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I parlamentari brontesi

I personaggi illustri di Bronte, insieme

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Giacomo Meli, Giuseppe Castiglione, Placido De Luca, Francesco Cimbali, Vincenzo Saitta, LUIGI CASTIGLIONE, Antonino Isola, Biagio Pecorino, Vito Bonsignore, Pino Firrarello, Salvatore Leanza, Nunzio CalannaFranco Catania, Giuseppe Castiglione
 

Il principe del Foro che amava la Politica

Luigi Castiglione

Talento straordinario per l'oratoria e la notevole cultura

On. Luigi Castiglione (Bronte, 1924)Luigi Castiglione, acutissimo avvocato del Foro di Catania di cui fu principe a tutti gli effetti e da tutti riconossciuto, fu il quarto deputato brontese a sedere fra i banchi di Montecitorio.

Nacque a Bronte il 21 giugno 1881 da una famiglia di modeste condizioni economi­che, anche se la madre (Nunzia Tirendi) aveva un rapporto di parentela col card. Antonio De Luca.

Rimasto orfano del padre Francesco a sette anni, fu ammesso a studiare nel prestigioso collegio Capizzi (allora gestito dai Padri Sale­siani), dove frequentò le scuole elementari e ginnasiali e, successivamente, continuò gli studi in un seminario di Roma.

Qui, per gli ottimi risultati raggiunti, fu chiama­to all’Uni­versità Pontificia Gregoriana, ove conseguì la laurea in Teologia («probatus magna cum laude»).

Il giovane Luigi però non volle farsi sacerdote; aveva già deciso la strada da per­correre nella vita: la professione d'avvocato.

Con questa determinazione torna in Sicilia e nono­stante la laurea in teologia, priva di ricono­scimento statale, deve riprendere gli studi medi ed iscriversi alla prima classe del Liceo Spedalieri di Catania.

Due anni dopo consegue da esterno la maturità classica e torna a Roma per seguire i corsi della Facoltà di Giurisprudenza. Superato il primo biennio rientra a Catania dove, il 20 novembre 1909, consegue la laurea ed inizia l'attività professionale.

Dotato di un talento straordinario per l'oratoria al quale si accompagnava una notevole cultura e un timbro di voce estremamente modulabile e potente ebbe subito un grande successo. Inco­mincia anche ad avviarsi alla carriera politica abbracciando gli ideali del Partito Sociali­sta.

 



 

A destra, Luigi Castiglione in una cari­catura di A. Mazzola tratta da "Il Ciclope" (an­no I, numero 1 del 14 luglio 1946).
Nella didascalia che accompagnava il dise­gno, L. Margaglio scriveva: «A Luigi Castiglione che la mano non pretende
per aver da demiurgo, la medaglia o le prebende»

Quando Castiglione si candidò alle elezioni del­l'aprile 1947, che doveva eleggere la prima As­sem­blea re­gio­nale siciliana, lo stesso giornale così lo presentò:

«Un socialista: Luigi Castiglione
Gran cuore, grande mente, cultura vasta e pro­fon­da: maestro di diritto, avvocato magnifico, di quel­li che do­po aver difeso senza onorario il cliente povero, gli dan­no per giunta i soldi per il viaggio.
Con queste spiccate doti, Luigi Castiglione bron­tese di buon san­gue, scende in campo per il P.S.L.I., dopo aver costan­temente rifiutate le cariche in ogni tempo offertegli.»

["Il Ciclope", anno II, n. 7  del 13 Aprile 1947]

Per sensibilità e preparazione culturale Luigi Castiglione non può non aderire agli ideali del socialismo e lo fece, com’era nella sua natura, totalmente.

Nel 1910 fu consigliere comunale a Bronte (sempre nel partito socialista). Durante le numerose sedute alle quali partecipò, si battè strenuamente per la soluzione di annose questioni, quali la vendita dei boschi, la costruzione dell'acquedotto, il ripristino della viabilità urbana, la carente situazione igienico-sanitaria del paese, la costruzione dell'ospedale, dell'edificio scolastico di piazza Spedalieri e tante, tante altre che ancora oggi non hanno ancora trovato definitiva risoluzione.

Dopo la parentesi del primo conflitto mondiale, al quale partecipò assolvendo il dovere di soldato anche se ideologicamente contrario all'interventismo, riprende la professione forense e l'attività politica.

Negli anni bui del fascismo non abiura i suoi principi democratici ed assume la difesa di quanti vennero perseguitati per le loro idee.

Caduto il regime divenne prezioso il suo apporto per la ricostruzione del partito socialista e per la formazione di una nuova società democratica.

Il rigore morale e i meriti culturali fecero di Castiglione un personaggio di grande notorietà e non a caso gli Alleati lo proposero come prefetto della Provincia di Catania; alla fine del 1945 gli viene offerto il delicato incarico di sottosegretario alla Giustizia. In entrambi i casi Luigi Castiglione rifiuta.

Nelle prime elezioni regionali del 1947, eletto deputato alla prima Assemblea Regionale Siciliana, non accetta nemmeno l'invito dell'on. Alessi di assumere la carica di presidente nel primo governo regionale siciliano.

Dimissionario dalla carica di consigliere regionale (il 2 marzo 1948), nelle elezioni del 18 aprile 1948 fu a 67 anni il quarto deputato bron­tese a sedere fra i banchi di Montecitorio, eletto nella Sicilia orientale nella lista del Fronte Popolare (racchiudeva il Partito Comunista ed il Partito Socialista nennia­no), iscritto nel Gruppo parlamen­tare Unità socialista (prima legislatura della Repubblica italiana).

Fu componente della Commissione speciale per il controllo delle armi (giugno 1948 - novembre 1949), della III Commissione Diritto, procedura e ordinamento giudiziario, affari di giustizia ed autorizzazione a procedere (giugno 1948 - luglio 1949) e della V Commissione Difesa (1 luglio - 18 novembre 1949; a destra la sua foto nel Portale storico della Camera dei Deputati).

Ma anche l’attività in questo mandato politico fu di breve durata in quanto si dimise il 18 aprile 1949, per motivi di salute e per continuare la professione forense.

La sua vera passione, infatti, più che l'attività politica, restò sempre la professione di pena­lista dove con la sua straordinaria foga oratoria e la sua preparazione giuridica non aveva rivali.

Era benvoluto da tutti, non solo per la sua bravura professionale, ma anche per il suo immenso cuore. Oltre che privo di ambizione Castiglione, infatti, non era interessato al denaro. Gli onorari accettati dai clienti rappresentavano sempre cifre modeste e ai meno abbienti, ma anche agli amici e ai paesani, prestava gratuitamente la sua assistenza.

Fece della sua professione un autentico momento d’incontro tra morale, cultura e diritto. Straordinario e geniale penalista, partecipò ai più importanti processi che si celebravano nella città etnea. Per il suo aspetto ieratico e sofferente e la grande foga oratoria fu definito "l'apo­stolo". Eppure, durante le orazioni giudiziarie, dimostrava una forza magnetica che sublimava il ragionamento.

Chi lo conobbe di persona, rammenta i confronti durissimi con Giovanni Albanese (altro gran­dissimo penalista). Castiglione e Albanese incrociarono spesso le loro spade dialettiche in modo veramente memorabile.

A quel tempo il processo veniva partecipato dal pubblico con un autentico coinvolgimento emo­zionale e con passione oggi pressoché scomparsi.

I processi a cui partecipava Castiglione erano sempre affollati: molti partivano da tutta la provincia (tanti anche i brontesi che si recavano appositamente a Catania) per sentire la dolce melodia «dell'usignolo del tribunale» o «dell’an­gelo della parola» (così era chiamato).

Negli ultimi anni di vita, ormai sofferente per due attacchi di trombosi, si allontanò gradata­mente dall'ambiente politico e forense per ritirarsi a vita privata confortato dalla cognata Rosalia, dalla sorella Ignazia (nonna dell’ex presidente della Corte Costituzionale Antonio La Pergola) e dai nipoti.

Stava scrivendo una "storia del socialismo in Sicilia" allorché la morte lo raggiunse.

Era la mattina del 19 giugno 1956.

La fine del grande giurista suscitò profonda emozione e smarrimento nei numerosi amici, nei discepoli, nelle autorità e nel popolo catanese. "Voce di tenore e di sirena" dissero di lui durante la commemorazione funebre.

Per ricordare la grandezza e i meriti di Luigi Castiglione, Bronte gli ha dedicato una strada (così come altri Comuni della provincia di Catania) e una scuola, Catania una strada, il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catania ha istituito in suo onore una borsa di studio.

 

Luigi CastiglioneLo «zio Barba»

A destra, l'avv. Gigi Casti­glione ancora giova­nis­si­mo (nel 1904) e, a sinistra, in una fo­to del­l'aprile 1924, con­servata nella Biblio­teca Co­mu­nale, con dedica auto­grafa ad un al­tro illustre e noto pena­lista bron­te­se, Gio­vanni Gorgone, "per­chè ricordi sempre chi per primo l'ad­de­strò all'arte forense goden­do di es­sere ben presto superato".

Nel 1987, un suo illustre nipote, Antonio La Pergola (foto a sinistra), giudice e Pre­sidente della Corte Costituzio­nale (1986-1987), Ministro delle Politiche comunitarie nei governi Goria e De Mita (1987-1989) e parlamentare euro­peo (1989), nel ricevere la citta­dinanza onoraria di Bronte («Custo­dia legum Civili­tatis est indicium - La città di Bronte col cuore di madre elegge figlio tra i suoi figli Antonio La Pergola, severo custo­de di Scienza e Di­ritto», questa la moti­vazione) ringraziando, rievocava i ricordi della sua gioventù: il viso dolce della madre, la casa patema, i cari nonni, la folla di amici e infine lo «zio barba», cioè lo zio Gigi Castiglione, così chiamato per la caratteristica barbetta.

Da questa nobile figura egli dichiarò di aver assimilato il senso cristiano della vita, della liber­tà e del dovere, il culto e la pra­tica dell'onestà.

Gigi Castiglione ringrazia Bronte

Dopo la sua elezione, Gigi Castiglione ringrazia il Sin­daco per gli auguri rivolti allo stesso come neodepu­tato all'Assemblea Regionale

Bronte, 12 maggio 1947
Illustre signor Sindaco,
La prego di accogliere le mie più vive grazie per il suo gentile telegramma di cui ho avuto conoscenza ieri, dopo il mio ritorno da Roma. Le sue parole buo­ne e generose mi hanno commosso.
Certamente la mia cagionevole salute, la tarda età è sopratutto la mancanza di ogni attitudine tecnica, non mi conferi­scono la necessaria preparazione al compito cui so­no stato chiamato; ma posso assi­curarle che la fidu­cia accordatami dai lavoratori di Bronte avrà, con la mia imperitura e doverosa grati­tudine, il suggello del più scrupoloso adempi­mento dei miei doveri verso la nostra cara terra.
Se il partito dona un orientamento spirituale a guida di ogni azione politica, è pur vero che al di sopra di tutte le forme ideologiche vi è la legge di probità che ha un valore di etica modera­trice ed universale, che le armonizza e le sovrasta.
Con i più deferenti saluti
Luigi Castiglione

"Non era una persona ambiziosa"

Perché Luigi Castiglione più volte rinunziò alle cariche politiche,
quando gli altri si tenevano con i denti la poltrona del potere?

L'avvocato Antonello Dato, che per più di dieci anni esercitò la professione nello studio di Luigi Castiglione, suo discepolo e collaboratore e del cui culto è custode, ci ha fornito la spiegazione per il rifiuto d’incarichi, per i quali molti sarebbero disposti a qualsiasi compromesso:
«Castiglione non era una persona ambiziosa, aveva invece un profondo senso del dovere che non gli per­metteva di accettare impegno alcuno senza la certezza di poterlo assolvere. Aveva superato i 60 anni e le condizioni di salute non buone non gli avrebbero permesso di far fronte al duplice impegno professionale e politico. Costretto a scegliere, optò per la professione forense che praticava con lo spirito di missionario».

Nel Dicembre 2002, Bronte ha concesso la cittadinanza onoraria all'avv. Antonello Dato per «l'amore da lui dimostrato nei confronti di un grande brontese: Luigi Castiglione»

  


 

Giovanni Gorgone

Avv. Giovanni GorgoneL'avvocato Giovanni Gorgone fu uno dei tanti disce­poli dell'avvo­cato Luigi Casti­glione, emulan­do­ne la correttezza e la preparazione.

Era nato a Bronte il 23 dicem­bre 1895 ed iniziò la profes­sione forense nel 1920.

Nel 1943 riprese l'attività politica che durante il pe­rio­do fascista aveva interrotta mili­tan­do nel Partito Socialista, al quale ave­va ade­rito da studente licea­le.

Quattro anni dopo, nelle prime elezioni regio­nali del 20 aprile 1947, Giovanni Gor­gone, insie­me con Lui­gi Castiglione e An­to­nino Isola, si candidò nella li­sta del Partito So­cia­lista dei Lavoratori Italiani (altri due bron­tesi il notaio Nunzio Azzia e l'avv. Vin­cen­zo Schilirò si presentarono nella Demo­crazia Cri­stiana).

Giovanni Gorgone fu componente del «Co­mi­tato di Li­berazione Nazionale», redat­to­re del giornale «Il Ri­scatto», consigliere pro­vin­ciale e consigliere al­l'ospedale Vitto­rio Ema­nuele di Catania.

Nel cinquantennio di attività forense, molti so­no sta­ti i suoi scritti e le sue ricer­che pub­blicate dalle più impor­tanti riviste di diritto penale.

Prima di morire, lasciando la professione di av­vo­ca­to penalista e ritirandosi ad una tran­quil­la vita priva­ta ha donato tutti i suoi libri, quadri e foto alla biblio­teca comu­nale «Delu­chiana» di Bronte.
 


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