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Da Marzo a Giugno 2011

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7 Giugno 2011

Croci al merito di guerra a 28 reduci

Scuole, forze dell’ordine e associazioni al 150° anniversario dell’Unità d’Italia

Il Comune di Bronte ha celebrato il 150° anniversario dell'Unità d'Italia coinvolgendo il mondo della scuola, le forze dell'ordine che operano nel territorio, l'esercito italiano e la sezione di Adrano dell'associazione nazionale combattenti e reduci intitolata a Domenico Sanfilippo. Un nutrito corteo di autorità, preceduto dalla banda musicale San Biagio, ha caratterizzato l'evento, con in testa il sindaco, Pino Firrarello, e il baby sindaco Giada Greco, la Giunta municipale e numerosi consiglieri comunali.

Presenti il colonnello Francesco Polizzi, comandante del Centro documentale (ex Distretto militare) di Catania dell'Esercito italiano, il comandante della Compagnia carabinieri di Randazzo, capitano Donato Pontassuglia, assieme ai comandanti delle altre forze dell'ordine che operano a Bronte. Insieme con loro il direttore dell'Ufficio scolastico di Catania, Raffaele Zanoli, i dirigenti degli istituti scolastici di Bronte, del «San Giorgio» di Catania e del «Carlo Levi» di Maniace. Oltre all'associazione «Domenico Sanfilippo», hanno partecipato l'Unione nazionale ufficiali in congedo di Catania, numerosi componenti dell'associazione nazionale bersaglieri, il Corpo militare della Croce Rossa, i volontari della Protezione civile di Adrano, la Rete di biblioteche scolastiche. Ospite la scrittrice Carmen Privitera, che, attraverso il suo «Progetto d'amore», ha voluto ricordare la figura del nonno Salvatore Sergi. Dopo l'alzabandiera e la deposizione della corona di alloro al monumento ai Caduti, a cura dei caporali in servizio al Centro documentale di Catania, la consegna delle onorificenze (croci al merito di guerra) ai 28 reduci brontesi della II guerra mondiale. [Fonte: La Sicilia]

L'Albo D'Oro dei Caduti della Grande Guerra: I 255 i brontesi che non ritornarono più nella loro città natale.


3 Giugno 2011

TRASFERITI NELL'EX PARCHEGGIO MULTIPIANO IMPORTANTI SERVIZI DEL COMUNE

I nuovi uffici comunali di viale Catania

NUOVI UFFICI COMUNALI NEL PARCHEGGIOCi son voluti due mutui per realizzarli

Con la trasformazione in uffici comunali quello che un tempo era il cosiddetto Parcheggio multipiano di viale Catania è diventato la sede più importante della burocrazia comunale brontese. Il sindaco Firrarello vi ha infatti trasferito importanti servizi forniti dal Comune ai cittadini. Lasceranno i locali di via del Municipio l'Anagrafe (stato di famiglia, residenza, cittadinanza), l'Ufficio Carte d'Identità, lo Stato Civile (certificazioni e  dichiarazione di nascita, morte e matrimoni), l'Ufficio Elettorale, Catasto/Inps, (visure catastali e certificazioni Inps), l'Ufficio commercio, Suap (Sportello unico attività produttive), i Servizi Sociali e la Pubblica Istruzione.

Tutti questi servizi verranno ospitati nell'ex Parcheggio multipiano costruito dal sindaco Zappia con l'accensione di un mutuo per «permettere ai brontesi di risolvere buona parte dei problemi derivati dalla mancanza di posteggi» ed inaugurato dallo stesso sindaco alcuni giorni prima delle elezioni comunali, nel maggio 2002. Il Multipiano fu poi aperto e reso operativo un anno dopo, a Maggio 2003, dal sindaco che vinse quelle elezioni, Salvatore Leanza, con l'affidamento della gestione a una ditta specializzata che ne doveva curare anche la vigilanza. Con il pagamento di un canone mensile era possibile usufruire del servizio di auto-rimessa anche notturna. Ma l'idea del parcheggio in un luogo un pò periferico all'ingresso della cittadina non trovò tanta accoglienza nei brontesi, risultò fallimentare e l'operatività durò veramente poco.

Non si erano ancora finite di pagare le rate del mutuo acceso per costruirlo che nell'aprile del 2006 il nuovo sindaco Firrarello decise nel Piano triennale delle opere pubbliche di trasformarlo in uffici del Comune con l'accensione di un altro mutuo di 600 mila euro. I lavori di trasformazione, consegnati ad ottobre 2008, sono durati circa tre anni ed oggi i nuovi uffici sono stati messi a disposizione dei cittadini ma per arrivare a tanto ci son voluti due mutui.



14 Maggio 2011

Domani «Festa dell'albero»

Quasi 2000 scolari e studenti delle scuole elementari, medie e superiori di Bronte parteciperanno domattina alla “Festa dell'Albero”, la manifestazione organizzata dal Distaccamento forestale di Bronte, coordinata dal commissario Enzo Crimi e dal Comune di Bronte, per sensibilizzare i giovani al rispetto dell'ambiente. Alla festa parteciperà il sindaco di Bronte, Pino Firrarello. L'inizio della manifestazione è previsto alle ore 10, con il programma che, dopo una breve cerimonia religiosa, prevede la posa di alcuni alberi nel parco urbano di Bronte e la liberazione di alcuni rapaci curati dal centro recupero fauna selvatica di Catania. [Fonte: La Sicilia]



PIAZZA SPEDALIERI INAUGURATA AD AGOSTO 2009 CAMBIA ANCORA VOLTO GRAZIE AL FINANZIAMENTO DI 120 MILA EURO DELLA PROVINCIA

14 Maggio 2011

Piazza Nicola Spedalieri

Inaugurati i nuovi arredi

NUOVI ARREDI IN PIAZZA SPEDALIERIBrindisi finale con una grande festa, scandita dai rulli dei tamburi degli sbandieratori e dalle figure delle majorettes accompagnate dalla banda San Biagio, per inaugurare i nuovi arredi della piazza Spedalieri.

Come da programma a tagliare il nastro inaugurale è stato il presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che ha finanziato l’acquisto e la posa dei nuovi arredi, nel rispetto del progetto redatto dall’architetto Concetta Falanga.
A fianco del presidente Castiglione il sindaco, il presidente del Consiglio comunale, la Giunta municipale e numerosi consiglieri comunali. Presenti anche tanti ospiti, fra cui il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, il presidente della Joniambiente, Francesco Rubbino, ed il componente del Comitato esecutivo del Parco dell’Etna, Mario Bonsignore.

“Abbiamo completato piazza Spedalieri – ha affermato il presidente Castiglione – secondo la volontà dell’Amministrazione comunale e della gente, che volevano un piazza più bella e fruibile. Oggi possiamo dire che questa è il vero salotto di Bronte grazie anche alla bravura dell’architetto Falanga. Fino ad oggi – conclude – ho avuto ritrosia a far conoscere le tante cose che qui stiamo realizzando. Da oggi comunicheremo ai cittadini tutte le iniziative, per renderli partecipi della crescita di questa città”.

Soddisfatto il sindaco Firrarello: “Piazza Spedalieri – ha affermato - è il fiore all’occhiello della cittadina. Nel ricostruirla abbiamo fatto un buon lavoro, migliorando i servizi sottostanti la piazza, come per esempio la raccolta delle acque. Mancava però l’abbellimento naturale, ovvero l’arredamento. Il Comune non aveva i fondi e ci ha pensato il presidente Castiglione, restituendo ai brontesi una piazza da vivere che valorizza il centro storico. Sono certo – conclude - che i cittadini la sentiranno propria e si accorgeranno pure che questa cittadina è diversa dalle altre per la qualità dei servizi che offre”.

La nuova piazza Spedalieri ha sette panchine in più, realizzate in legno ed acciaio. Sono stati posti grandi vasi ai margini della piazza e lungo i percorsi carrabili per ospitare particolari essenze vegetali. La palme sullo sfondo, ad eccezione di quella a fianco del monumento ai caduti, sono state sostituite con alberi verdi ad alto fusto, ed infine è stata realizzata una quinta muraria alle spalle dell’arco monumentale. Con lo stesso finanziamento della Provincia, inoltre, verrà anche allestita una “vetrina del pistacchio verde di Bronte” che contribuirà così a marcare ancora di più il rapporto che esiste tra cultura, società, paesaggio, economia, ambiente. [Fonte: La Sicilia]


5 Maggio 2011

Piazza Spedalieri, nuovo restyling

Firrarello: «adesso è veramente il più bel salotto di Bronte»
Ha già un volto nuovo piazza Spedalieri. Sono arrivati, infatti, i nuovi arredi e le piante che resti­tuiranno verde e ombra. Gli operai sono già al lavoro e presto i brontesi la vedranno completa, grazie ad un fi­nanziamento della Provincia regio­nale di Cata­nia di circa 120 mila euro, che ha permes­so l’esecuzione dei lavori. Nel progetto dell’architetto Concetta Falanga, la piazza diventerà anche un giardino da “vivere”, attraverso la collocazione di 7 pan­chine in legno ed acciaio. Saranno posti anche grandi vasi ai margini della piazza e lungo i percorsi carrabili per ospitare le nuove essenze vegetali. Infine sarà realizzata una quinta muraria alle spalle dell’arco monumentale. Con lo stesso finanziamento della Provincia verrà anche allestita una “vetrina del pistacchio verde di Bronte” che contribuirà così a marcare ancora di più il rapporto che esiste tra cultura, società, paesag­gio, economia, ambiente.

“Questi lavori – afferma il sindaco Pino Firra­rello – completano la fase di allestimento degli arredi della piazza, che adesso è veramente il più bel salotto di Bronte. Nonostante ciò, in futuro, se dovesse essere necessario, interverremo ancora per miglio­rare quella che è la piazza principale della cittadina. Ricordo – continua il sindaco – che questi la­vori di restyling sono stati possibili grazie ad un finanziamento della Pro­vin­cia di Catania. Di conse­guenza – conclude - un ringrazia­mento al pre­sidente Giuseppe Castiglione è d’obbligo”. Balzano subito all’occhio i nuovi alberi sullo sfondo della piazza che hanno sostituito le palme trapiantate nel parco urbano.

LEGGI: Chianittu ra Batia quant'eri bellu!


29 Aprile 2011
RICHIESTI DAL COMUNE ED APPROVATI AL MINISTERO DELLA PI

Istituto per la moda e Liceo multimedia

Istituiti a Bronte due nuovi indirizzi scolastici

L’offerta formativa delle scuole superiori di Bronte fa un enorme balzo in avanti. Il ministero della Pubblica istruzione ha accolto la richiesta del sindaco Pino Firrarello, ed ha istituito due nuovi indirizzi scolastici nella città del pistacchio. Si tratta del “Liceo artistico con indirizzo audiovisivo e multimedia”, che sostituisce il Linguistico e l’“Istituto tecnico settore tecnologico indirizzo sistema moda”. Il primo sotto la direzione dell’Istituto superiore Ignazio Capizzi ed il secondo del Benedetto Radice.

“La richiesta di ampliare l’offerta formativa a Bronte - dice il sindaco Pino Firrarello - non è stata formulata a caso. Il Liceo Linguistico è molto diffuso mentre l’Artistico non è presente nella nostra zona. Oltre a ciò sapete già che Bronte con la sua pinacoteca contribuisce alla diffusione della cultura e della arti figurative in Sicilia, senza considerare che l’istituzione dell’Artistico rappresenta il primo passo che potrebbe, in futuro, permetterci di realizzare il sogno del prof. Nunzio Sciavarrello che, donando i quadri della pinacoteca al Capizzi, chiedeva la realizzazione di una scuola di restauro”.

Per Firrarello non meno importante l’istituzione del “Tecnico ad indirizzo moda”: “In una città che da 40 anni rappresenta il simbolo del tessile della Sicilia, non poteva mancare questo tipo di indirizzo scolastico. In pratica abbiamo cercato di avvicinare il più possibile il mondo della scuola a quello del lavoro”. La richiesta effettuata dal Comune è stata sposata in pieno dal presidente della Provincia Castiglione, che ha trasmesso gli atti agli enti competenti fino ad arrivare al Ministero, dove Firrarello ha fatto valere le ragioni della sua città. Il liceo artistico con indirizzo audiovisivo e multimedia, approfondisce le materie direttamente riferibili al mondo della comunicazione digitale e non solo, offrendo opportunità di lavoro nel campo della grafica, moda e design. L’Istituto tecnico ad indirizzo moda, invece, apre le porte alle aziende del settore calzaturiero o dell’abbigliamento svolgendo attività legate alla progettazione di filati e tessuti, alla gestione e controllo della qualità di materie prime e dei prodotti lavorati.



1 Maggio 2011
PROCESSO SICILTRADING

«Nessun reato»

Leanza assolto pure in Appello

L’ex Sindaco di Bronte nella qualità di già vice Presidente della Regione Siciliana On.le Salvatore Leanza è stato assolto ieri del reato di cui agli artt. 310 e 317 C.P. (abuso d’ufficio e concussione) dalla Corte d’ Appello di Palermo perchè “il fatto non sussiste”. Viene così confermata la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Palermo nell’anno 2001. Il procedimento giudiziario era stato avviato dalla Procura della Repubblica di Palermo nel 1995 nell’ambito dell’inchiesta sulla società a partecipazione regionale Siciltrading spa e dell’accusa di bancarotta fraudolenta nei confronti degli amministratori della stessa.

Salvatore Leanza era stato accusato di “aver costretto gli amministratori della Siciltrading – abusando della sua qualità e dei suoi poteri di Assessore Regionale alla Cooperazione nel corso di una seduta del CDA del 1992 alla quale l’ Assessore aveva partecipato – a definire un rapporto di consulenza ritenuto dalla Procura della Repubblica di Palermo inutile per la società e pregiudizievole per la gestione economica della stessa”. Per Leanza, posto per venti giorni agli arresti domiciliari, la pubblica accusa aveva chiesto nel corso del processo di primo grado sette anni di reclusione – richiesta poi riconfermata in sede di appello – mentre i difensori di fiducia prof. Enzo Musco e avv. Antonio Reina ne avevano chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. “Sono stati necessari quasi venti anni – ha affermato il prof. Enzo Musco – perché venissero riconosciute l’assoluta inconsistenza delle accuse rivolte all’ On.le Leanza e la correttezza amministrativa dell’ ex Assessore Regionale”.



1 Maggio 2011

La «task force per lo sviluppo e l'occupazione» voluta dal presidente della Provincia sta mettendo a punto un piano strategico

La crisi del tessile

Polo, s'intravede la via della salvezza

Primo obiettivo riunire le aziende. Da ieri, intanto, sui tetti dei capannoni è in funzione un impianto fotovoltaico
Tre strade da percorrere per salvare il polo tessile di Bronte dalla crisi. Le ha individuate la “task force per lo sviluppo e l’occupazione” della Provincia regionale di Catania, voluta dal presidente Giuseppe Castiglione, per salvare il comparto. Ce ne da notizia il coordinatore della Task Force, Totò Leotta. «Il primo obiettivo che vogliamo raggiungere - ci dice - è individuare ogni convergenza fra le aziende che possa permetterci di riunirle. Continuo a sostenere, infatti, che la creazione di un marchio proprio potrebbe trovare mercato e creare condizioni economiche sufficienti a creare autonomia delle imprese committenti». «La seconda strada da percorrere - continua - è quella di riproporre le professionalità delle aziende e dei lavoratori brontesi nel mercato delle commesse. La crisi internazionale e quanto sta accadendo nell'Africa settentrionale, infatti, sono convinto che faccia rivedere Bronte con maggiore favore dalle grandi firme che hanno delocalizzato il lavoro». «Infine considero giusta la proposta di rilanciare il Distretto tessile. Bisogna però tenere presente le mutate condizioni che hanno visto diverse imprese in Sicilia chiudere e soprattutto ridurre sensibilmente la forza produttiva e di lavoro». Con queste prospettive la taske force già da martedì riprenderà il lavoro.

Intanto proprio dalle aziende tessili brontesi è arrivata una ventata di fiducia grazie al «Consorzio siciliano manifatturiero» che ieri ha messo in funzione uno grosso ed innovativo impianto fotovoltaico posto sui tetti dei capannoni industriali: «Si tratta di un impianto - ci dicono Franco e Mario Catania - progettato dall'arch. Luigi Longhitano di 300 KW, per un investimento di circa un milione di euro. Sono stati montati 2250 pannelli in microcristallino associato al microamorfo in film sottile, in grado di produrre energia anche in condizioni atmosferiche non ottimali e di evitare lo shock termico nei mesi caldi».

«Con quest'impianto, - continuano - il Consorzio effettuando lo scambio sul posto tra l'energia prodotta e quella utilizzata, riuscirà ad essere, dal punto di vista energetico autosufficiente ad alimentare le strutture dove lavorano i nostri 250 lavoratori. Tutto ciò grazie anche all'attenzione che l'Amministrazione comunale di Bronte guidata dal sindaco, Pino Firrarello, hanno sempre mostrato nei confronti di chi si è adoperato per la produzione di energia pulita, snellendo l'iter autorizzativi». E proprio dal sindaco Firrarello sono giunti i complimenti al Consorzio: «Mi complimento. - ha affermato - Produzione ecocompatibile di energia elettrica vuol dire risparmio e salvaguardia dell'ambiente. Il Comune stesso ha istallato degli impianti simili sui tetti delle scuole, prevedendoli pure nel progetto di ampliamento della zona artigianale». [Fonte: La Sicilia]



28 Aprile 2011

La maledetta grandinata del giorno di Pasquetta

BRONTE

Distrutto il 15% dei pistacchieti

Si aggrava il bilancio della grandinata di Pasquetta, compromesso il raccolto che avviene ogni due anni
Il territorio colpito dalla grandine a Pasquetta è più vasto di quello che si potesse immaginare. Oltre a Maletto e Maniace, anche un grosso fazzoletto di territorio di Bronte è stato flagellato dal maltempo. E purtroppo si tratta del versante dell'Etna a sud-est dell'abitato. ovvero del versante famoso perché ricco di preziosi pistacchieti. E siccome questo è l'anno di raccolta, la grandine ha provocato ingenti danni. A sentire gli agricoltori circa il 15% del raccolto è andato distrutto, dato confermato anche dall'assessore comunale all'Agricoltura, Nunzio Castiglione: «Attendiamo dati più certi - afferma - ma difficilmente gli agricoltori si sbagliano. Le piante sono state colpite irrimediabilmente dalla grandine. Le zone più danneggiate sono quelle attorno le contrade di Cippollazzo e Passo Zingaro». «I dati rilevati dai componenti dell'Aipa (Associazione interpoderale produttori agricoli Bronte Adrano) - conferma il consigliere comunale, Vincenzo Sanfilippo - confermano che, più o meno, il 15% di pistacchio è andato perduto. Purtroppo, i chicchi di grandine erano così grossi da strappare del tutto i germogli».
Il sindaco Pino Firrarello, informato della calamità, ha subito attivato gli uffici comunali: «Stabilita con esattezza l'entità dei danni ci muoveremo di conseguenza - ha affermato - . Certamente il pistacchio di Bronte e i produttori devono essere tutelati con tutti gli strumenti previsti dalla normativa». Per avere un'idea dell'ammontare dei danni ricordiamo che Bronte, con oltre tremila ettari di coltura, rappresenta l'area di coltivazione principale di pistacchio d'Italia, con una produzione dalle caratteristiche uniche che ne fanno un prodotto di nicchia di grande valore. A Bronte, ogni 2 anni, se ne raccolgono oltre 30mila quintali: una ricchezza di quasi 15 milioni di euro che rappresenta poco più dell'1% della produzione mondiale.


26 Aprile 2011
MALETTO

Violenta grandinata rovina la raccolta della fragola

Pasquetta amara per tanti coltivatori della famo­sa fragola di Maletto. Ieri pomeriggio una intensa grandinata si è abbattuta su quasi tutto il ter­ritorio provocando ingenti danni alle coltivazioni. Secondo una prima e provvisoria stima, la grandine avrebbe rovinato tutta la prima fase della raccolta del dolce e rosso frutto, come ci conferma Salvatore Carrubba, presidente del con­sorzio Etna fragole di Maletto.

«I danni sono stati veramente ingenti - dice - Non esagero a dirvi che le colture non protette dalle serre, che qui rappresentano il 90% della produzione, sono state partico­lar­mente colpite dalla grandine, che farà marcire tutti i frutti in fase avanzata di maturazione, mentre le fragole che non marciranno non saranno più commer­cializ­zabili. La fragola e fragolina di Maletto che si raccoglie a giugno è andata persa. Speriamo - conclude - nella ripresa delle piante e nelle produzioni suc­cessive». (...) [Gaetano Guidotto]


27 Aprile 2011
MANIACE

Grandine maledetta: danni a pere e pesche

Il sindaco Salvatore Pinzone Vecchio preoccupato: «Temiamo di aver perso il 50 per cento della produzione»
La grandine del giorno di Pasquetta non ha risparmiato neanche le coltivazioni agricole di Maniace, ricche di succose pere e pesche. Lo segnala il sindaco, Salvatore Pinzone Vecchio, che ci racconta come la comunità in questo momento tema di aver perso anche il 50% della produzione. «La grandinata è stata eccezionale. - ci dice - All’improvviso sono caduti giù chicchi di grandine grossa come ceci.

Ne hanno fatto le spese i fiori degli alberi di pesche e di pere che rappresentano il settore portante della nostra economia agricola. Speriamo di sbagliarci e di esagerare - aggiunge il primo cittadino - ma da una prima stima sembra propri che metà del raccolto sia andato perduto». Il sindaco entra nel dettaglio dei danni: «Tutti i germogli colpiti non produrranno frutti, quelli appena sfiorati potranno anche far arrivare a maturazione un frutto che però sarà macchiato e quindi non in condizione di essere commercializzato. Aspetto che i tecnici della condotta agraria ci informino sull’entità dei danni, dì certo noi faremo quanto di nostra competenza per venire incontro agli agricoltori, compreso eventualmente, se possibile, anche la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale».

Il territorio di Maniace coltivato a frutteti è di circa 163 ettari, di cui appena 40 sono pescheti. Il resto sono quasi tutti terreni coltivati a pere di diversa qualità. Complessivamente si producono più o meno 8000 chili di pesche per ettaro di terreno coltivato per circa 32 quintali complessivi, mentre sono addirittura 10.000 i chili di pere che si producono ogni ettaro di terra che i maniacesi coltivano con cura, per un quantitativo complessivo che si aggira sui 120 quintali di frutto. Numeri importanti che da soli indicano il valore economico di un comparto agricolo che un’anomala gradinata, a qualche giorno dal mese maggio, rischia di dimezzare. [Gaetano Guidotto]



28 Aprile 2011

Rapinatori dai modi… gentili

Entrano in banca e si fanno consegnare settemila euro

Rapina con «fair play» da parte di due malviventi che hanno arraffato dalla filiale di Bronte della Banca popolare di Ragusa circa 7mila euro. Intorno alle 15,30 uno dei due rapinatori - con il volto nascosto da una parrucca di colore nero e da un paio di vistosi occhiali - ha provato a entrare all'interno della banca, nascondendo un taglierino. I sensori della «bussola», però, sono entrati in funzione e il ladro, come qualsiasi altro normale cliente, ha pensato bene di tornare indietro, posare il taglierino in uno dei tanti vani porta-oggetti e riprovare.
Appena dentro, senza minimamente alzare la voce e con calma quasi olimpica, ha avvertito che si trattava di una rapina, chiedendo ai dipendenti di far entrare il suo complice che attendeva fuori, nascondendo parzialmente il viso con un cappello e il colletto di un maglione a dolce vita. Entrambi poi, sempre con estrema pacatezza e tranquillità, hanno ricordato ai dipendenti e all'unico cliente presente che nessuno si sarebbe fatto male se gli fossero stati consegnati i soldi presenti nella cassa dello sportello. Dopo di che, arraffato il denaro contante sono usciti. Per fuggire hanno utilizzato un motorino, rubato qualche settimana fa a Misterbianco, che poi hanno lasciato nella periferia di Bronte. Lanciato l'allarme, i carabinieri della locale stazione hanno ritrovato il taglierino nella cassetta porta-oggetti e il motorino abbandonato. Poche le indiscrezioni sulle indagini, con i carabinieri che stanno analizzando con cura impronte digitali, modus operandi, e immagini delle telecamere, nella speranza di potere risalire all'identità dei due... gentili rapinatori. [Fonte: La Sicilia]



21 Aprile 2011

Picchiata da due compagne

L’aggressione a una studentessa 17enne sarebbe avvenuta sul bus

A leggere la denuncia sembrerebbe trattarsi proprio di un caso di bullismo al femminile. Una ragazza di Bronte di 17 anni, studentessa diligente dell’istituto «Enrico Medi» di Randazzo, sarebbe stata picchiata da due compagne di istituto sull’autobus che la stava accompagnando a casa. Questo quanto si evince dalla querela, presentata dai genitori, secondo cui la vittima sarebbe stata prima aggredita da una ragazza e poi, dopo essersi avvicinata al conducente del bus nel tentativo di sottrarsi alla furia dell’aggressore, colpita dall’altra compagna che l’avrebbe addirittura sbattuta contro il parabrezza del pullman.

Arrivata a casa, i genitori hanno deciso di accompagnarla al pronto soccorso, dove i medici le hanno riscontrato traumi e abrasioni da probabili unghiate al viso e alle braccia, oltre a un grave stato di stress post -traumatico. Per i genitori un fatto grave che deve essere punito e così hanno deciso di raccontare tutto ai carabinieri, cui successivamente è tornata la madre per denunciare che, dopo essersi recata nell’istituto per avere notizie sui programmi didattici svolti durante le assenze della figlia, una delle due ragazze che avrebbero compiuto l’aggressione l’avrebbe ingiuriata. Ovviamente, saranno i giudici a confermare, o meno, le tesi dell’accusa.

L’Interbus ha assicurato di non essere a conoscenza dell’episodio, ribadendo però che il compito principale dell’autista è quello di guidare. «Di fronte ad atti di violenza - dice il direttore di esercizio, Mario Nicosia - si è soliti avvertire le forze dell’ordine. Non è escluso, però, che il conducente non si sia reso conto della gravità dei fatti». Alle ragazze, comunque, una punizione è stata inflitta. Il preside dell’istituto «Medi», prof. Giuseppe Sciuto, dopo essersi consultato con il Consiglio di istituto, le ha «obbligate» a leggere e commentare due libri. «Ci siamo mossi nel rispetto della legge - dice -. Mi preme sottolineare che si tratta di un caso isolato fra i nostri ragazzi, accaduto addirittura fuori dall’istituto. Vi assicuro che le nostre iniziative contro violenza e bullismo sono quotidiane». [Gaetano Guidotto]




14 Aprile 2011

DAL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA’

Vanadio nell’acqua

Elevate le percentuali per dichiararla potabile

Bronte. Il problema delle eccessive percentuali di vanadio nella rete idrica dei comuni del versante occidentale dell’Etna questa volta sembra essere veramente risolto. Il Consiglio superiore di Sanità, riunito ieri pomeriggio a Roma, esaminando l’istanza del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha innalzato le percentuali di vanadio che possono essere presenti nell’acqua da 50 a 140 micro grammi per ogni litro.

A dame notizia è stato proprio il sindaco Firrarello che da dieci mesi segue il problema vanadio nell’acqua, che nella sua cittadina ha provocato più di un problema, con parecchi artigiani e commercianti multati e privati dell’autorizzazione sanitaria per aver utilizzato l’acqua della rete idrica.

“Ho combattuto questa battaglia per Bronte e per la Sicilia tutta. - afferma Firrarello - Sapevano bene che il vanadio non fosse nocivo per la salute, anzi studi e ricerche confermano le sue qualità curative per alcune patologie. Invece a Bronte la presenza di vanadio nell’acqua è stata criminalizzata e c’è stato chi, trincerandosi sotto l’emblema della salvaguardia della salute pubblica, ha rischiato di compromettere l’economia di un’intera cittadina, ponendo in essere un’azione persecutoria nei confronti di pasticceri, panificatori e ristoratori che speriamo qualche ente dello Stato metta a giudizio. Adesso mesi di lavoro sono stati premiati e dobbiamo solo attendere che il ministro della Salute firmi il decreto e lo faccia controfirmare dal collega dell’Ambiente. Dopo di ché il problema del vanadio a Bronte e nella Sicilia sarà solo un ricordo. Personalmente - conclude - oltre a ringraziare già i due ministri, rivolgo un sentito grazie all’Istituto ed al Consiglio superiore di Sanità, ai professori Salvatore Sciacca e Riccardo Vigneri, ed all’Università di Catania”.

Il decreto legislativo 31 del 2001 aveva fissato i limiti del vanadio a 50 mg/l. Dalla condotta del pozzo di Ciapparazzo dell’Acoset, che viaggia da Bronte e Pedala i valori del vanadio superano i 160 mg/l. Adesso basta miscelare l’acqua con altre fonti e si rientra nei canoni. A Bronte, per esempio, ci sono i pozzi Musa 1 e 2 dove il vanadio non supera i 50 mg/l e quello di Sollazzo che non presenta vanadio. Con questi indici miscelando tutta l’acqua dei pozzi di Bronte si potrebbe ottenere acqua buona. Della vicenda comunque si sta interessando anche la guardia di finanza. (Fonte: Gazzetta del Sud)

O' miracolo!!!

14 Aprile 2011

Il sindaco ha ottenuto dal Consiglio superiore di sanità l’innalzamento a 140 microgrammi al litro

«Vinta la battaglia del vanadio nell’acqua»

Il problema delle eccessive percentuali di vanadio nella rete idrica dei comuni del versante occidentale dell’Etna, questa volta sembra essere veramente risolto. Il Consiglio superiore di Sanità, riunito ieri pomeriggio a Roma, esaminando l’istanza del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha innalzato le percen­tuali di vanadio che possono essere presenti nell’acqua, da 50 a 140 micro­grammi per ogni litro. A darne notizia è stato proprio il sindaco Firrarello, che da 10 mesi segue il problema vanadio nell’acqua, che nella sua cittadina ha provocato più di un problema, con parecchi artigiani e com­mercianti multati e privati dell’autorizzazione sani­taria per aver utilizzato l’acqua della rete idrica. (...) [La Sicilia)


14 Aprile 2011

BRONTE. IL RICORSO

«L'acqua al vanadio non è pericolosa»

Il problema delle eccessive percentuali di vanadio nella rete idrica dei comuni del versante occidentale dell'Etna non si pone. Lo ha stabilito il consiglio supe­riore della sanità (...) [Giornale di Sicilia]



12 Aprile 2011

CARABINIERI. NUOVI GUAI PER IL DISOCCUPATO S. C., CON UN TENORE DI VITA MEDIO ALTO

«Erba con le caramelle»

Scatta l’arresto a Bronte

Marijuana come caramelle, sembra essere questa l’ultima moda tra gli spacciatori, convinti di eludere i controlli delle forze dell’ordine nascondendo le dosi all’interno di confezioni destinate appunto ai confetti colorati. Questa prassi, seguita da un pusher brontese, è stata presto scoperta dai militari dell’Arma che dopo una perquisizione domiciliare lo hanno arrestato in flagranza di reato. S. C., pregiudicato trentacinquenne, è finito cosi in manette per il reato di detenzione ai fini di spaccio.

Da tempo i carabinieri del comando Stazione locale, lo tenevano sott’occhio, aspettando il momento propizio per agire, dopo un periodo di indagini che avevano consentito di raccogliere elementi tali da nutrire più di un sospetto circa l’attività illecita del trentacinquenne. Il suo status sociale di disoccupato, poi, strideva alquanto con le sue abitudini di vita, condite da vizi assai costosi, segno inequivocabile che il suo sostentamento avveniva certamente per introiti non del tutto “puliti”.Ed infatti i militari dell’Arma, in seguito ad una perquisizione domiciliare hanno trovato ben nascoste in confezioni di caramelle 100 grammi di marijuana, oltre a mille e 200 euro in contanti, somma ritenuta essere il provento dell’attività illecita.
Nel corso del blitz il pregiudicato ha cercato in tutti i modi di disfarsi della droga, tentativo risultato alla fine del tutto inutile ad evitargli l’arresto. Oltre alla marijuana sono stati scoperti all’interno di un vaso anche delle piantine dì cannabis, poco più che piccoli germogli, che probabilmente fra qualche mese avrebbero dato i loro frutti. Da notare come nel territorio brontese e nell’hinterland vi sia un fiorente mercato di semi di cannabis alimentato dall’acquisto su internet. Lo stupefacente ed il denaro sono stati posti sotto sequestro, mentre l’arrestato. concluse le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza. [Gaia Montagna, Giornale di Sicilia]



10 Aprile 2011

«Alla task force provinciale - dice il sindacalista Mavica - chiediamo di fare tutto il possibile per aiutare sul serio questi lavoratori»

Riflettori puntati sulla crisi del settore tessile

Fine dei sussidi per 238 lavoratori

La Cgil lancia l’allarme: «Tra giugno e settembre niente più Cassa integrazione. Cosa faranno?»
La taske force sulle difficoltà che sta vivendo il polo tessile di Bronte, riunita dal presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, anche su invito del consigliere provinciale Nunzio Parrinello, riaccende i riflettori su una crisi che ogni giorno che passa rischia di decimare posti di lavoro. Dopo l’incontro effettuato a Catania, alla presenza dell’assessore provinciale Francesco Ciancitto, le organizzazioni sindacali di categoria lanciano nuovi allarmi e fanno delle proposte: «Vero è - afferma Gino Mavica della Cgil - che oggi il numero dei lavoratori impegnati nel settore si aggira intorno ai 400, (prima della crisi erano forse più di 600), ma è anche vero che di questi ben 273 sono in cassa integrazione. Sono certo che un buon numero di lavoratori ritornerà nelle fabbriche, ma mi domando cosa sarà di coloro che non potranno farlo. Per questo alla taske force provinciale chiediamo di focalizzare il più possibile l’attenzione su questo problema, di favorire l’attivazione di incentivi che restituiscano competitività alle imprese, soprattutto per quanto riguarda i trasporti e il costo dell’energia, di sostenere l’idea del marchio locale e di favorire l’utilizzo dei fondi “Feg” sull’autoimprenditorialità dei lavoratori espulsi».

Mavica, inoltre, ci fornisce i dati nel dettaglio del numero dei lavoratori che a fine Cassa Integrazione rischiano il posto. Dei 273, infatti, 14 godono della Cassa Integrazione in deroga, anche se in 4 non hanno percepito le somme del secondo semestre 2010, 139 sono in Cassa integrazione straor­dinaria che terminerà per 40 il 10 giungo 2011, per 85 il 4 luglio 2011 e per 14 il 12 settembre 2011. Per questi lavoratori non ci sarà più possibilità di ottenere sussidi, a differenza di altri 120 colleghi che essendo attualmente in Cassa integrazione ordinaria, alla scadenza possono ricorrere a quella straordinaria.

Per questo, visto che la situazione è allarmante, Salvino Luca della Uil afferma: «Ci sarebbe anche la possibilità di ricorrere ai fondi nazionali sui corsi di formazione professionale, visto che la normativa permette ai corsisti di poter lavorare studiando. Ritengo però - continua - che possiamo attivare tutte le forme di finanziamento possibile, ma per salvare il comparto abbiamo bisogno delle commesse. A posteriori quindi dico che è stato un errore fare causa alla Diesel, che adesso vista la crisi in Tunisia ed alcune difficoltà nell’est europeo avrebbe anche potuto decidere di tornare da noi. Bisognerebbe quindi favorire una riconciliazione».

 

5 Aprile 2011
SI RITORNA A PARLARE DELLA GRAVE CRISI CHE DA DIVERSI ANNI INVESTE IL POLO TESSILE BRONTESE

La Provincia vuol rilanciare il Tessile

Riunione alla Provincia dei sindacati e datori di lavoro con la Task force per lo sviluppo e l'occupazione
La Task Force per lo sviluppo e l’occupazione delle Provincia regionale di Catania ha incontrato stamane – nel Centro direzionale Nuovaluce – le organizzazione sindacali e datoriali per esaminare gli elementi della crisi che investe il settore tessile del territorio etneo. Ente di riferimento per questo comparto è il Comune di Bronte che – come sottolineato anche dall’Osservatorio dell’Istat – costituisce il punto di aggregazione per il Distretto Tessile della Sicilia Orientale composto peraltro da altri due poli produttivi nelle provincie di Enna e di Messina.

“Questa realtà è un punto d’eccellenza e di sviluppo per il territorio per il quale è necessaria una descrizione analitica del contesto occupazionale – dichiara l’assessore alle Politiche attive e del lavoro Francesco Ciancitto -. Siamo pronti ad ascoltare le richieste, e dove possibile assecondarle, delle imprese nella considerazione dell’importante valenza occupazionale del settore. Abbiamo, comunque, bisogno di dati concreti in modo da attuare azioni positive adatte al raggiungimento di un obbiettivo comune”.

Secondo i rappresentanti dei sindacati presenti alla riunione, i dati sull’occupazione per l’indotto sono già allarmanti. La Task Force si occuperà fin da subito della crisi: “Sul piano dell’emergenza bisognerà quindi riacquisire un dialogo con le imprese – ha affermato il coordinatore della Task Force ed esperto del presidente Castiglione, Totò Leotta –: occorre un’analisi identificativa del fenomeno e una verifica con gli imprenditori per capire se si può ricostruire una filiera del settore con il marchio proprio, evitando così la condizione di intermediazione. Bronte e il suo comprensorio non possono perdere questa importante attività”. A chiusura dell’incontro è stato, altresì, stabilito di convocare a breve termine le aziende del settore per rilanciare il polo tessile, e di esplorare le possibilità per riprendere i rapporti con le società committenti che hanno allentato i rapporti con le aziende brontesi.

 5 Aprile 2011

Incontro alla Provincia sul futuro di un comparto «di fondamentale importanza per tutto il territorio»

Prima della crisi, quando il Polo tessile di Bronte attirava le più importanti aziende nazionali produttrici di capi di abbigliamento, erano 12 le aziende tessili brontesi che confezionavano soprattutto jeans, dando lavoro a quasi 600 dipendenti e producendo più o meno altri 400 posti di lavoro nell’indotto. Adesso la situazione è diversa. Da alcuni dati forniti dalle organizzazioni sindacali il comparto tessile brontese oggi da lavoro a non più di 400 operai, con l’indotto che si è estremamente ridimensionato (non lavorano più di 100 addetti)

Polo tessile, ipotesi «marchio proprio»

La crisi del Polo tessile di Bronte sotto i riflettori della «Task force per lo sviluppo e l’occupazione» della Provincia regionale di Catania
Ieri mattina presso il Centro direzionale Nuovaluce, alla presenza dell’assessore Francesco Ciancitto e del consigliere provinciale Nunzio Parrinello, le organizzazioni sindacali e datoriali hanno esaminato gli elementi della crisi che investe il settore tessile dell’intero territorio etneo e soprattutto di Bronte (...). Essendo la crisi dettata principalmente dal calo della commesse da parte delle “Grandi firme” che preferiscono fare confezionare i capi dove il lavoro costa di meno, è stato deciso di convocare le aziende brontesi per potere esplorare la possibilità per riprendere i rapporti con le società committenti. Si è anche, però, parlato di marchio proprio. (...)

Secondo le organizzazioni sindacali, i dati sull’occupazione per l’indotto sono già allarmanti e bisogna far presto. «Bisogna capire - ha aggiunto il coordinatore della Task Force, Totò Leotta - se si può ricostruire una filiera del settore con un marchio proprio». «E’ positivo - ha concluso il consigliere Parrinello - il fatto che la Provincia si sia intestata l’impegno a salvare il comparto tessile, dimostrato anche dalla volontà di istituire a Bronte un indirizzo di studi apposito. Concordo con l’idea di rilanciare il Distretto tessile che aveva già ottenuto un finanziamento». [La Sicilia]

15 Febbraio 2011

CRISI DEL POLO TESSILE

Bronte confida nel cambiamento
Incontro con task force lavoro provinciale

3 Aprile 2011

DOMANI RIUNIONE DELLA TASK FORCE SUL LAVORO

Alla Provincia la crisi del tessile

Si riunirà domani mattina alle ore 10 nella sede della Provincia Regionale di Catania di via Nuovaluce, la Task force sul lavoro, voluta dal presidente Giuseppe Casti­glione, per affrontare la crisi del Polo tes­sile di Bronte e degli altri Comuni dove ci sono industrie che lavorano per conto di grandi firme della moda. Ce ne ha dato notizia il consi­gliere provinciale Nunzio Parri­nello, da tempo impegnato a salva­guardare un comparto economico che considera di grande valore per il versante nord dell’Etna. “Già nel dicembre del 2008 - ci dice - chiesi all’Am­ministrazione provin­ciale di attivarsi attraverso la Taske force sul lavoro. Oggi ho ripreso l’argo­mento e domani, grazie alla sensibilità del presidente Castiglione, sindaci, sindacati di categoria, Confindustria e Provincia Regionale, si riuniranno per affrontare un argomento fondamentale per il futuro dell’economia e del lavoro”.



1 Aprile 2011
IL PRESIDENTE ED I DIRETTORI DELLA FORMEDIL OSPITI DEL SINDACO

Le scuole edili italiane a Bronte

Si è chiuso a Bronte il seminario nazionale sul “Progetto Mics (Moduli Integrati per Costruire in Sicurezza) attrezzature”, che il Formedil (Ente nazionale per la formazione e l’addestramento professionale nell’edilizia) ha tenuto a Catania per illustrati i nuovi materiali didattici. Per l’occasione il presidente nazionale Massimo Calzoni, insieme con il direttore della Scuola edile di Catania, Nicola Colombrita, ed i direttori delle sedi dell’intero territorio nazionale, dopo essere stati ricevuti a Catania dal presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, su invito del presidente della commissione Urbanistica del Consiglio comunale, Gino Prestianni, sono stati ricevuti nella Città del pistacchio dal sindaco Pino Firrarello. All’incontro hanno partecipato buona parte della Giunta comunale, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore Gullotta, numerosi consiglieri comunali, il direttore generale del Comune Giuseppe Marcenò, ed i primi cittadini di Randazzo, Maletto e Maniace, rispettivamente Ernesto Del Campo, Pippo De Luca e Salvatore Pinzone Vecchio. “Il vostro lavoro è importantissimo – ha affermato Firrarello – perché influisce positivamente nella sicurezza del lavoro e dei lavoratori che oggi deve essere alla base di ogni cantiere”.



1 Aprile 2011

Medico condannato a 14 mesi

Ritardò diagnosi e la paziente morì

Il giudice del Tribunale di Bronte, Giorgio Marino, ha condannato il dott. M. T. a un anno e 2 mesi di reclusione con la pena sospesa. Secondo l’accusa, confermata dalla sentenza, la mattina del 24 gennaio del 2004, il medico, in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale di Bronte, non avrebbe soccorso adeguatamente Rossana Lenzo (poco più che ventenne), successivamente morta all’ospedale Cannizzaro di Catania.

Con la stessa sentenza il giudice ha anche condannato medico e responsabile civile dell’Asp3 di Catania al risarcimento dei danni in favore della parte civile, oltre al pagamento delle spese processuali. Secondo il capo di imputazione, il dott. T. ritardò la corretta diagnosi di emorragia cerebrale, rendendo vana e tardiva la corsa verso l’Ospedale Cannizzaro di Catania. Per i genitori della ragazza, il medico del pronto soccorso dell’ospedale di Bronte avrebbe potuto salvare la figlia e, così, assistiti dall’avvocato Stella Rao e confortati dalle consulenze dei professori Gianluigi Gigli, docente di neurologia dell’Università di Udine e Fiorenzo Carta, specialista in neurochirurgia, decisero di sporgere querela. A difendere il medico fu l’avv. Carmelo Schilirò, che ricorda come in fase di indagini preliminari il pm chiese l’archiviazione e poi, durante il dibattimento, i periti del giudice esclusero ogni responsabilità colposa del medico. A distanza di circa 7 anni, dopo una lunga istruzione dibattimentale in cui sono stati sentiti ben 8 medici, tre periti e consulenti di parte, è arrivata la sentenza del Tribunale. [Fonte: La Sicilia]



31 Marzo 2011

Ladri forzano posto di blocco a Bronte
e per poco non travolgono carabiniere

Pur di non fermarsi al posto di blocco ed essere arrestati, hanno tentato di investire un carabiniere che ha estratto la pistola e sparato alle gomme della vettura senza riuscire a fermarla. E' accaduto a Bronte intorno le 3 della notte scorsa. I ladri erano riusciti a forzare la serratura di un garage in pieno centro di Bronte, esattamente in via San Pietro e a portare via una Audi A3 di proprietà di un giovane di 39 anni. Poi, soddisfatti per essere riusciti nel difficile intento di non farsi sentire, hanno tentato la fuga.
Per uscire dall'abitato però dovevano passare dall'incrocio fra la via Umberto e la via Cardinale De Luca, dove sfortunatamente per loro i carabinieri della stazione di Bronte avevano allestito un posto di blocco. I carabinieri appena hanno avvistato l'auto hanno intimato l'alt e così i ladri capendo di essere stati scoperti, prima si sono fermati ad una decina di metri dai militari e poi quando un carabiniere si è avvicinato alla vettura, il conducente ha ingranato la marcia ed è partito a tutta velocità, rischiando di investirlo. Per fortuna il carabiniere ha avuto i riflessi pronti e si è spostato, ma contemporaneamente ha impugnato la pistola ed ha sparato un colpo alle gomme. L'auto si è dileguata ugualmente a gran velocità per le stradine di Bronte, con i carabinieri che senza perder tempo hanno cominciato le ricerche terminate lungo la statale 284 in direzione di Adrano, dove prima del cimitero, i carabinieri hanno trovato l'auto abbandonata e con una gomma a tetra forata, dal proiettile. Dei ladri però nessuna traccia. [Fonte: La Sicilia]



23 Marzo 2011

Iscrizione al registro Dop

«Sconti» ai produttori di pistacchio

Buone notizie per gli agricoltori di Bronte che producono pistacchio. A seguito dell'iscrizione nel registro europeo delle Dop del pistacchio di Bronte, i produttori che vogliono fregiare dell'importante marchio il proprio pistacchio sono costretti ad affrontare le spese di certificazione. Una cifra che fino a ieri era di 250 euro per ogni terreno fino a 2 ettari, con l'aggiunta di altri 50 euro ogni ettaro di terreno in più. Inutile dire che questo ha condizionato parte degli oltre 5000 produttori brontesi, ma oggi il problema sembra risolto.
Grazie all'intervento del sindaco Pino Firrarello e dell'assessore Nunzio Castiglione, il «Gruppo di controllo e certificazione del Corfilcarni», chiamato a svolgere le attività di controllo, ha emanato il nuovo tariffario che comprende anche le quote di iscrizione delle aziende nell'apposito registro: «Canoni sicuramente più abbordabili - dice l'assessore Castiglione - Le aziende che posseggono meno di mezzo ettaro di pistacchieto dovranno pagare appena 20 euro, quelle che non superano l'ettaro 35 euro, mentre chi ha oltre un ettaro di terra dovrà pagare 50 euro. Inutile ribadire - conclude l'assessore - come la registrazione della Dop si rivolga ai produttori, ovvero all'anello attualmente più debole della filiera del pistacchio. Per questo ci siamo battuti, ottenendo dal Gruppo di controllo un risultato che permetterà adesso ai produttori di registrarsi con fiducia, valorizzando il proprio pistacchio».

«Piano piano stiamo raggiungendo i traguardi prefissati - dice il sindaco Firrarello - Inutile ribadire come siano tantissimi i vantaggi della Dop per i produttori e per i consumatori. Si potrà combattere la contraffazione con maggiore efficacia e il lavoro nei campi dei produttori sarà valorizzato. Per questo, adesso che i canoni di registrazione sono più bassi, la campagna a favore della Dop può iniziare con maggiore energia». [Fonte: La Sicilia]



19 Marzo 2011

Bronte, furto in sala giochi

Unico bottino le monetine

Rubano un camion e scassinano una sala giochi solo per rubare le monete di 5 videopoker. È accaduto a Bronte dove, ignoti, la notte tra giovedì e venerdì hanno prima rubato un camion, un OM 50 che si trovava in sosta nei pressi di piazza Aldo Moro e poi, servendosi di una smerigliatrice a batteria, hanno tagliato la saracinesca di una sala gioco sita in piazza Piave. Guadagnato l'interno i ladri hanno tranquillamente caricato sul camion 5 video poker ed una macchinetta che scambia le banconote con le monete e poi si sono allontananti. Ad accorgersi del furto è stata una pattuglia dei carabinieri in perlustrazione, che arrivata in piazza Piave, si è accorta che la saracinesca era stata segata e che le porte erano aperte. Così è stato avvertito il proprietario, un giovane brontese di 24 anni, che con questa sala giochi si guadagna da vivere.

Che l'intenzione dei ladri fosse solo quella di rubare le monete dalle macchinette lo dimostra il fatto che camion e videopoker sono stati ritrovati ieri mattina in territorio di Adrano a seguito di una segnalazione di un proprietario di un fondo. Quando sono arrivati sul posto i carabinieri hanno trovato il camion ed a terra i 5 videopoker scassinati. Il raid notturno comunque non deve aver fruttato ai ladri granché. Un resoconto dettagliato della refurtiva ancora non è stato ancora redatto, ma sarebbe meno di quanto i ladri forse potevano sperare. [Fonte: La Sicilia]



14 Marzo 2011

TRUFFA ALL'INPS PER UN MILIONE E MEZZO DI EURO

Scoperti mille falsi braccianti

Indennità disoccupazione con aziende agricole inesistenti
La Guardia di Finanza di Catania ha arrestato stamani cinque persone, smantellando di fatto un complesso sistema di frode organizzato nei confronti dell'Inps. L'istituto di previdenza, infatti, era costretto a versare illecitamente indennità di disoccupazione agricola a favore di persone che sulla carta risultavano braccianti agricoli di ditte però inesistenti. In alcuni casi, grazie a documenti falsi, i braccianti fittizi venivano segnalati all'Inps, come a carico di aziende agricole realmente esistenti, ma i cui titolari erano ignari di tutto. Per consentire il raggiro, il gruppo si avvaleva anche di un dipendente compiacente dell'istituto. Coloro i quali beneficiavano della previdenza, versavano a loro volta nelle casse dell'organizzazione fino al 50% della somma ricevuta, che per ogni falso bracciante oscillava dai 5000 ai 10000 euro all'anno. Il danno stimato dai militari ammonta a circa un milione e mezzo di euro.

Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori di Catania, Sturiale e Setola, e dal gip D'Arrigo, sono durate oltre due anni, hanno coinvolto complessivamente quaranta persone e si sono avvalse di intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nel corso dell'operazione i finanzieri hanno proceduto al sequestro preventivo di conti correnti e titoli bancari per un importo pari a un milione e mezzo di euro. Per tre dei cinque arrestati sono stati disposti gli arresti domiciliari

 

15 Marzo 2011

Truffa di un milione e mezzo di euro all’Inps: cinque persone finiscono in manette al termine di un’indagine durata 2 anni

Mille falsi braccianti scoperti dalla finanza

Individuati spulciando gli elenchi nei comuni di Bronte, Maniace, Randazzo e Maletto

Gazzetta del Sud, 15 Marzo 2011L’indignazione è poca cosa: lo sapevano tutti che il sistema funzionava così da anni. I sindacati ne erano estranei? i Patronati non sapevano nulla? Suvvia! Anche la truffa è considerata (e quindi tollerata) come ammortizzatore sociale da queste parti e un lavoro da bracciante agricolo fasullo non lo si nega a nessuno; con organizzazioni di categoria pronti a stracciarsi le vesti per chiedere e invocare i diritti vantati a fronte di requisiti ottenuti con presupposti falsi. Il bubbone è scoppiato e Umberto Bossi può vantarsene e anche su questa truffa perpetuata potrà fare campagna elettorale.

La Guardia di finanza ha fatto emergere anche questo malaffare (così come i ticket sanitari non pagati, le illegittime percezioni di finanziamenti della 488; truffe all’Unione Europea...) e per un migliaio di falsi braccianti agricoli è finita la manna. Mille sono stati scoperti solo spulciando i nomi nei Comuni di Bronte, Maniace, Randazzo e Maletto, ma chissà quanti ce ne saranno ancora! (E, ripeto, nessuna organizzazione paladina di legalità s’è mai accorta di nulla). La truffa? Quella quantificata con quattro conti è di un milione e mezzo di euro, tre miliardi delle vecchie lire con cui qualche “bracciante” ha acquistato “Suv” e “Mercedes”. Le Fiamme gialle a conclusione dell’attività investigativa in cui hanno indagato quaranta persone, effettuato cinque arresti e ventidue perquisizioni; hanno anche sequestrato conti correnti e titoli bancari equivalenti alla truffa compiuta ai danni dell’Inps che era finalizzata a percepire indebite erogazioni dell’indennità di disoccupazione agricola a favore di fittizi braccianti.

L’attività di indagine - ha spiegato il comandante provinciale delle Fiamme gialle, col. Francesco Gazzani (alla conferenza stampa hanno partecipato il procuratore facente funzione Michelangelo Patanè e i sostituti che hanno diretto l’indagine, Serpotta, Setola e Sturiale) trae origine dal protocollo d’intesa stipulato tra la Procura etnea e la direzione regionale dell’Inps, al fine di contrastare il fenomeno dilagante dei falsi braccianti agricoli. Tre dei cinque arrestati (Emilio Costanzo, Enrico Bontempo, Ada Biuso, Giuseppe Schilirò e Grazia Arcodia Pignarello) sono stati posti ai domiciliari. La truffa, che all’Inps e allo Stato ha causato un danno economico di un milione e mezzo di euro, secondo quanto accertato durante le indagini, durate circa due anni, era basata principalmente sulla creazione di ditte agricole «fantasma» che avrebbero fatto da paravento.

In altri casi, all’insaputa degli effettivi titolari e grazie alla produzione di documenti falsi, i falsi braccianti venivano denunciati a carico di aziende agricole realmente esistenti. In particolare il sodalizio presentava all’Inps, servendosi anche di un dipendente compiacente, falsa documentazione relativa a fittizi rapporti di lavoro agricolo, ottenendo l’erogazione della indennità di disoccupazione agricola e la copertura ai fini della maturaziW22o22e della pensione. Si sarebbe bypassata la prima fase di controllo da parte dell’Inps in quanto i titolari delle ditte avrebbero costituito «aziende senza terra», dicitura utilizzata nei casi in cui la raccolta di ortaggi ed agrumi si venga a svolgere per conto terzi. Tale modus operandi ha permesso di non indicare nella documentazione da presentare all’Inps i terreni nei quali si opera e di non presentare la documentazione relativa ai contratti stipulati per la raccolta dei vari prodotti, rendendo difficili eventuali controlli.

In particolare, la metodica seguita dal sodalizio criminoso, è stata quella di presentare all’Inps (servendosi spesso di patronati, ragionieri-commercialisti ed anche di un dipendente dell’Istituto, compiacente) della falsa documentazione relativa a fittizi rapporti di lavoro agricolo, traendo in inganno l’Ente ed ottenendo cosi a favore dei falsi braccianti, l’erogazione della indennità di disoccupazione agricola e la copertura ai fini della maturazione della pensione e ciò essenzialmente sulla base di un pactum sceleris con i falsi braccianti i quali, a loro volta “gratificavano” l’organizzazione criminale consegnando fino al 50 per cento della somma illecitamente percepita dall’Inps, che per ogni falso bracciante ammontava dai cinquemila ai diecimila euro all’anno.

Tale condotta, è avvenuta con la piena compartecipazione dei titolari delle ditte del tutto inesistenti che, o fungevano da fieri prestanome ovvero collaboravano attivamente con i membri del sodalizio predisponendo, previo accordo con i singoli braccianti agricoli, ed inviando all’Inps la documentazione relativa alle false prestazioni di lavoro. E ovviamente c’era la regia di patronati e ragionieri di piccolo cabotaggio che indirizzavano su come mettere a posto le carte. Il fenomeno, come accertato nel corso delle indagini, si è mostrato in continua crescita coinvolgendo un numero sempre maggiore di ditte e società cooperative (spesso i falsi braccianti agricoli aprono a loro volta finte ditte agricole grazie alle quali procedere alla falsa assunzione di altri braccianti), finendo col creare un danno economico allo Stato e all’Inps, che in questo caso è stato di un milione e mezzo di euro. [Domenico Calabro, Gazzetta del Sud]

15 Marzo 2011

Scoperta dalle Fiamme gialle truffa all’Inps: arrestata ex consigliere comunale, denunciato impiegato infedele

I braccianti erano finti, le indennità vere

C’è anche un ex consigliere comunale fra i cinque arrestati dalla Guardia di finanza nel corso dell’operazione «Camaleonte», finalizzata a smascherare e stroncare un’associazione per delinquere che da due anni intascava illecitamente indennità per la disoccupazione agricola di un migliaio di falsi braccianti. Agli arresti domiciliari, al pari degli altri due incensurati acciuffati nel corso del blitz (la Arcodia Pignarello e lo Schilirò), è finita, infatti, Ada Biuso, eletta nel 2005 in una lista civica che appoggiava il senatore Pino Firrarello. La Biuso è una delle consulenti del lavoro che, a detta degli investigatori, avrebbe favorito lo sviluppo della truffa, basata principalmente - spiegano le Fiamme gialle - sulla creazione di ditte “fantasma” esercenti una attività agricola che permettevano a centinaia di falsi braccianti agricoli di usufruire di una rendita illecita».

In altri casi, però, gli investigatori avrebbero accertato che, all’insaputa degli effettivi titolari e grazie alla produzione di documentazione falsificata (in un caso con la complicità di un impiegato infedele dell’Inps), i falsi braccianti sarebbero stati denunciati a carico di aziende agricole realmente esistenti, le quali ad un certo punto si sono viste moltiplicare il numero dei dipendenti e richiedere da parte dell’Inps considerevoli importi a titolo di contributi previdenziali e assistenziali ovviamente mai versati perché le assunzioni erano false.

«In particolare - riferiscono gli investigatori - la metodica seguita dal sodalizio criminoso, è stata quella di presentare all’Inps, servendosi spesso di patronati e ragionieri-commercialisti, della falsa documentazione relativa a fittizi rapporti di lavoro agricolo, traendo in inganno l’Ente ed ottenendo così, fraudolentemente, l’erogazione della indennità di disoccupazione agricola e la copertura ai fini della maturazione della pensione».

Ogni «bracciante» avrebbe consegnato all’organizzazione fino al cinquanta per cento della somma percepita come indennità, che oscillava fra i 5.000 e i 10.000 euro l’anno. «Tale condotta - concludono i finanzieri- è avvenuta con la piena compartecipazione dei titolari delle ditte del tutto inesistenti che fungevano da meri prestanome (fra questi Emilio Costanzo, ndc) o che collaboravano attivamente con i membri del sodalizio predisponendo, previo accordo con i singoli braccianti agricoli, ed inviando all’Inps la documentazione relativa alle false prestazioni di lavoro». (...) Sul blitz ha inviato una nota proprio il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che ha rivolto un plauso alla Guardia di Finanza ed alla magistratura per quanto fatto in questa e in altre occasioni (…). Un plauso agli investigatori è stato rivolto anche dal segretario provinciale della Uil di Catania, Angelo Mattone, e da Nino Marino, segretario della Uila, l’organizzazione degli agricoltori Uil: «Ben vengano queste operazioni, visto che, a causa di un drappello di furbetti, i veri braccianti e le tante imprese - sia gli uni che le altre faticosamente impegnati a produrre ricchezza e non sacche di illegalità e parassitismo - si sono visti sottrarre risorse preziose, rischiando di essere altresì accomunati in un frettoloso giudizio negativo». [Concetto Mannisi, La Sicilia]

15 Febbraio 2011

Il blitz della Guardia di finanza nei comuni di Bronte, Randazzo, Maletto e Maniace - Con la complicità di patronati e impiegati

Una colossale truffa all'Inps

Falsi braccianti e aziende fantasma. Cinque arresti. Tre hanno beneficiato degli arresti domiciliari, Complessivamente le persone indagate nell'operazione "Camaleonte" sono venti.

(...) L'operazione portata avanti dalla Fiamme gialle è stata denominata "Camaleonte", "perché - ha spiegato il procuratore facente funzioni Michelangelo Patanè - i braccianti transitavano da una ditta all'altra che però risultavano inesistenti". I finanzieri hanno sequestrato un milione e mezzo di euro di beni riconducibili alle cinque persone arrestate (...). A loro la Guardia di finanza ha preventivamente sequestrato tre appartamenti, dodici autovetture e conti correnti per 20 mila euro e un terreno agricolo. "Il sequestro per equivalente è uno strumento molto valido - dice il comandante provinciale della Guardia di finanza, colonnello Francesco Gazzani - permette di aggredire i patrimoni degli indagati in maniera cautelare". A dare l'avvio all'inchiesta è stata la segnalazione del titolare di un'azienda vera che, ironia della sorte, aveva ricevuto un accertamento perché risultava avere assunto una settantina di braccianti. (...) [Fonte: Giornale di Sicilia]

LA SICILIA WEB, 14 Marzo 2011

AZIENDE AGRICOLE FANTASMA

Finti braccianti frodavano Inps per milioni euro

Gli indagati, a vario titolo, sono quaranta

Militari della guardia di finanza di Catania hanno eseguito nel catanese cinque ordinanze di custodia cautelare ed un sequestro preventivo di beni per 1,5 milioni di euro nei confronti di un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dell'Inps per indennità di disoccupazione agricola illecitamente percepita. 'operazione, su delega della Procura della Repubblica etnea, si è svolta tra i comuni di Bronte, Maniace, Randazzo e Maletto. Più di 20 le perquisizioni domiciliari eseguite.

Coinvolte, a vario titolo, 40 persone tra dipendenti dell'Inps di Catania, patronati, consulenti del lavoro ed imprenditori agricoli. Sono stati inoltre scoperti 1.000 falsi braccianti agricoli. Tre dei cinque arrestati sono stati posti ai domiciliari. La truffa, che all'Inps e allo Stato ha causato un danno economico di un milione e mezzo di euro, secondo quanto accertato durante le indagini, durate circa due anni, era basata principalmente sulla creazione di ditte agricole "fantasma" che avrebbero fatto da paravento. In altri casi, all'insaputa degli effettivi titolari e grazie alla produzione di documenti falsi, i falsi braccianti venivano denunciati a carico di aziende agricole realmente esistenti. In particolare il sodalizio presentava all'Inps, servendosi anche di un dipendente compiacente, falsa documentazione relativa a fittizi rapporti di lavoro agricolo, ottenendo l'erogazione della indennità di disoccupazione agricola e la copertura ai fini della maturazione della pensione.

Si sarebbe bypassata la prima fase di controllo da parte dell'Inps in quanto i titolari delle ditte avrebbero costituito "aziende senza terra", dicitura utilizzata nei casi in cui la raccolta di ortaggi ed agrumi si venga a svolgere per conto terzi. Tale modus operandi ha permesso di non indicare nella documentazione da presentare all'Inps i terreni nei quali si opera e di non presentare la documentazione relativa ai contratti stipulati per la raccolta dei vari prodotti, rendendo difficili eventuali controlli.

14 Marzo

L'OPERAZIONE «CAMALEONTE»

Un esercito di falsi braccianti: la truffa dei «mille» ai danni dell'Inps

Centinaia di uomini impegnati nel blitz, perquisizioni e sequestri per 1.5 milioni. Cinque arresti, 40 indagati
Un esercito di braccianti (falsi), «mille» poco garibaldini, ma molto pratici che ricevevano un'indennità di disoccu­pazione senza aver mai versato una goccia di sudore nei campi sono stati scoperti dalla guardia di finanza di Catania. (...) Un centinaio i finanzieri coinvolti. (...)


14 Marzo

TRUFFA ALL'INPS NEL CATANESE

Scoperti mille falsi braccianti

Inchiesta della guardia di finanzia. Già eseguito cinque arresti. Gli indagati, a vario titolo, sono quaranta
Mille falsi braccianti agricoli sono stati scoperti dalla guardia di finanzia che su delega della procura di Catania indaga su una truffa ai danni dell'Inps. (...) Eseguite cinque ordinanze di custodia cautelare e sequestrati 1,5 milioni di euro a coper­tura delle somme erogate indebitamente. (...)

PLAUSO DEL SINDACO ALLA GUARDIA DI FINANZA ED ALLA MAGISTRATURA

Il sindaco Pino Firrarello ha rivolto un plauso alla Guardia di Finanza ed alla Magistratura per l’operazione che ha permesso alla Giustizia di far emergere un giro di truffe ai danni dell’Inps nel territorio del versante nord ovest dell’Etna: «Rivolgo il mio ringraziamento alla Guar­dia di Finanza ed alla Magistratura – ha affermato  - per gli importanti risultati otte­nuti con questa operazione, ma soprattutto per il lavoro incessante che ogni giorno le Fiamme gialle svolgono nel territorio a salvaguardia della legalità.

I cittadini onesti, che sono certamente la maggior parte, sono contro ogni tipo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e sono certo che in questo mome­nto si augurano che le persone coinvolte possano dimostrare la propria innocenza ed estraneità ai fatti, per rimarcare la trasparenza, l’onesta e la competenza di chi opera nel settore del lavoro agricolo, che a Bronte come negli altri Comuni rappresenta una cospicua fetta dell’eco­nomia. Parallelamente, però, è convincimento comune che, nel caso in cui questa non possa essere dimostrata, è giusto che la giustizia faccia il proprio corso, a garanzia dei cittadini onesti e di una società che deve ripudiare ogni forma di illegalità.»



15 Marzo 2011

Tragedia sfiorata in contrada Bolo sul fiume Simeto

Passerella chiusa per una voragine

La notizia buona è che nessuno si è fatto male e che non si sono verificati incidenti. Quella cattiva è che sulla passerella della Ss 120, in contrada Bolo sul fiume Simeto, si è formata una voragine profonda più di un metro e larga almeno 2. Intorno alle 7, il sorvegliante della strada. Salvatore Cunzolo, si è accorto del grosso buco, subito transennato. Quando siamo andati a verificare l’accaduto, ci siamo accorti che dalla voragine si vedeva come dal tubo di metallo, che dovrebbe convogliare il fiume, usciva acqua a catinelle, capace di erodere il terreno sottostante e svuotare il terrapieno sotto l’asfalto. E’ ovvio che così, prima o poi, il terreno sprofondi, come è accaduto ieri e come è successo anche in passato.
Fortunatamente, al momento del crollo non sono transitate vetture, ma il rischio che qualche automobilista distratto finisse dentro è stato altissimo. Per molti, inoltre, è alto il rischio che lungo l’intera passerella si formino altre voragini. Per questo motivo, ieri sera la passerella è stata chiusa al transito che è stato deviato sulle strade provinciali. Si tratta, però, di un crollo abbondantemente annunciato. Noi stessi invano, neanche 15 giorni fa, avevamo chiesto lumi sulla solidità della passerella all’Anas. «Adesso l’Anas deve fare qualcosa ed in fretta - ha affermato il sindaco di Bronte, Pino Firrarello - abbiamo chiesto, quasi un mese fa, perché i lavori del nuovo ponte si fossero fermati, ma ancora non abbiamo ottenuto risposta e adesso, prima che le auto passino nuovamente sulla passerella, è bene avere garanzie sulla sicurezza». Anche in questo caso, abbiamo chiesto chiarimenti all’Ufficio stampa dell’Anas, che forse oggi diramerà una nota ufficiale. Dal canto suo, l’Anas ha comunicato che provvederà a consolidare l’intera passerella: i lavori inizieranno nei prossimi giorni e dureranno almeno un mese. (La Sicilia)

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