------ Abramo = una famiglia Castiglione (FL). Altri Castiglione. Acquavitari
(venditori di acqua fresca, dal Nuovo Vocabolario
Siciliano-Italiano di A. Traina, Palermo 1868) = ingiuria di famiglia Imbrosciano e di una famiglia Russo, della quale fa parte il nostro prof. Nino Russo. Altri rami delle numerose famiglie brontesi portanti il cognome RUSSO sono più facilmente identificati dai soprannomi Buttaragghjè, Cucuzzaru, Faccilodda, Favatellu, Giafaddu, Grangnurata, Ingiù, Labbruni, Lavandaru, Maragnu, Mingrinu, Muntabbaniszi, Nciu', Pastizzaru, Prantarozzu, Quattruscròcchi, Scantirri, Sibilluni, Stazzunari. Altri Russo ormai "estinti" erano Cavalluzzu, Cinnirella, Cutillazzu, Faragnino, Pontifici
e Scagliunuto. Addia = Gulino (FL). Altri Gulino Crispella = una famiglia Amato. Un Filippo Amato Crispella nel 1770 pagava un censo di 8 tarì su un terreno in contrada Cardà. Un altro Amato è conosciuto come Recumatennu. Agnellu ed anche Angrellu o 'Ngrellu (agnello): Ingiuria di una famiglia dal cognome BIUSO. Un Pietro, Franco e un Vincenzo Biuso Angrello figuravano fra i censuari brontesi del 1705, 1761 (AN, vol. 94, p. 64; vol. 91, p. 19). Altre famiglie Biuso sono denominate Bagani, Mònacu, 'Ndrevu, Pillottu, Sibbilluni, Trizzaru o Zappunellu. Babbalàcchiu
(semplice, grosso, da A. Traina) = una famiglia Meli (altre famiglie Meli). Babbutu (peloso) = Greco (FL) | Vedi in Fantasmi (Bolo) ‘a Zz’a Tiresa ‘a babbuta. Altri GRECO sono Cantalanotti, Carruvari, Cuppurinu, Gambaraggèntu e Bellicapilli. Baccaràcciu = “Ingiuria” di un sacrestano di cui non ho mai conosciuto il cognome (nl) | Deriva da “baccalarone”, ossia tonto, goffo, malaccorto. Così era “ingiuriato” il sagrestano della Chiesa dell’Annunziata, tale sig. Vincenzo Conti. (M. Rappazzo) Baddàri = ingiuria di famiglie Piazza e Di Bella. Altri Piazza sono Pipituni e Tamburineri. Altri DI BELLA sono invece indicate con i soprannomi Cichitabèlla, Ciraru o Maccattiu. Baddunàru (bastaio): Era l‘ingiuria con cui, per l'attività svolta, veniva indicato il sig. Reitano che aveva il laboratorio nel sottano del palazzo Saitta (nl) | Analogo soprannome portano i componenti di alcune famiglie Pennisi e Bonsignore (i Bonsignore sono pure intesi Gioppu e Talianu). Bafè = Reale (FL). Altri Reale sono Dragu e Scilla,
un tempo qualcuno era Muletto. Baffiuni = ingiuria della famiglia Rappazzo. Altri rami dei Rappazzo sono invece meglio identificati come Cimigghiella o Mutu. Baffu (baffo) = una famiglia Venia (FL). Altri Venia sono Munachellu o Zzarafinellu. Baganu (vaso panciuto) = soprannome di famiglie Avellina/o e Biuso (altri Biuso). Baganazzu (persona chiassosa, che parla a voce alta): soprannome di alcune famiglie Leanza e Schilirò. Altre famiglie LEANZA portano i soprannomi
Cincunza, Franzuni, Lavagniszi, Leu, Masullu, Mattinazza, Nascastotta, Sbrandu, Scimuni, Scunsuratu, Staferinu, Tascuni, Vigneri. E c'erano pure i Beccu,
i Capicciola, Capitanellu e i Menzagaggia, oggi estinti. Fra i Leanza Scimuni vogliamo ricordare Salvatore, sindaco di Bronte e vice presidente della Regione Siciliana. Altre numerose famiglie brontesi dal cognome SCHILIRO' (è il quinto cognome per frequenza) sono conosciute con questi soprannomi: Butò, Caracogna, Cicarellu, Cicutu, Cosgiminella, Curatri, Dondu, Ficarra, Firippelli, Gaggiuzza, Garra, Gliòlliru, Grattasassa, Leu, Maccella, Mangiatabbaccu, Massari, Massaruzzu, 'Ntravatu, Oricchiazza, Pagghiararu, Pagnotta, Parrasgja, Pirazza, Prantanu, Rriganata, Saràszimu, Scàmpanavacchi, Spachittinu, Spezzacatini, Tistazza. E c'erano anche alcuni Sbrandu e Spaccaferru, oggi estinti. Baggianu (che si pavoneggia) = soprannome dei Susinna. Bajoccu (denaro) = un Pace (emigrato). (FL) Bajuzzu (piccolo bàju) = soprannome dei Boemi e Malaponte. Altri Boemi sono Gallujàncu, Ganguraru e Puvviraru. Ballacazzizza = Gorgone, Ponzo, Meli (FL) | Altri Ponzo. |
'A nghjùria Ancora oggi a Bronte continua la consuetudine di indicare o cercare una persona più con il nome e il soprannome ('a ’nghjùria) che col cognome anagrafico. Può riguardare un solo individuo ma di solito è riferibile a più membri di una medesima famiglia e contraddistingue un ramo di casato da un altro discendenti da uno stesso ceppo familiare; è stata soprattutto una necessità per la tradizione popolare, solo recentemente in parte abbandonata, di dare il nome dei nonni e poi dei padri rispettivamente ai nipoti e ai figli. Il suo uso si trascina da secoli, trasmesso da generazione in generazione e, in passato, codificato in quasi tutti i documenti ufficiali. Per non andare troppo indietro basta sfogliare gli antichi registri di matrimonio e battesimo della Matrice (dal 1582) o l'Archivio Nelson (AN) o leggersi gli Atti del processo dell'Agosto 1860, istruito dalla Commissione Mista Eccezionale di Guerra per i Fatti di Bronte, per trovare, anche in questi documenti od atti giudiziari, accanto al cognome di sposi, imputati o testimoni od addirittura in sua vece, l’indicazione dell’«ingiuria» familiare (dagli atti ufficiali citiamo ad es. Spitaleri Nunno, Nunzio Samperi Spiridione, Longhitano Longi o Ciraldo Fraiunco). Dal punto di vista pratico questa ‘nghjùria, pecca, soprannome, contronome, alias o appellativo che dir si voglia, utilizzata per identificare, indicare o cercare una persona, a volte animato da un’umoristica o ironica visione del soggetto, è più importante del cognome; consente di distinguerlo più facilmente da omonimi di altre famiglie con lo stesso cognome. Si pensi per esempio al cognome più frequente a Bronte, LONGHITANO (in origini,
nel XIV secolo, Longitano, proveniente da Longi), portato da innumerevoli famiglie, i cui rami o componenti vengono meglio indicati e subito identificati con il soprannome, attribuito a qualche loro lontano antenato ed a loro come un dna tramandato: Bastuni, Bellicapilli, Biniritti, Bizzuni, Bruscagghiella, Bullicunìvuru, Buticari, Butò, Caiòddi, Cannatello, Caracogna, Casillanti, Cazzareri, Cazzitta, Cèsari, Checchi, Chiavuni, Chicchìtti, Cinnirella, Finòcchia, Gàmbaru, Giardinara, Gigghj d’ozzu, Longi, Macabè, Magnella, Muretti, Nascazza, Panza, Puccara, Pullicinu, Puttella, Puvviraru, Quattru jìrita, Santaru, Saranelli, Scallipuszi, Sciaramanà, Tizzunelli, ... E così è immediato ancora oggi il riconoscimento ed univoca la persona se si dice Cicciu Bizzuni (e non Longhitano) o Ninu Chiavuni o Maria Saranella o Peppi Bastuni o Vitu Biscottu. Si pensi ancora alle numerose famiglie che portano il cognome CASTIGLIONE, i cui componenti a Bronte sono meglio identificati dalle rispettive 'ngiùrie: Abramo, Bumbuni, Butessi, Cacati, Carricazzucchi, Facchinu, Favajana, Firiri, Gàmbaru, Lavandari, Micia, Lìndinasicca, Lindinuszi, Pell''i crapettu, Santaru, Sbrandinu, Suggi, Tattàgghja, Travàgghia o ventu, ... Come si nota la parola che contraddistingue la ‘ngiuria è a volte apparentemente offensiva ed ingiuriosa (es. Cacacìciri, Caiòddu, Malucori, Mangiammedda) ma il fine non è mai quello di offendere ma di distinguere e meglio identificare la persona. A volte volte indica nomi derivanti dal paese di provenienza o da antichi mestieri o di vecchi attrezzi o anche il cognome storpiato. A volte più che a un gruppo familiare è legata al singolo individuo; spesso suggerisce caratteristiche fisiche o morali, attitudini o difetti fisici o comportamentali di qualche lontano avo al quale in passato 'a 'nghjùria era stata assegnata, anche ingiustamente, e da ciò la parola “ingiuria” con il soprannome che i discendenti, assieme al cognome ed ai beni, alla rrobba, hanno ereditato. Spesso soprannomi molto antichi, tramandati di generazione in generazione hanno perso il loro significato originario, diventando parole scomparse dall’uso e quindi privi di significato e di comprensione immediata, sconosciute alle generazioni più giovani. Da dire, infine, che spesso c’è uno stretto rapporto fra cognomi e parole dialettali; molti odierni cognomi derivano, infatti, il più delle volte, da antichi soprannomi i quali riflettono sempre qualche parola dialettale. (nL, Maggio 2018) |
| Ball'i cìra (testicoli di cera): era l'ingiuria del barbiere Castiglione che stava a Cruci Tirinnanna (oggi piazza Croce), ed era un mio lontano parente acquisito e padre di un mio alunno del '42/43 che morì ragazzo (nl) | Vedi altri Castiglione.
Ballisicchi
(testicoli secchi) = Gatto. Altri sono Mastricella,
Quòcuna o Veniveni. Baloddu (balordo): soprannome di famiglie Grassi e Catania | Nel 1860 un «Luigi Catania Balordo cognato di Giacomo Pappalardo» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41) | V. altri Catania Bambinu (bambino): soprannome di una famiglia Meli. Il cognome Meli è a Bronte molto diffuso. Dei Meli citiamo Benedetto e Giacomo Maria Meli, quest'ultimo giudice di Gran Corte e uno dei primi parlamentari brontesi di cui abbiamo notizia e l'avv. Nunzio Meli Bindozzu, sindaco di Bronte e preside del Liceo Capizzi. Vogliamo anche ricordare Nunziato Meli inteso Bambinu, "sempre sul suo camion di cui andava fiero". Per identificare i componenti delle altre numerose famiglie MELI sono utilizzate, fra altre, le ingiurie: Babbalàcchiu, Bambinu, Bindozzu, Birrigghjuni, Capubanda, Cariata, Ciaramella, Cimintista, Cirinu, Ciretri, Cirini, Culluzza, Fallaro, Guaddarrutàri, Maruzzella, Milleu, Monaco, Muru, Muretti, Muscatu, Nasca, ‘Nghè-nghè, Nnicchiarèllu, Papitellu, Pasticcinu a crirenza, Quattròcchi, Rrapè, Rriccu villanu, Ristivu, Rrobbagallini, Scàgghja, Scannatu, Stachi, Stizzera, Tilluzzu e Tiruni e, in tempi passati, anche Billullo e Francischino. Bandiatùri (banditore): negli anni 1920/30 “u bandiaturi“ ufficiale a Bronte era un Malettese, “u su Savvaturi” (nl) | Negli anni '50 era Biagio Conti detto Piattella. Barrirari (fabbricatori di barili): ingiuria di famiglie Pace, Sanfilippo (v. altri) e Triscali. Altre famiglie PACE sono a Bronte meglio identificate con le ingiurie Bizzella, Camminelli, Favazza, Favuzza, Ingiù, Quararari. Bastuni (bastone): ingiuria di una famiglia Longhitano. Nel 1715, invece, l'ingiuria di un Vincenzo Longhitano che aveva in affitto erbaggi del Feudo di Petrosino era Bastonello. Batturellu = ingiuria di una famiglia BURRELLO per distinguerla dai membri delle famiglie omonime Catarànu, Cusona, Mangialaddu e Pittirro. E, un tempo, c'erano anche i Trillabbri. Bauszaru (che sbava) = Lembo. Bavella = una famiglia Triscari (FL) | Altre sono Pizzicaroru. Bavuszu (bavoso): soprannome di una famiglia LEMBO per distinguerla dai Bauszari, Bernardi, Cucuzzaru, Muttummi, Naddi e Patollu. Bellameggiòia = bella mia gioia! Era l‘ingiuria della famiglia Marcantonio di cui parlo sia nei miei “Fantasmi” sia nel ricordo di Padre Antonino Marcantonio, fondatore dell'Ospizio dei Vecchi. (nl) Bellicapìlli (bei capelli): Ingiuria di alcuni Longhitano (altri) e Greco (altri) | Era così soprannominato anche un reduce dall’America di via Marconi, che aveva una fisarmonica che suonava ogni sera al ritorno dalla campagna. (nl) Belliciraszi (belle ciliege): ingiuria delle famiglie Prinzi e Gorgone. Altri GORGONE sono anche identificati con Aresi, Ballacazzizza, Butiruni, Caszarotu, Ncùcchia fica, Rricotta, Speza, Spizzitta, Suggi, Suggittu. Belligambi (belle gambe): fam. Foti. Altri Foti sono detti Sferru vècchiu. Biancavia = ingiuria dei componenti una famiglia Attinà per distinguerli da altre famiglie ATTINA' aventi il soprannome di Ciccilluzza/u, Citarrella, Mollu, Pansazza, Pacìficu, Paciuni. Uno degli Attinà, Agostino (1841-1893) fu un noto pittore brontese; i fratelli Arcangelo e Giuseppe Attinà Citarrella, fra i caporioni dei Moti del 1860, si arruolarono anche fra i Garibaldini ma (scrive lo storico B. Radice) "la camicia rossa non li salvò dalla galera" | Altre famiglie Attinà Bicchinu (becchino)= qualche Fiore (altri sono Saimmella) e Catania (v. altri). Biccunellu = ingiuria di una famiglia Lazzaro. Un Vincenzo Lazzaro Biccarello figurava in un elenco di censuari brontesi del 1787. Altre famiglie LAZZARO portano i soprannomi Cacacìciri, Cappellu, Crapara, Gaggiuzza, Leggiu, Mollu, Muniani, Quattucciu, Riganellu, Settiquatti, Utturanu
e, secoli fa, anche Cipinello. Bindòzzu (?) = “Ingiuria” o soprannome di una casata Meli (vedi), nostri amici (nl) | Fra i Meli Bindozzu vogliamo ricordare il prof. Nunzio, sindaco dei Bronte nel 1962 (foto a destra) | Cosa mai vorrà significare "Bindòzzu"? Ho interpellato una fonte diretta: il mio padrino di cresima Nino Longhitano “Bizzuni”, figlio di Giuseppe. Sull’origine o sul significato della «’ngiuria», non ha saputo fornirmi alcuna spiegazione, se non che – forse – fosse legata, in qualche modo, alla loro antica attività di commercianti. Ho provato a ragionare. Molte parole del nostro vocabolario brontese sono state importate dal dialetto palermitano. Ciò si deve al fatto che, fino al tardo ‘800, Bronte dipendeva, nell’ambito dell’autorità religiosa, dalla Diocesi di Monreale. Ipotesi: 1. derivazione dal termine palermitano Binda (sinonimo di benna, binna, lenza); i tre termini conducono ad unica definizione: striscia di tela o di cuoio usata per stringere; 2. dall’antico tedesco “winde” = macchina di sollevamento, argano (Treccani, Dizionario della lingua italiana). Se accostiamo la “ngiuria” alla professione di commercianti, potremmo dedurre che il significato originario possa essere stato: a) che producessero legacci (per se stessi e/o per altri); b) costruttori ed utilizzatori di macchine sollevatrici di grossi pesi. Fantasioso, né?? (M. Rappazzo) | Nel 1764 era soprannominato Bindozzo anche un Giuseppe Saytta pecoraio (A.N., v. 146, p. 142).
Birrigghjuni = Meli (FL). Biscottu = Lupo. Altri Bittiruni = una famiglia Napoli (FL) Bivira pullitri (abbevera puledri) = famiglia Pasqua. Bizzella = Pace (FL). Bizzuni (gemelli): Ingiuria che distingue i componenti di una delle molte famiglie Longhitano (altre sono i “Checchi”, i “Cèsari”, i “Chicchìtti”, i Saranelli, i Bastuni, i Puttella, ...). Deriva molto probabilmente dal fatto che in questo gruppo familiare, in varie generazioni, sono nate delle coppie di gemelli (= Bizzuni) come è effettivamente osservabile dal loro albero genealogico. (aL) Boja = Pernicone (FL). Boffò = Sanfilippo (FL). Altri Sanfilippo
Bòmburu
(orcio, recipiente di argilla) = Bonanno (altri Bonanno son intesi Ca zzappa). Broru'ifinocchi (brodo di finocchi) = Di Vita (FL) Bruscagghiella
(piccola spazzola per pulire il manto di quadrupedi) = ingiuria di famiglie Fazio e Longhitano. Altri Fazio sono Speza e Scattioru. Bruscumè = Cirami (FL). Altri sono Nciullìtta. Buazzu = ingiuria di una famiglia Lanzafame. Buggisi = ingiuria di una famiglia Puglisi. Bùggiu (mucchio di biade o di paglia): Ingiuria di una famiglia MINISSALE per distinguerla dalle altre omonime che portano i soprannomi Baruni (nella foto a destra Vincenzo Minissale Baruni), Buzzu, Muschella, Paxiea, Sciarotta, Tàccia, Trippiri, Zzaccagnini. Buittu = Caruso (FL) | Altri Caruso Bulletta = ingiuria di una famiglia Salpietro. Un'altra omonima famiglia è invece detta Nanu. Bullichèllu o Bullichinu (piccolo ombelico): “Ingiuria” dei componenti una famiglia De Luca e di uno dei fratelli Isola, detti anche “masticabroru”. Altri De Luca sono detti Mustafà. Bullicunìvuru (ombelico nero) = Longhitano (FL). Altri Longhitano Bumbararu (addetto ai fuochi artificiali) = Azzia (FL) | Di B. Radice leggi U su Savvaturi, u bumbaràru. Bumbuni = alcuni Castiglione (FL). Altri Castiglione. Burillaru (venditore di budella) = famiglia Gangi (FL). Altri Gangi Burrellu (fascio di steli di fave) = famiglia Gangi (FL) | Burrello è anche un cognome. Buscicutu (paffuto, gonfio): componenti di una famiglia Petralia per distinguerli dai membri di altre omonime famiglie detti Picuraru o Settimiszi. Busconnellu = famiglia Barretta. Altri Barretta sono detti Zzappunellu. Butessi = una famiglia Castiglione (vedi altre omonime). Uno dei suoi componenti è stato l'avv. Vincenzo, un indimenticato sindaco di Bronte del 1956. Buticari (esercenti un negozio) = Longhitano. (vedi altri Longhitano) Butiruni = Gorgone (FL) | Altri Gorgone Butò = famiglie Longhitano, Mirenda e Schilirò (altri Schilirò). Altri rami dei MIRENDA sono identificati dai soprannomi Littirinu, Milleu, Naschinu, Patripòviru, Pattisgjanu. Buttaragghjè = soprannomi di famiglie Russo e Di Sano. Di una famiglia Di Sano esiste pure il soprannome Scanusciutu. (vedi altre famiglia Russo) Buzzu
(bolso, fiacco, flaccido) = famiglia Minissale (FL) |
Altri Minissale Cacacìciri (caca ceci): ingiuria di un contadino della ruga di via Cavour (nl) | Il soprannome è riferito anche a famiglie Bertolone, Lazzaro e Luca. Cacamarrùggiu (caca il manico della zappa) = qualche Gulino (altri Gulino). Cacapignata (caca pentola) = una delle famiglie Sciacca. Altre famiglie SCIACCA si indicano
oggi come 'Mpracatu, Muni, 'Ndrevi, Pigghjollu, Piruzzu o Stampazza
mentre secoli fa c'erano anche gli Indruero. Cacarinari (caca soldi): una famiglia Germanà. Altri sono 'Ngrasciatu. Cacatu (cacato) = ingiuria di alcune famiglie Fioretto, Grassia (v. altri) e Castiglione (v. altri). Caccararu = Prestianni (Fl) | Altri Prestianni Cacciaturi (cacciatore) = famiglia Rizzo. Babbarinu, Cuncuni, Frattu è il soprannome di altre omonime famiglie. Altri Rizzo Mangiafegu e Palmicchio si sono invece estinti. Caddillu (cardellino) = famiglie Proto e Sanfilippo (vedi altri Sanfilippo). Nell'A.N. abbiamo trovato un Giacinto Sanfilippo Cardillo che nel 1716 vendeva bestiame in una Fera per 15,21 onze. Un Mario Saitta, nel 1794, era invece soprannominato Cardillazzo (A. N., vol. 103, p. 279).
Un altro
Cardillo, Nunzio Sanfilippo, condannato ad
anni 20 di ferri nel dì 19 Settembre 1828 fu graziato un anno dopo, in
occasione della Santa Pasqua, da
Francesco I° con dispaccio del 17 Aprile 1829 (A.N. vol. 210-B p. 25).
Cadduni (cardo) = famiglie Plastani e Lombardo (altri Lombardo sono anche Cazzappa, Mameli, Scampanavacchi). Troviamo un Filippo Lombardo Cardone in un documento dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo, Libro del magazzino, del 1760 (A.N., v. 38, p. 80) Caiòddu (sporco) = Ingiuria di famiglie Franco e Longhitano e di un prete di cui non ricordo il nome (nl) | Il sacerdote cui si fa riferimento è padre Luigi Longhitano, arciprete, parroco della Chiesa Madre negli anni ’50. Successivamente fu nominato Prefetto degli Studi presso il Seminario arcivescovile di Catania, dove insegnò latino e greco fino alla chiusura del seminario. (M. Rappazzo) Campanaru (campanile o addetto alle campane) = famiglia Pirriatore.
Canettu = famiglia Travaglianti | Fra i Travaglianti vogliamo ricordare Ninu Canettu (foto a destra), simpatico, scherzoso e gioviale gestore del Cinema Teatro Comunale degli anni 1960-80, animatore di veglioni ed appassionato cacciatore. Cannistrari (fabbricanti di panieri e canestri) =
soprannomi di alcune famiglie Miria e Spitaleri. Nel 1816 un Filippo
Spitaleri Cannistraro pagava un'onza di censo per una chiusa
al Pomaro (AN, vol. 223-B1 p. 116). Altri alias di famiglie SPITALERI (o Spedalieri)
sono Ciullurella, Dòvicu, Grangallunaru, Ilei, Leu, Maccarruni, Manùncura, Nègusu, Pappagghjuni, Pirrazzu, Quattru scròcchi, Scagghjtta, Sciganu, Zibbibbiu, Zùccaru. Un tempo c'era pure qualche
Belluccio, Burraccino, Mazzarino, Santorello, Scavuzzu o Zozzaro (oggi estinti). Cansuna (canzone): famiglia D’Aquino. Altre famiglie D’AQUINO portano i soprannomi Dissapitu, Panzazza, Scacciarrina, Zzoppu. Cantalanotti (chi canta di notte) = Greco (FL) | Altri Greco Cantunari
(propensi a cantare, da A. Traina) = componenti una famiglia Capizzi. Altre famiglie omonime sono denominata Fungiotta e Giancurella. Caparrella (piccolo anticipo) = soprannome di membri di famiglie Portaro e Prestianni; altre famiglie PORTARO possono essere anche Cabbuniszi, Culluruni, Gàmbaru, Mazzurina, 'Mperiu, Tignuszu e, tempo fa, anche Gallarizzanu e Giannella mentre fra i PRESTIANNI ci sono Caparrella, Caccararu, Jancu, Minnamà, Orfanu, Quartignu e Sanguinazzu. Un Nunzio Prestianni Caccararu, nel 1770, pagava 1 tari per la gabella dei canali (A.N., vol. 126 p. 76). Nel 1860 un Nunzio Prestianni Quartigna, «imputato di eccitamento alla guerra civile, di devastazione, strage, saccheggio, d’incendio, conseguiti omicidi, reati avvenuti a Bronte dal 1° fino al giorno 5 Agosto 1860», fu arrestato su ordine della Commissione mista eccezionale di guerra. Capillaru
o Capilleri (compratore di capelli) = famiglie Saitta e Di Caudo. Un Epifanio Saitta Capillera nel 1705 ed un Filippo Saijtta Capillaru nel 1763 erano un censuario ed un affittuario di terreni nella Masseria al Margio
mentre, nel 1831, i fratelli Nunzio e Vincenzo Capilleri subirono
una condanna dalla Gran Corte Civile di Catania (A.N., vol. 208-B p. 15). V. altre famiglie Saitta. Cappellu (cappello) = Lazzaro (v. altri). Cappilluzzu (piccolo cappello) = una famiglia PECORINO. Altre famiglie omonime portano i soprannomi Ciocellu, Cirinu, Steffinu, Tramuntana e Ubbittu. Cappuccinu (cappuccino) = Cusmano. Carabbriszi (provenienti dalla Calabria), ingiuria della famiglia Serravalle (V. S.).
Caracogna = famiglie Schilirò e Longhitano (FL) | Altri Schilirò, Longhitano. Carricazzucchi (chi carica zucche) = Castiglione. Casacca
(vestimento che cuopre il busto, da A. Traina) = Ingiuria di un ramo della famiglia Minio (L. M.). Un Nunzio Minio Casacca è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (A.N., v72-1, pag. 195). Dei Casacca vogliamo ricordare Don Luigi Minio (foto a destra), pioniere in Italia nel campo della psicologia applicata ed attuale Presidente del "Residenze per Anziani San Vincenzo" (l'antico Ospizio dei Vecchi di padre A. Marcantonio). Altre ingiurie di famiglie MINIO sono Costalonga, Llattaminna, Nucirò e, in tempi passati, Cingalenta. Casarellu = famiglia Trusso. Casceri (cassiere) = Aidala (FL) |
Un D. Francesco Ajdala, casceri comunale nel 1847 (A.N., vol.
215-B p. 204), fu uno dei 16 trucidati dai rivoltosi dei tragici Fatti
dell'Agosto 1860. V. altri Aidala Caszaròtu (dal greco "katarotes") = pulito. Ingiuria dei forestieri provenienti dai paesi vicini, e si pensava che il vocabolo significasse “dei casali vicini” (nl). Caszamè (casa mia): una famiglia Lupo (vedi altri) | Mastro Giuseppe Lupo di Antonino Casamia figura fra i sediziosi della sommossa popolare del 1860 (v. Atti del processo, p. 40) Cataniszi (catanese): Ponzio. Catrinu = una famiglia Caraci. Cazzappa (con la zappa) = Bonanno (altri Bonanno son intesi Bòmburu) e Lombardo (altri Lombardo sono Mameli, Cadduni, Scampanavacchi). Cazzareri (carceriere): famiglie Reina e Longhitano. Cazzitta = una delle tante famiglie Longhitano (vedi altre le altre). Un Giovanni Longhitano Cazzitta fece parte nel 1860 dei Garibaldini brontesi.
Checchi = Ingiuria che distingue i componenti di una delle molte famiglie Longhitano (vedi soprannomi di altre famiglie Longhitano). “Checcu” in brontese significa “uno che chicchìa” cioè tartaglia. (N. L.) | Dei Longhitano Checchi vogliamo
farvi conoscere il Comm. Grand. Uff. Dott.
Francesco Ferraù (foto a destra), insegnante elementare, studioso, storico e tenace cultore della più profonda ed autentica tradizione culturale del nostro Comune. Cchiapparà = Barbagiovanni (FL). Chiavùni (grossa chiave) = Ingiuria di una famiglia Longhitano | Uno di loro fu Nino Longhitano, prima mugnaio e poi fornitore di energia elettrica, prodotta da un gruppo elettrogeno, per l’illuminazione del Corso Umberto, con sede vicino ai Cappuccini. Poi caffettiere in Corso Umberto angolo Piazza Spedalieri, lato teatro. (nl) | Chicchitti
(balbettanti) = una famiglia Longhitano. (vedi altre famiglie Longhitano) Chiòfaru = ingiuria di una famiglia Caruso. Chiòfaro (o Chiòfalo) è anche un cognome. (altre famiglie Caruso) Ciangi ciangi (piange piange): Ingiuria di una donna che abitava nella nostra “ruga”, che era costituita dalla Via Cavour e delle sue quattro vanelli: P. Micca, S. Quasimodo, A. Corelli e G. Giusti. (nl) Ciaramella (cornamusa): famiglia Meli. (vedi altri Meli) Cicarellu (chiacchierone senza freni,
da A. Traina) = famiglie Papotto e Schilirò (altri Schilirò). Altri Papotto sono intesi Sapunaru. Ciccillùzzu = Ingiuria della buon'anima di mio padre, il maresciallo dei Vigili Urbani Vincenzo Faia (A. F.) | E' anche l'ingiuria di altre famiglie (Attinà, Franco). Ciciraru (venditore di ceci) = Di Caudo. Altri sono Capillaru. (FL) Cichitabella = ingiuria di una famiglia Di Bella. Vedi altri Cicutu = famiglie Camano, Schilirò (v. altri Schilirò) e Zambataro. Un Carmelo Camano Cicuto pagava all'Ospedale di Palermo la gabella dell'olio nel 1790 (A.N., vol. 70-2, pag. 391). Componenti di altre famiglie dal cognome ZAMBATARO sono intesi Dunniszi, Mafadda, Pagghiazzu, Pullicinella, Vèduva allegra. Cilluzzi (o Ocilluzzi, uccellini) = famiglia Saccullo. Altre famiglie omonime sono intese 'Mbarazza, Pappaleccu. Cimigghièlla (piccola scintilla) = famiglia Rappazzo. Cinquegrana = Gulino (vedi ingiurie di altri Gulino). Un Ignazio Gulino Cinquegrana era richiuso nelle carceri di Bronte nel 1786 (A.N., v70-2, pag. 152) Ciocellu = famiglie Pecorino e Saitta. Un Nunzio Pecorino Ciocio fu arrestato nel 1785 per pubblica scandalosa concubinata (A.N., v70-2, pag. 50). Altri Pecorino, Saitta. Cissarutànu (abitante dii Cesarò, ME): era l’ingiuria di un signore che era oriundo di Cesarò (nl). Citraru = famiglia Bonaccorso per differenziarla da un'altra dal soprannome Manisanta. Ciullurella = famiglia Spitaleri. (vedi altri Spitaleri) Cociòva = famiglia Giarrizzo. Altri sono Faccu Colluisozìzza (collo di salsiccia): “Ingiuria” di mio padre, appioppatogli da Nino Larosa, soggetto di un mio “Fantasma”. (nl) Coscia baggiana (zoppo): soprannome del sacrista della Matrice, quando ero bambino: Mastru Luviggi coscia baggiana. (L. M.) Cosgiminella = ingiuria di alcune famiglie Schilirò e Cavallaro. Costalonga = ingiuria di una famiglia Mineo.
Altri Mineo sono Picchitta o Rizzuni Crapara
(allevatrice di capre) = ingiuria di una famiglia Lazzaro. (vedi altri Lazzaro) |
| 'A LUNA 'I BRONTI Si cunta chi lu figghiu d'un massaru, riccu di soddi e pòviru di menti, non vurendu ristàri zzappunàru, sintèndusi squatritu e 'ntilliggenti, dissi a ssò patri: “Patri ppi favuri, iò cchiù ‘ncampagna non ma senti i stari, vaju a Catania a fàrimi dutturi, picchì mi sentu ri putillu fari”. So patri, sempri amanti ri la paci, cci detti i soddi e pàrtiri lu faci. Passanu l’anni e a li sò genituri scriveva lu picciottu appinsiratu: “Tra pocu tempu turnirò dutturi, dutturi in midicina appatintatu”. Finu ch’un jonnu tantu disiàtu, scrissi: “Prestu ritornu a lu villaggiu ora chi sugnu bellu lauriàtu, dopurumani mi mentu in viaggiu”. So patri, ppi no fari jri suru, ’ncuntru cci iu cu cavallu e muru. Pattunu ri Catania alla scurata pi camminari sempri a la friscura, la luna ’nta lu celu appuntiddata alluminava tutta la natura. Lu patri cavarcava assai filici pinsannu: Lu mé figghiu è già dutturi... quannu chillu vutannusi cci dici: “Patri, sciugghiti un dubbiu pi favuri: Sta luna ’ncelu cussi risplindenti, fossi è la stissa di chilla di Bronti??” Cci rispundì so patri cu sgumentu: “Poviri soddi mei ittati o ventu”. (F. Rizzo) |
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| Creddu = ingiuria della famiglia Sanfilippo. Un Gaetano Sanfilippo Creddo è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (A.N., vol. 72-1, pag. 196). Altre famiglie SANFILIPPO portano i soprannomi Barrirari, Boffò, Canararu, Caddillu, Daramici, Gènia, Mammini, Mangiatabaccu. Mangiaterra, Marittaru, Ministraru, Mirruzzu, Pagghiazzu, Piccirummi. E c'erano anche i
Cavaloro o i Fichitta oggi estinti. Criaturi = famiglia Palermo. Altra famiglia omonima porta 'a nghjùria Strùmburu. Crispini = ingiuria dei componenti di una famiglia Aidala. Altri AIDALA sono detti Casceri, Pullicinella, 'Mbarrapittusza, Spiziari | Nel 1860 «Mastro Giuseppe e Rosario Aidala Pulcinella e Mastro Giuseppe Aidala Marrapurtusa» furono rinviati a giudizio con altri 104 come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41). Cristòfuru = è stato per qualche decennio un soldato romano della processione di ogni Venerdì Santo. Crucifìssu (crocifisso): “ingiuria” di un ramo della casata Lupo. Altre famiglie con stesso cognome LUPO sono meglio subito identificate dalle rispettive 'nghjùrie (o alias): Biscottu, Caszamè, Cucciu, Grarìgghia ‘i lignu, Mararazza, 'Mbarazzabbàgghiu, Pacchianu, Perihiaccati, Rràcchiu, Sciabbecchi, Santamatta. Cucchiarata
(quantità che cape un cucchiaio, da A. Traina) = Grassia (FL). Altri Grassia Cucchiurella (piccolo cucchiaio?) = Famiglia Luca. Nel 1794 Mastro Antonino Luca Curchiarella pagava all'Ospedale 10 tarì l'anno per una chiusa alla Musa (v. A.N., vol. 103, p. 39). V. altri Luca.
Cucuzzaru (venditore di zucchine) = una famiglia
Lembo e alcuni Russo. Nel 1763 eredi di un Mario Russo Cucuzzaru erano debitori verso l'Ospedale per onze 3 e tarì 1 (A.N., v. 91, p. 22). Vedi
altri Lembo, altri Russo Cuffinàru (fabbicante di panieri): ingiuria di famiglia di alcuni Di Marco (altri Di Marco intesi anche come Guerra, Scrupuruszu), Incognito e Monforte. Altre famiglie INCOGNITO sono indicate con Buffa, Cuppurinu, Jachella, Muffa, Ncrocca e ttira. Cullarittu = ingiuria di una famiglia Catania (fra i suoi membri anche l'ex deputato regionale Franco). Componenti di altre numerose famiglie CATANIA portano i soprannomi Baloddu, Bicchinu, Buari, Bullatu, Cèsari, Cipulla, Cucciuni, Faccilodda, Fugghianu, Giumbillu, Magnella, Mammini, Marunnuzza, Mmiddari, Murinara, Nìnfia, Mussustottu, Papitu, Peri ‘i poccu, Pisciaru, Pizzuriatu, Pitillu, Sbarratozzu, Scacciarrina, Sciaguazza e Sciarunara. E, un tempo, c'erano pure i Catania
Babano, Culicchia, Sauri, Sciarella e Vicuttu. Cullurùni che non ricordo chi fosse, ma che ho sentito anche come cognome Collorone (nl) | Un Nunzio Saytta Culluruni nel 1763 aveva in gabella dall'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo un terreno della Massaria allo Rotolo per onze 3; un Mario Saytta Lindinasicca per 2 tarì (A.N., v. 91, p. 20). (V. altri Saitta) Cunnici (cornice) = famiglia Mancani. Cuppurinu
(dim. di còppura, berretto) = alias di famiglie Greco, Incognito e Luca (altri
Greco,
Incognito,
Luca). Curubbàsciu (culo basso): soprannome di una famiglia Barbaria. Curusanghjgnu (culo rosso sangue) = Grassia (FL). Altri Grassia Ddaruniszi = soprannome di una famiglia Siracusa. Ddèbburu (debole) = Melardi (FL). Ddissapitu (insipido): famiglie D’Aquino e Saitta. Doria = ingiuria di una famiglia Carroccio
e Sciavarrrello.
Un Signorino Carroccio del 1831 era invece soprannominato Donia (A.N.,
vol. 208-B p. 13). Dòvicu = Famiglie Cartillone, Spitaleri (vedi altri Spitaleri). Altri Cartillone sono Lavandaru. Drapparu (fabbricante di drappi, grossolano tessuto che si fabbricava a Bronte): Ingiuria di una famiglia CARACI anche per differenziarla da altre dal soprannome Catrinu e Laparu. Dunnìszi (abitante di Adernò, oggi Adrano): Ingiuria di una famiglia Zambataro e del sig. Pantò, adornese, che aveva sposato una brontese e aveva aperto una bottega per le riparazioni di biciclette; essendo stato da giovane un ciclista lo chiamavano anche 'u ciclista o 'u bricichittista. Ddùppiu (doppio): famiglia Romano. Altre famiglie col cognome ROMANO portano i soprannomi Dimundillaru, Finucchina, Favajana, Gambacutta, Lavandaru. Dragu (drago): Reale. Altri Reale sono Bafè e Scilla,
un tempo qualcuno era Muletto. Faccilodda (faccia sporca) = famiglie Catania e Russo. Un Sebastiano Russo Faccilodda, nel 1773 pagava censi all'Ospedale;
un Basilio Russo Faccilorda figura in una sentenza della Gran Corte
Civile di Catania del 1831 (A.N., vol. 208-B p. 6). Vedi altri Russo. Fallaro = ingiuria di una delle tante famiglie Meli (vedi altre). Un Nunzio Meli Fallaro, fra i caporioni della rivolta del 1860, si arruolò anche fra i Garibaldini ma, scrive il Radice, «la camicia rossa non lo salvò dalla galera». Farina = soprannome di alcune famiglie Bonina e Carciola | Altri Bonina sono Parasi. Favajana (fava fresca): 'Nhjùria di famiglie Castiglione (v. altri), Romano (altri) e Pappalardo. I PAPPALARDO sono anche Jimintìni, Giancurella, Mangiasugna, Mìnguri, Monaco, Pizzazza, Pupu, Sapunaru, Speza e Trainiszi. Favuzza
(piccola fava) = fam. Pace (altri Pace sono anche Favazza). Un D. Vincenzo Paci Favuzza nel 1788 pagava un censo di 11 tarì e 2 grani per un terreno in Contrada San Nicola (A.N., vol. 136-1, p. 293). Ficarra = Schilirò (FL). Ficasicca (fico secco) = ingiuria di un Incognito Nunziato, la cui tragica fine è narrata da A. Mazzola su Il Ciclope (1947). Fìffiri fòffuri = soprannome di una famiglia D’Antonio. Finocchiu = Agati (FL) | Altri Agati sono Jò. Firippellu (piccolo Filippo) = soprannome di alcune famiglie Castro, Galvagno e Schilirò (vedi altri Schilirò). Fra i Castro c'è anche 'a 'nghjùria Pitrulla
e c'era una volta anche Mussolino. Firiri = soprannome di alcuni Castiglione (vedi). Frajunco = Ingiuria di una famiglia Ciraldo. Un suo componente, Nunzio Ciraldo Frajuncu, il matto dell'epoca, fu condannato alla fucilazione dopo un sommario processo per i fatti di Bronte del 1860. Un altro, Angelo Ciraldo Frajunco, figura in un elenco di censuari del 1794 | Altri CIRALDO sono intesi come Giastrullu, Griciszi, 'Nciòturu, Piu-Piu, Tiszu, Villanu. Gasparazzo, Tascona,
Tirinnanna i soprannomi di qualche secolo fa. Frattina (sporco disordine) = soprannome di alcuni Martello. Fummiraru (che raccoglie stallatico) = soprannome di alcuni Daidone. Fungiotta = famiglia Capizzi. Un Nunzio Capizzi Fungiotta figura fra i censuari dell'Ospedale di Palermo del 1772. Altri Capizzi sono Cantunari e Giancurella Fungiutu (dalle labbra prominenti): famiglie Luca, Salanitri ed Anastasi. Altri Anastasi sono Garatiszi o Naszitani. Gallina = famiglie Cicirò, Gemmellaro. Qualche Gemmellaro è anche Rrobbagallini. Gallujàncu (gallo bianco): soprannome di alcune famiglie Boemi e Ponzo. Altri Boemi sono Bajuzzu, Ganguraru e Puvviraru. Ad altre famiglie PONZO si riferiscono i soprannomi Ballacazzizza, Gliòglira, Jancu, Nnanna, Naszitani, Quararari e Suvarellu. Gambacutta (gamba corta): soprannome di alcune famiglie Romano e Azzara.
Nel 1834 un Illuminato Azzaro Gambacorta possedeva un terreno a Margio
Grande confinante anche con vigna di Antonio Saitta Scallipuso (AN, vol.
2237-C. p. 213). Altri Azzara sono intesi Sapunaru. Altri
Romano Gambaraggèntu (gamba di argento): ingiuria di una famiglia (Greco?) che abitava vicino alla Matrice (nl) | Un Antonino Greco Gambad'argentu, nel 1794, pagava onze 1,2 su un terreno alla Cantera (A.N., vol. 103, p. 175). Altri Greco Garatìszi (proveniente da Galati M.): ingiuria di un ramo degli Anastasi (A. F.). Altri Anastasi sono Fungiutu e Naszitani.
Gaggiuzza (piccola guancia): famiglie Lazzaro, Miano, Schilirò | Nel 1860 un «figlio di Mastro Francesco Miano Gargiuzza che sta ai servizi nel seminario» fu fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41) | Vedi altri Lazzaro, altri Schilirò Garibbaddi = soprannome di Nunzio Greco, simpatico strillone e factotum dell'edicola Sciavarrello di alcuni decenni fa (foto a destra). Gasparazzo = 'nghjùria di una famiglia Ciraldo. Alcuni, carbonai, componenti di questa famiglia furono fra i rivoltosi, protagonisti nell'Agosto del 1860 dei sanguinosi fatti di Bronte. Gènia (fem. di genio ) = “Ingiuria” di una famiglia Sanfilippo alla quale apparteneva mia nonna materna (nl). (vedi altri Sanfilippo) | Sono Genia anche alcuni Diolosà. Giabbassiu = Melardi (FL). Giancurella = famiglie Capizzi e Pappalardo (altri Pappalardo) | Un Antonio Capizzi Giancurella nel 1794 pagava tarì 12 all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (A.N., vol. 84-2, pag. 318). Altre famiglie Capizzi sono identificate come Cantunari e Fungiotta. Giardinaru
(coltivatore di agrumi) = Zerbo (FL) | Altri
ZERBO sono Lupurinu, Mmazzapatri e,
secoli fa, anche Barrilaro. Giòppu = ingiuria di una famiglia Bonsignore. Altre sono Baddunaru, Talianu. Giriòru = Gardani. Giumbillu = famiglia Lo Castro. Giustu (giusto) = Milazzotto (FL) | Altri sono Sciuttu. Giuvvannellu (Giovannino) = Galvagno (FL) | Altri Galvagno Gliòglira = ingiuria di una famiglia Ponzo ((altri Ponzo) | Ci sono anche alcuni Schilirò col soprannome Gliòlliru. Grangallunaru = famiglia Spitaleri (altri Spitaleri). Grarìgghia ‘i lignu (griglia di legno): una delle tante famiglie Lupo (altri Lupo). Grattasassa (gratta salsa): soprannome di alcuni Schilirò. (vedi altre famiglie Schilirò) Griciszi = ingiuria di una famiglia Ciraldo. Guaddarutàru (corrotto da “guardia rurale”): “Ingiuria” dei fratelli Meli, macellai del Corso Umberto, "sutta i loggi". (Altre famiglie Meli, vedi) Guerra = soprannome di alcuni Di Marco. Altri Di marco sono intesi Cuffinàri, Scrupuruszu. Gullinonà = componenti di una famiglia Casella (FL)| Altri sono Nucilla. Ilei = Spitaleri (FL) Jachella = Incognito (FL) Jàncu (bianco) = Prestianni e Ponzo. Altri Prestianni, Ponzo. Jimintìni (piccoli cavalli) = così nominati i componenti di una famiglia Pappalardo (v, altri Pappalardo). Jinnaru (gennaio) = famiglia Zingale. (altre famiglie Zingale) Jò = Agati. Altri Agati sono Finocchiu Labbrùni (grosse labbra) = ingiuria della famiglia Russo (un tempo commercianti di frutta secca) intesa con il soprannome di "labbrùni" probabilmente derivante dal nome che prendeva la chiusura degli antichi catenacci. (altre famiglia Russo) Laccarìszi: Ingiuria di un venditore di cacucciuricchi. Lafata = famiglia Schiros. Gli Schiros hanno dato a Bronte un frate, Tommaso (1679-1759), uomo di grande dottrina, eloquenza e santità, amico di papa e di cardinali. Lambu = famiglia Gangi. (vedi altre omonime famiglie) Lampu (fulmine): ingiuria dei componenti
di alcune famiglie Chiòfalo e Fallico
(nel 1816 un Antonino Chiòfalo Lampo pagava tre onze di censo per
alcune chiuse alla Colla e a Barrili). Altri Chiòfalo hanno 'a 'nghjùria Cruci.
Altri FALLICO portano invece il soprannome Bontà, Cucchi, Minchiamarata, Pezzafummà, Quagghjarellu e Trollorò. E, un tempo, c'erano anche i Fallico
Carciotto o Conciotto e Stragurella.
Nel 1831 la Gran Corte Civile di Catania italianizzava il soprannome Pezzafummà:
condannava infatti un «Carmelo Fallico pezza di formaggio» per mancato
pagamento di censi dovuti alla Ducea (A.N., vol. 208-B p. 6). Lattaminna (ciuccia mammella) = famiglia Minio (FL). Lavandaru (chi lava biancheria altrui) = famiglie Castiglione (v. altri), Cartillone, Russo e Romano.
Leu = Ingiuria di famiglie Leanza, Schilirò e Spitaleri. Fra gli Schilirò-Leu vogliamo ricordare Gino, professore universitario ed illustre pediatra (nella foto a destra con il Presidente della Repubblica Napolitano). Vedi altri Schilirò, altri Spitaleri Liodara = famiglia Plastani. Nel 1760 erano Liodaro anche i componenti di famiglie Paci e Di Pace.
Lindina (pidocchio) = un Castiglione del secolo passato. Lìndinasicca (larva di pidocchio secca) = fam. Castiglione e Saitta. Nel 1735 un Vitus Castiglione Lindinasicca dava, come fecero altri 384 brontesi, il suo contributo di tarì 12 per la causa aperta da Antonino Cairone contro l'Ospedale di Palermo (A.N., vol. 133, p, 133). (v. altri Castiglione). Longi = 'nghjùria di una famiglia Longhitano. Un loro lontano parente (Nunzio Longhitano Longi fu Giuseppe di anni 40, villico), arrestato da Bixio, fu condannato alla fucilazione per i tragici Fatti dell'agosto 1860. (vedi altri Longhitano) Lucimottu = famiglie Galati, Rizzo e Venia. Luppinàru = Ingiuria di un venditore di luppini. Lupurinu = famiglie Caruso (altri Caruso), Currenti (altri), Intraguglielmo (altri sono Domianu) e Zerbo (altri Zerbo sono Giardinaru, Mmazzapatri). Maccarruni (maccherone) = qualche Spitaleri come un Placido Spitaleri Maccarrone debitore del Magazzino del Carcere nel 1760 (A.N., v. 138, p. 87). V. altri Spitaleri. Maccattìu = nomignolo dalla famiglia Di Bella. Negli anni '50 molto conosciuto era un Peppino Maccattiu, calzolaio. Vedi altri Di Bella Maccella = ingiuria di una famiglia Schilirò. (vedi altri Schilirò) Macchieri = famiglie Currenti e Mancani. Un Francisco Currenti Macchieri pagava onze 2 all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo nel 1798. Altre famiglia CURRENTI sono dette Lupurinu, Manuvera, Riavurazzi e Tascunellu. Macciabbeni (marcia bene) = così sono identificati i discendenti di un Saitta per distinguerli da altri componenti di altre numerose famiglie
SAITTA che portano i soprannomi Capillaru
o Capilleri, Carrocci, Casillanti, Ciocellu, Cicìu, Culluruni, Dissapitu, Facigghiuni, Laparu, Lìndinasicca, 'Mbistizzu, Mò, Moceri, Mujaiu, Murelli, 'Ngàgghia, Pacìficu, Pirazzu, Pitillu, Scallipuszi, Seiĵrita, Stàbili, Stizzera, Travagghjaoventu, Varintinu,
Vannazza, Zzarrellu. Nei tempi andati c'erano pure dei Saitta Crocchiola, Cuzzone, Galluzzu,
Sfossa, Sgallapagghjara, Timpotu e Tutturinari. I Saitta hanno dato a Bronte molti illustri personaggi tra i quali ricordiamo un vescovo, un deputato ed il compianto mons. Vincenzo Saitta, l'arciprete fratello ed amico di tutti. Màju (maggio): famiglia Basile. Un Joseph Basile Majo ha pagato una gabella nel 1790 (A.N., vol. 70-2, pag. 331). Altri BASILE sono Capiccioru, Culluzzu, 'Nzabella e Pullicinu. Malucori (cuore cattivo)= un Portale; altri sono Sferruvecchiu. Malvagnotu (del Comune di Malvagna): Bonfiglio. Mameli = Lombardo (altri Lombardo sono anche Cadduni, Cazzappa, Scampanavacchi). Mammina (levatrice) = famiglie Sanfilippo, Catania. Manazza (grossa mano) = Mavica (FL) | Altri
Mavica sono Pagnoru e Tuffanu, un tempo c'erano pure Brandanello e
Steffano. Mancu i cani (nemmeno i cani): Nicolosi. Altri Nicolosi sono Pisciaru o Tanaddu. Mangiacrita (mangia creta): Ingiuria di un ramo di famiglie Gangi, Uccellatore (Fragàru Naszazza e Tripuranellu sono, invece i soprannomi di altre famiglie Uccellatore). Altre famiglie con cognome GANGI portano le ingiurie Burillaru, Burrellu, Cuzzumburu, Dovicu, Lambu, Mangievvita, Ministraru, Pillara, Piruzzu, Puccaru, Sciabbecchi, Sosizza, Tratrà. Mangialaddu (mangia lardo) = famiglia Burrello | E' un’ingiuria, ma anche un cognome. A Bronte così veniva indicata una modista con negozio in Corso Umberto, di fronte alla parte nuova del Collegio Capizzi, in altre parti, invece, è un cognome perchè qui ho conosciuto un ortopedico di nome Mangialardo (nl)
| Altri Burrello sono anche Cuso. Mangiammèdda (mangia merda): “Ingiuria” di una famiglia CIRALDO per distinguerne i componenti di altre con stesso cognome che hanno 'nghjùrie come Frajuncu, Gasparazzo, Giastrullu, Griciszi, Mònica, Pìu–pìu, Tiszu. Mangiasugna (mangia sugna) = famiglia Pappalardo (vedi altri Pappalardo) Mangiatabàccu (tabaccoso): Ingiuria di uno Schilirò, barbiere, soggetto di un mio “Fantasma” (nl) | Ed anche di qualche Sanfilippo. Mangiaterra = Sanfilippo (AF) Mangiatumazzu (mangia formaggio) = famiglia Rubino. Muscioru, Tascazza il soprannome di altri Rubino. Manicamotta = qualche famiglia Modica; altre sono Manichella
o furono Braccalazzu e Lafante. Manùncura (monco) = Ingiuria di un MANCUSO, fabbro, che abitava in via Marconi e di una famiglia Spitaleri (nl) | Altri Mancuso sono intesi Manùncura, Pissipissi, Pricipiziu, Quarararu, Sapunaru, Sciganu, Tramuntana. Manisanta (mano santa) = Bonaccorso. Nel 1763, un Antonino Bonaccorso Manusanta aveva in gabella dall'Ospedale un terreno nella Masseria al Corvo. Altri Bonaccorso sono detti Citraru. Maragnu = soprannome di famiglie Russo, Sofia e Zingale. Un Carmelo Russo Maragno, inteso Cissarutanu ebbe parte attiva nella rivolta dell'agosto 1860. (Altre ingiurie di famiglie Russo) Mararazza (cattiva razza) = qualche Lupo (altri). Marittaru (proveniente da Maletto): famiglie Parrinello, Sanfilippo. (vedi altri Sanfilippo) Marrani: ingiuria di una famiglia Liuzzo (vezzeggiativo dei nomi Leo o Elia), probabilmente di origine ebrea, arrivata a Bronte dalla Spagna nel XVII secolo. Marrani, infatti, erano chiamati gli ebrei o gli islamici convertitisi forzatamente al cristianesimo per sfuggire alla persecuzione | Nel XVII secolo altri Liuzzo erano soprannominati Piscialetto o Cchiappararo (A.N., vol. 103 p. 168; vol. 128 p. 10). Martino = Carastro (FL). Marunnuzza (Madonnina): Ingiuria di una famiglia Catania (vedi altre omonime famiglie). Uno dei suoi componenti, Aldo, è stato presidente del Consiglio comunale e consigliere provinciale. Masticabròru (mastica brodo): “ingiuria” dei Fratelli Isola, commercianti di tessuti (nl). Mastricella = Gatto (FL)| Altri sono Ballisicchi o Quòcuna | Nel 1860
un «Rosario Gatto Quòcuna figlio di Nunzio» fu rinviato a giudizio con
altri 104 come sedizioso (v. Atti del processo, p. 41). Matrànguru = famiglia Trovato. Mavagnu = ingiuria di una famiglia ZINGALE. Altre omonime famiglie sono Cappelli, Jinnaru, Maragnu, Peddi scappi, Ricuttazza o VicchiuzzU. Mazzittu (piccolo mazzo) = Malaponte (FL). Mazzurina = ingiuria di famiglie Portaro, Cariola, Mazzeo. Un Michele Portaro Mazzulina figura in un elenco di censuari del 1705; un altro, Gregorio Portaro Mazzolina, nel 1788 faceva pascolare 250 animali sottovia di Bronti (A.N., v. 94, p. 101 - v. 136-2, p. 46). Mbarazzabbàgghiu
(chi ingombra cortili) = nomignolo di un ramo della casata Lupo, specialista in fabbricazione e riparazione di sedie. Un suo componente era chiamato Nonziu landia, e da giovane lavorava nel mulino di Maletto gestito da Peppino Mazzaglia e un Ciraldo, (se ricordo bene quest’ultimo nome). (nl) 'Mbarrapittusza (tappa buchi) = famiglia Aidala (v. altri Aidala) Menzamirulla (mezzo cervello) = erano i Battiato di un tempo passato. Michirini (piccoli Michele) = famiglia Di Francesco.
Micia (gatta) = ingiuria di alcuni Castiglione (v. altri). Di uno di loro, il cav. Nino Castiglione, leggi l'autobiografia e tanti altri ricordi. Nella foto a destra i fratelli Nino e Tanino Castiglione Mìcia. Stranamente - come scrive Nino - hanno ereditato il soprannome dalla nonna, Domenica Rizzo chiamata Donna Micia, e non dal padre che veniva soprannominato Tattàgghja. Mmiddaru
(merdaiolo) = famiglie Catania, Conti. Milleu =
soprannome di una famiglia Meli e di qualche Mirenda (altri Meli)
| Nel 1836 un Francesco Meli Milleo di anni quaranta circa bracciale di
Bronte testimoniava in un processo davanti al Giudice Regio di Bronte (AN,
vol. 211-A p. 49). Minchiamarata (pene ammalato) = qualche Fallico (FL) | Altri Fallico Minchiastrèlla: Ingiuria di un vecchio che i caruszàzzi sbertucciavano con una filastrocca offensiva. (nl) Mìnguru = qualcuno dei Pappalardo (vedi altri Pappalardo). Minnutu (dal seno prosperoso) = Musuraca (FL) Ministraru (venditore di verdure selvatiche) = alcuni dei Gangi e dei Sanfilippo (FL) Mirrinu
(leardo) = qualche Imbrosciano. Altri sono Acquavitari, Puntilla e Undimicacu. Mirrùzzu (merluzzo): Ingiuria di un avv. Sanfilippo detto, appunto, mirruzzu, perché aveva gli occhi chiari come quel pesce. (nl) (vedi altri Sanfilippo) Missiniszi (proveniente da Messina): Ingiuria di una famiglia Interdonato. Un suo componente, Giuseppe, fu sindaco di Bronte nel primo dopoguerra (1946-52). Mocera = famiglie Saitta, Castanioto e Castiglione. (vedi altri Saitta, Castiglione) Mollu (molle): famiglie Lazzaro, Attinà. (vedi altre famiglie Attinà, Lazzaro) Mò = Saitta (altri Saitta). Monacu = famiglie Biuso, Meli, Pappalardo (vedi altri Biuso, Meli, Pappalardo). Un Placido Meli Monaco è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (A.N., vol. 72-1, pag. 193) 'Mperiu = famiglie Tumio, Portaro (altri Portaro). ‘Mparasacchi (che tiene i sacchi per essere riempiti): famiglia Elfio. 'Mpracatu (insudiciato
di merda) = Sciacca (FL) | Altri Sciacca 'Mprisziuszu
(protervo) = qualche Capace o Cimbali. Muffa = famiglia Incognito. Muffiuni = famiglia Marcantonio (FL). Nel 1947 il rimpianto quindicinale Il Ciclope nella sua Galleria dei Goliardi dedicava al futuro veterinario Ugo Marcantonio Muffiuni una simpatica vignetta ed una poesia. Munachellu (piccolo monaco) = famiglia Venia. Altri Venia sono Baffu. Un Pietro Venia Munachellu è citato fra i censuari brontesi dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo del 1761 (A.N., vol. 81, pag. 318) Muni = famiglia Sciacca. Un Giuseppe Sciacca Muni figurava fra i censuari brontesi del 1761 (A.N., vol. 81, pag. 320). Altre famiglie Sciacca. Muru (mulo) = qualcuno dei Meli (FL).
Altri Meli | Nel 1817 in una sentenza emessa dal Tribunale
civile della Valle di Catania figuravano un Vincenzo Bertino Mulo ed un
Vincenzo Reale Muletto (A.N., vol. 209-C, p. 85). Muscatu = Meli (AF)
| Nel 1816 un Placido Meli Moscato pagava al Duca Nelson due tarì di
censo su una vigna allo Sciarone (AN, vol. 223-B1 p. 125) |
Altri Meli. Musciòru = Ingiuria di quel Rubino che costruì un oleificio moderno in Via Card. De Luca proprio di fronte all'altro oleificio della famiglia Lupo (nl) | Mangiatumazzu e Tascazza il soprannome di altri Rubino.
Muscitta = famiglia Galati. Mussiruccu = Castroflorio (FL)
Mussunìvuru (muso nero) = famiglia Luca | Nel 1831
mastro Antonio Luca Mussonero era condannato dalla
Gran Corte Civile di Catania a pagare un censo alla Ducea
(A.N., vol. 208-B p. 15). V. altri Luca Mussustottu (bocca storta): ingiuria di una famiglia Catania. (vedi altre famiglie omonime) Mustafà: “Ingiuria” dei componenti una famiglia DE LUCA. Un'altra omonima famiglia è detta invece Bullichèllu, Bullichinu e Principinu. Fra i De Luca Mustafà da ricordare il Card. Antonio Saverio (1805-1883, foto a destra), l'economista Placido ed un sindaco del 1946. Mutìcchiu (un pò muto) = Sgrò (FL) Muttunnu = alcuni Castiglione, Aidala e Longhitano (AF) Muzzicatu (morso)
= soprannome di una famiglia Cangemi e di qualche Artale di secoli fà: una
sentenza del 1817 emessa dal Tribunale civile della Valle di Catania, condannava
un D. Vincenzo Artale Muzzicato per un debito d'orzo decennale nei
riguardi della Ducea (A.N., vol. 209-C, p. 85). Naddu = famiglia Cavallaro. Nnanna = Ingiuria di una famiglia Ponzo. Altri Ponzo. Nanu (nano): Salpietro. Un'altra famiglia è invece detta Bulletta. Nascamangiàta (naso deturpato dal lupus): “Ingiuria” di un Fiorenza, pittore con negozio sul Corso, davanti al Collegio Capizzi. Vedi nei miei “Fantasmi” Le tre grazie. (nl) Nascarussa (naso rosso); Ingiuria di un brontese (Caruso) che aveva la caratteristica del naso rosso forse per abuso di vino (nl)
| Una Rosolia Caruso Nascarussa figura in una sentenza della Gran Corte
Civile di Catania del 1831 (A.N. vol. 208-B p. 6). Altre famiglie Caruso Nascastotta (naso storto) = Alcuni Ficarra e Leanza (altri Leanza) Nascazza (grosso naso) = alcuni Longhitano (altri). Naschinu (naso appuntito): ingiuria di una famiglia Mirenda. Naszitani (provenienti da Naso): Ingiuria dei componenti di famiglie Anastasi (altri sono Garatiszi e Fungiutu) e Ponzo. (Altri Ponzo) Nciullìtta = Cirami. Altri sono Bruscumè e c'erano pure i Magrella. 'Ncrocca e ttira = soprannomi di famiglie
Incognito e Grassia. Le 'nghjùrie di altre famiglie GRASSIA: Baffu, Carrazzu, Cacatu, Cinnirella,
Cucchiara, Cucchiarata, Curusanghignu, Fumia, Giustu, Spezzacatini, Spicchiaru, Stàbili, Tilensi. Fra i
Grassia del passato troviamo Dannatu, Mariallupu, Ritundella, Sfossa, Stallonaru. 'Ncùcchia fica (che unisce fichi) = Gorgone, vedi altri. 'Ncùcchia pìrita (unisce peti) = qualche Luca (altri Luca) 'Ndondu (confuso, tonto) = alcuni Radice (FL), altri sono Piruszu. ’Ndreva o 'Ndrevu = ingiuria di famiglie Biuso (v. altri) e Sciacca (un'altra, omonima, si indica come Muni). 'Ndria = Savoca (FL) Ngàgghia (orifizio, buca) = Saitta. ‘Nghè-nghè = Meli (vedi altri Meli). Ngrasciatu (sporco): famiglia Germanà. Altri sono Cacarinari. Nnicchiarèllu = soprannome di una famiglia Meli (vedi altri Meli). Nichinà = Castroflorio (FL). Ninfa = famiglia Catania (vedi altre famiglie Catania). Un Placido Catania Ninfa è citato per gabelle da pagare sul bestiame nel 1788 (A.N., vol. 72-1, pag. 221). Ninu Ggiunta: un simpatico barbone che era solito raccogliere nelle pubbliche vie i gatti trovati morti, portarli a casa e mangiarli. (nl) Nìvuru
(nero) = Cicerone (FL) Nuciruni (mandorla vuota) = Castiglione (FL) | Vedi altri. Nucilla (nocciola) = componenti di famiglie Casella e Faranda. Altri Casella sono Gullinonà; Occhipruci e Panzarella sono, invece, il soprannome di altre famiglie Faranda. Un Vincenzo Faranda Nocilla è citato per mandre alli Buzzitti nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788, (A.N., vol. 72-1, pag. 193) | Nucirò = famiglia Minio. Nunnu
(gallo d'India,
tacchino, gallinaccio, da A. Traina) = Ingiuria di alcune famiglie Spitaleri e Spedalieri. Un suo componente, Nunzio Spitaleri Nunno, fu condannato alla fucilazione dopo il sommario processo disposto da Bixio per i fatti di Bronte del 1860. (vedi altri Spitaleri) Orfanu (orfano) = alcuni dei Prestianni. (vedi altre famiglie Prestianni) Pacìficu (pacifico): ingiuria di famiglie Saitta ed Attinà. Nel 1794 un Pasquale Saitta Pacifico pagava all'Ospedale di Palermo 1,7 onze per una chiusa in Contrada Fontanella (A.N., vol. 103, p. 185). Altre famiglie Saitta, Attinà. Paciùni (?) “‘a signa Micenza paciuni” abitava nella nostra “ruga”. (nl) Pagghjazza (paglia scadente) = “Ingiuria” di una famiglia che abitava in via Marconi. Pagghjazzu (straccio): ingiuria di famiglie Sanfilippo e Zambataro (v. altri Sanfilippo, altri Zambataro). Pagnoru = famiglia Mavica | Altri sono Manazza e Tuffanu. |
‘A BRUNTISZELLA La brontesella aveva il vizio di santiare, e per quanto le dessero sulla voce non sapeva che farci. Te’, te’, la scellerata!! - le gridava la ma’ - ancora non è del tutto impennata, e bestemmia come suo pa’. Vatti a confessare se no il diavolo ti piglia. Quella finalmente andò a confessarsi; e santiando disse al prete che quando le scappava non sapeva tenersi. Figlia mia - le domandò quegli - o che l’hai per uso cotesto affare, che non puoi tenerti? E lei: - ‘Gnornò, padre mio: peluso l’ha mia sorella, io l’ho appena appena impennacchiàtelo. (Francesco Lanza, “Mimi siciliani, novelle ed altro ancora”, G. C. Sansoni, Firenze 1946). |
|
| Pagnotta (piccolo pane): ingiuria di una famiglia Schilirò, panificatori per antica tradizione. (vedi altri Schilirò) Palapalà = ingiuria di una famiglia Marullo. Altri rami dei MARULLO portano invece il soprannome Riganatu, Spezzacatìni, Stampazza, Vampatella
e, secoli fa, anche Cristofalo. Panterinu = famiglia Calcagno. Panza = Longhitano (FL); altri Longhitano Panzazza (pancia grossa) = famiglie Attinà e D'Aquino (altri sono Sciuttu, Stimminiu e Zoppu). Nel 1794 gli eredi di un Andrea Attinà Panzazza pagavano onze 3,14 per censi dovuti all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (A.N. vol. 103 p. 63); nel 1860 un Giuseppe Attinà Panzazza fu rinviato a giudizio come sedizioso. (V. altri Attinà) Panzutu (panciuto): una famiglia Zappalà. Ganci il soprannome di un altra famiglia omonima. Papàcchiu = famiglia Alessandro (FL) | Altri sono Sangunazzu. Papafìnu (?) Vedi Fantasmi, Papafinu. Papitelli (piccoli zoccoli): così conosciuti alcune famiglie Pafumi e Meli (vedi altri Meli).
Papitu (zoccolo) = qualche Catania; nel 1816 un Giuseppe Catania
Papito era proprietario di una chiusa alli Buzzitti (AN, vol. 223-B1
p. 110). (Altri Catania). Pappagghjuni (farfallina, falena) = un ramo degli Spitaleri. Nel 1626 un Giuseppe Spitaleri Parpaglioni otteneva in enfiteusi una chiusa in contrada Sciarotta (A. N., vol. 134, p. 373); un Vincenzo Spitaleri Parpaglioni nel 1764 teneva al pascolo sottovia 124 pecore; un altro Parpaglione (Francesco) del 1793 era debitore di tumuli 4 di frumento al Magazino del Carcere (vol. 94, p. 255). (vedi altri Spitaleri)
Pappaleccu (chi balbetta) = Saccullo. Altre famiglie omonime sono intese Cilluzzi, 'Mbarazza. Parrasgja = famiglia Schilirò | Nel 1860 un «Gaetano Schilirò Parrascia» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come rivoltosi (v. Atti del processo, p. 41) | Altri Schilirò Pasquarinu = famiglia Spanò. Un Mario Spanò Pasqualino nel 1794 è presente in un elenco di gabelloti dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (A.N., vol. 84-2, pag. 318) Pasta e lattuca = famiglia Sofia. Molto probabilmente il soprannome, come racconta N. Lupo, fu affibbiato per primo a don Peppino Sofia, agronomo, ma chiamato Ingegnere. Patipeni (che patisce pene): Ingiuria di una famiglia Pafumi. Patìnchia (?) Ingiuria di una famiglia (Palermo?) che aveva una cantina in via Santi, angolo Corso Umberto. Vedi “Fantasmi”. (nl) Patripòviru (padre povero): Ingiuria dei membri di famiglie Luca e Mirenda. Altre famiglie LUCA si distinguono per i soprannomi Cacacìciri, Cucchiurella, Cuppurinu, Fungiutu, Ncùcchia pìrita, Puvviraru, Surruscu, Timpanatu, Trumbutu
e, secoli fa, anche Mussunìvuru. Pavurìnu (?) = forse Paolino? Ingiuria dei fratelli Arcidiacono, falegnami con bottega vicino alla chiesa Madonna della Catena, e nipoti di P. Salanitri, parroco della stessa chiesa (nl). Pèccia vanella = ingiuria dei membri di una famiglia Saitta. Un contadino membro dei Pecciavanella è ancora oggi ricordato per il suo canto del battemmàtri (Stabat Mater) alla processione del Venerdì Santo. Fu l'ultimo pubblico cantore. Purtroppo, dopo di lui, la tradizione è andata perduta.
Pècura janca (pecora bianca): Pinzone. Peddi scappi (che perde le scarpe): ingiuria dei membri di una famiglia
Zingale e di qualche Loria. Pell' ‘i crapettu (pelle di capretto): alcuni Castiglione (FL) | Nel 1947 il rimpianto quindicinale Il Ciclope nella sua Galleria degli uomini illustri!? dedicava al maestro Castiglione Pellicrapettu ("gloria e vanto del saper") una simpatica vignetta
(foto a destra) ed una poesia. (Vedi altri Castiglione). Peppi Mocèri (o Moggèri) = barbone famoso perché si prestava a piccole commissioni, con specialità di trasportare sacchi di grano al mulino (“Qu’ à mmacinari?”, andava gridando per le strade). (nl) Pedditempu (perdigiorno) = qualcuno dei Campisi e, un tempo, anche qualche Longhitano. Peri hiaccati (pedi lacerati) = un ramo dei
numerosi Lupo di Bronte (FL) | Altri rami Peri ‘i poccu (piede di porco): ingiuria dei membri di famiglie Bonaventura e Catania (vedi altre famiglie omonime). Piattèlla = soprannome dei componenti di una famiglia Conti. Un loro capostipite, Biagio, era il simpatico banditore comunale negli anni '50 balzato agli onori della cronaca per un fatto anch'esso "simpatico" e scaramantico. Picchitta (pochino): Ingiuria dei membri di una famiglia Mineo.
Altre omonima famiglie sono invece intese Costalonga e Rizzuni. Piddichizzi = famiglie Gulino e Perdichizzi (vedi ingiurie di altri Gulino). Pillàri (pellai): ingiuria di un ramo dei Gangi. Molto probabilmente un loro antenato andava alla ricerca di pelli (specie di coniglio e lepre) per rivenderle. Vedi altre famiglie Gangi Pillottu = famiglia Macula. Pinnatu (spennato) = Trischitta. Pinnicuni (pennichella, pisolino) = soprannome di famiglie Pernicone, Caruso e Longhitano (v. altri). I membri di altre famiglie CARUSO sono meglio identificati e conosciuti con i soprannomi di Buittu, Caszarotu, Chiòfaru, Lupurinu, Nascarrussa, Possia, Santaru, Talloppu, Tatarinu, Zzappunellu. Sfirrazza, Minicone
e Tizzunellu l'alias di altri Caruso ormai scomparsi. Pipituni (torretta di pietre) = una famiglia Piazza (FL) | Altre sono Baddari e Tamburineri. Pirillu = Longo. Piruszu (peloso): era l’ingiuria di quel Radice, suocero del dott. Guglielmo Grisley, che era molto peloso. E un po’ della sua peluria l’aveva ereditata anche la bella figlia. (nl) Pirùzzu (piedino): Era l’ingiuria del calzolaio Gangi che aveva casa e bottega nell’attuale via Aida. Fu per molti anni il nostro calzolaio. Aveva due figli maschi: il più grande laureatosi sposò la figlia di Nicola Benvegna, commerciante di pellame e articoli per calzolai, e andò fuori intraprendendo la carriera prefettizia. Il fratello piccolo era sarto e morì giovane di infarto a Milano. Questo Gangi aveva il fratello grande che era fabbro con casa e bottega in piazza Spedalieri, sotto il palazzo dell’On. Vincenzo Saitta (nl) | Piruzza sono anche alcuni Politi. Pisciacucina = un ramo degli Isola; altri, invece, sono Pisciacaddella (FL) | Un Giuseppe Isola Mangiaerba di Placido era fra i rivoltosi dei Fatti del 1860. Pisciamarrella = Sciavarrello (FL)
| Altri Sciavarrello sono detti Doria. Pisciaru (pescivendolo): famiglia Nicolosi e Catania. (v. altre famiglie Catania) Pissipissi = Mancuso (FL). Altri Mancuso Pistoriu = Currao (FL) Pitìllu (?) = Era l’ingiuria della famiglia Catania che abitava nella vanella ora denominata Via Guerrazzi e di una famiglia Saitta (nl) | Vedi altri Saitta Pitrulla = Una delle famiglie Castro. Pìu–pìu = soprannome di un Ciraldo. Pizzicaroru (gli piace pizzicare) = una famiglia Triscari (FL) | Altre sono Bavella Porilla = famiglia Caudullo. Altri Caudullo sono detti Stampa o Stampazza. Pottavetta (porta aperta) = Arcifa (FL) Prighirèlla (che prega sempre): ingiuria di uno dei fratelli Isola, detti anche “masticabroru“. Anche qualche Longhitano è soprannominato Prighirella Prigurellu = Pagano. Puccaru (allevatore di maiali) = Gangi (FL) | Altri Gangi Pullicinella = soprannome di alcune famiglie Zambataro ed Aidala (vedi altri Aidala, altri Zambataro). Pullicinu (pulcino): famiglie Basile e Longhitano. Altri Basile sono Capiccioru e Maiu. Puntilla = famiglie Spata e Imbrosciano. Pupu (pupazzo) = famiglia Pappalardo (vedi altri Pappalardo). Purrazzòru (topolino di campagna): Ingiuria che l’amico della nostra famiglia Nunzio Saitta Camuto diede a mio fratello Elio, che in questi giorni compie 80 anni e al quale faccio tantissimi auguri, perché era minuto ma vispo. Egli da piccolo seguiva il nostro amico nelle sue battute di caccia alla Difesa e dintorni, ma spesso non trovavano la sospirata pernice o la succulenta lepre e, quindi, tornavano con il carniere pieno del profumato origano. (nl) Purella = famiglia Todaro. Puricatu = Tirendi (FL) | Pazzittu sono altri Tirendi.
Puttella = ingiuria di un ramo delle numerose famiglie
brontesi dal cognome Longhitano (vedi altri Longhitano). Un Nunzio Longhitano Putella risulta in un elenco di gabelloti del 1763 (AN vol. 91 pag. 18);
nel 1847 un altro Longhitano Pottella, Francesco, fa richiesta al Duca
di affittare per 6 anni l'ex feudo della Casitta; tredici anni dopo, un Giuseppe Longhitano Portella, risulta fra i saccheggiatori della casa di D. Francesco Cimbali durante i Fatti del 1860 (v. Atti del processo, p. 34). Fra i Puttella vogliamo con affetto ricordare mons. Nino Longhitano (foto a destra), deceduto a 74 anni nel 2012, conosciutissimo per le sue attività pastorali e le molteplici iniziative; gioviale ed allegro fu un vero educatore di giovani. Puvviraru (adibito ai fuochi d'artificio, pirotecnico): famiglie Luca (altri), Boemi, Longhitano (altri) e Costa | Nel 1860 un «Nicolò Costa Pulviraro» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41). Quacinari (venditori o fabbricanti di calce): famiglia Camano. Quagliarellu = Nicosia. Quarararu (calderai): ingiuria della famiglie Cassarà, Mancuso (altri), Ponzo (altri) e Samperi, derivata dal loro lavoro di calderai. (V.S.) Quattròcchi (quattro occhi): soprannome di una famiglia Meli. Quattrocchi è anche un cognome. (vedi i altri Meli) Quattru iìrita (quattro dita): soprannome di una famiglia Longhitano. Quattruscròcchi (quattro fermagli): soprannome di famiglie Russo e Spitaleri. Quattucciu (un piccolo quarto): famiglie Furnari e Lazzaro (vedi altri Lazzaro). Altra famiglia Furnari è soprannominata Scanna. Un Nunzio Lazzaro Quartuccio, nel 1794, era censuario dell'Ospedale Grande e Nuovo per una chiusa in Contrada Fontanella. Quazuni = Allia (FL) Quòcuna = alcuni Gatto. Altri sono Ballisicchi o Mastricella. Ralògiu (orologio): Cordaro. Rraluggiaru o Rralòggiu (orologiaio, orologio) = una famiglia Greco. Di uno di loro parla N. Lupo in un simpatico racconto. Randazzìszi (proveniente da Randazzo): soprannome di famiglie Abate e Maugeri | 'U randazzisri era l’ingiuria del sig. Maugeri che aveva sposato una Meli guaddarutaru e aveva un caffè sul Corso Umberto, angolo via Prof. Placido De Luca. Successivamente aveva aperto una drogheria (angolo Corso Umberto - via Scafiti). (nl) Rapè (?) Ingiuria di una famiglia Meli e di quel suonatore di piatti di cui parlo nei miei nuovi “ Fantasmi” (nl) | Rapè è l'ingiuria riferita anche ad un calzolaio, fratello della “signa” Concettina Rapè, titolare del tabacchino di Via Matrice, proprio davanti al vecchio carcere. Termine mutuato dal francese “rapè” = raspato. In italiano: tipo di tabacco da naso nero, non raffinato come quello biondo (Treccani, Dizionario della lingua italiana) (Mario Rappazzo) Recumatennu (Requiem aeternam) = un Amato; un altro è inteso, invece, Crispella. Riavurazzi (diavoloni): famiglia Currenti. Altre famiglie Currenti. Rriccu villanu (ricco contadino): famiglia Meli (vedi altri Meli). Rrimiti (eremiti, isolati): Soprannome di una famiglia Scarlata. Un Paolo Scalata Romito è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (A.N., v72-1, pag. 195). Rrinaroru = mirenda (FL) Rristùccia (stoppie): soprannome di alcune famiglie Galvagno (vedi) e Gulino. Altre famiglie dal cognome GULINO portano i soprannomi Addìa, Cacamarrùggiu, Cinquegrana, Ficaroru, Gaburazza, Piddichizzi
e, fino a qualche secolo fa, anche Òffanu. Rrizzuni (grosso o molto riccio): ingiuria della famiglia Mineo.
Altri Mineo sono invece detti Costalonga e Picchitta. Rrobbagallini (ruba galline): soprannome di una famiglia Meli e di alcuni Gemmellaro (v. altri Meli). Sacristanu (sagrestano): D'Amico. Saddàru (pescivendolo, venditore di sarde): Ingiuria di Salvatore Bruno, mio padrino di battesimo. (nl) Sampatraru = Sofia (FL) | Altri Sofia sono Maragnu, Pasta e lattuca. Sanguinazzu = famiglia Prestianni (v. altri). Sangunazzu = famiglie Alessandro e Celestino (FL) | Altri Alessandro sono Papacchiu. Santamatta = una famiglia Lupo (vedi altre famiglie omonime). Dei Lupo Santamatta vogliamo ricordare il prof. Mario Lupo (Bronte 1904-1986), chimico molto noto ed affermato, instancabile promotore dello sviluppo socio-economico di Bronte, più volte consigliere comunale e vice sindaco dal 1956 al 1962. A Lui Bronte ha dedicato la Zona artigianale del Ss. Cristo. Sapunaru (chi fa sapone) = famiglie Azzara, Mancuso (altri), Papotto e Pappalardo (altri). Altri Azzara sono intesi Gambacutta, altri Papotto Cicarelli | Nel 1860 un «Francesco Azara Saponaro» con altri 104 fu rinviato a giudizio come sedizioso (v. Atti del processo, p. 42).
Saranèlli: l'ingiuria contraddistingue i componenti di una delle numerose famiglie Longhitano. Altre famiglie Longhitano sono i Bastuni, i Checchi”, i Cèsari, i Bizzùni, i Chicchìtti, i Puttella, i Chiavuni, i Giardinara, ... (vedi altri). La più conosciuta dei Saranelli era la famosa, simpatica fruttivendola Maria Caruso Longhitano (foto a destra) con negozio di frutta e verdura del Corso principale, angolo Via Annunziata. A «‘nghiuria» di questi Longhitano, a quanto affermava Giosuè Longhitano-Saranellu, sembra che abbia origine da un antenato che, venditore ambulante, vendesse tutto “a sei granelli”. (aL) Saràszimu = una delle numerose famiglie Schilirò; v. altre Sbrandinu = soprannome di famiglia Castiglione (v. altri) e Grigoli. Scaccagnu = soprannome di una famiglia Messina | Nel 1860 un «Pasquale Messina Scarcagno del fu Nunzio» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41). Scacciarrina = soprannome di famiglie Messineo, D’Aquino e Catania. Fra gli Scacciarrina Messineo giova ricordare l'illustre Padre Antonio Messineo, sacerdote gesuita. Scàgghja (scheggia) = una famiglia Meli (altri). Scagghjtta (piccola scheggia) = uno era Filippo Spitaleri detto scagghìtta, vedi Fantasmi di N. Lupo. V. altri Spitaleri Scallipuszu = componenti di famiglie Saitta e Longhitano. Un Don Luigi Saitta Scallipuso di Giuseppe di anni 57, medico chirurgo, fu arrestato e processato insieme all'avv. Antonino Lombardo per i tragici fatti di Bronte dell'agosto 1860. Era stato proclamato dai rivoltosi presidente del Consiglio civico. Un secolo prima, nel 1761, un Giuseppe Saitta Scallipuszu figurava fra i censuari dell'Ospedale di Palermo. V. altri Saitta Scallozzu = famiglia Petrina. Scampanavàcchi (che toglie la campana dal collo di vacche): Ingiuria di famiglie Lombardo e Schilirò.
V. altri Schilirò Scantababbi (spaventa stupidi) = Scarlata (FL) Scappapurita (scarpa pulita) = Politi (FL) | Altri Politi sono intesi Piruzza. Scarafazzu (scarafagio) = famiglia Saporito (altri Saporito sono intesi Frazzatò). Scarcagghjatu = Longhitano (v. altri) (FL) Scattioru (fico non maturo) = Fazio. Un Giacomo Fazio Scattiolo, nel 1789, era proprietario di una vigna in Contrada Buzzitti (A.N., vol. 105, p. 5).
un altro, Vincenzo Fazio Scattiuolo, figura in una sentenza della Gran
Corte Civile di Catania del 1831 (A.N. vol. 208-B p. 6). Altri Fazio sono Bruscagghjella, Littirinu e Speza. Schicciu = Saitta (FL); v. altri Sciabbecchi = 'Nghjùria di famiglie Calambria (altri sono Truncuni), Gangi, Lupo.
Sciancatellu (piccolo storpio) = famiglia Messineo. Altri MESSINEO sono intesi Cannatellu, Scacciarrina, Varintinu. Scilla= famiglia Reale. Altri
Reale sono Bafè e Dragu, un tempo qualcuno era Muletto. Scimùni (?) = Ingiuria dei Leanza, commercianti di mandorle e pistacchio, con negozio in Corso Umberto angolo Via Sabotino (sutta 'e loggi) (nl) | Un loro discendente, Salvatore (foto a destra), è stato vice presidente della Regione siciliana e, uno dei protagonisti della stagione politica brontese a cavallo del secolo, sindaco di Bronte nel 2002. Sciurtinu = famiglia Bertino (altri sono Sparatu e Zabbadeu,
un tempo qualcuno era Malo o Muru). Sciurtanu = famiglie Màcula, Màvica, Florio (altri Florio sono Cuzzu). Sciuttu (asciutto) = famiglie Milazzotto (altri sono Giustu) e D'Aquino (altri sono Panzazza e Stimminiu). Scupitteri (aggiusta fucili) = famiglia Longhitano. Settiquatti (sette quarti): Lazzaro. (v. altri Lazzaro) Settitesti = uno dei Pappalardo. Sferru vècchiu (ferro vecchio): famiglia Foti. Altri Foti sono detti Belligambi. Spagghjaddiu = Palmeri (FL). Sparicianìvura (asparago nero) = Sarta (FL) Speza (spezia)= famiglie Fazio, Gorgone e Pappalardo. Altri Fazio sono Bruscagghjella e Scattioru, altri Gorgone sono anche Spizitta, altri Pappalardo. Spezzacatìni (spezza catene):
antico soprannome di alcune famiglie Grassia, Marullo e Schilirò. Alcuni Grassia sono citati con questo soprannome (spezzacatini) negli atti del Processo per i tragici fatti dell'agosto 1860; un Antonino Grassia Spezzacatene nell'atto di rivelo del bestiame del 1788 (A.N., v72-1, pag. 193). V. altri Grassia Spiridione = 'nghjùria di una famiglia Samperi. Un suo componente, Nunzio, nel lontano 1860, arrestato da Nino Bixio dopo i sanguinosi fatti dei primi di Agosto, dopo un sommario processo fu condannato alla fucilazione. Spitticchio (piccolo, maldestro furbacchione) = alias di una famiglia Calanna. Un D. Filippo Calanna Spirticchio era proprietario di una chiusa al Saraceno nel 1794. Un altro Calanna Spirticchio nel 1735 donava 6 Tarì per contribuire alle spese del Comune in una vertenza contro l'Ospedale. Altri Calanna sono anche Zunghì. Spiziari (farmacista) = un Aidala dei tempi pasati. Stampazza (grossa macchia) = ingiuria di alcune famiglie Caudullo, Marullo e Sciacca (altri). Altri Caudullo sono detti Porilla. Stigghiurèlla (involtino di interiora) = Ingiuria di un calzolaio di via Catania, soggetto di un mio nuovo “Fantasma”. (nl) Stragurella
(piccola treggia) = una famiglia Fallico. Nel 1735 un Joseph Fallico Stragurella dava un contributo di onze 1,10 per una causa intentata dai brontesi contro l'Ospedale di Palermo (A.N., vol. 133, p, 133). Altri Fallico. Stratunaru (stradino) = famiglia Armenia. Strazzabètturi (strappa bisacce): ingiuria di una famiglia Salanitri. Strùmbura (trottola) = soprannome di una famiglia Palermo. Altrr famiglie omonime portano il soprannome Criaturi
e Otetto. Stummachellu (piccolo stomaco): ingiuria di una delle tante famiglie Longhitano (vedi). Sturia = una famiglia Galvagno. Altre famiglie GALVAGNO sono Cacùgghja, Cainu, Cucciu, Cuccu, Firippellu, Giuvannellu, Rristuccia, Taschittellu e, secoli fa, anche
Cirnecu e Mulettaro. Suddu (sordo) = famiglia D’Arrigo e qualche Meli. Suggi (topo): Ingiuria di famiglie Gorgone e Castiglione il cui esponente era Salvatore, Segretario al Comune di Bronte. Vedi i miei “Fantasmi”: Itinerari brontesi (nl) | Altri Gorgone sono anche Suggittu. Leggi pure la "storia americana" di Gino Castiglione
detto Ginu Suggi. Suggiari = famiglia Paparo. Suddu (sordo) = famiglia D’Arrigo e qualche Meli. Suvarellu = famiglia
Ponzo (altri). Tàccia (chiodo): famiglia Minissale. (vedi altri Minissale)
Taddi = famiglia Tardo. Talianu (italiano?)
= famiglia Bonsignore. Altre sono Baddunaru e Gioppu.
Nel 1831 era detto Tariano anche un Illuminato Longhitano (A.N., vol.
208-B p. 7). Talloppu = famiglia Caruso (vedi altri Caruso).
Tamburineri = famiglia Piazza | Altre sono Baddari e Pipituni. Tarallu = ingiurie di famiglie Saitta, Sussinna. (vedi altri Saitta). Tascazza = famiglia Rubino. Mangiatumazzu, Muscioru e Pettinapocci il soprannome di altri Rubino. Taschittellu (piccolo berretto) = ingiuria di una famiglia Galvagno. Nel disegno a destra, ripreso dal quindicinale Il Ciclope del 1947, una simpatica caricatura dell'avv. Antonino Galvagno, inteso "taschittellu", dai "gratuiti consigli". Tattàgghia
(che balbetta) = soprannome dei membri di una famiglia Castiglione (v. altri). Tignuszu (calvo, stempiato) = un antico ramo dei Portaro. Un Nunzio Portaro Tignuso nel 1788 pagava 6 Tarì all'Ospedale di Palermo per censo su un terreno in Contrada Ruvolia (A.N., vol. 136-1, pag. 174; v. altri Portaro). Tilluzzu = famiglie Meli (vedi altri) e Longhitano (vedi altri) (FL)
| Un Pietro Meli Tilluzzo nel 1816 pagava ogni anno al Duca Nelson censo
per 2 tarì su una chiusa a Salici (AN, vol. 223-B1 p. 125). Tingituri (imbianchino) = famiglie Caponnetto e Finocchiaro. Tistazza (testa grossa e dura): Ingiuria di una famiglia Schilirò. (v. altri omonimi) Tiszu (teso): famiglia Ciraldo. N. Lupo scrive di un prete (Patri Tiszu), grande cultore della musica d'organo. Tizzunellu (piccolo pezzo di legno ardente) = famiglia Longhitano. Un Francesco Longhitano Tizzonello figura nel rendiconto del Magazzino di Maniace del 1802 (A.N., vol. 100, p. 33);
un altro, Nunzio L. Tizzunello in una sentenza della Gran Corte Civile di
Catania del 1831 (A.N. vol. 208-B p. 6). Anche qualche Caruso nei documenti di
del XVIII sec. era soprannominato Tizzonello. V. altri
Caruso, altri Longhitano Tràcina = famiglia Straci. Tramuntana (vento di tramontata): Ingiuria di famiglie Pecorino (altri) e Prestipino. Tratrà = soprannome di una famiglia Gangi (v. altre omonime famiglie). Travagghjaventu (lavora vento): Antica ingiuria di alcune famiglie Saitta e Castiglione | Nel 1860 «i figli di Saitta Travaglia al vento cognati di Mastro Antonino Ponzo» furono rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 40) | V. altri Saitta, altri Castiglione Tremmacuru/a (dal culo o dalla coda tremolante) = Grigoli e qualche Ciraldo (FL). Triricinu = famiglia Favazza (FL) Trigghiùni = era l’ingiuria di un aiuto fuggiàru di don Francesco Paolo Benvegna, il quale la sera faceva l’operatore al cinema (gestito dai f.lli Benvegna) e diventava il bersaglio della marmaglia quando la pellicola si rompeva (il che accadeva molto spesso) o quando molti non riuscivano a leggere per intero le didascalie, perchè allora non c’era ancora il sonoro, ed essi leggevano a stento. (nl) Tripitò = famiglia Virzì. Trippira (tre peli) = una ingiuria ricordatami dal prof. Nunzio Longhitano. Così sono indicati i membri di una famiglia Minissale tra i quali il dott. Pietro Minissale, già ufficiale sanitario, forse per un neo peloso che aveva lui o qualche suo parente (nl) | Fra i "Tri Ppiri" ricordiamo Giuseppe, il farmacista sindaco di Bronte nel 1955 e Mons. Antonino Minissale, teologo ed insigne studioso di esegesi biblica (1935 - 2011). (V. altri Minissale) Troccuracura = famiglia Grigoli. Altri Grigoli sono Turellu e Zopiru. Trollorò = alias di una famiglia Fallico. I Trollorò erano parenti dei Calì e Radice (il maestro) e avevano una casa alla Cisterna tra quella del Radice e la nostra, ormai venduta (nl) | Altri Fallico. Truncuni = Calambria (FL) | Altri sono Sciabbecchi. Truppicanchiànu (inciampa dove è pianeggiante): Ingiuria di un personaggio dei miei Fantasmi, vedi Bolo. (nl) | Tumbarellu = famiglia Cimino. Turellu = famiglia Grigoli. Zopiru e Troccuracura è 'a nghjùria di altri GRIGOLI. Turniaturi = famiglia Adornetto. Tuttupiru (tutto pelo) = Campo (FL) Ubbittu (piccolo orbo) = Pecorino (FL) | V. altri
Undimicacu (dove defeco) =
qualche Imbrosciano; altri sono Acquavitari, Mirrinu
e Puntilla. Vannazza = soprannome di famiglie Saitta, Vitanza. Veduvallegra (vedova allegra) = Zambataro (vedi altri Zambataro). Vrigurellu (piccolo Gregorio) = Cimbali e Cariola | Un Vito Cariola Grigorello nel 1764 teneva al pascolo sottovia 460 pecore (A.N., vol. 146 p. 143) Zabbaddeu = Bertino (altri sono Sciurtinu e Sparatu,
un tempo qualcuno era Muru). Zzaccagninu = soprannome dei componenti una famiglia Minissale (v. altri Minissale). Zzaccarruni = una delle tante famiglie Longhitano (vedi altre). Zzappunellu (zappetta): soprannome di famiglie Longhitano, Caruso, Barretta, Biuso.
Nel 1816 un Giuseppe Longhitano Zappunello pagava 6,8 onze di censo
su una vigna in contrada Gollia mentre nel 1758 era un Antonino Caruso Zappunello
a pagare 3 tarì al Magazzino del Carcere di Maniace (A.N., v. 91, p. 138). (V. ingiurie di altre famiglie Longhitano, Caruso, Biuso) Zzicca (zecca) = Crucillà. Zzòllaru (escremento di topo) = una delle tante famiglie Longhitano (v. altri Longhitano). Zopiru = famiglia Grigoli. Troccuracura e Turellu, 'a nghjùria di altre famiglie Grigoli. Zzoppa = Era l’ingiuria con la quale veniva indicata una signora della nostra ruga: ‘a zz’a Nonzia ‘a zzoppa. (nl) Zzubbaru (mangiatore di Zubbi) = qualche Longhitano. Zunghì = famiglia Calanna. Altri Calanna sono anche Spitticchio. |
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| Nicola Lupo: "Fantasmi"
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