4°
- Alexander Nelson Hood (1873 - 1904) |
Alexander
Nelson Hood, Visconte Bridport (1814 - 1904), Cavaliere
Comandante l'Ordine del Bath, pronipote di Nelson, figlio
maggiore di Charlotte Mary Nelson, fu il IV duca di Bronte.
Sposato con una cugina del duca Wellington (il vincitore di Napoleone)
Mary Penelope, con lui accanto a "Nelson" compare per la prima volta anche il cognome "Hood".
Fu il Duca della svolta, il colonizzatore, il primo a
manifestare interesse per l'immenso feudo e ad occuparsi
direttamente della sua gestione (aveva visitato la Ducea già
nel 1864), a migliorarlo apportandovi innovazioni e nuove
colture.
Diffidando degli amministratori (nel suo periodo, dopo William Thovez, da
lui licenziato,
si alternarono
Samuel Grisley, mons.
Louis Fabre e Charles Beek), spedì a Maniace Alexander (il
suo ottavo figlio, appena diciassettenne, il "duchino" futuro 5° Duca)
per vivervi stabilmente e tutelare in loco gli interessi della famiglia.
Nel 1883 Alexander Nelson Hood "a titolo di perenne benemerenza"
fu nominato presidente onorario della Deputazione che governava
la vita del Real
Collegio Capizzi; il duchino, di lui figlio ventinovenne, fu
nominato deputato
onorario.
Nel 1885 la Regina Vittoria lo insigniva del prestigioso Ordine
del Bagno nominandolo Cavaliere Comandante.
Durante la terribile epidemia di colera che nel 1887 colpì Bronte, il duca si distinse per l'aiuto dato ai brontesi mettendo a disposizione del Comune 10 salme di frumento.
Nel 1883-84 il figlio Alexander tentò di far deviare fino a Maniace il tratto
della costruenda Ferrovia Circumetnea
Bronte-Maletto-Randazzo.
Non ci riuscì e dopo l'apertura
della Ferrovia, nel 1896, fece costruire a proprie spese una
«strada rotabile privata» da Maniace alla stazione ferroviaria
di Maletto.
Alexander Nelson, Visconte Bridport, Duca di Bronte
cessò di vivere a Londra il 4 Giugno 1904; con
testamento depositato il 9 Luglio istituì erede
universale il proprio figlio Duchino Alessandro Nelson
Hood.
A lui il figlio
nel 1905
ha dedicato l'obelisco nel punto più alto di Serra del Mergo.
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5°
- Alexander Nelson-Hood (1904 - 1937) |
L'On.
Sir Alexander
Nelson-Hood, V Duca di Bronte, grande Ufficiale della Corona d'Italia, Tesoriere
di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, Visconte Bridport, nato nel Palazzo Reale
di Cumberland Lodge Windsor il 28 giugno 1854, visitò per la prima volta la
Ducea, giovanissimo, nel 1868.
E' stato definito il gentiluomo contadino e
letterato.
Ottenuta dal padre, a 19 anni, la gestione del feudo, vi visse stabilmente tra Maniace e
Taormina fino alla morte, godendosi la proprietà ed apportandovi elementi nuovi
di bonifica e di trasformazione fondiaria.
Così descrisse i suoi primi anni di vita al Castello: «Il mio compito: amministrare un grande territorio, giovane com'ero, privo d'esperienza, ignorante della gente e dei suoi modi, con una incerta conoscenza della lingua, non era dei più semplici. |
Tuttavia mi impegnai a fondo e, lavorando a volte fino all'una di notte, o più tardi, tenni i conti, supervisionai il lavoro fuori, curai la corrispondenza e l'amministrazione, per un certo numero di anni, praticamente senza aiuto.»
«Pare - scrive Nunzio Galati - che non
gli creasse problemi, anzi, trovasse naturale il prendere tra le mani il
piccone, la zappa o una mazza dandoci sotto fino a inzupparsi di sudore è
tornare al Castello talmente scompigliato e sporco da sembrare un inquilino.
E durante la vendemmia entrava sempre nella vasca del palmento a pigiare l'uva
mischiato tra i suoi dipendenti.»
Suoi amministratori furono il cav.
Charles Beek, Mr. Edwin Hughes, Major Richard Forsyth Gray e Mr. George Dubois
Woods.
E' stato il primo ad essere sepolto nel
piccolo cimitero inglese della Ducea. Intelligente e raffinato, ci ha lasciato alcuni libri fra i quali "Tales of Old Sicily"
(Londra, 1906);
"Sicilian
Studies", storie e saggi relativi alla vita in Sicilia (George Allen & Unwin, London 1915),
ma sopratutto un libro di memorie - "La
Ducea di Bronte" - , un "diario scritto per la famiglia",
edito recentemente, che
rappresenta una vera miniera di minuziose informazioni sulla storia e sulla
conduzione del feudo, sui criteri di gestione e sulle tipologie di coltivazioni
ma anche sui costumi ed il carattere dei brontesi. |
Affascinato da Venezia e dalla sua
storia scrisse anche un romanzo di ambientazione veneziana, “Adria a Tale of Venice”
(Londra 1904), dedicato all'amico e compagno di viaggio W. Sharp, con il quale condivideva l'amore per la città lagunare.
Alexander Nelson Hood governò a lungo e con amore e passione il feudo
apportandovi continue innovazioni e migliorie.
Nel suo periodo - il feudo gli fu
affidato dal padre a soli 19 anni, nel 1873 - la Ducea raggiunge il suo massimo
splendore.
Curò in particolare anche la piantagione di pregiate viti.
Con il sogno di portare la Sicilia alla ribalta mondiale nella produzione e
commercializzazione di grandi vini e di brandy eccellenti
partecipa ad alcune esposizioni nazionali.
Non riuscì però a superare le crescenti difficoltà causate dagli alti costi di
produzione e dal diffondersi nei vigneti di Maniace della Filossera. |

«Il busto di bronzo è mio, realizzato dal giovane
scultore di Taormina Enrico Licari - non
soddisfacente nella somiglianza, tranne che di
profilo, forse.» (Alexander Nelson-Hood, "La
Ducea di Bronte") |
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Fra le altre opere costruì la strada che dalla Ducea
porta alla stazione ferroviaria di Maletto e l'altra che da Bronte porta alle
contrade Ricchisgia e Marotta allora facenti parte dell'immenso suo feudo.
Amante della letteratura e dei miti greci, fu di una intelligenza duttile, con
interessi oltre che della poesia e della letteratura
anche nel campo dell’economia, della sociologia e dell’antropologia.
La Ducea divenne anche salotto letterario e
buen retiro di poeti, scrittori ed artisti inglesi fra i quali spiccano
William Sharp (morto e sepolto
a Maniace), D. H. Lawrence, F. Marion Crawford e
Frances Elliot.
I ricordi, le
impressioni ed i giudizi sui luoghi e sui brontesi di questi letteratiti,
poeti, musicisti, grandi viaggiatori che, ospiti a Maniace dei discendenti di
Horatio Nelson, visitarono Bronte dal 1801 al 1920 non sempre furono lusinghieri
per noi brontesi.
Per il suo impegno a favore della popolazione
messinese colpita nel 1908 da un funesto terremoto, per interventi ad personam ma soprattutto per l’organizzazione di centri di distribuzione di latte
e pane, di ambulatori e per offrire ospitalità ai profughi a Taormina, il Duca
Alexander Nelson-Hood che era già Commendatore dell’Ordine della Corona
d’Italia per meriti acquisiti nel campo dell’agricoltura fu elevato molto
meritatamente dal Re al rango di Grande Ufficiale.
Il quinto duca morì ottantatreenne il 1° giugno del 1937 nella sua villa di
Taormina (nella foto a destra la notizia della morte riportata dal New York
Times).
Non essendosi mai sposato non lasciò eredi diretti.
Alla sua morte la Ducea
passò ad un suo pronipote, figlio adottivo, Rowland Arthur
Herbert Nelson-Hood visconte Bridport (secondogenito del fratello, Arthur
Wellington Alexander) da lui nominato erede universale ed esecutore
testamentario con testamento del 24 settembre 1935.
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6° -
Rowland Arthur H. Nelson-Hood (1937
- 1969) |
Rowland
Arthur Herbert Nelson-Hood, nato il 22 maggio 1911 a British Columbia
(Canada) fu il VI Duca di Bronte. Eredita nel 1937 la Ducea dallo zio. Fu stroncato da un infarto il 26 luglio 1969, a Maniace. È sepolto nel
piccolo cimitero della Ducea.
Nei trentadue anni in cui ha tenuto lo "scettro" è riuscito - anche se non sempre è stato facile - a rendersi benvoluto e stimato ed ad allontanare da sè quella figura e quegli atteggiamenti da "padrone" che nel passato resero invisi parecchi suoi avi.
Anche se i tempi erano maturi perchè "l'ultimo feudo siciliano" fosse smantellato, il VI duca, sulle orme del predecessore, apportò notevoli miglioramenti sia nella gestione dei possedimenti che nelle condizioni dei contadini.
Fece costruire la prima scuola, un mulino, pagava
un'ostetrica ed un medico, fece arrivare l'acqua, migliorò le
condizioni delle strade e dei ponti.
Ciononostante, Carlo Levi, nel 1950 scriveva della Ducea «… esempio del più assurdo anacronismo storico, della persistenza di un perduto mondo feudale e dei difficili tentativi contadini per esistere come uomini».
I suoi furono gli anni
dell'esproprio della Ducea da parte del fascismo e della
nascita dell'Azienda Agricola Maniace
fra gli anni 1941-43. Ma furono anche,
nella nascente Repubblica, anni di grandi trasformazioni sociali, della riforma agraria, delle
occupazioni delle terre e della lotta che i contadini di Bronte, Maniace e Maletto sostennero dal '49 al '56 per l'applicazione delle
leggi di riforma e la divisione del latifondo ducale.
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Una veduta generale
dall'adiacente torrente Saracena dell'antica abazia benedettina
sorta intorno al 1173 a Maniace, probabilmente sulle rovine di una
preesistente costruzione basiliana, per volontà della Regina
Margherita. Oggi è, anche se impropriamente, denominata
Castello Nelson. |
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Una
foto (a destra) del matrimonio dell'attuale Duca di Bronte (il VII), Alexander Nelson-Hood con Linda Jaquelin Paravicini.
La foto a
sinistra è stata fatta a Londra nel marzo 1969 durante i festeggiamenti per il suo 21° anno di età. A sinistra di Alexander i genitori, il VI Duca di Bronte, Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood, e la mamma, la duchessa Sheila Jeanne Agata van Meurs (di origine olandese). |
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Al centro della foto, il duchino Alexander, la madre ed il VI° duca Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood posano con i dipendenti nel cortile del Castello, davanti alla Croce dedicata al loro antenato.
Nella
foto a destra, il VII° Duca di Bronte posa con lo staff amministrativo della Ducea: Il primo a sinistra
è mister King (l'ultimo amministratore); alla destra del duca un giovanissimo Giuseppe Càrastro (recentemente scomparso),
padre del nostro socio Ing. Mario. |
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Queste foto risalgono al periodo durante il quale la Ducea era ancora la residenza dell'attuale Duca di Bronte, Alexander Nelson-Hood, prima che fosse
acquistata dal Comune di Bronte (1981). Questi ambienti ora costituiscono il Museo Nelson ma molti arredi, quadri, suppellettili ed anche importanti documenti quali lettere, diari ed altro qui visibili non esistono più. Sono andati dispersi perchè non ceduti o
scomparsi quando la Ducea,
espropriata
dal regima fascista, fu affidata all'ente di
Sviluppo Agricolo o venduti prima della consegna
al Comune o regalati da compiacenti incaricati o,
addirittura, rubati (come il tavolo in noce stile XVII secolo della sala da pranzo della seconda foto, trafugato nel 1984) |
Nella foto a destra
Villa Falconara,
la residenza dei Duchi
di Bronte a Taormina.
Il V Duca,
Alexander Nelson-Hood è morto in questa villa. |  |
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I leoni di marmo a guardia della porta che
immette nel giardino inglese appoggiano la
zampa sugli stemmi degli Hood-Bridport (un
uccello marino con le zampe appoggiate ad
una gomena e ad un'ancora) e dei Parravicini
(il cigno), casato questo cui apparteneva
la moglie dell'ultimo Duca Alexander. |
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Sopra una veduta aerea del complesso della Ducea (il cosiddetto "Castello Nelson").
L'ala destra, (gli ex appartamenti signorili che ospitano in atto il Museo Nelson), danno sul giardino interno progettato da Andrea Graefer, primo amministratore della Ducea nominato da Nelson. A destra l'attuale duca di Bronte, Alexander Nelson Hood. |
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Vedi pure: L'Archivio Nelson
| Graefer e gli altri amministratori | |
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Dal 1963 al 1965, dopo decenni di lotte, ciò che restava
dell'immenso feudo donato a Nelson dal Borbone, fu diviso in
piccoli lotti (per un totale di ben 6.593 ettari) ed assegnato
ai contadini. Alla Ducea restarono soltanto poco più di 200 ettari.
Suoi amministratori furono
Ms. George Niblett,
Mr. Charles Lawrence Hughes e
Mr.
Frank Edward King.
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7° - Alexander Nelson-Hood (1969) |
Alexander
Nelson-Hood (Londra, 17 marzo 1947)
è l'attuale Duca di Bronte, il VII, rampollo dei Nelson, degli Hood, dei Bridport, nomi storici legati alla storia della marineria britannica.
Quando,
nel 1969, la eredita, la Ducea non rappresentava più uno dei più grandi latifondi siciliani; dopo la transazione del 1861 e l'applicazione della riforma agraria degli anni 1963-65, erano rimasti solo i prestigiosi fabbricati e poche centinaia di ettari di fertili terreni, coltivati a frutteto.
Alexander Nelson Hood, due anni prima di ereditare la Ducea, nel 1967, era funzionario di un importante istituto finanziario britannico (la Kleinwort Benson, dove si occupava dei rapporti di affari con l'Europa e particolarmente con la Francia, l'Italia, la Spagna).
Non aveva alcuna passione nè interesse per continuare a vivere nella Ducea che
era stata di Nelson.
Nei dodici anni di "regno" provvide a vendere tutte le proprietà rimaste e, nel 1981,
anche il complesso dell'antica abbazia che fu acquistato dal Comune di Bronte per un miliardo e settecentocinquanta milioni
di lire (di cui 950 per il "Castello" vero e proprio e per il terreno; 237 per
gli altri immobili; 570 per i mobili, i cimeli, i quadri, ed ogni altra cosa
mobile esistente nel "Castello").
Il VII duca di Bronte vive in Svizzera. «E’ stato – scrive
la storica irlandese Lucy Rial (La
rivolta. Bronte 1860, pag. 244) il primo membro della
famiglia che abbia passato la sua infanzia in Sicilia, ed è cresciuto a Maniace
e a Roma, se si eccettua il periodo degli studi in Inghilterra, all’Eton
College, e alla Sorbona di Parigi. Dopo la morte di suo padre nel 1969, decise
di cedere la proprietà.»
Dopo la vendita della Ducea, avvenuta a settembre del 1981, Alex Bridport, «il più
siciliano di tutti i duchi di Bronte», ha lasciato Bronte e non vi ha fatto ritorno per trenta anni:
si è dedicato alla sua attività nel campo dell’intermediazione finanziaria passando al
servizio della Chase Manhattan a Ginevra e della Shearson Lehman Brothers a New
York, per poi fondare, nel 1991, un’azienda di servizi finanziari a Ginevra, la
Bridport & C. s.a.
«Nel 2010, - continua la Riall - la Bridport Investor Services possedeva un
capitale netto di 17 milioni di franchi svizzeri, con un volume di vendite di
oltre 31 miliardi di franchi svizzeri e sedi a Ginevra, Zurigo e nell’isola di
Jersey. Se i titolari delle banche d’investimento, come generalmente si ritiene,
sono la nobiltà del XXI secolo, allora il VII duca di Bronte può dire di aver
finalmente realizzato il sogno della sua famiglia.»
In una conversazione avuta
con la Rial il 15 luglio 2011, il visconte Bridport ha spiegato come la sua decisione di vendere
la Ducea fosse stato un
esito scontato.
All’epoca della morte del padre era molto giovane, appena
ventunenne, e aveva davanti a sé una carriera nella City di Londra e ambizioni
fra le quali non rientrava la conduzione di una tenuta in Sicilia.
In ogni caso,
negli anni Settanta la proprietà aveva subito una notevole riduzione ed era gravata da
consistenti debiti.
«Di grandi dimensioni, scomodo e con notevoli costi di
gestione, sempre troppo lontano per essere una casa di campagna inglese e
situato in un luogo in cui non c’erano molti divertimenti, il castello di
Maniace era ormai quasi esclusivamente un ingombrante fardello.»
L'unica proprietà che gli eredi dei Nelson continuano a
possedere a Bronte è il piccolo cimitero
inglese sito a pochi
passi dalla Ducea. Lì riposano tanti loro antenati e rappresenta l'unico legame veramente affettivo con l'antica Ducea ereditata
dall'Ammiraglio.
Costruito nel 1898 per i Nelson, ospita otto tombe, tra le
quali anche quella del poeta
romantico William Sharp che morì a Bronte.
È l'unica proprietà degli eredi
dei Nelson, oggi in
concessione al comune di Maniace.
Nella foto a destra, un busto in terracotta, conservato nel Museo Nelson,
ritrae il 7° Duca, Alessandro, ancora bambino.
Scriveva Il Ciclope del 5 Dicembre 1948 che «Il biondo
e paffuto erede,
il duchino Alessandro Nelson Hood, nato a Londra il 17 marzo di quest'anno,
è stato presentato al folto stuolo d'impiegati
della Ducea in una alle loro famiglie». |
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