria considerazione una simile possibilità» asserisce convinto Alfio Sergi alunno dell'Ipsia di Biancavilla. Meno affascinate da stellette ed esercitazioni, le ragazze rimangono più colpite dalla divisa: «Ha sempre un certo fascino» confessa Federica Orefice, studentessa del liceo classico di Bronte.

Un centinaio circa i giovani studenti, con età compresa tra i diciassette e i ventuno anni, imbarcatisi su tre unità della Marina Militare, due Corvette di classe Minerva (la Denaide e la Fenice) più un pattugliatore d'altura (il Cassiopea), aderenti al progetto che li ha visti protagonisti. Sei ore trascorse sulle navi che hanno lasciato il porto la mattina e sono rientrate all'ora di pranzo. «È stata un'esperienza molto importante per i giovani in modo particolare, ma non soltanto per loro - afferma il dirigente scolastico Franco Romeo - gli studenti hanno potuto vedere coi loro occhi come operano i mezzi della Marina Militare impegnati nel pattugliamento dei nostri mari. Abbiamo voluto, io e i docenti Giuseppe Crisà e Giuseppe Greco, che questo progetto divenisse concreto. Anche loro sono rimasti entusiasti dell'iniziativa». [Alessandra Bonaccorsi, Giornale di Sicilia]



27 Febbraio 2004

Ma i lavori non sono ancora conclusi

Bronte, firmata l’ordinanza, riapre l'Ufficio di Collocamento

Il sindaco dott. Salvatore Leanza ha firmato l'ordinanza che per due anni riapre al pubblico l'edificio comunale di via Annunziata dichiarato nel dicembre del 2003 inagibile quindi da sgomberare. Il provvedimento sindacale è scaturito dal fatto che sono stati eseguiti dei lavori di adeguamento alla scala interna che conduce agli uffici e che la Biblioteca comunale è stata trasferita in via Capitano Saitta, diminuendo il carico verticale sull'immobile che al primo piano ospita l'Ufficio di collocamento. L'unico problema che rimasto, infatti, è che nelle giornate in cui si effettuano le chiamate al lavoro l'ufficio Scica è affollato da centinaia di persone. Per questo, venendo incontro alle esigenze dei disoccupati e per non gravare di ulteriori disagi la collettività, Leanza ha pensato di far effettuare queste chiamate presso il Cine teatro comunale, evitando che parecchia gente affollasse un locale ritenuto ancora oggi inagibile. Tutto ciò nell'attesa di realizzare il nuovo complesso che dovrebbe ospitare sia l'Ufficio di Collocamento sia la caserma dei Carabinieri. A tal proposito il Comune ha già richiesto un mutuo alla Cassa depositi e prestiti ottenendo anche l'adesione di massima.  (Fonte: La Sicilia)



25 Febbraio 2004

Da «circonvallazione» a strada di sosta selvaggia

E' diventata una strada così trafficata da diventare spesso impercorribile. Quella via che i brontesi chiamano «Circonvallazione» che da via Messina conduce fino all'uscita sud del paese in direzione di Catania, fungendo appunto da circolare esterna, ogni giorno, infatti, è percorsa da un numero considerevole di vetture che rallentano la corsa dei veicoli che l'abitato di Bronte lo debbono solo attraversare. Non vi sono altre strade veloci o altre alternative per gli automobilisti che a Bronte non si debbono fermare, automobilisti che spesso debbono fare i conti con le auto in sosta che, da entrambi i lati, restringono spesso la carreggiata creando degli ingorghi. Il fatto è che ormai la «Circonvallazione» non è più un'arteria esterna al centro di Bronte, ma un percorso urbano ricco di negozi e bar: quindi è normale che il traffico alla fine risulti rallentato soprattutto nelle ore di punta.

Si procede a passo di lumaca per esempio: durante l'ingresso e l'uscita degli studenti dagli istituti scolastici; il giovedì mattina, quando la adiacente piazza San Giuseppe è occupata dalle bancarelle del mercato settimanale e nei pressi dei supermercati. Un problema che, al giorno d'oggi e con l'esigenza di velocizzare le comunicazioni, deve essere affrontato. Per questo il consigliere comunale, dott. Ernesto Di Francesco, ha presentato un'interrogazione all'Amministrazione comunale, sottolineando come il traffico veicolare soprattutto in piazza san Giuseppe sia pericoloso non solo il giovedì mattina, ma anche il sabato e la domenica quando in piazza e nella strada c'è una sosta selvaggia.

«Il problema è reale, - dice Di Francesco - la Circonvallazione è l'unica strada che gli automobilisti che provengono da Randazzo o Adrano possono percorrere per superare Bronte. Così alla fine a pagare di un sempre più insostenibile affollamento e del relativo pericolo sono anche gli automobilisti brontesi e i residenti». Il problema, comunque, è già stato studiato dalla Giunta che ha in mente delle soluzioni sia a lunga, sia a breve scadenza. «Dobbiamo dire - afferma l'assessore Salvatore Pizzuto - che la soluzione migliore è realizzare una nuova e più veloce Circonvallazione esterna all'abitato. Noi, infatti, nel nuovo Prg abbiamo fatto inserire dal progettista il possibile tracciato, nella speranza che questa venga finanziata. Per adesso, comunque, stiamo studiando altre possibili soluzioni. Abbiamo in mente, infatti, di permettere in piazza San Giuseppe la sosta a pagamento dei veicoli, per offrire agli automobilisti un'area di sosta regolamentata. Il traffico, infatti, viene rallentato. Per questo abbiamo pensato di realizzare nei punti più critici di tutta la lunga via urbana uno spartitraffico». (Fonte: La Sicilia)


 

19 Febbraio 2004

Ritorna un'antica tradizione del Carnevale brontese

"O mi fa' u laddaròru,
o ti ziccu stu cagnòru!"

La tipica tradizione carnevalesca, ormai scomparsa del tutto, è stata fatta rivivere oggi ad uso e consumo dei pochi presenti. Alcuni "laddarori", vestiti di stracci e, come da tradizione,  con il volto annerito dal carbone, hanno percorso il Corso Umberto racimolando qualcosa nelle macellerie e nei negozi di generi alimentari.

Fino a poche decine d'anni fà erano ragazzi, in genere molto poveri, che, più per bisogno che per folclore, giravano il paese, seguiti da una coda di ragazzi vocianti, bussavano casa per casa con un lungo spiedo in mano e gridando la tradizionale minacciosa frase: O mi fà'u laddaroru o ti zziccu stu cagnoru!

Lo scopo era di raccogliere qualcosa da mangiare regalata loro infilzando pezzi di carne, di lardo, formaggio, pane ed altro cibo nello spiedo.



19 Febbraio 2004

Etna, obiettivi del «Parco d’Estate»

Un progetto per valorizzare ambiente e centri storici

Il Parco dell'Etna si propone come volano di sviluppo turistico non solo ambientale, ma anche storico e architettonico dei paesi del cono dell'Etna, lanciando un'iniziativa che permetterà ai turisti non solo di visitare il vasto patrimonio ambientale che l'Ente di Nicolosi protegge e valorizza, ma anche i centri storici dei Comuni ricadenti all'interno dell'area protetta, ricchi di storia e tradizioni che si tramandano da secoli. Il presidente, ing. Bellia, ha, infatti, inviato ai sindaci di tutti i Comuni etnei una lettera, chiedendo loro di aderire e partecipare attivamente al progetto «Parco d'estate». L'iniziativa consiste in questo: in tutti i week-end, nel periodo che va da maggio a ottobre, i turisti potranno partecipare a manifestazioni che il Parco stesso insieme ai Comuni organizzeranno a turno nei paesi etnei, mettendo in risalto i prodotti tipici e le caratteristiche di ogni comunità.

«Ho chiesto la collaborazione di tutti i Comuni - dice il presidente Bellia - affinchè aderiscano a un'iniziativa che vuole creare un binomio forte fra i centri storici e il Parco. Di mattina faremo visitare ai turisti i sentieri e i rifugi immersi nella natura, mentre la sera i centri storici per far conoscere le bellezze architettoniche e consentire di fare shopping». Per pubblicizzare l'iniziativa Bellia ha le idee chiare: «Realizzeremo brochure che consegneremo ai tour operator della zona, ma noi stessi ci impegneremo in operazioni di marketing con manifesti e inserzioni pubblicitarie sulle pagine regionali e nazionali dei quotidiani, sui siti internet e, possibilmente su periodici specializzati per attirare quanta più gente possibile».

E' già stato stilata anche una bozza di programma. In ogni Comune si individueranno una serie di percorsi da fruire anche in modo diverso a seconda delle peculiarità e delle strutture presenti nel territorio. La sera del sabato, per invogliare il pernottamento nel Comune (ove all'interno dello stesso fossero presenti strutture ricettive), si potranno organizzare eventi (concerti, mostre, ecc.), i turisti usufruiranno dei ristoranti dei paesi, che ogni week-end proporranno menu diversi, offerti allo stesso prezzo in ogni ristorante. Anche le pasticcerie potranno proporre dolci tipici o tavola calda. Ovviamente dovranno essere privilegiate produzioni locali, con l'organizzazione di un «mercatino» in spazi centrali del centro abitato. Spedite le lettere, Bellia si attende la risposta dei sindaci, poi si elaborerà un calendario unico delle manifestazioni, guardando anche a far coincidere i week-end con manifestazioni organizzate in tono minore dai Comuni che così risulteranno valorizzate. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



14 Febbraio 2004

Il gigante di fuoco sbarca a New York

Sarà «in mostra» nei punti strategici di Manhattan

E’ il marchio cui affidarsi per promuovere l’Isola. Per questo, fotografato come una star, sarà «in mostra» nei punti strategici di Manhattan, ai primi di Aprile Vulcano vivo. Vulcano di cenere e lapilli di lava e di sfavillii. Vulcano che brontola e che si quieta, che affascina e sgomenta, che esplode e che tuona. Per la gente di qui è semplicemente 'a muntagna, unica e inconfondibile, familiare come una madre, terribile come una divinità. Per gli arabi era il Mons Gebel, pura energia primordiale, fuoco nelle viscere della Terra. Per il mondo è l'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa, il più famoso insieme con il giapponese Fujiyama.

Dalla cima fino alle pendici, e ancora intorno per un totale di 59mila ettari, si stende l'area protetta, con venti comuni dominati dalla sagoma del gigante. Lava e neve, terreni brulli e vigneti lussureggianti, grotte e alberghi di lusso, nutrimento e devastazione: tutto danno il vulcano e la sua terra. Risale a poco più di un anno fa la prima delle settanta eruzioni che hanno segnato a fuoco la zona, con la distruzione degli impianti sciistici e conseguenze profonde sull'economia e gli equilibri occupazionali della zona.

Settecento giorni dopo - ed è storia di poche settimane fa - la riapertura dei primi impianti di Piano Provenzana, sul versante di Linguaglossa, impianti che erano stati letteralmente azzerati dalle colate. Siciliani e turisti di nuovo a sciare, a riprendersi la loro muntagna, un grande segnale di riscossa per un pezzo di isola che ha la voglia di fare e l'imprenditoria nel sangue. E che crede nell'Etna.

Nonostante i 125 milioni di euro di danni stimati dagli albergatori l'anno scorso, nonostante la paura, il rapporto con il vulcano è simbiotico e inscindibile. È quello il marchio inconfondibile cui affidarsi per promuovere il turismo, il gigante che ribolle. Un logo naturale della Sicilia, o meglio di una delle tante Sicilie possibili: non a caso tra pochi mesi sarà proprio il vulcano - fotografato da Marco Glaviano come una star - a promuovere a New York l'immagine dell'isola, ritratto in tanti giganteschi cartelloni nei punti strategici della Grande Mela. (…)



Due casi, in pochi giorni, di carne macellata clandestinamente e  venduta al consumatore senza i dovuti controlli sulla provenienza e sull'igiene.

26 Febbraio 2004

Macellazione clandestina

Vendeva al pubblico la carne che aveva in precedenza macellato clandestinamente in un suo podere di Maniace, e l'Ufficio dell'Asl3, oltre a sequestrare la carne, lo ha salatamene multato. E' successo a Bronte dove il un uomo di 22 anni, originario di Maniace, ma titolare di una macelleria nella Città del Pistacchio, è stato sorpreso dal responsabile del Servizio di Igiene ed Alimenti di origine animale, dott. Giuseppe Galvagno e dal tecnico della prevenzione Antonino Proietto, entrambi del Settore di Sanità pubblica Veterinaria dell'Asl diretto dal dott. Francesco La Mancusa, mentre teneva nei banconi, pronta per essere venduta, ben 300 chili di carne di bovino, suino e caprino, sprovvista dei timbri sanitari.

Le seguenti indagini hanno permesso al personale dell'Asl, che ha agito con il supporto della Guardia di Finanza di Bronte, di scoprire che la carne era stata macellata in un rudimentale mattatoio sito in contrada Petrosino a Maniace che lo stesso proprietario della Macelleria aveva allestito in un suo terreno. La carne è stata inviata all'inceneritore per la distruzione, mentre al titolare è stato notificato un verbale di 20.000 euro. L'Asl fa sapere che i controlli in tutti gli esercizi commerciali dell'intero territorio continueranno senza tregua, per scongiurare che sulle tavole del consumatori arrivi cibo di provenienza insicura. (Fonte: La Sicilia)


15 Febbraio 2004

Giovane denunciato dalla Gdf

Macella clandestinamente dopo aver massacrato il bovino

La Guardia di Finanza di Bronte, nell'ambito di un'operazione per il controllo sanitario delle macellerie, ha denunciato a piede libero un giovane di 24 anni, D. B. di Maniace, ritenuto responsabile di macellazione clandestina e maltrattamenti agli animali. Quest'ultimo, infatti, è stato sorpreso dalle «Fiamme gialle» mentre trasportava sul dorso un quarto di bovino che, qualche minuto prima, aveva lui stesso ucciso e macellato in una stanza priva di requisiti igienici. La carne era diretta verso la macelleria del padre, dove i finanzieri hanno trovato un'altra parte dello stesso bovino e un maiale appena macellati clandestinamente e quasi pronti per la vendita al pubblico. Per giustificarsi il ragazzo ha dichiarato di aver acquistato in un allevamento riconosciuto il povero animale, che acciden­talmente si era fratturato una gamba e non era in condizioni di essere trasportato al più vicino mattatoio. Dalle analisi effet­tuate dai veterinari dell'Asl del servizio territoriale di Bronte, però, nessun segno di frattura sarebbe emerso.

Così il ragazzo è stato denunciato con l'accusa di aver macellato clandestinamente il bovino, evitando i controlli che si effet­tuano nei mattatoi contro il rischio di malattie come la Bse. Per uccidere la povera bestia, il ragazzo si sarebbe rifatto ai tremendi metodi di un tempo, quando gli animali venivano prima storditi e poi dissanguati. Il giovane infatti, nel casolare utilizzato per la macellazione teneva pronti all'uso ganci, coltelli e una grossa mazza con la quale assestava un unico robusto colpo, quando andava bene, sul cranio della povera bestia, sfondandolo. La Gdf ha denunciato pure per maltrattamenti il giovane, che non solo dovrà rispondere davanti ai giudici dei reati imputatigli, ma dovrà pagare i 30.000 euro di multa che i medici sanitari dell'Asl gli hanno comminato, oltre alle spese sostenute per il trasporto delle carni presso il più vicino inceneritore. La Gdf guidata dal mar. Alfredo Meli, continuerà i controlli nelle macellerie. [L. S.]


 

Operazione «Tunnel»: I Carabinieri liberano Bronte dai vertici della mafia

Bronte, ancora una volta per fatti criminosi, è sotto i riflettori dei media nazionali. Radio, TV e quotidiani nazionali hanno dato ampio risalto e dedicato titoli in prima pagina alla retata antimafia conclusasi con 20 arrestati
 

31 Luglio 2004

Smascherati 3 presunti mafiosi

Due di loro Sono accusati del tentato omicidio del referente della cosca locale Montagno Bozzone

Furono Giuseppe Cartillone, di 54 anni, brontese ed attualmente in carcere a Torino, e Antonino Cacciola, di 30, muratore nato a Taormina residente ad Albavilla in provincia di Como, detenuto a Como, a tentare di uccidere Francesco Montagno Bozzone il 18 giugno del 2000. Questi era considerato dagli inquirenti il referente per la zona di Bronte della famiglia mafiosa Mazzeo, conosciuta come «I Carcagnusi». Montagno Bozzone si trovava in un bar del centro, quando un uomo con il volto coperto da un casco gli si avvicinò con una pistola in pugno, sparandogli a bruciapelo dopo avergli chiesto di voltarsi. Cominciò in quell'occasione, la serie di vicende più che fortunate per Montagno, scampato incredibilmente a ben due tentati omicidi.

L'uomo, infatti, con la pistola che gli sfiorava il viso, chiaramente impaurito ha aperto la bocca per urlare, ed il proiettile è entrato dalla bocca ed è uscito dalla guancia, senza rompere neanche un dente. Convinto di averlo ucciso il killer si è allontanato con l'aiuto del complice. A trovare le prove della colpevolezza dei due, sono stati i Carabinieri della Compagnia di Randazzo e quelli della Stazione di Bronte che sono riusciti a fare luce sui traffici della mafia di Bronte, infliggendo due duri colpi ai clan.

Il primo, il 9 febbraio scorso, con l'operazione denominata «Tunnel», condotta dai militari di Randazzo e Santo Stefano di Camastra, che hanno fermato 20 persone tra Bronte e Cesarò, fra le quali lo stesso Francesco Montagno, sgominando la cosiddetta «Mafia dei Nebrodi». Adesso, con l'operazione «Tunnel 2», in cui oltre che arrestare Cartillone e Cacciola, è stato arrestato anche un pastore di Bronte di 34 anni, Giuseppe Gullotti. Quest'ultimo è ritenuto responsabile del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, ed insieme a Cartillone e Cacciola, è accusato di aver fatto parte della cosca che, nel territorio di Bronte, Maniace e Cesarò, è stata responsabile di vari crimini: omicidi, tentati omicidi, furti, ricettazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Anche Gullotti scampò per miracolo, nel febbraio del 2002, ad attentato. A bordo della sua jeep, stava andando al suo ovile in contrada «Bolo» con un amico. Giunto in contrada Cantara si accorse che due uomini, con il volto coperto di un passamontagna, lo stavano aspettando. I due poi cominciarono a sparare con due fucili a pallettoni, mirando alla sua testa, ma non riuscirono ad ucciderlo.
Se l'operazione «Tunnel 1» aveva assicurato alla giustizia i due clan, che nel territorio si contendevano il potere malavitoso, l'operazione «Tunnel 2» ha chiarito ulteriori dettagli.

Così, ieri, a Giuseppe Cartillone l'ordinanza di custodia cautelare è stata notificata nel carcere «Cutugno» ex Le Vallette di Torino, ed a Cacciola presso la Casa circondariale di Corno dove è detenuto. Gullotti, invece, si trova ricoverato presso una clinica privata a causa delle sue precarie condizioni di salute che, comunque, gli hanno consentito di essere interrogato dai magistrati, i quali gli hanno concesso gli arresti domiciliari presso la stessa casa di cura.  (Fonte: La Sicilia)


31 Luglio 2004

OPERAZIONE DEI CARABINIERI

Altre ordinanze per l'agguato contro Ciccio Montagno. Un provve­di­mento notificato in clinica a un presunto sicario, vittima dei «colleghi»

Bronte, santapaoliani in manette
«Due di loro spararono ad un boss»

I provvedimenti di queste ore costituiscono un'appendice al blitz antimafia di febbraio

Due arresti per il ferimento del «boss del pistacchio», Francesco Montagno Bozzone, presunto capofila brontese del clan di Santo Mazzei «u' carcagnusu». Un agguato contro Montagno Bozzone era scattato il 18 giugno di quattro anni fa, ma il pregiudicato era riuscito a scampare ai killer. Ora, i carabinieri hanno catturato Antonino Cac­ciola, 30 anni, di Taormina, residente in provincia di Como, e notificato un provvedimento in una clinica catanese a Giuseppe Gullotti, 34, di Bronte. In carcere a Torino, invece, è stato consegnata l'ordinanza di custodia cautelare a Giuseppe Cartillone, 54 anni, di Bronte, detto «u' pisciaru». A Cartillone è contestata l'associazione mafiosa. I tre - stando alle accuse - sono affiliati al clan Santapaola. L'esecu­zione delle ordinanze contro i tre costituisce un'appendice all'operazione «Tunnel», scattata il 9 febbraio quando furono fermati venti presunti affiliati alle cosche brontesi. In queste ore, invece, sono stati contestati a Cacciola e Gullotti i reati di detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco, oltre che di tentato omicidio, mentre Cartillone dovrà rispondere di mafia «per aver fatto parte - si legge in una nota diffusa dai carabinieri - di una consorteria presente a Bronte, Maniace e Cesarò». Quest'organizzazione avrebbe commesso omicidi, tentati omicidi, furti, ricettazione, detenzione e spaccio di droga fra il 2001 a oggi.

Alla base dell'inchiesta, l'attività dei militari della compagnia di Randazzo con intercettazioni e appostamenti mentre non sarebbe stato utilizzato nessun collaboratore di giustizia. Proprio ascoltando le conversazioni di alcuni affiliati della criminalità organizzata brontese, gli investigatori avevano scoperto in febbraio che si stava preparando un nuovo agguato. Per impedirlo, erano stati eseguiti venti fermi a Maniace, Vizzini, Cesarò, San Teodoro, Bronte. In manette, tra gli altri, erano finiti Turi Catania e lo stesso Francesco «Ciccio» Montagno Bozzone, indicati dagli inquirenti come i due primattori nella guerra di mafia che da anni segna Bronte. Peraltro, proprio Montagno Bozzone era scampato per due volte ai sicari, nel giugno 2000 e nel novembre 2001.
In risposta a quegli episodi, il 16 febbraio 2002 fu ferito in paese Giuseppe Gullotti, uno dei tre uomini raggiunti in queste ore da ordinanza di custodia. Gullotti fu raggiunto da una scarica di pallettoni alla nuca: «È sopravvissuto all'agguato - spiegano i carabinieri - ma è, in pratica, un vegetale». [Gerardo Marrone, Giornale di Sicilia]


14 Febbraio 2004

«Mafia dei Nebrodi»: convalidati gli arresti di 19 presunti affiliati

Sono state emesse le ordinanze di custodia cautelare per tutti i fermati dell'operazione «Tunnel», che ha visto i carabinieri delle Compagnie di Randazzo e Santo Stefano di Camastra sgominare la cosiddetta «mafia dei Nebrodi», che intrecciava loschi affari nel territorio che da Bronte arriva fino a Cesarò, passando dai Comuni di Maletto e Maniace. Il gip della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, dopo aver esaminato l'enorme fascicolo che conserva le prove raccolte contro gli indiziati, ha convalidato gli arresti di tutti coloro che stati catturati in Sicilia, ritenendo valide le prove raccolte dai carabinieri. Non si hanno notizie invece sulla convalida dell'arresto di Giuseppe Cartillone, dichiarato in stato di fermo a Torino. (...)
Tutti, sono stati arrestati per rispondere del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso, in quanto ritenuti vicini a bande dedite al racket delle estorsioni e dello spaccio di droga. Secondo gli inquirenti, infatti, solo pochissimi commercianti ed imprenditori si salvavano dal pagare il pizzo, per paura di due cosche, (quelle di Catania e Montagno), che, per fronteggiarsi, non hanno avuto alcuna remora a promuovere una stagione di fuoco, con diversi tentati omicidi e gli omicidi di Bruno Pulici Sanfilippo e Sergio Gardani. (Fonte: La Sicilia)


12 Febbraio 2004

Operazione Tunnel

Bronte liberata dai vertici della mafia

Le indagini proseguono per stabilire la provenienza della droga e individuare gli spacciatori assoldati

Si sente liberata Bronte dai vertici di due cosche che avrebbero potuto crescere ancora di più. Anche se nessuno si espone con giudizi personali, l'atmosfera è quella della ritrovata serenità. Nei bar e nelle piazze in tanti sostengono che tutto sommato questi arresti si attendevano da un momento all'altro e che il lavoro svolto dai carabinieri avrebbe sicuramente portato dei frutti. Questo perché la cittadina in effetti era stanca di assistere a sparatorie in pieno centro da parte di malviventi che poi chiedevano il pizzo a quasi tutti i commercianti.

Ieri, come era del resto prevedibile, già alle 9 del mattino non era possibile trovare una copia di giornale in qualsiasi edicola. E' successo quindi che i ritardatari si sono precipitati nei paesi limitrofi, esaurendo presto la scorta anche a Randazzo, dove alle 9,30 si potevano acquistare solo i quotidiani nazionali. In molti sono convinti che l'operazione sia stata dettata dalla necessità di dover impedire altro spargimento di sangue tra le cosche dei presunti boss Francesco Bozzone Montagno e Salvatore Catania. Sull'argomento, però, i carabinieri non rispondono e mantengono il riserbo anche perché le indagini sono tutt'altro che terminate. Rimane da stabilire la provenienza della droga e l'individuazione degli spacciatori assoldati per la distribuzione in città e rimangono oscuri molti aspetti sulle attività dei clan che hanno per ben due anni dimostrato di intimidire soprattutto i commercianti. Per questo i carabinieri hanno compiuto le indagini senza l'aiuto di collaboratori di giustizia.

Troppo rischioso chiedere a gente onesta di testimoniare contro i malviventi. Allora è entrata in azione l'attività investigativa soprattutto dei carabinieri della Stazione di Bronte e della Compagnia di Randazzo che hanno cominciato ad intercettare telefonate, filmare incontri e raccogliere tante di quelle prove che alla fine hanno permesso di effettuare l'operazione. Questa operazione denominata «Tunnel», infatti, non è inferiore come importanza a quelle del passato denominate «Icaro» e «Spiderman» che hanno permesso sempre in questo turbolento fazzoletto di terra fra Randazzo, Bronte, Maniace e Cesarò di assicurare alla giustizia autori di omicidi ed esattori della mafia locale. Intanto molto probabilmente, a meno di sorprese, oggi le ordinanze di fermo saranno tramutate in arresti con l'emanazione delle ordinanze di custodia cautelare.  (Fonte: La Sicilia)


11 Febbraio 2004

Le reazioni nei centri coinvolti

Bronte e Maniace, curiosità e sollievo
Cesarò e San Teodoro: «Finalmente non dovremo più sottostare ai catanesi»

E' una Bronte curiosa quella che accoglie la notizia degli arresti degli uomini che hanno dettato legge negli ambienti malavitosi locali. Nei bar, nelle piazze, chiaramente non si parla d'altro ed il commento più ricorrente è quello che se so no realmente colpevoli è bene che finiscano in galera e ci rimangano il più a lungo possibile, altrimenti che siano liberati. Già ieri l'altro l'argomento più importante era questo. Le sirene delle auto dei carabinieri e gli elicotteri del XII elinucleo hanno lasciato capire che stava per succedere qualcosa di grosso, stimolando la curiosità di tutti. Curiosità non appagata il giorno successivo, quando in paese giravano i nomi più assurdi, anche perché, chi ha letto i giornali ha soltanto appreso la notizia della maxi retata, senza conoscere i nomi degli arrestati. Certo, però, che ad essere i più contenti saranno sicuramente i commercianti, liberati da due clan che, a sentire gli inquirenti, a volte insieme, dallo stesso esercente, ottenevano il pizzo.

Due organizzazioni come quelle che si erano formate a Bronte, infatti, avevano bisogno di liquidità per sostentarsi, e fra le attività. principali c'era il racket delle estorsioni e la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Particolare il sistema adottato dai clan per costringere i commercianti a pagare. Pare, infatti, che questi ponessero durante la notte una tanica di benzina davanti al negozio preso di mira, con un biglietto attaccato con su scritto: «Cercati un buon amico». Chiaro il messaggio di doversi rivolgere a qualcuno che potesse proteggere il commerciante da chissà quali rivendicazioni: una protezione che in seguito veniva realmente concessa in cambio di congrue offerte mensili di denaro agli «amici» che si erano dissuasi dal compiere attentati al negozio o che hanno convinto gli «altri» a non disturbare il commerciante che doveva essere ormai considerato intoccabile.

Non sempre, però, questa regola ha funzionato. Sarebbe accaduto, infatti, che nonostante il malcapitato commerciante pagasse regolarmente il pizzo ad un clan, abbia ricevuto una seconda tanica di benzina inviata dall’altra fazione, ed alla fine sia stato costretto a pagare entrambi. Anche questo avrebbe inasprito i rapporti fra le due fazioni, che hanno trovato motivi validi per combattersi. Una buona fetta di introito economico i due clan lo avevano assicurato, però, dallo spaccio di droga, che pare nessuno degli uomini illustri abbia mai fatto personalmente. Sembrerebbe, infatti, che a distribuire la droga in paese ci pensassero ragazzi assoldati dai «leader», in cambio di denaro. (Fonte: La Sicilia)


11 Febbraio 2004

Blitz della Dda contro i clan dell’Etna e dei Nebrodi

Mafia e omicidi a Bronte. Scattano venti arresti

I magistrati contestano una lunga serie di reati che vanno dalle estorsioni alla droga

Per impedire un altro omicidio nella faida brontese, i carabinieri hanno eseguito lunedì venti fermi a Maniace, Vizzini, Cesarò e San Teodoro, oltre che a Bronte. In manette, tra gli altri, Turi Catania e Francesco «Ciccio» Montagno Bozzone. Entrambi appartenenti alla filiale santapaoliana di Bronte, ormai da quattro anni Catania e Montagno Bozzone sarebbero i generali di due eserciti. In guerra tra loro per il controllo della zona a cavallo tra le province di Messina e Catania.
Montagno Bozzone, 43 anni, è stato catturato a Bronte in un covo, che s'era ricavato in un sottotetto: qui, si nascondeva forse per paura delle forze dell'ordine o, più presumibilmente, per timore dei suoi nemici paesani, che già due volte avevano tentato di ammazzarlo nel giugno 2000 e nel novembre 2001.
Assieme a lui e a Turi Catania, i fermati su ordine della Procura distrettuale di Catania sono Giuseppe Cartillone, 54 anni, di Bronte, detto«U' pisciaru», Franco, Gianfranco e Marco Taguali Conti, 48, 30 e 31 anni, di Maniace, Giuseppe Foti, 60, di Cesarò, detto «Iano Cazzarola», Mario Montagno Bozzone, 33, Alessandro Franco, 36, detto «Francu u' niuru», e Giuseppe Leanza, «Peppe a mafia», 26, tutti di Bronte, Giuseppe Pappalardo, 51, soprannominato«U Sarafio», Giovanni e Giuseppe Pruiti, 28 e 35, e Gaetano Ragusa, 56, detto «Tano Calluvale», di Cesarò, Claudio «Scilla» Reale, 29, di Bronte, Antonino «Carombo» Saraniti, 46, di Cesarò, Antonio, Rino e Vincenzo Sciacca, 53, 25 e 28, di Bronte, Antonino «Ninitto» Triscari, 26, anche lui di Bronte. (...) Su affari e delitti delle cosche brontesi la Direzione distrettuale indaga da due anni con intercettazioni ambientali e telefoniche, che in queste ore hanno consentito di ascoltare conversazioni tali da mettere in allarme magistrati e carabinieri: «Riteniamo - ha affermato ieri il procuratore - che stesse per scattare un agguato contro uno degli indagati. Per questo. abbiamo preferito anticipare i tempi e non aspettare la firma dei provvedimenti cautelari da parte del Giudice delle indagini preliminari».

Nell'ordinanza, è contestato a Claudio Reale e Antonino Triscari il tentato omicidio di Alessandro Franco, commesso a Bronte il 30 ottobre 2000. Fu il secondo atto dell'offensiva sferrata da Turi Catania contro il gruppo rivale, dopo il fallito agguato ai danni dello stesso Ciccio Montagno Bozzone, avvenuto nel giugno di quattro anni fa. Il 16 febbraio 2002, ancora a Bronte, la risposta a questi due delitti con il ferimento di un fedelissimo di Catania, Giuseppe Gullotti, che sarebbe stato commesso dallo stesso Montagno Bozzone assieme al fratello Mario. (…) [Gerardo Marrone, Giornale di Sicilia]


10 Febbraio 2004

Retata antimafia: venti ordini di cattura

Maxi retata da parte dei carabinieri della compagnia di Randazzo in alcuni paesi del versante nord dell’Etna. I militari dell’Arma avrebbero arrestato numerose persone soprattutto a Bronte, ma sui risvolti della vicenda c’è il massimo riserbo da parte degli inquirenti.
I carabinieri tengono le bocche cucite e ci dicono soltanto che questa mattina tutti i «media» saranno informati su un’operazione che sembra aver assunto i contorni importanti. ùùLo si capisce dallo spiegamento di forze che ieri, in grande stile ha messo a ferro e fuoco la Città del Pistacchio per assicurare alla giustizia un numero non confermato di malviventi, anche se alcune fonti ritengono essere 20. Già alle prime luci dell'alba di ieri l'irruzione dei carabinieri nelle case delle persone indiziate, supportati anche da un elicottero. Sembrerebbe che per dare maggiore efficacia all'azione siano giunti pure militari in forza nella Provincia di Messina. L'imponente schieramento di forze e le continue sirene che si sentivano nel grosso Comune dell'Etna chiaramente hanno incuriosito i residenti, ma il riserbo dei Carabinieri ha impedito di conoscere i nomi degli arrestati. Certo però è anche vero che da tempo a Bronte si svolgono indagini per sgominare più bande, con persone sospettate di associazione per delinquere di stampo mafioso.

Ricordiamo che a Bronte verso la fine del 2001 si è consumata una faida fra bande sfociata in diversi tentati omicidi e un omicidio. A rimanere ucciso sotto i colpi di una pistola fu il 6 dicembre del 2001 il 31enne Sergio Gardani. Le indagini portarono a Filippo nnominato a Bronte con uno strano nomignolo, ovvero «Filippo Parracina». Prima però, il 20 novembre, un'esecuzione quasi simile per poco non costava la vita ad Alfio Camuto, raggiunto da un colpo di pistola al naso proprio mentre posteggiava l’auto sottocasa. [ (Fonte: La Sicilia)

Maggio  2005: le condanne - Gennaio 2007: Assolti in Appello  - Ottobre 2007: Sentenza annullata - Marzo 2008: tutti liberi


10 Febbraio 2004

Droga e pizzo tra Etna e Nebrodi

Catania - Venti presunti appartenenti alle cosche mafiose Santapaola e Mazzei sono stati fermati dai carabinieri dei comandi provinciali di Catania e Messina nell’ambito di una operazione antimafia condotta in paesi dell’Etna e dei Nebrodi. Le due frange mafiose sono accusate di aver gestito il racket delle estorsioni e il traffico di droga a Maniace e Bronte, nel Catanese, e a Cesarò e San Teodoro, nel messinese.
Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono associazione mafiosa, omicidio volontario, tentativo di omicidio estorsione, minacce, danneggiamento, incendio, furto, ricettazione, violenza privata, detenzione di armi ed esplosivi, traffico di stupefacenti, quasi esclusivamente cocaina. In particolare le indagini dei carabinieri, durate oltre due anni, avrebbero fatto luce su una sanguinosa faida interna ala cosca Santapaola con la fuoriuscita di alcuni suoi affiliati. Tra i catturati c’è anche il presunto boss della cosca Mazzei, Francesco Montagno Bozzone, di 43 anni, che si nascondeva in un covo ricavato nel sottotetto della sua abitazione a Bronte. (...) L'inchiesta ha fatto luce sulla faida interna a Cosa nostra sfociata in omicidi e agguati per il controllo degli affari criminali nella zona, soprattutto del racket delle estorsioni e del traffico di cocaina. Svelati anche i collegamenti tra gruppi organizzati catanesi e messinesi.

Prima del 2000 il gruppo sgominato dall’operazione faceva parte di un unico clan, legato alla famiglia Santapaola di Catania. In seguito ad una forte contrapposizione ai vertici dei clan si creò una frattura: da una parte i fuoriusciti, guidati da Francesco Montagno Bozzone, che si alleò con gli storici rivali della cosca Mazzei, legati ai Corleonesi; dall’altra i fedeli di Cosa nostra di Catania, il cui reggente nella zona era Salvatore Catania, di 42 anni.

I carabinieri collocano l’inizio della faida con i due agguati ai quali il boss Montagno Bozzone riuscì a sfuggire nel giugno del 2000 e nel novembre dell’anno successivo. Le indagini dei militari dell’Arma riconducono a questa forte contrapposizione l’uccisione di Sergio Gardani, avvenuta il 7 dicembre del 2001, e il ferimento mortale di Bruno Sanfilippo Pulici, deceduto il 4 giugno del 2002. Ma anche i tentativi di omicidio di Alessandro Franco (compiuto il 30 ottobre del 2000) e di Giuseppe Gullotti (16 febbraio 2002). Nelle stessa strategia criminale gli investigatori non escludono si possa collocare il presunto caso di lupara bianca di Mario Attinà, scomparso dall’agosto del 2001. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania. (Fonte: La Sicilia) (Nelle due foto, Francesco Montagno Bozzone e Salvatore Catania, presunti capi della cosca, entrambi di Bronte)



6 Febbraio 2004

Metanodotto “Enna-Montalbano Elicona”

Il Comune: "Sì al metanodotto, ma senza intaccare gli scavi"

Posa del metanodotto in C.da Erranteria (2005)Il Consiglio da un sì condizionato

Il Consiglio comunale ha espresso parere favorevole al raddoppio del metanodotto Enna-Montalbano Elicona subordinandolo alle integrazioni successivamente apportate al progetto ed alle condizioni formulate dal Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza. Il progetto era stato trasmesso dalla SNAM al Comune nel marzo 2003 per il parere di autorizzazione sul tratto interessante il nostro territorio ai sensi dell’art. 6 della L.R. 15/91.

Alcuni chilometri del nuovo percorso avevano suscitato subito allarme e preoccupazioni: rischiavano, infatti, di stravolgere in modo definitivo una zona ricca di storia ed ancora inesplorata dal punto di vista archeologico, (la vallata di Maniace e del fiume della Saracena, le contrade Erranteria, Mangiasarde, Balze).
Un'area interessata, fra l’altro, all'istituzione di un Parco archeologico previsto nel piano triennale delle opere pubbliche. Anche la Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Catania esprimeva forti preoccupazioni per il tracciato che rischiava di sconvolgere aree archeologiche importanti ed ancora non ben esplorate. Per cui richiedeva prima una completa ricognizione di superficie fatta secondo i sistemi ormai consolidati del “survey archeologico”.

Il Sindaco subordinava la concessione delle autorizzazioni di competenza all’acquisizione del nulla-osta della Soprintendenza. Anche condividendo le scelte progettuali di massima, rimandava quindi il tutto, particolarmente per il tratto di alcuni chilometri nelle contrade della Saracena, Balze e Mangiasarde, alle determinazioni del Servizio per i Beni Archeologici.
Il risultato è stato che l’area interessata dovrà essere sottoposta, prima dei lavori, ad una serie di prospezioni archeologiche di superficie “per strisciate parallele” e che solo al termine di tali indagini si potrà eventualmente acconsentire ad affiancare il metanodotto a quello esistente in una nuova fascia. In pratica nel momento in cui si ritrovassero beni di valenza archeologica qualsiasi lavoro dovrà essere interrotto.


Nelle foto che accompagnano gli articoli: Tracce di antichi insediamenti in contrada Edera-Balze, a pochi metri dalla SS. 120 e adiacenti al percorso del metanodotto. Nel 1986 la Soprintendenza di Siracusa, a seguito di sopralluogo, ha accertato «... la presenza di una robusta struttura muraria in blocchi lavici appena sbozzati, dell'ampiezza di circa 3 metri che, pur con diverse lacune, è possibile seguire per quasi due chilometri e mezzo di lunghezza... Per i caratteri costruttivi,che farebbero pensare ad una probabile cinta muraria e per la presenza nelle aree limitrofe di frammenti di tegole di età greca e di ceramica ad impasto.»

La stessa Soprintendenza ritenne "la struttura di interesse archeologico" predisponendo le misure per la conseguente tutela.
Si intravedono una cinta muraria (che si snoda per quasi due Km.) e annessi ambienti in pietra a secco rettangolari e circolari. Si reputa che vanno dal VI-V secolo a. C., fino al periodo tardo romano (III-IV secolo d. C.).  Poco distante scorre il Fiume della Saracena, testimone di leggendarie battaglie fra gli Arabi ed il generale bizantino Giorgio Maniace, trovasi la grotta a scorrimento lavico di contrada Tartaraci ("frequentata - scrive la Sovrintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Catania - in epoca preistorica, a partire dalla fine del neolitico medio fino alla media età del bronzo") e la rupe con le mitiche Grotte dei Saraceni. A pochi chilometri, nelle adiacenze del Castello Nelson, l'archeologo Paolo Orsi nel 1905 scoprì i resti di una villa del periodo romano. (Leggi pure: Esplorazioni e saggi di scavo archeologico   /  Il patrimonio archeologico / La spirale megalitica di Balze Soprane)


18 Febbraio 2004

Sì al metanodotto, ma senza intaccare gli scavi

Il Consiglio comunale di Bronte, presieduto dal consigliere Aldo Catania, ha approvato il progetto della «Snam rete Gas» che intende realizzare altre due condotte del gas parallelamente alle due già esistenti un in tratto che va dal territorio di Enna fino a Montalbano Elicona, attraversando il territorio di Bronte.

Il civico consesso brontese, però, ha posto una pregiudiziale, ovvero che i lavori rispettino le condizioni formulate dalla Soprintendenza ai Beni culturali ed ambientali di Catania che ha chiesto una verifica del sottosuolo prima di iniziare gli scavi, onde evitare di rovinare per sempre una zona che potrebbe essere di valore archeologico.
Fin dal primo momento in cui il progetto del metanodotto è arrivato al Comune, il sindaco, dott. Salvatore Leanza, ha bloccato le autorizzazioni di propria competenza dopo aver letto il parere tutt’altro che positivo da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Catania che ha sottolineato come «già durante lo scavo del primo metanodotto furono trovati in più punti diversi accumuli di frammenti, in buona parte preistorici».
Si rischiava quindi di portare un ulteriore sconvolgimento nelle aree, come in contrada Erranteria, dove è segnalato un insediamento tardo-antico con edifici decorati a mosaici, scoperti da Paolo Orsi ai primi del ‘900 e ciò ha provocato il blocco dell'iter burocratico. Da quel giorno le riunioni si sono susseguite per trovare una soluzione. I tecnici della Snam sono anche venuti a Bronte per trovare una soluzione per non penalizzare un progetto che comunque è di utilità collettiva.

Alla fine la Snam ha dichiarato di essere disposta a fermare gli scavi nel caso in cui sondaggi che si effettueranno lungo il percorso dovessero portare alla luce reperti archeologici valore. Questa condizione ha soddisfatto anche il Consiglio comunale che ha approvato il progetto ponendo fine alla discussione. (Fonte La Sicilia)


2 Ottobre 2003

Per le nuove condotte del gas occorre la verifica ambientale

Bisognerà verificare la valenza archeologica del sito e soprattutto salvaguardare l'aspetto ambientale del territorio prima di realizzare le due condotte del gas parallelamente alle altre due già esistenti nel tratto che va da Enna a Montalbano Elicona.
E' questo, in sintesi, l'esito dell'incontro effettuato al Comune di Bronte fra la Soprintendenza ai Beni Ambientali di Catania, il Parco dell'Etna, la Snam rete gas e l'Amministrazione comunale di Bronte, che a luglio, su precisa volontà del sindaco, dott. Salvatore Leanza, non ha concesso le autorizzazioni di propria competenza per la realizzazione del raddoppio della condotta, se prima non si sarebbe espressa favorevolmente la Soprintendenza. Così nel Palazzo comunale brontese, alla presenza dell'assessore alle Attività produttive, si sono riuniti il dott. rivitera della Soprintendenza, gli ingegneri Bolzoni e Magnoni della Snam, l'ing. Di Paola del Parco dell’Etna, il direttore generale del Comune di Bronte, avv. Vecchio e l'assessore Pizzuto: «Prima di poter proseguire nell'iter - ha affermato Privitera - è necessaria una verifica archeologica. Bisognerà fare una ricognizione a tappeto predisponendo una carta delle presenze archeologiche».

«Sulla zona interessata - ha replicato l'ing. Di Paola - insiste un costone roccioso di epoca preistorica che non deve essere modificato». Su proposta dell'assessore Pizzuto si è effettuato un sopralluogo verificando le necessità del Parco e della Soprintendenza che ha chiesto di ottenere le autorizzazioni con le prescrizioni individuate dal Comune, dal Parco dell'Etna e dalla Soprintendenza. (Fonte La Sicilia)


10 Luglio 2003

Il metanodotto si ferma a Bronte

Area archeologica. Il Comune dice no in attesa che si pronunci la Soprintendenza

Si ferma a Bronte il progetto della Snam rete Gas di realizzare altre due condotte del gas parallelamente alle due già esistenti nel tratto che va da Enna a Montalbano Elicona.
Il sindaco di Bronte, dott. Salvatore Leanza, infatti, ritenendo di valore archeologico il territorio interessato, non intende assolutamente concedere le autorizzazioni se non si esprime favorevolmente la Soprintendenza per i Beni culturali ed ambientali di Catania, la quale, tutto è tranne che d'accordo a permettere gli scavi se non prima si effettua un’attenta ricognizione dei luoghi. Andiamo con ordine.

Nel mese di Giugno la Regione siciliana ha inviato al Comune di Bronte una missiva per chiedere entro 45 giorni, il parere sul progetto della “Snam rete gas”, intenzionata a raddoppiare il metanodotto esistente. Fra le tante autorizzazioni che la società del gas, con sede a San Giovanni Milanese, doveva ottenere vi era quella della Soprintendenza di Catania che al momento ha rigettato il progetto.

Con lettera circostanziata; infatti, i dottori Maria Grazia Branciforti e Andrea Patanè ed il soprintendente, arch. Gesualdo Campo, hanno sottolineato: «Già durante lo scavo del primo metanodotto furono trovati in più punti diversi accumuli di frammenti, in buona parte preistorici. Adesso il nuovo progetto rischia di portare un ulteriore grave sconvolgimento nelle aree, come in contrada Erranteria dove è segnalato un insediamento tardo-antico con edifici decorati a mosaici, scavati da Paolo Orsi nei primi del 900.

E' chiaro poi, - replicano i dirigenti della Soprintendenza - che la traccia dovrà essere ulteriormente ampliata, considerando anche le piste di servizio. Pertanto questa Soprintendenza, non esprime parere fino a quando non sarà eseguita una completa ricognizione della superficie nella stagione giusta per effettuare un lavoro simile, ovvero nella tarda estate».

Per il sindaco di Bronte, dott. Salvatore Leanza le osservazioni della Soprintendenza sono più che pertinenti, per questo ha bloccato le autorizzazioni di competenza comunale ed ha invitato la Snam a rivedere il percorso del tracciato: “L'opera ricade - afferma il primo cittadino - su un'area interessata all'istituzione di un Parco archeologico previsto nel piano triennale delle opere pubbliche del Comune. Condividendo quindi le indicazioni della Soprintendenza ed invito le parti ad una conferenza di servizio, in modo da verificare possibili alternative al tracciato».

«Noi - dicono dalla Snam di Milano - non siamo a conoscenza del carteggio da voi citato. Abbiamo, invece, ottenuto l'autorizzazione di pubblica utilità da parte della Regione siciliana. Comunque vada, ci sono tutti i tempi tecnici necessari per vedere di poter accontentare tutti». [Fonte La Sicilia]

Nelle due foto: a destra le tenie in medaglioni e i riquadri ottagonali del mosaico del periodo romano rinvenuto in contrada Erranteria nei pressi della Ducea Nelson, (ne parla lo storico brontese Bene­detto Radice e l'immagine è tratta dalla prima edizione delle sue "Memorie storiche di Bron­te"). A sinistra una nostra ricostruzione dei tre ambienti dell'edi­ficio romano ormai andato comple­tamente distrut­to dalle ruspe; la piantina è stata realizzata sulle misure prese dall'ar­cheologo Orsi nel 1905.


11 Luglio 2003

Pregio archeologico, si ferma il progetto Snam tra Enna e Montalbano

Metanodotto, stop a Bronte

Leanza: niente via libera senza il sì della Sovrintendenza
”Non daremo le autorizzazioni se non c’è il sì della Soprintendenza”. Questa la laconica dichiarazione di sindaco della cittadina, Salvatore Leanza, a proposito del progetto del metanodotto Enna-Montalbano che, nel progetto esecutivo, dovrebbe attraversare il territorio di Bronte. Se «Cristo si è fermato a Eboli”, il progetto della Snam rete Gas di realizzare altre due condotte del gas parallelamente alle due già esistenti nel tratto che va da Enna a Montalbano Elicona rischia di fermarsi allora nella cittadina del pistacchio. Leanza, infatti, ritenendo di valore archeologico il territorio interessato, non intende assolutamente concedere le autorizzazioni se non esprime favorevolmente la Soprintendenza per Beni culturali e ambientali di Catania, la quale non darebbe l'assenso agli scavi se prima non si effettua un'attenta ricognizione dei luoghi. (.…) [Marcello Proietto, Gazzetta del Sud]




21 Marzo 2004

Presentato il lavoro del master «Manager per la valorizzazione e fruizione turistica dei beni culturali ed ambientali»

Territorio di Bronte un bene da rilanciare

Alla presenza di un numeroso e qualificato pubblico si è svolto ieri mattina nel Castello Nelson di Bronte il convegno «Analisi territoriale e proposte di valorizzazione dei Beni Culturali nell'alta Valle del Simeto» durante il quale sono stati presentati e resi pubblici i lavori ed i risultati  - veri progetti di sviluppo economico - dello stage post laurea che quattro giovani laureati all'Università «La Sapienza» di Roma hanno svolto in questi mesi a Bronte. L'incontro è stato organizzato dall'Irsea, dall'Università La Sapienza di Roma e dal Comune di Bronte. Presenti il vice sindaco Francesca Reale, l'assessore comunale Antonello Caruso e l'assessore provinciale, arch. Gesualdo Campo; hanno relazionato il prof. Vincenzo Nocifora, il dott. Umberto Di Maggio, l'avv. Aurelio Bruno, l'arch. Arturo Alberti, il dott. Salvatore Scalisi, l'ing. Concetto Bellia, l'ing. Di Paola e la dottoressa Lucia Perrotta.
Al convegno hanno partecipato alcune scuole di Bronte, il Parco dell'Etna, quello dei Nebrodi ed il  Parco Fluviale dell'Alcantara. Assente il sindaco di Bronte, dott. Salvatore Leanza, che doveva presiedere. E' rimasto "barricato" in Municipio per protesta contro il mancato accoglimento di una sua reiterata richiesta di un vertice a Bronte sull'ordine pubblico.


11 Febbraio 2004

Redigeranno un progetto di sviluppo turistico

Laureati dell'università "La Sapienza" a Bronte

Hanno già raccolto tutto il materiale possibile impossessandosi delle notizie storiche cui questa zona è ricca. Dopo redigeranno dei percorsi turistici che possano, con validi argomenti, affiancarsi a quelli tradizionali che vedono la Sicilia famosa solo per alcune città come Taormina o Cefalù. Si tratta di 4 ragazzi appena laureati all'Università «La Sapienza» di Roma e che a Bronte stanno svolgendo uno stage post laurea per il master «Manager per la valorizzazione e fruizione turistica dei beni culturali ed ambientali», grazie al protocollo d'intesa che il sindaco Salvatore Leanza ha firmato con il prof. Vincenzo Nucifora, docente presso la Facoltà di Sociologia dell'importante Università romana. Così, guidati dal tutor, la dott.ssa Lucia Perrotta di Roma, quattro ragazzi siciliani, che però si sono laureati a Roma, stanno esaminando il territorio.

Sono Andreina Salone di Trapani, Sonia Consolo di Enna, Vincenzo Robino di Trapani e Umberto Di Maggio di Palermo. «Siamo qui - afferma quest'ultimo - per completare questo master di formazione ed effettuare sia uno studio che abbracci le statistiche demografiche ed economiche nel territorio, senza dimenticare gli usi ed i costumi di questa terra, sia un progetto di sviluppo turistico. Questa fetta di Sicilia, infatti, vanta grandissime potenzialità che derivano dalla posizione geografica e dalla sua storia. In pochi, però, sanno che qui si sono combattute importanti battaglie e che queste terre erano ambite perché floride e riparate. Non c'è solo Taormina o le grandi città ed il nostro intento è quello di creare percorsi turistici integrati per rendere interessante anche questa parte di Sicilia». [L.S.]



10 Febbraio 2004

Operazione “Wolf”

Scala scarcerato dal TdL

La tesi della difesa è stata ritenuta credibile. Quei pantaloni di cui discuteva al telefono erano effettivamente capi d'abbigliamento e non si trattava di linguaggio “criptico”, per parlare di droga. E’ stato sostanzialmente questo motivo che i giudici del tribunale del Riesame di Messina hanno deciso di scarcerare il gioielliere Rosario Scala, uno degli indagati dell’operazione Wolf, l'inchiesta con cui la Dda e la polizia hanno smantellato alla fine di gennaio una vasta organizzazione mafiosa che aveva messo le mani sull'intero comprensorio ionico. Scala, che è assistito dall'avvocato Giuseppe Valentino, è molto conosciuto a Giardini Naxos, dove gestisce l'omonima gioielleria. Nei suoi confronti i giudici del Riesame hanno addirittura annullato l'ordinanza di custodia cautelare.
La sua figura come indagato della "Wolf” è stata tratteggiata dal gip Mariangela Nastasi, il giudice che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare dopo aver accolto le richieste del sostituto procuratore della Dda, Ezio Arcadi, il magistrato che ha gestito l'intera inchiesta. Scala è descritto come «un altro soggetto molto vicino ai Ragusa (l'uomo sospettato di essere il capo di una delle due costole dell'associazione». (n.a., Gazzetta del Sud)

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