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Notizie, Eventi Socio-Culturali e non

Da Novembre a Dicembre 2009

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17 Dicembre 2009

Inaugurato il nuovo anno sociale della Fidapa

Alla presenza di numerose autorità civili e militari, la presidente Maria Prestianni Firrarello, ha inaugurato il nuovo anno sociale della sezione brontese della Fidapa. Presenti alla cerimonia la presidente nazionale della Federazione, Giuseppina Seidita, la presidente distrettuale della Sicilia, Lucia Emmi, la past president Lucia Chisari e la segretaria distrettuale per la Sicilia Nora Caserta. Durante il discorso di apertura la presidente Prestianni Firrarello, dopo aver ringraziato e salutato le autorità presenti, ha delineato le linee guida del suo programma in attuazione del tema nazionale, improntato sul “rispetto”" in tutti i suoi aspetti e sulla leadership femminile. La Fidapa di Bronte del resto si è già distinta in occasione della presentazione del libro di Salvatore Scalia «Fuori gioco», ed in occasione della tappa brontese del Premio internazionale Giovanni Verga. Oltre a ciò sabato alle ore 19, patrocinato dalla Provincia regionale di Catania, la Fidapa presenterà presso la Chiesa Sacro cuore di Gesù di Bronte, il concerto di Natale tenuto dall’orchestra a plettro “Città di Taormina”. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]




16 Dicembre 2009

UDIENZA DI CONVALIDA. «CREDEVO DI ESSERE PEDINATO COME MIO FRATELLO »

Il delitto del ragazzo di Bronte

Reale confessa: «Ho sparato io»

Il trentaduenne ha negato l'ipotesi della faida. «È stato un tragico errore»

Avrebbe ammesso le sue responsabilità Alessandro Reale, 32 anni, indicato dagli investigatori come colui che venerdì scorso ha sparato e ucciso Salvatore Costanzo, un diciassettenne di Bronte con l'unica colpa di trovarsi nel posto sbagliato.

La confessione è avvenuta ieri mattina durante l'udienza di convalida che si è celebrata davanti al gip Antonella Romano. A confermarlo è stato l'avvocato Mario Schilirò che assiste sia Reale che Mario Bonaccorso, 31 anni, quest'ultimo sospettato di essere l'autista del «commando».

Durante l'udienza di convalida Reale ha però negato di aver agito per vendicare le sparatorie in cui è rimato ferito il fratello Claudio negli ultimi mesi stando a quanto si è appreso ieri, infatti, il giovane brontese, residente da anni all'isola del'Elba dove si apprestava a fare ritorno tra qualche giorno, avrebbe fatto fuoco perché credeva di essere seguito da due persone in sella a un motorino e temeva per la sua incolumità, memore degli agguati di cui era stato vittima il fratello. Per questo avrebbe impugnato il revolver e avrebbe esploso le pallottole che hanno ucciso Salvatore Costanzo, che si trovava assieme ad altri amici dentro un'utilitaria.

Un tragico, maledetto errore. Non si è sottratto alle domande del giudice neppure Mario Bonaccorso, che però ha respinto ogni accusa. Bonaccorso aveva trascorso l'intera giornata in compagnia dell'amico, ma ha sostenuto di non sapere che fosse in possesso di una pistola. Il gip Romano si è presa un giorno di tempo per decidere sulla convalida. Il provvedimento è atteso per questa mattina.

Secondo gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Luigi Lombardo, la sparatoria andrebbe ricon­dotta a un principio di faida che oppone il clan di Salvatore Catania, appendice brontese della famiglia Santapaola, al gruppo che trova un punto di riferimento in Claudio Reale, 34 anni, fratello di Alessandro. (ClC, Giornale di Sicilia)
 

15 Dicembre 2009

BRONTE: IL SINDACO FIRRARELLO

«Uccidere a 17 anni per niente. I ragazzi ritrovino la legalità»

«Una vita non può essere tolta per niente. Questo dobbiamo farlo capire anche a chi intende macchiarsi di crimini così gravi». A sostenerlo è il sindaco di Bronte, Pino Firra­rello, proprio quella Bronte ancora scossa dall’omicidio dello sfortunato Salvatore Costanzo.

Così il primo cittadino che in passato, a seguito di altri fatti criminosi ha chiesto ed ottenuto che a Bronte si riunisse un vertice sull’Ordine e la sicurezza pubblica e che è riuscito ad appaltare la nuova caserma dei carabinieri per favorire l’arrivo di altri militari dell’Arma, a 48 ore dall’omicidio parla di disgregazione di parte del mondo giovanile e invita le famiglie e tutta la società civile brontese a fornire il proprio contributo affinché ragione e valorizzazione dell’uomo prevalgano nei confronti della criminalità e della sopraffazione:

«Quest’episodio - ci dice - ha turbato tutto il paese, che oggi rischia di non sentirsi più tranquillo. Perdere la vita a 17 anni è quanto di peggio possa accadere. E fa ancora più male il fatto che si ritiene che sia stato ucciso per errore. Allora alcuni giovani, fortunatamente non numerosi, devono rivedere i propri comportamenti, affinché non si vada ancor di più alla deriva. E’ necessario che legalità e rispetto dell’uomo tornino ad assumere un valore di primato. Ed affinché questo messaggio si diffondi chiedo l’aiuto delle famiglie e della gente che esorto a non rimanere attonita di fronte a questa tragedia. Tutti insieme, attraverso il dibattito ed il confronto, dobbiamo promuovere il valore di una vita onesta rispetto alle condotte riprovevoli.» (La Sicilia)

15 Dicembre 2009

«CONVALIDA». Alessandro Reale e Mario Bonaccorso compariranno davanti al giudice Romano. Sempre accreditata l’ipotesi della guerra tra clan con il tragico errore di persona

Bronte, il delitto Costanzo

Dal Gip i due presunti killer

L’udienza di convalida è prevista per questa mattina.

L’autopsia sulla vittima ieri sera all’obitorio dell’ospedale «Garibaldi». Il due giovani accusati di avere teso l’agguato di via sacerdote Prestianni si trovano attualmente in isolamento nel carcere di piazza Lanza.

A mezzogiorno in punto davanti al giudice per le indagini preliminari Antonella Romano compariranno Alessandro Reale, 32 anni, e Mario Bonaccorso, 31, indicati dai carabinieri come i due componenti del commando che sabato scorso ha sparato e ucciso, per un maledetto errore, a quanto pare, Salvatore Costanzo, 17 anni compiuti qualche ora prima.

In particolare, secondo l’accusa, Reale avrebbe impugnato la pistola e fatto fuoco contro gli occupanti dell’utilitaria nella quale si trovava anche Costanzo, mentre Bonaccorso avrebbe svolto il ruolo di autista. Spetterà al gip il compito di decidere se lasciare in carcere i due indagati su cui si sono subito addensati i sospetti dei carabinieri della compagnia di Randazzo, al lavoro per fare luce sugli autori dell’omicidio avvenuto in via Sacerdote Prestianni. L’avvocato Mario Schilirò non ha ancora incontrato Bonaccorso e Reale, dovrà attendere questa mattina per potersi consultare con loro. Bisognerà invece attendere più a lungo per conoscere gli esiti dell’autopsia che è stata affidata ieri al medico legale Giuseppe Ragazzi. L’esame sul cadavere di Salvatore Costanzo è iniziato nel tardo pomeriggio di ieri all’obitorio dell’ospedale Garibaldi. Sabato mattina la giovane vittima si trovava in auto assieme ad altre quattro persone e molto probabilmente non era lui il bersaglio della pioggia di fuoco a cui gli altri sono scampati. L’agguato, secondo gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Luigi Lombardo, andrebbe ricondotto a un principio di faida che oppone il clan di Salvatore Catania, appendice brontese della famiglia Santapaola, al gruppo che trova un punto di riferimento in Claudio Reale, 34 anni, fratello di Alessandro. Si sarebbe trattato di una replica alle sparatorie di cui negli scorsi mesi – il 30 gennaio e l’1 dicembre scorsi - è rimasto ferito Claudio Reale. [Clelia Coppone, Giornale di Sicilia]

14 Dicembre 2009

L’assurdo assassinio del diciassettenne. I killer hanno confuso l’auto

Neppure l’amico della vittima era il vero obiettivo dei sicari

Non è stata ancora rinvenuta l’arma che ha ucciso il diciassettenne Salvatore Costanzo, bravissimo ragazzo e gran lavoratore, vittima innocente di una guerra tra bande di malviventi a cui lui era totalmente estraneo. C’è di più, come è emerso dalle incessanti indagini condotte dai carabinieri, a rendere più assurda questa tragedia che ha sconvolto la vita di una famiglia: l’obiettivo dei sicari non sarebbe stato neppure Antonino Russo, ventenne, giudicato in un primo momento come l’obiettivo dei sicari. Prende sempre più l’ipotesi che gli assassini abbiano sbagliato addirittura non solo la persona ma l’auto. Ipotesi suffragata, anche dalle origini di Russo: un giovane cresciuto in una famiglia perbene, che non avrebbe mai avuto contati con il gruppo di «Turi» Catania, come si era detto in un primo momento.

A questi interrogativi potrebbero rispondere Mario Bonaccorso, 31 anni e Alessandro Reale, 32 anni indagati della Procura della Repubblica per omicidio volontario. Sono diversi gli indizi raccolti dagli inquirenti nei loro confronti. Fermati sabato intorno alle 13 mentre erano in una proprietà a disposizione del Reale, i due, secondo quanto si è appreso, avrebbero fatto parziali ammissioni di colpa. Da qualche mese Alessandro Reale dopo gli attentati al fratello (il 30 gennaio e il 1 dicembre), pare che vedesse fantasmi da tutte le parti, viveva insomma “sul chi va la”.

Era stato Salvatore Costanzo, a proporre agli amici di andare in un locale per stare insieme e svagarsi un po’. Era appena entrato in auto, quando è stato raggiunto dai colpi di rivoltella da una distanza ravvicinata. A sparare contro la vettura, centrando alla testa e al torace Costanzo, sarebbe stato proprio Alessandro Reale, con una rivoltella che avrebbe perso durante la fuga ma che non è stata, come detto, trovata, da un’auto guidata da Bonaccorso.

A nulla è valsa la corsa in ospedale a Bronte per sottrarre alla morte il diciassettenne. Che non si respirasse un’aria tranquilla nel territorio di Bronte, era chiaro già all’indomani dell’ultimo attentato a Claudio Reale. Infatti i carabinieri della locale stazione e della compagnia di Randazzo, avevano rafforzato i controlli nell’intero perimetro cittadino. Controlli che evidentemente saranno ulteriormente rinforzati per supportare lo strenuo lavoro fatto dai militari dell’Arma. In attesa ovviamente di un’azione incisiva da parte della Dda di Catania che “ripulisca” il territorio da queste bande di criminali che spadroneggiano sparando a destra e a manca e togliendo la vita a innocenti la cui unica colpa è quella di trovarsi al momento sbagliato nel posto sbagliato. Questo chiede un’intera comunità stanca di dover assistere a questo spargimento di sangue innocente provocato da un pugno d’individui che devono essere messi presto in condizione di non nuocere. [Lucia Paternò, Gazzetta del Sud]

14 Dicembre 2009

Nessuno crede al debito

Il giorno dopo l’assurdo omicidio del 17enne, la gente si interroga sui reali motivi dell’agguato

Dire che a Bronte ieri l’atmosfera era plumbea non è esagerato. La cittadina, già scossa per il diffondersi della notizia dell’assassinio del povero Salvatore Costanzo nel giorno del suo diciassettesimo compleanno, ieri ha cercato gli approfondimenti sui quotidiani, commentando anche le ipotesi formulate dagli investigatori. In verità, nei bar e nei circoli l’ipotesi che tutto si sia verificato a causa di un misero debito convince poco.

La gente è più propensa a credere che si sia trattato dell’atteso regolamento di conti dopo il tentato omicidio di Claudio Reale a Maletto, oppure che si sia aperta una faida fra cosche per il dominio delle attività malavitose.

Vero è, anche, che i carabinieri non hanno scartato alcuna ipotesi e stanno continuando a indagare. Nessuna indiscrezione, però, è trapelata, anche se gli inquirenti sembrano indirizzati ad esaminare ai raggi x il mondo sommerso che ruota attorno agli appalti, soprattutto quelli più grossi. Oltre a ciò, stanno cercando di capire il possibile ruolo assunto da Alessandro Reale, ovvero il killer che ha ucciso Salvatore, all’interno delle organizzazioni criminali di Bronte. Dopo il primo tentato omicidio nei confronti del fratello Claudio, avvenuto nel gennaio scorso, e dopo che il fratellastro Andrea Gullotti è finito in carcere, Alessandro è tornato in Sicilia. Per anni, infatti, ha fatto il cuoco a Capoliveri, centro turistico dell’Isola d’Elba, in provincia di Livorno. I carabinieri stanno anche cercando il revolver che ha sparato, forse nascosto dopo l’omicidio. Intanto, i genitori e la sorella più grande del povero Salvatore non riescono a darsi pace. Il giovane frequentava l’Ipsia e quando aveva tempo aiutava il padre in campagna.

Era veramente un bravo ragazzo, lontano da certi ambienti. Mai i carabinieri lo avevano visto frequentare persone sospette. Per questo, quando i militari dell’Arma sono arrivati in casa Costanzo, i genitori hanno pensato a un incidente stradale; mai, infatti, si sarebbero immaginati che nel giorno del suo compleanno il figlio sarebbe stato ucciso. [R. P., La Sicilia]

13 Dicembre 2009
Bronte - Si trovava in auto, in piena notte, con altri quattro amici ventenni uno dei quali era forse il vero bersaglio dei killer della banda rivale

L'agguato mentre erano diretti in un pub. Il presunto esecutore fermato insieme con un complice

Guerra tra clan, ragazzo ucciso per errore

Un ragazzo vittima della lotta senza sosta tra clan rivali e anche del destino. L'uccisione, ieri notte, di Salvatore Costanzo di 17 anni sarebbe infatti il frutto di un errore di persona. Nel mirino dei killer c'era, a quanto sospettano gli investigatori, un'altra persona. L'obiettivo con molta probabilità era uno degli altri quattro amici con cui Costanzo si trovava a bordo di un'auto. Le indagini sull'omicidio hanno comunque preso subito una precisa direzione: tanto che poche ore dopo i colpi di pistola sono stati fermati Mario Bonaccorso e Alessandro Reale, entrambi poco più che trentenni. Sul loro conto i sospetti sarebbero numerosi; al momento comunque si ritrovano nella posizione di “fermati”.

L'omicidio è avvenuto in piena notte. Il ragazzo era a bordo di una Fiat 500 assieme ad un quartetto di amici, quando è scattato l'agguato: diversi colpi di pistola hanno colpito in pieno il ragazzino. Per lui, immediatamente trasportato all'ospedale, non c'è stato nulla da fare. I colpi hanno raggiunto Salvatore al torace e alla testa e non hanno dato ai medici alcuna possibilità di intervenire. La missione di morte è scattata intorno all'1,30 in via Sacerdote Prestianni.

I ragazzi, tutti ventenni tranne Costanzo, si stavano dirigendo in un pub a consumare la classica birra in compagnia. All'improvviso, nell'oscurità che avvolge la zona, deserta peraltro a quell'ora, l'auto degli amici è stata affiancata dai killer che, in rapida successione, hanno esploso una pioggia di colpi d'arma da fuoco. Le indagini sull'omicidio sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Randazzo che hanno fermato, come detto, due persone: i presunti esecutori. Stando ai “si dice” provenienti da ambienti investigativi, pare che il delitto sia maturato nell'ambito di una guerra malavitosa fra clan rivali. Il coordinamento delle indagini è stato assunto dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania. Gravitano, infatti, negli ambienti criminali i due fermati: Mario Bonaccorso ed Alessandro Reale, fratello quest'ultimo di Claudio scampato a due agguati, il 30 gennaio e il 1 dicembre. Il clan Reale è contrapposto al clan di Turi Catania, di cui farebbe parte Antonino Russo, che si trovava nell'auto con Costanzo. Proprio lui, secondo gli investigatori, era forse l'obiettivo dei sicari. Come dire che il povero Salvatore ha pagato con la vita un rapporto di amicizia o forse solo di conoscenza.

Nel complicato puzzle di questo omicidio, incastonando le varie tessere, gli investigatori sono propensi a ritenere che possa trattarsi di una ritorsione ai due recenti agguati tesi a Reale. A sparare con una rivoltella contro Costanzo sarebbe stato Alessandro Reale; e dopo aver esploso i colpi contro la vettura, si sarebbe dato alla fuga su un'auto guidata da Bonaccorso. Nei momenti successivi i sicari si sarebbero liberati dell'arma del delitto, ancora non ritrovata dagli investigatori. Anche le prime dichiarazioni rese dai fermati agli investigatori, infarcite di alcune contraddizioni, confermerebbero che i due si trovassero sul luogo dell'agguato in cui ha perso la vita il diciassettenne. [Lucia Paternò, Gazzetta del Sud]

13 Dicembre 2009
Delitto a Bronte. La vittima aveva finito di festeggiare il diciassettesimo compleanno. Secondo i carabinieri movente dell’omicidio sarebbe un debito di gioco

Crivellato dai proiettili destinati a un altro

Salvatore Costanzo fulminato mentre era sull’auto di Antonino Russo, la vittima designata. Catturati killer e complice

BRONTE. Si è sparato ancora a Bronte e questa volta, purtroppo, una giovane ha perso la vita. Il delitto arriva dopo una serie impressionate di tentati omicidi andati a vuoto in maniera rocambo­lesca e fortunosa, con le designate vittime che si sono salvate per miracolo. A rimanere ucciso l’altra notte è stato Salvatore Costanzo, uno studente di Bronte di 17 anni, incensurato e lontano dagli ambienti malavitosi, che solo qualche ora prima aveva festeggiato il compleanno. Per i carabinieri della Compagnia di Randazzo che stanno indagando sull’accaduto, il giovane è stato colpito a morte da due colpi di pistola – uno alla testa e l’altro al torace – esplosi da Alessandro Reale di 32 anni, fratello di Claudio, un ragazzo che la mattina del primo di dicembre è stato sua volta vittima di un agguato di mafia: due sicari in sella a una motocicletta gli spararono con un fucile e una pistola senza riuscire ad ucciderlo.

A sentire gli investigatori, però, l’omicidio di venerdì notte non sarebbe legato all’episodio del primo dicembre. Non sarebbe la vendetta del fratello e la risposta di una guerra fra clan malavitosi. La realtà sarebbe che la vittima designata non era Salvatore Costanzo, bensì un altro giovane, Antonino Russo, di Bronte. Costanzo avrebbe avuto soltanto il torto di trovarsi a bordo della stessa auto di Russo.

Tutto è accaduto intorno all’una e mezza. Salvatore Costanzo, dopo aver festeggiato il com­pleanno in famiglia, è uscito di casa e ha incontrato amici e conoscenti. In 5 hanno deciso di andare a bere una birra e sono saliti sulla Fiat 500 rossa di Antonino Russo. Dopo appena qualche chilometro questo si è accorto d’essere seguito da un’auto, uno Audi grigia che risulterà essere quella di Alessandro Reale. Inizia un vero e proprio inseguimento nel centro storico di Bronte. Russo forse sapeva che Reale aveva motivi di acredine nei suoi confronti e ha tentato di sfuggirgli per le stradine strette. Reale però conosce bene il centro storico di Bronte e lo ha anticipato in via Sacerdote Giuseppe Prestianni.

Si è appostato dietro una colonna con in pugno un revolver e quando l’auto è passata ha esploso 4 colpi, senza tenere conto che nell’abitacolo vi fossero altri 4 ragazzi innocenti. I proiettili hanno sfondato il lunotto posteriore e hanno centrato in pieno il povero Salvatore. Reale credendo di aver compiuto la sua missione di morte ha raggiunto la sua auto ed è scappato assieme all’amico e complice Mario Bonaccorso di 31 anni. I quattro ragazzi sulla Fiata 500 rimasti illesi hanno trasportato il povero Salvatore ancora in vita al pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, dove i medici hanno fatto il possibile per tentare di salvare la vita al giovane. Purtroppo, però, è stato tutto inutile. Avvertiti i carabinieri, sono subito iniziate le indagini.

Gli investigatori hanno ascoltato numerosi testimoni e dopo alcune ore sono riusciti a risalire all’identità del killer e del suo complice. Alla vista dei militari dell’Arma, Reale ha tentato di fuggire, ma è stato subito acciuffato. Più volte interrogato dagli stessi carabinieri di Randazzo e dagli investigatori della Dda di Catania, oltre a contraddirsi, Reale avrebbe fornito quelle informazioni necessarie che hanno convinto gli investigatori della sua colpevolezza. Dato ancora più sconcertate: il movente della missione di morte sarebbe un semplice e misero debito di poche centinaia di euro non pagato da Russo, addirittura a un familiare di Reale. Un torto che in certi ambienti può costare la vita. Reale e Bonaccorsi accusati di omicidio e di tentato omicidio sono stati dichiarati in stato di fermo e condotti nel carcere catanese di Piazza Lanza. Le indagini continuano per cercare di portare alla luce tutta quella rete malavitosa che a Bronte continua a sparare all’impazzata, uccidendo anche innocenti. [R. P., La Sicilia]

Ancora una volta un altro grave fatto delittuoso porta in prima pagina la città di Bronte nei TG nazionali e  sui principali quotidiani isolani. E tutti parlano di mafia, di killer e di faide aperte fra gruppi criminali brontesi. Bronte sembra essere diventata una cittadina caratterizzata da un alto tasso di criminalità.
Ma le avvisaglie non erano mancate, come pure i "buoni propositi" delle Istituzioni: nel luglio 2007 in un vertice sull’ordine e la sicurezza pubblica, richiesto dal sindaco Firrarello e tenutosi a Bronte, l'allora prefetto Cancellieri aveva promesso: «Innanzi tutto un aumento del numero di carabinieri e durante gli orari notturni faremo pattugliare il territorio da corpi speciali». Dopo due anni non sembra che il panorama sia cambiato molto.


13 Dicembre 2009

Il caso. Era a bordo di un'auto con alcune persone: resa dei conti fra clan, i killer avevano come bersaglio uno degli occupanti

Bronte, 17enne ucciso per errore in un agguato

Fermati due uomini che avrebbero già fatto le prime ammissioni. Una faida aperta fra gruppi criminali (...)


13 Dicembre 2009

Salvatore Costanzo è stato colpito mentre si trovava in auto con altre persone, forse non era il vero obiettivo
Agguato mortale nel centro di Bronte

A 17 anni ucciso come un boss mafioso

Bronte in prima pagina nei giornali isolaniFaida a Bronte fra il clan dei Reale e quello dei Catania. Ieri, in via Sacerdote Prestianni l'ennesimo conflitto a fuoco costato la vita a Salvatore Costanzo, un giovane di 17 anni. Due persone sospettate di essere gli autori dell'omicidio sono state fermate poco dopo. Uno di loro ha perso la pistola dopo avere sparato.

Ha sparato nel mucchio; alla cieca e con il complice è scappato. Una vera e propria pioggia di piombo quella scagliata dalle canne della pistola impugnata dal sicario, contro cinque persone, ingabbiate all'interno di una utilitaria, in contrada Sciarotta, alla periferia sud di Bronte. Uno solo degli occupanti della vettura ferma in via Sacerdote Prestianni, una stradina di collegamento fra via Aldo Moro e via Santa Caterina, è rimasto ferito; gravemente ferito, perché gli altri occupanti si sono miracolosamente abbassati quando hanno visto spuntare la canna della pistola contro di loro. È Salvatore Costanzo, che con la faida di Bronte scoppiata fra il clan Catania e il clan Reale non centrava proprio nulla. Lui, che non aveva pregiudizi di polizia e precedenti penali, in pratica si è trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. Con la stessa Fiat «500», ultima versione, nella quale si trovava seduto al momento dell'agguato, Francesco Costanzo, che l'altro ieri aveva compiuto diciassette anni, è stato portato all'ospedale di Bronte, dove il paziente ha cessato di vivere. Un omicidio maturato in ambienti criminali della zona, frutto della contrapposizione tra bande rivali.

Sulla vicenda ha aperto un'inchiesta la Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania, che ha proceduto al fermo di due indiziati: Alessandro Reale, 32 anni, indicato sospettato di essere colui il quale ha impugnato il revolver contro le cinque persone che si trovavano dentro l'utilitaria e Mario Bonaccorso, 31 anni, che gli ha fatto da autista. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Randazzo, che indagano sull'omicidio, hanno fermato due persone sospettate di essere gli autori del delitto. Gli investigatori dell'Arma hanno ritenuto probabile che l'obiettivo dell'agguato non fosse Salvatore Costanzo ma l'altra persona che era con lui in auto: Antonio Russo, legato al clan di Saltatore «Turi» Catania.

Le due persone sospettate dai carabinieri di essere gli autori dell'omicidio sono state fermate dal sostituto procuratore della Dda Luigi Lombardo, per concorso in omicidio volontario. Alessandro Reale, in particolare, è il fratello più piccolo di Claudio Reale, 34 anni, rimasto gravemente ferito in due agguati di mafia avvenuti il 30 gennaio e il 1 dicembre scorsi, che i medici sono riusciti a strappare entrambi le volte alla morte. L'agguato di ieri mattina è ritenuto dagli investigatori dell'Arma, una possibile risposta alle due precedenti sparatorie. Secondo indiscrezioni, che al momento non vengono confermate ma nello stesso tempo smentite da- gli inquirenti della Dda e dagli investigatori dell'Arma, i due sospettati dell'agguato avrebbero fatto parziali ammissioni di colpa, ma resterebbero dei contrasti sul movente. [Redo Ruiz]


La SICILIAWEB 12 Dicembre 2009

Bronte, ucciso per sbaglio

La vittima è Salvatore Costanzo, 17 anni, colpito mentre era in auto in compagnia di altri quattro ragazzi. Per i carabinieri, l'obiettivo dei killer era Antonino Russo per contrasti tra clan rivali. Fermati due sospetti

Un diciassettenne, Salvatore Costanzo, è stato ucciso in un agguato a Bronte, nel catanese. Il giovane era a bordo di un'auto, guidata da un'altra persona, quando contro la vettura sono stati esplosi almeno quattro colpi di pistola. Il minorenne è stato trasportato subito nell'ospedale di Bronte ma è morto dopo il ricovero. I carabinieri della compagnia di Randazzo, che indagano sull'omicidio, hanno fermato due persone sospettate di essere gli autori del delitto. Gli investigatori ritengono probabile che l'obiettivo dell'agguato non fosse Costanzo ma un'altra persona che era con lui in auto. La sua "colpa" sarebbe stata soltanto quella di essere nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Sull'omicidio, che sarebbe maturato in ambienti criminali della zona, ha aperto un'inchiesta la direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catania che sta valutando la posizione dei due giovani fermati dai carabinieri. I due fermati sono Mario Bonaccorso, di 31 anni, e Alessandro Reale, di 32.

Un fratello di quest'ultimo, Claudio, 34 anni, è rimasto ferito in due agguati di mafia, il 30 gennaio e il 1 dicembre scorsi. E la sparatoria di oggi, ritengono gli investigatori, potrebbe essere una risposta a quelle due sparatorie. L'obiettivo dell'agguato di oggi, secondo la ricostruzione della Procura della Repubblica di Catania, era uno dei cinque occupanti della Fiat 500 contro i quali sono stati esplosi almeno cinque colpi di rivoltella: Antonino Russo, che sarebbe legato al gruppo di ‘Turi’ Catania, rivale dei Reale. A sparare contro la vettura, centrando alla testa e al torace Costanzo, sarebbe stato proprio Alessandro Reale, con una rivoltella che avrebbe perso durante la fuga ma che non è stata trovata, da un'auto guidata da Bonaccorso. Secondo quanto si è appreso i due avrebbero fatto parziali ammissioni di colpa, ma resterebbero dei contrasti sul movente.



12 Dicembre 200999

Province, l'UPI ha eletto il suo nuovo presidente

Castiglione è il nuovo presidente

Succede a Fabio Melilli (Pd) che ha retto la carica dal 2004
E' il brontese Giuseppe Castiglione, coordinatore del PDL in Sicilia e presidente della Provincia regionale di Catania, il nuovo presidente dell'Unione delle Province Italiane. Lo ha eletto oggi la trentaduesima Assemblea congressuale dell'Upi al termine dei lavori durati tre giorni, che ha visto oltre 900 amministratori di tutte le Province. Castiglione, che è del Pdl, succede a Fabio Melilli (Pd) che ha retto la carica dal 2004.



8 Dicembre 2009
BRONTE, RAID IN PIENO GIORNO DI DUE GIOVANI

La figlia del gestore di un distributore picchiata e rapinata di 15.000 euro

Violenta rapina in pieno centro e nell'ora di punta ieri mattina a Bronte. Vittima la figlia del gestore di un distributore di benzina che, in passato, per ben 2 volte era riuscita a difendersi mettendo in fuga i rapinatori. Ieri, invece, non ce l'ha fatta e nel tentativo di non farsi sottrarre la borsa con i 15.000 euro guadagnati durante il week and, è stata brutalmente picchiata. Intorno le 11 e 30 la donna a bordo della sua auto è arrivata in piazza Castiglione per depositare il contante al Banco di Sicilia. Appena si è fermata 2 giovani a bordo di una moto l'hanno affiancata e, frantumato il finestrino dell'auto, hanno tentato di prendere la borsa.

La donna ha reagito e i rapinatori per tutta risposta, l'hanno tirata fuori dall'auto e picchiata, provocandole contusioni al bacino e all'addome; trasportata all'ospedale di Bronte, guarirà in 7 giorni. Arraffata la borsa i 2 rapinatori sono risaliti sulla motocicletta e sono scappati per le vie del centro, andando a sbattere contro un'auto di un brontese. La loro corsa però è stata solo rallentata: i due, infatti, sono montati in sella e proseguito la fuga. L'automobilista, ha preso il numero di targa della moto che però è risultata rubata qualche giorno fa a Ragalna. I posti di blocco organizzati dai carabinieri non hanno dato frutti. Certo è che per la ragazza e la sua famiglia depositare il contante in banca sta diventando un incubo che impone, in verità, qualche precauzione e misura di sicurezza in più.

Il 28 maggio del 2007, sulla stessa piazza, il padre era stato bastonato e derubato di ben 10.800 euro. Il 6 ottobre ed il 17 novembre dello scorso anno la figlia riuscì a sventare la rapina. Questa volta però nulla ha potuto. [La Sicilia]


8 Dicembre 2009

Commerciante ci rimette 15 mila euro

Mentre va in auto picchiata e rapinata

L'hanno pedinata per un tratto di strada e una volta concluso il tragitto è scattata l'aggressione. Protagonista una ragazza, titolare di un rifornimento di benzina a Bronte, picchiata e rapinata da due malviventi a bordo di uno scooter. I due ragazzi, con il volto coperto dal casco, hanno seguito la vittima dal rifornimento di Viale Catania, fino a piazza Castiglione, dove la ragazza si accingeva a depositare il denaro presso il Bds. Una volta parcheggiata l'auto i due malviventi hanno sfondato il vetro della vettura, colpito la ragazza più volte con grande foga e le hanno sottratto la borsa. Quindi i due si sono dati alla fuga. Un inconveniente non da poco stava seriamente per rovinare i piani. Lo scooter su cui erano a bordo, infatti, durante la fuga è finito contro un'autovettura. Nonostante l’impatto, però, i due rapinatori sono riusciti a rialzarsi e proseguire in direzione Paternò.

L'uomo coinvolto nell'incidente, evidentemente scosso dall'impatto improvviso, non ha saputo fornire particolari rilevanti sui due malviventi. Nella borsa della ragazza, oltre che documenti e oggetti personali, vi erano 15 mila euro che avrebbe dovuto depositare in banca. La giovane è stata trasportata all'ospedale di Bronte, dove le sono state riscontrate varie contusioni all'addome e alle braccia. Ne avrà per sette giorni salvo complicazioni.
Del caso si occupano i carabinieri della Stazione di Bronte e del Nucleo operativo della Compagnia di Randazzo. [Giuseppe Valastro, Giornale di Sicilia]



6 Dicembre 2009

Falco ferito da bracconiere salvato dalle guardie forestali

g. g.) Un falco pellegrino colpito ad un’ala da una fucilata, è stato salvato dalle Guardie forestali del distaccamento di Bronte, coordinato dal commissario Vincenzo Crimi. Il rapace si trovava nei pressi della strada provinciale in contrada Barbaro e sicuramente sarebbe andato incontro alla morte, se non fosse stato salvato. Ferito e debilitato non riusciva più a volare, ma nonostante ciò ha impegnato non poco i forestali impegnati a bloccarlo senza provocare ulteriori traumi. Il rapace poi è stato consegnato al Centro recupero Fauna selvatica di Catania per le prime cure del caso e non appena sarà nelle condizioni di riprendere il volo, verrà liberato nello stesso luogo dove è stato trovato. Il falco pellegrino è per eccellenza uno dei rapaci diurni di grandi dimensioni, non proprio comuni in Sicilia. Per questo il suo salvataggio assume un valore ulteriore. (La Sicilia)



3 Dicembre 2009

Riecco la passerella sul Simeto

Torna percorribile il tratto della Ss 120 al confine con Cesarò

Torna percorribile la passerella sul fiume Simeto in corrispondenza del km 168,200 della strada statale 120 “dell’Etna e delle Madonie”, al confine fra i territori di Bronte e Cesarò. L’Anas, dopo aver riempito la buca che si era formata a seguito dell’esondazione del Simeto la notte fra sabato 24 e domenica 25 ottobre e dopo avere verificato l’idoneità statica della strada, ha deciso di riaprirla al traffico, evitando ai tanti automobilisti di percorrere la pericolosa viabilità provinciale parallela, per superare il fiume. Prima della riapertura, infatti, gli automobilisti erano costretti ad effettuare un percorso alternativo non certo il massimo sia in fatto di velocità, sia di sicurezza. Le pietre poste ai due lati della passerella e le transenne al bivio Serra, per chi proviene da Randazzo e al bivio con la strada provinciale 165 dal lato di Cesarò, hanno costretto per più di un mese le auto ad allungare il percorso di circa di circa 8 chilometri, percorrendo anche la Serra-Bronte, dove, sia a causa delle curve, sia a causa delle dimensioni della carreggiata particolarmente stretta, si sono spesso verificati degli incidenti.

Adesso tutto sembra essere tornato alla normalità, nell’attesa che si completi il nuovo ponte Bolo e venga distrutta questa passerella che, da una parte per anni ha consentito la viabilità, visto che il vecchio ponte nel 1987 è stato dichiarato inagibile, dall’altra ha sempre avuto il difetto di provocare l’effetto diga, innalzando il livello delle acque del fiume. E così ogni volta che ha piovuto un po’ più insistentemente è scattato l’allarme e più volte la strada è stata chiusa al traffico. I lavori del nuovo ponte sono iniziati il 3 luglio scorso. Sarà ricostruito identico a quello precedente, ovvero lungo 163,3 metri a 8 luci da circa 20,5 metri ciascuna, con una struttura mista in acciaio-calcestruzzo. I tempi di realizzazione previsti sono un anno. Bisognerà quindi tenere duro ancora un inverno, nella speranza che piova con moderazione, poi dall’estate prossima l’attraversamento del fiume Simeto su una strada importante come la Ss 120 Fiumefreddo Cerda sarà sicuro anche se piove a dirotto. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



2 Dicembre 2009
Netturbino sfugge al secondo agguato. Rischia un occhio. Claudio Reale ricoverato in gravi condizioni: era già sfuggito ai sicari. In ospedale anche un giovane operaio

Agguato di mafia, i killer sbagliano

Feriti un pregiudicato e il soccorritore

Sono ricoverati in prognosi riservata all’ospedale Garibaldi di Catania, ma non corrono pericolo di vita, due uomini rimasti gravemente feriti in un agguato mafioso nella prima mattinata di ieri lungo la statale 284 in contrada Difesa in territorio di Maletto. Obiettivo dei killer Claudio Reale, 34 anni, pregiudicato di Bronte. L’altro ferito è un operaio di 33 anni di Randazzo, il quale ha avuto la sfortuna di essere scambiato per Reale dai killer quando lo hanno visto soccorrere la vittima designata. Secondo i carabinieri, tutto si è verificato ieri mattina: il mezzo su cui viaggiava Claudio Reale, un autocarro Piaggio appartenente ad una ditta incaricata della raccolta dei rifiuti e diretto a Castiglione di Sicilia è stato affiancato da due individui in moto col volto coperto da caschi integrali, i quali hanno aperto il fuoco con un fucile calibro 12 e molto probabilmente con una pistola.

L’uomo raggiunto al viso ha perso il controllo del veicolo. andando a scontrarsi con autocarro a bordo del quale si trovava una squadra di operai edili diretti in un cantiere di Siracusa. Il conducente del furgone, un uomo di 33 anni di Randazzo è sceso dall’autocarro per prestare soccorso a Reale ma è stato ferito da altri colpi di arma da fuoco esplosi dai malviventi tornati sul posto per non lasciare scampo all’uomo da eliminare. Prontamente soccorsi, i due uomini sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Castiglione-Prestianni di Bronte; qui i sanitari riscontrando le gravi condizioni in cui versavano i feriti hanno deciso il trasferimento alla rianimazione dell’ospedale Garibaldi di Catania, dove i due uomini sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. I militari hanno immediatamente avviato le indagini. Nel corso delle investigazioni i carabinieri hanno rinvenuto nelle campagne di Bronte la moto utilizzata dai malviventi e successivamente bruciata. Reale nel gennaio del 2009 è rimasto ferito in un altro agguato ma nonostante le ferite riportate è riuscito a salvarsi. La scientifica è al lavoro anche per accertare se a sparare sia stato solo il fucile o anche una pistola. [Orazio Caruso, Giornale di Sicilia]


2 Dicembre 2009

Pistolettate a pregiudicato, ferito passante

Ss 284. Due killer sparano al brontese Claudio Reale, ora in rianimazione. A gennaio scampò a un altro agguato
Agguato, ieri alle 6 del mattino, a Maletto. L’obiettivo era un pregiudicato di Bronte, Gaudio Reale, ma nella sparatoria è rimasto coinvolto anche uno sfortunato operaio edile di 33 anni di Randazzo, che ha avuto solo il torto di trovarsi nel luogo del tentato omicidio. Reale, 34 anni, accusato in passato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di aver tentato di uccidere, nel novembre 2001, il boss Francesco Montagno Bozzone, fa il netturbino e, assieme a un collega, con la motoape di servizio, stava percorrendo la Ss 284 per dirigersi al lavoro a Castiglione di Sicilia. Giunto quasi al bivio per Maletto, due killer a bordo di una moto rubata e con il volto coperto dai caschi, lo hanno affiancato e poi hanno sparato probabilmente con una pistola e un fucile. Reale, colpito allo zigomo, ha perso il controllo della motoape, invadendo la corsia opposta proprio quando sopraggiungeva il camioncino dell’operaio di Randazzo che, nonostante il tentativo di frenata, ha investito il veicolo. Credendo si trattasse di un banale incidente, l’operaio è sceso dal camion per soccorrere il netturbino, ma è stato raggiunto da un altro colpo di arma da fuoco alla trachea.
I colleghi dell’operaio che si trovavano sul camion hanno quindi lanciato l’allarme e sul posto sono arrivati i carabinieri della Stazione di Maletto e della Compagnia di Randazzo. I due feriti sono stati accompagnati al pronto soccorso dell’ospedale di Bronte. Reale è stato sedato e trasferito con l’elisoccorso in coma farmacologico nella Rianimazione dell’ospedale Garibaldi di Catania; stessa destinazione per l’operaio di Randazzo, che nella sfortuna può considerarsi fortunato: la pallottola, infatti, è entrata all’altezza della trachea, ha perforato la parte superiore del polmone e si è fermata nelle spalle. Entrambi non rischiano la vita. La moto dei killer è stata trovata incendiata nelle campagne di Bronte. Reale, già il 30 gennaio scorso era scampato a un altro tentativo di omicidio, sopravvivendo a ben 7 colpi di pistola all’addome. (Fonte La Sicilia)


LA Sicilia Web, 1 Dicembre 2009

Agguato a Maletto, ferito netturbino

La vittima, trentaquattrenne, è stata raggiunta da un colpo di arma da fuoco mentre guidava sulla statale 284 per Castiglione di Sicilia. Colpito anche un automobilista di passaggio che voleva soccorrere l'uomo.
(...) Reale è considerato dagli investigatori un emergente nel panorama criminale della zona. In passato è stato accusato del tentativo di omicidio, avvenuto il 15 novembre del 2001, del presunto boss di Bronte, Francesco Montagno Bozzone, ed è stato tra i destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare emessa nell'ambito dell'operazione Tunnel, condotta nel 2002 contro presunti esponenti della mafia dei Nebrodi. Nel processo scaturito da quest'ultima operazione Reale era stato condannato e poi assolto in appello. Sui due agguati indagano i carabinieri della compagnia di Randazzo.



28 Novembre 2009

RIFIUTI A BRONTE

Ato Joniambiente controlla impianti e mezzi di raccolta

Blitz della società Ato Joniambiente negli impianti della raccolta differenziata e ai mezzi per la raccolta dei rifiuti da conferire in discarica. A disporre l’attività ispettiva è stato l’intero Cda della società d’ambito presieduta dal Francesco Rubbino e composta da Antonello Caruso e Giuseppe Cardillo. Sotto la lente di ingrandimento del vertice societario sono finiti i servizi effettuati, l’utilizzo dei mezzi e degli impianti e soprattutto il numero di addetti impiegati. E il primo paese, dei 14 che vanno da Bronte fino a Riposto, ad essere controllato è stato proprio la città del pistacchio: «Più che un blitz – ci dice il presidente Francesco Rubbino - si è trattato di una verifica sulla qualità dei servizi resi all’utenza e la loro organizzazione, come ci chiede il sindaco Pino Firrarello. Abbiamo verificato se i mezzi vengono utilizzati a fondo e propriamente e se gli uomini, in proporzione del territorio e del carico di lavoro, sono messi in condizione di dare il massimo».

«La Joniambiente, infatti, - continua Rubbino - è impegnata in una campagna di riorganizzazione dei servizi, al fine di migliorare il servizio reso agli utenti. Se è vero, infatti, che chiediamo a questi di rispettare le ordinanze sindacali in materia di conferimento dei rifiuti, fare la raccolta differenziata e tenere pulito, dal canto nostro dobbiamo dare il massimo per migliorare».



27 Novembre 2009

LA PROTESTA DI UN DISABILE PER I PARCHEGGI ABUSIVI

S’incatena in ospedale

Biagio Anastasi, il paraplegico di Bronte che nel 1982, a causa di un incidente sul lavoro, rimase su una sedia a rotelle, già 10 giorni fa lo aveva annunciato: «Se tornando nel posteggio dell’ospedale di Bronte - disse allora - trovo ancora questa situazione di caos che consente agli abusivi di posteggiare negli stalli riservati agli invalidi e alle auto di sostare dove vogliono, impedendo spesso pure alle ambulanze di raggiungere il Pronto soccorso, vengo in ospedale è mi incateno». E ieri mattina Anastasi ha realmente dato vita alla sua plateale protesta. Si è portato dietro una grossa catena, è entrato nell’area ospedaliera e quando ha trovato occupati tutti i posteggi riservati agli invalidi, si è legato ad un palo della tettoia del Pronto soccorso.

Sul posto sono arrivati i carabinieri di Bronte, la polizia municipale e pure l’assessore Luigi Putrino, con Anastasi che ha annunciato di prolungare la forma di protesta ad oltranza se non riceverà garanzie certe. In verità, un protocollo d’intesa Comune - Asp prevedeva che quest’ultima disegnasse le strisce blu nelle aree di sosta, consentendo alla Polizia municipale di entrare nell’area ospedaliera e regolamentare la sosta.

Nonostante siano passati diversi mesi, però, le strisce blu non sono state disegnate. Intorno alle 13, la svolta alla vicenda, con l’assessore Putrino che ha convinto Anastasi a desistere e di incontrare stamane il sindaco Pino Firrarello, pronto eventualmente a far disegnare al Comune le strisce blu che doveva realizzare l’Asp. Ma il dott. Passalacqua, della direzione medica, ci dice: «Già da oggi sono stati interessati gli uffici competenti per provvedere anche in parte alla delimitazione degli stalli blu». (Fonte La Sicilia)



25 Novembre 2009

Il servizio rifiuti non funziona?

Protesta attraverso «facebook»

L’Ato Joniambiente, a servizio dei Comuni del versante nord da Bronte fino a Riposto adotta le tecniche più moderne per avvicinarsi all’utenza in modo funzionale e immediato. Infatti è l’unica in tutta Italia ad utilizzare il social network facebook per dialogare con gli utenti. E l’esperimento sembra funzionare. Nell’arco di poche settimane questa Ato ha registrato già 1089 "amici", ovvero richieste di contatti. Fino ad oggi questi utenti hanno interagito direttamente con il presidente del Cda, Francesco Rubbino che risponde direttamente a coloro i quali chiedono informazioni, offrono suggerimenti, segnalano disservizi.

All’interno della pagina facebook è, dunque, possibile "postare" messaggi ma anche visionare le locandine, in distribuzione in ognuno dei 14 Comuni, che illustrano le modalità e gli orari di conferimento della differenziata alla luce delle ordinanze sindacali emanate. Basta selezionare il Comune che interessa e apparirà la locandina realizzata dalla Joniambiente con gli orari della raccolta differenziata imposti in quel territorio. Non solo: è in primo piano il numero verde 800 911 303 che la Joniambiente mette a disposizione dell’utenza per il ritiro gratuito degli ingombranti. "È un modo veloce e moderno per mantenere un contatto diretto e costante con l’utenza. - ci dice Rubbino - Questo ci aiuta ad ottimizzare il servizio in base alle esigenze dei cittadini e avvicina, questi cittadini, alla cultura della differenziata. Interagire con l’utenza su un social network è un modo per far circolare informazioni in modo innovativo ed arrivare alla gente". (Fonte La Sicilia)



24 Novembre 2009
INTESA CON LA PROVINCIA

Parco Etna, strategia di tutela

Lotta alle microdiscariche, videosorveglianza e viabilità

Un lungo e proficuo incontro per sviscerare insieme tutte le problematiche inerenti alla tutela e alla fruibilità del territorio del Parco dell'Etna: presenti, nella sede del Parco, a Nicolosi, da un lato il commissario straordinario dell'ente, Ettore Foti, dall'altro l'assessore provinciale all'Ambiente, Giovanni Bulla, e alcuni rappresentanti della IV Commissione consiliare provinciale permanente Lavori pubblici, Trasporti, Viabilità e Manutenzione (...). Presenti anche il comandante della polizia provinciale, Valerio Saitta, e il dirigente della Viabilità, Filippo Catalano.

Sul tappeto, la lotta alle microdiscariche abusive nel Parco; l'installazione delle telecamere di videosorveglianza nel territorio, stabilita dal protocollo d'intesa siglato tra Parco e Provincia regionale; i problemi della viabilità; la fruizione, con il potenziamento della sentieristica e dei punti base del Parco; il potenziamento delle aree attrezzate per turisti ed escursionisti; la necessità di una incentivazione dell'agricoltura; la difesa dei terreni privati dagli atti vandalici sempre più frequenti.

Soddisfatto il commissario Foti: «E' il primo passo di un'azione comune con la Provincia, che intendiamo concretamente portare avanti. Torneremo dal prefetto di Catania, chiedendogli di coordinare, coinvolgendo con la sua autorità anche le forze dell'ordine, un'azione incisiva di tutti di enti a tutela del territorio e delle popolazioni». Aggiunge l'assessore Bulla: «Registriamo con soddisfazione la grande apertura e disponibilità del Parco su queste tematiche fondamentali per le popolazioni. Questo primo incontro dovrà trasformarsi in un tavolo permanente di confronto e di iniziative comuni». (Fonte La Sicilia)



24 Novembre 2009

Il contratto coinvolge le mandorle dei consorzi di Avola e di Agrigento e il pistacchio di Bronte

Frutta secca, finalmente è filiera

Palermo. In Francia è di malaugurio se gli sposi non mangiano, insieme con i loro ospiti, i confetti di nozze confezionati con la mandorla di Avola. Ed è questa la ragione per cui il 60 per cento della produzione avolese ogni anno prende la via d'Oltralpe. Per i nostri cugini la mandorla d'Avola è insuperabile e non teme confronti sul piano della qualità e delle caratteristiche organolettiche. I francesi lo sanno, noi - italiani e siciliani - no. Al punto da preferire, per una questione di prezzo, quelle provenienti dalla California o da altri Paesi. Dimenticando però che si tratta di mandorle, come rilevato dalla Comunità europea in quelle importate dagli Stati Uniti d'America, contaminate - oltre il massimo consentito - da aflatossina B1, un potente cancerogeno genotossico che aumenta, pure a basse dosi, il rischio di cancro al fegato. Insomma, siamo ciò che mangiamo.E la stessa cosa potrebbe dirsi per il Pistacchio verde di Bronte. Qualitativamente al top, ma trascurato e posposto ad altri pistacchi provenienti dal Medioriente e dall'Iran per una questione di prezzo. Perché sul piano del gusto e dell'eccellenza quello di Bronte non teme confronti. Anche sul piano salutistico. Da produttrice tra le prime al mondo di mandorle, la Sicilia negli ultimi tre decenni ha finito per perdere il primato. Nella sola provincia di Agrigento, negli anni '60, gli ettari di mandorleti erano circa 200 mila con 752 varietà accertate.

Oggi, in tutta l'Isola, i mandorleti sono ridotti ad appena 47 mila ettari. Per questo motivo il 70 per cento delle mandorle importate in Sicilia per la produzione dei derivati arriva dalla California. Mettendo a rischio un altro primato: l'eccellenza e l'unicità della pasticceria siciliana in cui mandorle di Avola e Agrigento, pistacchi di Bronte, nocciole delle Madonie e dei Nebrodi, noci dei Peloritani e carrubbe del Ragusano hanno costituito gli ingredienti di dolci che hanno finito per stregare i palati dei più raffinati gourmet. Bisogna tornare alle origini, ma soprattutto cambiare rotta per rilanciare un settore che in passato ha garantito sviluppo e reddito. Come è stato fatto ieri a Palermo, dove è stato siglato il primo contratto della filiera regionale di frutta secca tra produttori e trasformatori, presenti i direttori generali dell'Assessorato all'Agricoltura Rosaria Barresi e Cosimo Gioia, il sindaco di Avola Antonino Barbagallo, i funzionari dell'Assessorato Ignazio Vassallo e Giuseppe Girgenti, il direttore del Consorzio mandorla di Avola, Corrado Bellia.

Grazie a questo accordo, le mandorle dei consorzi di Avola e di Agrigento insieme con il pistacchio del consorzio di Bronte saranno le materie prime che Nicola Fiasconaro, titolare dell'omonima azienda dolciaria di Castelbuono, utilizzerà per la preparazione dei propri prodotti esportati in molti Paesi del mondo. Un accordo che per l'assessore regionale all'Agricoltura, Michele Cimino, è «premiante per l'amministrazione che lo ha mediato ed importante, non tanto per la cifra che ammonta a circa 200 mila euro ma perché finalmente anche l'alta pasticciera ha avviato un percorso di tutela delle nostre produzioni e della nostra agricoltura». I partner della filiera hanno messo a punto un progetto triennale di tracciabilità cartacea e informatica per le produzioni siciliane di pistacchi, mandorle, nocciole, noci e carrubbe. Una rete di cui fanno parte - oltre i tre Consorzi - l'Assessorato all'Agricoltura come garante della tracciabilità e qualità delle materie prime, dalla produzione alla trasformazione; le Università di Catania e Palermo come enti preposti alla valorizzazione degli ecotipi locali; l'Asca di Ispica per le analisi di laboratorio, il Coribia per gli studi sul Dna delle varietà siciliane e l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari di Catania (Icqrf).

Siamo ad una svolta? L'assessore Cimino sostiene di sì. «La caratterizzazione merceologica, chimica e del Dna - spiega - consentirà di verificare eventuali tracce di prodotti d'importazione non dichiarati nell'etichetta. La riconoscibilità di tutte le tappe della filiera porterà vantaggi per il consumatore ma anche per i produttori, trasformatori e distributori che potranno arginare la concorrenza e la contraffazione». [Giorgio Petta, La Sicilia]


24 Novembre 2009

Palermo. All'assessorato all'Agricoltura patto produttori-consumatori per valorizzare l’intera filiera

Frutta secca, siciliana è meglio

Firmato accordo per rilanciarla

Fiasconaro di Castelbuono aderisce al progetto. Il 70% dei prodotti consumati nell'Isola viene dall'estero, ma quelli locali quasi sempre sono più salutari.
Pistacchio turco e siriano. Mandorle e noci californiane. Nocciole turche. Carrube spagnole. Non c'è quasi nessuna traccia di Sicilia nella frutta secca che si consuma in Sicilia. Il 70%, infatti viene importato a fronte di una domanda che è in continua crescita soprattutto per la produzione di derivati nella gastronomia e nella pasticceria. In questo contesto si moltiplicano anche i casi di contraffazione, casi cioè in cui su etichette di prodotti stranieri di dubbia qualità si imprime il marchio Sicilia. (...)

Per tentare di risalire la china ieri è stato siglato il primo accordo tra produttori e consumatori della filiera regionale di frutta secca. Protagonisti sono l'assessorato regionale all'agricoltura, i consorzi di mandorla di Agrigento e di Avola e del pistacchio di Bronte e l'azienda dolciaria Fiasconaro di Castelbuono. «Un passo in avanti verso la tutela e la valorizzazione della nostra agricoltura - ha detto l'assessore regionale al ramo, Michele Cimino - l'accordo è importante perché favorisce le partnership tra produttori e consumatori siciliani che solo facendo squadra potranno vincere la concorrenza spesso sleale degli altri Paesi». Sulla tracciabilità l'assessore Cimino ha annunciato che sui prodotti verranno effettuate analisi merceologiche e chimiche e del dna “che consentiranno di verificare tracce di prodotti importati e non dichiarati nelle etichette”. Il perché un’azienda dolciaria ha aderito al progetto lo ha spiegato Nicola Fiasconaro che da Castelbuono esporta delizie siciliane in tutto il mondo e che quest’anno, con 6,5 milioni, registra un incremento del fatturato di circa il 10%. (...) L'assessorato al momento ha stanziato 200 mila euro e per la prima volta un dirigente, Ignazio Vassallo, è stato incaricato di seguire e rilanciare la filiera della frutta secca siciliana. [Antonella Sferrazza, Giornale di Sicilia]



20 Novembre 2009

Passerella ancora chiusa

Il tratto della Ss 120 sul fiume Simeto resta impercorribile a quasi un mese dalla «piena»

Resta chiusa al traffico la passerella sul fiume Simeto in corrispondenza del km 168,200 della strada statale 120 dell’Etna e delle Madonie, al confine fra i territori di Bronte e Cesarò. I danni provocati dalla piena del fiume della notte fra sabato 24 e domenica 25 ottobre, hanno impedito fino ad oggi all’Anas di riaprire al transito la strada, che mostra sulla carreggiata anche un grosso buco. In verità abbiamo saputo che nei giorni scorsi i tecnici hanno effettuato diversi sopralluoghi e che presto si dovrebbe svolgere un vertice per prendere una decisione. La strada statale 120, infatti, è una delle più importanti dell’isola. Collega Fiumefreddo con Cerda, raggiungendo numerosi centri di rilevante importanza. Certo, è vero anche che l’Anas, proprio a fianco della passerella oggi impraticabile, sta costruendo un ponte più alto e robusto, ma prima che venga ultimato ancora passerà quasi un anno.

La viabilità della zona ha invece bisogno di una strada veloce e sicura subito. Gli automobilisti, infatti, oggi sono costretti a effettuare un percorso alternativo che non è certo veloce né sicuro. Le pietre poste ai lati della passerella e le transenne al bivio Serra, per chi proviene da Randazzo, e al bivio con la strada provinciale 165 dal lato di Cesarò, costringono le auto a percorrere la provinciale allungando il percorso di circa di circa 8 chilometri per le tortuose strade provinciali, fra cui la Serra-Bronte, dove sia a causa delle curve, sia per le dimensioni della carreggiata particolarmente stretta si sono spesso verificati incidenti. Oltre a ciò questa è l’unica strada percorribile.

Intanto la gente si augura che i tempi per realizzare il ponte nuovo non si allunghino. La piena di ottobre, infatti, ha allagato cantiere e mezzi, rallentando i lavori. Da progetto si dovrebbe realizzare un nuovo ponte lungo 163,3 metri a 8 luci da circa 20,5 metri ciascuno, in struttura mista acciaio-calcestruzzo. Esattamente come quello costruito diversi decenni fa e che poi è stato dichiarato inagibile, costringendo l’Anas a realizzare la passerella che oggi è impraticabile. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]



19 Novembre 2009

Gli imprenditori tessili ricorrono contro la Diesel

Torna sul tavolo del giudice la querelle fra il Consorzio siciliano manifatturiero di Bronte e la Diesel di Renzo Rosso. Dopo la sentenza del giudice di Catania che, ribaltando quella emessa dal collega di Bronte, ha ritenuto giustificato dal calo delle vendite la sottrazione di circa il 70% delle commesse da parte della holding veneta al polo tessile di Bronte, gli imprenditori tessili etnei hanno presentato un «ricorso cautelare in corso di causa» al tribunale di Bassano del Grappa. Nel ricorso, il Consorzio brontese, dopo avere spiegato i motivi per cui Diesel avrebbe l’obbligo di proseguire il rapporto di fornitura, chiede al giudice di «inibire Diesel Spa a ridurre le commesse di lavorazione, di compiere discriminazioni di prezzo e di negare le lavorazioni accessorie».

Oltre a ciò, si chiede che Diesel mantenga «le commesse in proporzione delle sue vendite, aumentandole quando queste aumentano per tutto il periodo previsto, come necessario, ai fini dell’ammortamento degli impianti realizzati nell’esclusivo interesse della stessa Diesel». Inutile aggiungere che a Bronte sono complessivamente più di 600 i lavoratori che attendono l’esito di questa querelle con la Diesel. Oltre a ciò - come si legge anche nel ricorso - soprattutto dopo l’intervista che Renzo Rosso ha rilasciato a Repubblica, in tanti, sindacati in primis, sospettano che l’imprenditore veneto abbia deciso di delocalizzare il lavoro all’estero, dove la manodopera costa meno, pur mantenendo il marchio «Made in Italy». In questo momento sono parecchi i lavoratori in Cassa integrazione che, se la situazione non si risolve, rischiano il posto di lavoro.  (Fonte La Sicilia)



18 Novembre 2009

IL «SALOTTO DI BRONTE» RESTITUITO AL TRAFFICO VEICOLARE

Tornano le auto in Piazza Spedalieri

TRANSENNE IN PIAZZA SPEDALIERIRitorna il traffico veicolare in Piazza Spedalieri. Lo ha stabilito il sindaco che, ha deciso di rendere percorribili alle auto i due lati esterni alla piazza. In pratica, da oggi, i veicoli che provengono da via Umberto potranno costeggiare il lato destro del piazzale per raggiungere via Santi, mentre dall’altra parte le automobili che scendono da via Garibaldi potranno continuare la marcia fino a via Umberto.

“Veniamo incontro – afferma il sindaco in un comunicato – alle richieste di tanti cittadini, che più volte hanno manifestato l’esigenza di poter attraversare la piazza in auto per raggiungere alcune zone del centro. Il nostro obiettivo resta sempre lo stesso, – continua – ovvero quello di rendere Bronte più bella, migliorando la qualità della vita e le condizioni di vivibilità. Se i miei cittadini contribuiscono in maniera fattiva alla realizzazione di questo progetto e suggeriscono idee opportune, io sono il primo a prenderle in considerazione”.

La nuova piazza Spedalieri è stata inaugurata il 2 agosto scorso, dopo 18 mesi di lavori che - afferma il comunicato - «hanno eliminato ogni tipo di ingombro visivo dagli elementi che non avevano un valore storico. Posta su un unico piano è stata ridisegnata nel rispetto delle testimonianze fotografiche di un tempo, con l’aggiunta di alcuni elementi innovativi fra cui una suggestiva fontana a scomparsa. Oltre a ciò la piazza sarà presto ulteriormente arredata.» Firrarello ha poi annunciato che il piano della viabilità in alcune zone del centro verrà rivisto.

“Attendiamo - continua – l’inaugurazione di viale Indipendenza che, diventando la nuova circonvallazione, dirotterà il traffico pesante fuori dall’abitato di Bronte. Questo, oltre a provocare risvolti positivi sulla viabilità, ci permetterà di studiare possibili nuove soluzioni che rendano il traffico veicolare più snello e veloce”.

- Leggi "Chianittu ra Batia quant'eri bellu -


18 Novembre 2009

OSPEDALE DI BRONTE

Disabile trova parcheggio occupato

«Solita storia, ora mi incatenerò»

Il parcheggio dell'ospedale «Castiglione Prestianni» di Bronte è sempre sovraffollato, con le auto in sosta nei viali ed incivilmente negli stalli riservati ai portatori di handicap. Così Biagio Anastasi, paraplegico dal 1982, a seguito di un incidente sul lavoro che lo ha relegato sulla sedia a rotelle, ha annunciato azioni clamorose se il problema non viene risolto al più presto. «Non è solo per noi portatori di handicap - ha affermato Anastasi - ma anche per le ambulanze che a volte devono passare in slalom fra le auto prima di arrivare al Pronto soccorso. Qualche settimana fa ho chiesto personalmente al direttore generale dell’Asp di intervenire. Ancora oggi, però, purtroppo il problema persiste e di conseguenza ho deciso che se entro una settimana non viene risolto mi incatenerò alla porta del Pronto soccorso per protesta».
In ospedale abbiamo saputo che i posteggi riservati ai diversamente abili sono quattro. Per evitare che vengano occupati da abusivi bisognerebbe effettuare dei controlli e punire gli intrusi: Per questo a marzo Asl e Comune hanno sottoscritto un protocollo d'intesa dove l'Asl doveva disegnare le strisce blu a pagamento; permettendo l'accesso nell'area ospedaliera agli ausiliari del traffico del Comune che, di conseguenza, avrebbero portato ordine nell'area ospedaliera. Dalle notizie raccolte in ospedale, sembrerebbe però che non si è potuto procedere a disegnare le strisce blu, perché una ditta che sta eseguendo i lavori di ammodernamento dell'ospedale non ha ancora liberato una piazzola destinata ad area di sosta. Anastasi, però, non vuol sentire ragioni. «Chi occupa abusivamente un posteggio riservato ai diversamente abili commette un'illegalità. Lungaggini e burocrazia non possono penalizzare i diritti».  (Fonte La Sicilia)



15 Novembre 2009

Viale Kennedy diventerà circonvallazione

Previsti interventi della Provincia per la sicurezza: presto l’arteria sarà strategica per il paese

Le condizioni di sicurezza del viale Kennedy a Bronte saranno migliorate. La Provincia Regionale di Catania, che è l’ente proprietario della strada, ha accolto l’invito del sindaco Pino Firrarello e dell’assessore alla Polizia municipale Luigi Putrino, decidendo di effettuare quei lavori necessari per rifare il manto stradale ed installare nuovi guardrail. “La Provincia Regionale - afferma il presidente Giuseppe Castiglione - è pronta ad intervenire per rendere più sicuro il transito sulle strade di propria competenza. I tecnici della Provincia hanno già effettuato un sopralluogo, rendendosi contro delle attuali condizioni della strada e degli interventi da effettuare”.

Sopralluogo che ha più volte effettuato anche l’assessore Putrino assieme alla Polizia municipale e all’ufficio tecnico. “Questa è una strada importante per Bronte - afferma - Oggi collega la Ss 284 (via Messina) e la città con la zona artigianale e 3 istituti superiori. Per questo è percorsa, ogni giorno, da tantissimi automobilisti. Quando però saranno completati i lavori di viale Indipendenza - continua l’assessore - questa strada diventerà ancora di più trafficata, trasformandosi nella nuova circonvallazione del paese che permetterà alle auto ed ai camion di non attraversare più la cittadina percorrendo viale della Regione, che ormai si trova in pieno centro abitato. Di conseguenza - conclude - sento il dovere di ringraziare il presidente Castiglione per la sensibilità dimostrata e per aver accolto le nostre richieste”. I lavori previsti lungo viale kennedy però non finiranno qui.

“Sempre per migliorare le condizioni di sicurezza - continua Putrino - assieme al sindaco Pino Firrarello, abbiamo pensato che sarebbe opportuno che si realizzassero due rotatorie che rendano più agevole il transito dei veicoli. La prima all’incrocio con via Messina e la seconda all’ingresso alla zona artigianale. Siamo certi - conclude - che saranno utili come è stata utile la rotonda che abbiamo posto fra via Messina e via Etna”. (Fonte La Sicilia)



11 Novembre 2009

Bronte teneva a casa 208 cartucce e una pistola con matricola abrasa

I carabinieri della stazione di Bronte hanno arrestato un operaio forestale di 52 anni residente proprio a Bronte, con l'accusa di detenzione abusiva di arma da fuoco con matricola abrasa e relativo munizionamento. L'uomo, incensurato ed insospettabile, teneva tranquillamente e senza autorizzazione in casa un revolver marca Luger, calibro 22, e ben 208 cartucce dello stesso calibro. I militari dell'Arma sono riusciti a trovare la pistola dopo una serie di indagini che hanno permesso loro di verificare come l'operaio forestale, considerato dai carabinieri una persona brava ed onesta, da qualche giorno frequentasse persone che invece i carabinieri conoscevano più che bene. Così di nascosto e senza farsi notare, militari in borghese, hanno effettuato indagini, fino a decidere di fare una perquisizione a casa. Vistosi scoperto l'uomo altro non ha potuto fare che consegnare la pistola, immediatamente posta sotto sequestro. L'operaio è stato arrestato è condotto presso il carcere catanese di piazza Lanza.

Adesso l'arma sarà sottoposta agli accertamenti della sezione balistica del Ris di Messina. Bisognerà verificare se recentemente ha sparato o se è stata utilizzata per compiere qualche rapina. Le indagini continuano anche per capire bene il livello di coinvolgimento dell'uomo, forse usato come insospettabile custode per conto di altri. (Fonte La Sicilia)



9 Novembre 2009

FIRRARELLO SULLA CRISI DEL COMPARTO TESSILE BRONTESE

Un DdL sulla tracciabilità del tessile made in Italy

«Trovate altri fornitori e soprattutto create un marchio siciliano»

“Presenterò un disegno di legge sulla tracciabilità dei prodotti tessili che si fregiano del marchio Made in Italy”. Sono le parole che il sindaco senatore Pino Firrarello ha rivolto ad una nutrita delegazione di lavoratrici tessili, che dopo la drastica riduzione delle commesse da parte della Diesel sono in cassa integrazione.

Per Firrarello, infatti, se è vero che il lavoro in Sicilia viene meno perché le grandi firme lo delocalizzano dove costa di meno, l’unica soluzione è una legge che vieti ciò almeno a coloro che producono capi di abbigliamento Made in Italy. “Il Made in Italy è più ricercato e costa di più – ribadisce il senatore – perché lavorato in Italia da mani esperte come le vostre e da professionalità che non possiamo perdere così dall’oggi al domani.

Fin dal primo giorno della crisi – continua – mi sono battuto chiedendo incontri a Palermo e Roma. La battaglia è dura, ma bisogna combatterla fino alla fine, a salvaguardia delle aziende e del vostro posto di lavoro”. Ad accompagnare le lavoratrici è stato il sindacalista della Cgil, Gino Mavica, che ha anche chiesto al sindaco il suo impegno affinché le lavoratrici percepiscano presto la cassa integrazione. Per questo Firrarello ha inviato una lettera al direttore dell’Inps.

“La situazione è grave – ha spiegato Mavica – Non crediamo più nella trattativa con la Diesel, ci vuole un’azione politica forte”. Se da una parte il sindaco si è schierato a favore delle imprese tessili e dei lavoratori, dall’altra però, durante lo stesso incontro, ha criticato le scelte industriali degli imprenditori che costituiscono il polo tessile: “La fine del tessile per Bronte – ha aggiunto infatti – provoca più danni di una possibile chiusura della Fiat a Torino. In Piemonte, infatti, un’altro lavoro si può trovare, in Sicilia no. Noi abbiamo arricchito di servizi la zona artigianale che intendiamo pure allargare per venire incontro alle esigenze degli imprenditori, che non capisco come mai per anni sono rimasti ancorati alla buona volontà di un solo imprenditore che oggi, dopo essere diventato importante anche grazie a Bronte, ci toglie le commesse. Bisognava trovare altri fornitori e soprattutto creare un marchio tutto siciliano”.

10 Novembre 2009

Il presidente della Provincia in «trasferta» al ministero

La crisi che attanaglia il settore tessile di Bronte e della provincia di Catania, sarà esaminata dal ministero delle Attività produttive. Il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, nei giorni scorsi, infatti, ha appositamente incontrato il prof. Esposito, che per conto del Ministero coordina gli interventi e le iniziative a garanzia del settore industriale.

Al vertice, oltre al presidente, hanno partecipato il coordinatore della taske force per lo sviluppo e l’occupazione nella provincia di Catania, Totò Leotta, il rappresentante delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, Giuseppe D’Aquila e Mario Catania production manager della Bronte Jeans, ovvero una delle più grandi aziende tessili del meridione. Durante l’incontro il presidente Castiglione ha descritto la portata della crisi, che rischia di travolgere le aziende ed i suoi lavoratori.

«Al Ministero - afferma il presidente della Provincia - abbiamo anche fornito i dati affinché si individuino le giuste soluzioni e si salvaguardi l’intero settore economico. Abbiamo anche - aggiunge Castiglione - posto l’attenzione sull’attuale situazione dei lavoratori, che devono percepire la Cassa integrazione.

L’obbiettivo comune - conclude – è di creare i presupposti per la ripresa dell’intero comparto». Intanto, imprese e lavoratori sono sul piede di guerra dopo le dichiarazioni che il patron della Diesel, Renzo Rosso, ha rilasciato a Repubblica. Secondo molti l’intervista sarebbe la prova che Diesel faccia produrre i jeans all’estero, fregiandosi poi del marchio Made in Italy. (Fonte La Sicilia)



7 Novembre 2009

Ispezione GdF: denunciato evasore totale

Comprava e vendeva senza pagare le tasse

Accertato il mancato versamento di oltre tre milioni e 500 mila euro da parte di un commerciante di auto

«Che bisogno c'è di pagare le tasse, tanto nessuno controlla mai». Avrà pensato questo il commerciante di auto di Bronte che all'improvviso ha deciso di non consegnare più al suo commercialista le certificazioni sui ricavi dell'azienda, né tanto meno di presentare la dichiarazione dei redditi per pagare le tasse. La sua supposizione, però, era sbagliata perché i finanzieri della tenenza di Bronte, coordinati dal maresciallo Carmelo Cicero, in proposito sono particolarmente attenti. Quasi quotidianamente, infatti, effettuano controlli incrociati fra le attività commerciali per verificare il carico e lo scarico delle merci e accurate indagini sulla qualità della vita che conducono commercianti, professionisti e titolari di imprese. Così, quando si sono accorti che il titolare della concessionaria di auto acquistava e poi vendeva parecchie autovetture di grossa cilindrata, anche di provenienza estera, senza poi neanche presentare la dichiarazione ai fini dei redditi e dell'Iva, è scattata l'ispezione.

Le Fiamme gialle, come nel film di Totò e Aldo Fabrizi «I tartassati», si sono presentate al negozio e hanno chiesto tutti i documenti sulle imposte sui redditi, sull'Irap e sull'Iva. L'accertamento non è stato lungo ed estenuante come nel famosissimo film, ma è stato sufficiente a permettere alla Guardia di Finanza di raccogliere prove a sufficienza per dichiarare il commerciante evasore totale. In pratica, aveva sottratto al fisco oltre 2 milioni di euro ai fini delle imposte sul reddito, oltre 1 milione di euro ai fini dell'Irap e circa 500 mila euro di Iva. Una cifra considerevole, indice di un'azienda che certamente non naviga in brutte acque al punto da poter pagare le tasse.

Ovviamente il responsabile della società è stato denunciato alla magistratura e dovrà rispondere di evasione fiscale. I controlli della Guardia di Finanza di Bronte intanto continuano. Sono numerose le imprese commerciali non solo di Bronte, ma dell'intero territorio di competenza, che sono finite sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri, impegnati in una vera e propria operazione per il rispetto delle leggi in materia tributaria. [P. Z., La Sicilia]



6 Novembre 2009

Rubate le batterie dei 3 scuolabus

Servizio ripristinato in poche ore

Strano furto ai danni del Comune di Bronte. Mercoledì sera intorno alle 22,30 ignoti si sono introdotti all'interno dell'autoparco, nell'area antistante il mattatoio municipale, e hanno rubato le batterie dei 3 scuolabus, provocando anche danni alla carrozzeria dei mezzi. Un furto assurdo se consideriamo che una batteria costa circa 100 euro e che complessivamente ne sono state portate vie 6.

«E' la prima volta - ci dice il vice sindaco ed assessore alle politiche scolastiche Nunzio Calanna - che il Comune subisce un atto così ignobile perpetrato ai danni di un servizio al mondo della scuola utile a tutti bambini e famiglie e ritenuto indispensabile. Non immaginiamo chi ed a che scopo possa aver commesso un gesto così vile». Ad accorgersi del furto sono stati gli autisti quando sono giunti all'autoparco. Il servizio però è stato interrotto solo per il turno mattutino. Gia alle 13 le batterie erano state sostituite: «Ringrazio gli uffici per la celerità - conclude Calanna - che ha limitato i danni e dimostrato che il Comune non si lascia ne intimidire, ne danneggiare da gesti simili». Sull'episodio indagano i carabinieri di Bronte che hanno ispezionato l'area del parcheggio alla ricerca di tracce. (Fonte La Sicilia)



4 Novembre 2009

Nuove idee per il Gal Etna

FORRE LAVICHE DEL SIMETO ('U BAZU 'A CANTIRA)Il sindaco Firrarello per la valorizzazione delle «Forre laviche»

«Valorizzare i territori dei parchi dell’Etna e dei Nebrodi, le Forre laviche del Simeto e le lave cordate dell’Etna». Questi gli obbiettivi, individuati dal sindaco di Bronte, Pino Firrarello, per la salvaguardia ambientale e la crescita turistica del territorio del centro etneo, da consegnare al Gal (Gruppo di azione locale) Etna e da inserire nel Piano di sviluppo locale, affidato al responsabile del Gal, il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo.

«Non finiremo mai - afferma Firrarello - di puntare alla valorizzazione del nostro patrimonio ambientale per far conoscere ciò che di bello la natura ci ha regalato e di promuovere i parchi. Il territorio di Bronte - continua - è attraversato dal fiume Simeto che subito dopo contrada Cantera offre il meraviglioso spettacolo delle "Forre laviche", ovvero delle vere e proprie gole, scavate nelle lave secolari dalla paziente azione delle acque.

In pochi sanno poi – continua Firrarello - che una comoda strada in basolato lavico, raggiungibile da viale Kennedy, oltre a farci arrivare comodamente in auto fino a Piano dei Grilli, altro non è che una terrazza con la vista migliore su antiche lave cordate che in altri versanti dell’Etna possono essere ammirate esclusivamente dagli escursionisti che si avventurano a piedi sull’Etna. Entrambi - conclude - sono tesori naturalistici dal grande valore turistico che è arrivato il momento di far conoscere e valorizzare. Ed in proposito – aggiunge - abbiamo elaborato il progetto "Le stazioni del viandante", con i turisti che arrivano a Bronte con il treno della Fce e poi vengono accompagnati in bus 4X4 sull’Etna».

Intanto gli incontri fra i vari partner del Gal Etna proseguono: «Continua - ha messo in rilievo il dott. Ernesto Del Campo - il percorso di concertazione con il parternariato sociale e politico del Gal Etna. Abbiamo già presentato lo schema di massima del piano di sviluppo locale elaborato dal gruppo di lavoro e che dovrà essere presentato entro il 20 novembre. Siano soddisfatti - conclude - perché siamo riusciti ad inglobare nel progetto le istanze che sono giunte dal territorio, ricevendo il consenso da parte dell’assemblea».

Domani sera il Consiglio comunale di Bronte, presieduto da Gino Prestianni, approverà lo schema di statuto del Gal Etna. [fonte La Sicilia]

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