Centro storico, che fare?
In questi ultimi decenni a Bronte sono sorti nuovi popolosi quartieri (Sciarotta, Borgonuovo, Colla, Sciara Sant’Antonio, …). Costruiti nel giro di poco tempo nelle periferie, a volte al di fuori di qualsivoglia programmazione urbanistica, hanno subito attratto i giovani e le nuove famiglie. C’è stata quasi una fuga dal centro storico verso le nuove abitazioni, un distacco totale dalle vecchie case, anguste e piccole, che ora, chiuse ed abbandonate a se stesse, cominciano a mostrare i segni del tempo e a volte anche a crollare. Ed anche oggi le stradine del centro storico continuano come prima a spopolarsi con qualche rione (“a ruga”) che appare a volte deserto e completamente inabitato. Non sono affatto aumentati gli abitanti, anzi sono diminuiti (eravamo 19.652 a Gennaio 2001 e siamo 19.135 nel gennaio 2005). E’ che la vecchia casa dei genitori, non dà più un adeguata vivibilità e nelle strette viuzze le case, addossate l'una all'altra, danno poche possibilità di espansione o di miglioramento abitativo. Che fare allora? Ci sembra inevitabile ed urgente definire a tutto tondo, con estrema chiarezza, il ruolo e la destinazione del nostro Centro storico. Sembra necessario un impegno su vasta scala all'insegna per di più d'una peculiare impostazione di salvaguardia, coinvolgendo in questa operazione gli abitanti, le associazioni culturali e di categoria, senza complessi ma anche senza la pretesa di imporre alcunchè. Noi riteniamo indispensabile far emergere una carta di identità del Centro storico con tutti i suoi tratti e segni caratteristici e particolari, con una diagnosi accurata e realistica di ciò che oggi è a rischio e va recuperato e protetto e di ciò - ed è moltissimo - che invece va abbattuto e ricostruito. Qualche casa del centro storico, sapientemente ristrutturata da mani esperte, conservando ancora inalterati i segni delle antiche originarie architetture ha riacquistato una nuova bellezza, ha ridato nuovamente lustro a vie che sembravano irrimediabilmente degradate. Il nostro centro può ancora risultare un patrimonio di grandissimo pregio e valore non soltanto nell’aspetto culturale, artistico ed ambientale ma anche sul piano della vivibilità, del mantenimento delle tradizioni e dell’incremento (o forse meglio della nascita) di qualche forma di turismo. Purtroppo si continua a toccare con mano il ritardo con cui sul piano locale certe conoscenze od iniziative manchino o non siano messe a frutto per operare di conseguenza. Di iniziative ve ne presentiamo una addirittura del 1928.
E' del primo Podestà di Bronte, col. Roberto Fonte, che non contento «della decorazione dei prospetti di case e che nella esecuzione di notevoli rifacimenti o restauri» non si aveva «cura di ultimarle con la ulteriore decorazione» reputava «indispensabile per l'estetica ed il decoro dell'abitato, richiamare in vigore le solite disposizioni del Regolamento edilizio e gli artt. di leggi comunali o provinciali. E non ci andava tanto per il sottile. «Entro il termine di mesi sei, dalla pubblicazione dell'ordinanza» ordinava in modo categorico ai cittadini che non l'avessero già fatto «di far decorare il prospetto delle case esistenti lungo la via Umberto e Piazze adiacenti.» Stabiliva che nel caso di condomini doveva osservarsi l'uniformità di colorazione, ed ove i proprietari fossero «dissenzienti nella scelta avrebbe deciso sen'altro la Commissione edilizia». |