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LE INGIURIE

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Le cosiddette "ingiurie" a Bronte

Un elenco parziale ma indicativo dei soprannomi utilizzati a Bronte nell’arco degli ultimi tre secoli e che in parte ancora sopravvivono fra di noi

Da un'idea di Nicola Lupo, a cura di Nino Liuzzo "Marranu" (hanno collaborato Tino Meli "Guaddarutari" e Franco Longhitano "Bastuni"). Alcuni soprannomi sono ricavati anche da una ricerca di Francesco Longhitano-Checco Ferraù (di seguito indicato con la sigla FL), inviataci dal figlio Giuseppe che ringraziamo.

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Abramo = una famiglia Castiglione (FL). Altri Castiglione.

Acquavitari (venditori di acqua fresca, dal Nuovo Vocabo­lario Siciliano-Italiano di A. Traina, Palermo 1868) = alias di una fami­glia Imbrosciano e di una fami­glia Russo, della qua­le fa parte il nostro socio prof. Nino Russo. Al­tri rami delle nume­rose famiglie brontesi portanti il cognome RUSSO sono più facil­mente iden­tificati dai soprannomi Butta­rag­ghjè, Cucuz­zaru, Facci­lodda, Favatellu, Giafaddu, Gran­gnu­rata, Ingiù, Lab­bruni, Lavan­daru, Mara­gnu, Min­gri­nu, Mun­tab­baniszi, Nciu', Pastizzaru, Pranta­rozzu, Quat­tru­scròc­chi, Scantirri, Sibil­luni, Staz­zunari. Altri Russo ormai "estinti" erano Barunellu, Cavalluzzu, Cinnirella, Cutil­lazzu o Cutilluzzu, Faragnino, Pontifici e Scagliunuto o Scugghjunutu.

Addia = Gulino (FL). Altri Gulino

Agnellu ed anche Angrellu o 'Ngrellu (agnello): Ingiuria di una famiglia dal cognome Biuso. Un Pietro, Franco e un Vin­cenzo Biuso Angrello figura­vano fra i censuari bronte­si del 1705, 1761 (AN, vol. 94, p. 64; vol. 91, p. 19). Com­po­nenti di altre fami­glie BIUSO sono denominati Baganu, Mònacu, 'Ndrevu, Pillottu, Sibbil­luni, Sparato, Trizzaru o Zappunellu.

Babbalàcchiu (semplice, grosso, da A. Traina) = una fami­glia Meli (altre famiglie Meli). Nell'agosto del 1860 un Fran­cesco Meli Babbalacchio, tra i protagonisti della rivolta brontese (si faceva chiamare Garibaldi), fu condannato ai lavori forzati a vita (Processo, Vol. V, foglio 401; vol. XIII, foglio 540).

Babbarozzu (gola, pomo d'Adamo) = famiglia Gorgone.

Babbutu (peloso) = Greco (FL) | Vedi in Fantasmi (Bolo) ‘a Zz’a Tiresa ‘a babbuta. Altri GRECO sono Cantalanotti, Car­ru­vari, Cuppu­rinu, Gambaraggèntu e Bellicapilli.

Baccaràcciu = “Ingiuria” di un sacrestano di cui non ho mai cono­sciu­to il cognome (nl) | Deriva da “baccala­rone”, ossia tonto, goffo, malaccorto. Così era “ingiuriato” il sagrestano della Chiesa dell’An­nunziata, tale sig. Vincenzo Conti. (M. Rappazzo).

Baddàri = ingiuria di famiglie Piazza e Di Bella. Altri Piazza sono Pipituni e Tamburineri. Altri DI BELLA sono invece indicate con i soprannomi Cichitabèlla, Ciraru o Maccattiu.

Baddunàru (bastaio): Era l‘ingiuria con cui, per l'attività svolta, veniva indicato il sig. Reitano che aveva il laborato­rio nel sottano del palazzo Saitta (nl) | Analogo sopran­nome portano i componenti di alcune famiglie Pennisi e Bonsignore (i Bonsignore sono pure intesi Gioppu e Talianu).

Bafè = Reale (FL). Altri Reale sono Dragu e Scilla, un tempo qualcuno era Muletto.

Baffiuni = ingiuria della famiglia Rappazzo. Altri rami dei Rap­pazzo sono invece meglio identificati come Cimig­ghiella o Mutu.

Baffu (baffo) = una famiglia Venia (FL). Altri Venia sono Lucimottu, Munachellu o Zzarafinellu.

Baganu (vaso panciuto) = soprannome di famiglie Avel­lina/o e Biuso (altri Biuso).

Baganazzu (persona chiassosa, che parla a voce alta): so­pran­nome di alcune famiglie Leanza e Schilirò. Altre fa­miglie LEANZA portano i sopran­nomi Cincunza, Franzuni, Lava­gni­szi, Leu, Masullu, Mattinazza, Nascastotta, Sbran­du, Scimu­ni, Scunsuratu, Staferinu o Strafermu, Tascuni, Vigneri. E c'erano pure i Beccu, i Capicciola, Capitanellu, Menzagag­gia e Schiavu, oggi estinti. Fra i Lean­za Scimu­ni voglia­mo ri­cordare Sal­va­to­re, sindaco di Bronte e vice pre­sidente della Regione Siciliana.
Altre nume­rose famiglie brontesi dal cognome SCHILIRO' (è il quinto cognome per frequenza) sono conosciute con questi soprannomi: Butò, Caracogna, Cicarellu, Cicutu, Cosgi­mi­nella, Curatri, Dondu, Ficarra, Firippelli, Gaggiuz­za, Garra, Gliòlliru, Grattaassa, Leu, Maccella, Man­gia­tab­baccu, Massari, Massaruzzu, 'Ntravatu, Oricchiazza, Pag­ghiararu, Pagnotta, Par­rasgja, Pirazza, Prantanu, Rriga­na­ta, Saràszimu, Scàm­pa­na­vac­chi, Spachittinu, Spezza­catini, Tistazza. E c'erano anche alcuni Cavigghjuni, Sbrandu e Spac­cafer­ru, oggi estinti.

Baggianu (che si pavoneggia) = soprannome dei Susinna.

'A 'nghjùria

Ancora oggi a Bronte continua la consue­tu­di­ne di indicare o cercare una persona più con il nome e il soprannome ('a ’nghjùria) che col co­gno­me ana­gra­fico.

Può riguardare un solo individuo ma di solito è riferibile a più membri di una medesima famiglia e con­trad­distingue un ramo di casato da un altro discendenti da uno stesso ceppo fami­liare; è stata soprat­tutto una necessità per la tradizione po­po­lare, solo recen­temente in parte abban­donata, di dare il nome dei nonni e poi dei padri rispet­tiva­mente ai nipoti e ai figli. Il suo uso si tra­scina da secoli, trasmes­so da genera­zione in genera­zione e, in pas­sato, co­di­ficato in quasi tutti i do­cu­menti ufficiali.

Per non andare troppo indietro basta sfoglia­re gli antichi registri di ma­tri­mo­nio e batte­si­mo della Matrice (dal 1582) o l'Ar­chivio Nel­son (AN) o leg­gersi gli Atti del pro­ces­so del­l'Ago­sto 1860, istrui­to dalla Com­mis­sio­ne Mi­sta Ec­ce­zio­nale di Guer­ra per i Fatti di Bron­te, per tro­vare, anche in questi docu­menti od atti giu­di­ziari, accanto al co­gno­me di sposi, impu­tati o testi­mo­ni od ad­dirit­tura in sua vece, l’indi­cazione del­l’«in­giu­ria» fami­liare (dagli atti uffi­ciali citiamo ad es. Spita­leri Nun­no, Nunzio Samperi Spiridione, Longhitano Longi o Ciral­do Fraiunco).

Dal punto di vista pratico questa  ‘nghjùriapecca, so­pran­nome, con­tronome, alias o appellativo che dir si voglia, uti­lizzata per iden­tifi­care, indi­care o cer­ca­re una per­so­na, a volte animato da un’umo­ristica o ironica visione del soggetto, è più im­por­tante del cogno­me; con­sen­te di di­stin­guerlo più facil­men­te da omo­nimi di altre famiglie con lo stesso co­gnome.

Si pensi per esempio al cognome più fre­quente a Bronte, Longhitano (in origini, nel XIV secolo, Longitano, prove­nien­te da Longi), por­ta­to da innu­me­revoli famiglie i cui rami o componenti ven­go­no me­glio indi­cati e subito identificati con il soprannome, attribuito a qual­che loro lontano antenato ed a loro come un Dna tra­man­dato (vedi).

Si pensi ancora alle numerose famiglie che portano il  cogno­me Castiglione, i cui componenti a Bronte sono soprattutto iden­ti­ficati dalle rispet­tive 'ngiù­rie (vedi).

E così è immediato ancora oggi il riconoscimento ed univoca la per­so­na se si indica come Cicciu Bizzuni e Ninu Chia­vuni (e non Lon­ghi­ta­no) o Ninu Marranu (e non Liuzzo), Ma­ria Sara­nella, Peppi Bastu­ni, Nonziu Pagnotta o Vitu Biscottu.

Come si nota la parola che contraddistingue la ‘ngiuria è a volte ap­paren­temente offensiva ed ingiu­riosa (es. Cacacìciri, Caiòddu, Malu­cori, Mangiam­medda) ma il fine non è mai quel­lo di of­fen­dere ma di distin­gue­re e me­glio iden­ti­ficare la perso­na. A volte volte indica nomi deri­van­ti dal pae­se di origine o di prove­nienza o da antichi mestieri o di vec­chi attrezzi o anche il cognome stor­piato.

A volte più che a un gruppo familiare è legata al singolo individuo; spesso suggerisce caratteristiche fisiche o mo­rali, atti­tu­dini o difetti fisici o compor­ta­mentali di qualche lontano avo al quale in passato 'a 'nghjùria era stata asse­gnata, anche ingiu­sta­mente, e da ciò la parola “ingiuria” con il sopran­nome che i discen­denti, assieme al co­gnome ed ai beni, alla rrobba, han­no eredi­tato.

Vi sono anche casi ove l’ingiuria familiare non sempre procede per via patriarcale ovvero da padre in figlio, ma viene sostituita con quella del casato della madre (specie se proveniente da una famiglia più nota o agiata). È il caso ad esempio, dei fratelli Nino e Tanino Casti­glione Mìcia. Stranamente hanno ereditato il soprannome dalla nonna, Do­me­nica Rizzo chiamata Donna Micia, e non dal padre che veniva sopran­nominato Tattàgghja.

Spesso soprannomi molto antichi, traman­da­ti di genera­zione in gene­razione hanno perso il loro signi­ficato origi­nario, diven­tando paro­le scom­parse dall’uso e quindi privi di signi­ficato e di com­pren­sione immediata, sconosciute alle gene­ra­zioni più giovani.

Una sottoclasse in genere con vita più breve è invece costituita dalle ingiurie individuali presenti a volte all’interno di qualche famiglia e legate ad un singolo individuo; alcuni di queste (Biscottu, Mancuicani, Pagnotta, ...) a loro volta hanno generato il contronome di nuove famiglie.

Da dire, infine, che spesso c’è uno stretto rap­porto fra cognomi e parole dialettali; mol­ti odierni cognomi derivano, infatti, il più delle volte, da antichi soprannomi i qua­li riflet­tono sempre qualche parola dia­let­ta­le.

Di seguito elenchiamo alcune "'nghjùrie" di cui è stato possibile rintracciare nota nell’arco degli ultimi tre secoli e che in buona parte ancora sopravvivono fra di noi.

(nL, Maggio 2018)

Bajoccu (monetina del valore di 1 soldo) = un Pace (emi­grato) (FL) | Altri Pace.

Bajuzzu (piccolo bàju, garzone) = soprannome dei Boemi e Malapon­te. Altri Boemi sono Gallujàncu, Ganguraru e Puvviraru.

Ballacazzizza = Gorgone, Ponzo, Meli (FL) | Altri Ponzo.

Balli 'i cìra (testicoli di cera): era l'ingiuria del barbiere Casti­glione che stava a Cruci Tirinnanna (oggi piazza Croce), ed era un mio lontano parente acquisito e padre di un mio alunno del '42/43 che morì ragazzo (nl) | Vedi altri Casti­glione.

Ballisicchi (testicoli secchi) = Gatto. Altri sono Mastricella, Quòcuna o Veniveni.

Baloddu (balordo): soprannome di famiglie Grassi e Cata­nia | Nel 1860 un «Luigi Catania Balordo cognato di Gia­como Pappalardo» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41) | V. altri Catania.

Bambinu (bambino): soprannome di una famiglia Meli. Il cogno­me Meli è a Bronte molto diffuso. Dei Meli citiamo Bene­detto e Giacomo Maria Meli, quest'ultimo giudice di Gran Corte e uno dei primi parlamentari brontesi di cui abbiamo notizia e l'avv. Nunzio Meli Bindozzu, sindaco di Bronte e preside del Liceo Capizzi. Vogliamo anche ricordare Nunziato Meli inteso Bambinu, "sem­pre sul suo camion di cui andava fiero". Per identificare i compo­nenti delle altre numerose famiglie MELI (a Bronte è il secondo cognome per diffu­sione) sono utilizzate, fra altre, le ingiurie: Babbalàcchiu, Bambinu, Bindozzu, Birrigghjuni, Capubanda, Cariatu, Ciaramella, Cimin­tista, Cirinu, Ciretri, Cirini, Culluzza, Fallaro, Guaddarrutàri, Maruzzella, Milleu, Monacu, Muru, Muretti, Muscatu, Nasca, ‘Nghè-nghè, Nnicchiarèllu, Papitellu, Pasticcinu a cri­renza, Quattròcchi, Rrapè, Rriccu villanu, Ristivu, Rrobbagallini, Scàgghja, Scannatu, Stachi o Stacchiu, Stizzera, Tilluzzu e Tiruni e, in tempi passati, anche Billullo, Birriglione, Bucciero e Franceschinu.

Bandiatùri (banditore): negli anni 1920/30 “u bandiaturi“ ufficiale a Bronte era un Malettese, “u su Savvaturi” (nl) | Negli anni '50 era Biagio Conti detto Piattella.

Barrirari (fabbricatori di barili): ingiuria di famiglie Pace, Sanfilippo (v. altri) e Triscali. Altre famiglie PACE sono a Bronte meglio identificate con le ingiurie Bajoccu, Bizzella, Camminelli, Favazza, Favuzza, Ingiù, Quararari e, secoli fà, Fillacchio.

Baruni (baroni) = una famiglia Minissale (v. altre).

Bastuni (bastone): ingiuria di una famiglia Longhitano. Nel 1715, invece, l'ingiuria di un Vincenzo Longhitano che aveva in affitto erbag­gi del Feudo di Petrosino era Bastonello. Altri LONGHITANO (in origini, nel XIV secolo, Longitano, prove­nien­te da Longi): Belli­ca­pilli, Bini­ritti, Biz­zu­ni, Bru­scag­ghjella, Bul­licunìvu­ru, Bu­ticari, Butò, Caiòddi, Cannatellu, Caraco­gna, Casillanti, Caz­za­reri, Caz­zitta, Cèsari, Checchi, Chia­vuni, Chic­chìtti, Cinni­rella, Finòcchia, Gàmbaru, Giardinara, Gigghj d’ozzu, Longi, Macabè, Ma­gnel­la, Muret­ti, Na­scaz­za, Panza, Papitellu, Puccara, Pullicinu, Puttella,  Puvviraru, Quattrujìrita, San­taru, Sara­nel­li, Scal­lipu­szi, Sciaramanà, Tizzu­nelli, ... e, nei tempi passati, c'erano pure i Bruscumè, Frabenigno, Giumentaru e i Mangiacrita.

Batturellu = ingiuria di una famiglia BURRELLO per distinguerla dai membri delle famiglie omonime Catarànu, Cuso o Cusona, Mangialaddu e Pittirro. E, un tempo, c'erano anche i Trillabbri.

Bauszaru (che sbava) = Lembo.

Bavella = una famiglia Triscari (FL) | Altre sono Pizzicaroru.

Bavuszu (bavoso): soprannome di una famiglia LEMBO per distinguerla dai Bauszari, Ber­nardi, Cucuzzaru, Muttummi, Naddi e Patollu.

Bellameggiòia (bella mia gioia!) =  Era l‘ingiuria della famiglia Marcantonio di cui parlo sia nei miei “Fantasmi” sia nel ricordo di Padre Antonino Marcantonio, fondatore dell'Ospizio dei Vecchi (nl) | Altri Marcantonio sono Muffiuni.

Bellicapìlli (bei capelli): Ingiuria di alcuni Longhitano (altri) e Greco (altri) | Era così soprannominato anche un reduce dall’America di via Marconi, che aveva una fisarmonica che suonava ogni sera al ritorno dalla campagna. (nl)

Belliciraszi (belle ciliege): ingiuria delle famiglie Prinzi e Gorgone. Altri GORGONE sono anche identificati con Aresi, Babbarozzu, Ballacazzizza, Butiruni, Caszarotu, Ncùcchia fica, Rricotta, Speza, Spizzitta, Suggi, Suggittu, Tamburineri.

Belligambi (belle gambe): fam. Foti. Altri Foti sono detti Sferru vècchiu.

Biancavia = ingiuria dei componenti una famiglia Attinà per distinguerli da altre famiglie ATTINA' aventi il soprannome di Ciccilluzza/u, Citarrella, Mollu, Pansazza, Pacìficu, Paciuni. Uno degli Attinà, Agostino (1841-1893) fu un noto pittore brontese; i fratelli Arcangelo e Giuseppe Attinà Citarrella, fra i caporioni dei Moti del 1860, si arruolarono anche fra i Garibaldini ma (scrive lo storico B. Radice) "la camicia rossa non li salvò dalla galera" | Altre famiglie Attinà

Bicchinu (becchino)= qualche Fiore (altri sono Saimmella) e Catania (v. altri).

Biccunellu = ingiuria di una famiglia Lazzaro. Altre famiglie LAZZARO portano i soprannomi Cacacìciri, Cappellu, Ciccarellu, Crapara, Gaggiuzza, Leggiu, Mollu, Muniani, Quattucciu, Riganellu, Settiquatti, Utturanu e, secoli fa, anche Cipinellu. Un Vincenzo Lazzaro Ciccarello figurava in un elenco di censuari brontesi del 1787; Placido e Santo Lazzaro Cappello, per una masseria al Corvo, nel 1761 (AN, vol. 81 p. 316); Francesco e Giuseppe Lazzaro Cipinello furono rinviati a giudizio per i Fatti di Bronte del 1860 (Processo, Vol. V, foglio 401).

Bindòzzu (?) = “Ingiuria” o soprannome di una casata Meli (vedi), nostri amici (nl) | Fra i Meli Bindozzu vogliamo ricordare il prof. Nunzio, sindaco dei Bronte nel 1962 (foto a destra) | Cosa mai vorrà significare "Bindòzzu"? Ho interpellato una fonte diretta: il mio padrino di cresima Nino Longhi­tano “Bizzuni”, figlio di Giuseppe. Sull’origine o sul significato della «’ngiuria», non ha saputo fornirmi alcuna spiegazione, se non che – forse – fosse legata, in qualche modo, alla loro antica attività di commercianti. Ho provato a ragionare. Molte parole del nostro vocabolario brontese sono state importate dal dialetto palermitano. Ciò si deve al fatto che, fino al tardo ‘800, Bronte dipendeva, nell’ambito dell’autorità religiosa, dalla Diocesi di Monreale. Ipotesi: 1. derivazione dal termine palermitano Binda (sinonimo di benna, binna, lenza); i tre termini conducono ad unica definizione: striscia di tela o di cuoio usata per stringere; 2. dall’antico tedesco “winde” = macchina di sollevamento, argano (Treccani, Dizionario della lingua italiana). Se accostiamo la “ngiuria” alla professione di commercianti, potremmo dedurre che il significato originario possa essere stato: a) che producessero legacci (per se stessi e/o per altri); b) costruttori ed utilizzatori di macchine sollevatrici di grossi pesi. Fantasioso, né?? (M. Rappazzo) | Nel 1764 era soprannominato Bindozzo anche un Giuseppe Saytta pecoraio (AN, v. 146, p. 142).

Birrigghjuni = Meli (FL).

Biscottu = qualche Lupo. Altri.

Bittiruni = una famiglia Napoli (FL)

Bivira pullitri (abbevera puledri) = famiglia Pasqua.

Bizzella = Pace (FL).

Bizzuni (gemelli): Ingiuria che distingue i componenti di una delle molte famiglie Longhitano (altre sono i “Checchi, i “Cèsari”, i “Chic­chìtti, i Saranelli, i Bastuni, i Puttella, ...). Deriva molto probabilmente dal fatto che in questo gruppo familiare, in varie generazioni, sono nate delle coppie di gemelli (= Bizzuni) come è effettivamente osservabile dal loro albero genealogico (aL) | Un Gaetano Longhi­tano Bizzone, nel 1876, aveva in gabella dalla Ducea terreni nelle contrade Santa Venera e Casitta (AN, vol. 356-A p. 115).

Boja = Pernicone (FL).

Boffò = Sanfilippo (FL). Altri Sanfilippo

Bòmburu (orcio, recipiente di argilla) = Bonanno (altri Bonanno son intesi Ca zzappa, Pitittu e Spiziale).

Brazzittu (piccolo braccio) = qualche famiglia Portaro (vedi altri Portaro) | Nel 1860 un Giuseppe Portaro Brazitto fu rinviato a giudizio per aver partecipato alla sanguinosa rivolta nota come i Fatti di Bronte.

Broru'ifinocchi (brodo di finocchi) = Di Vita (FL)

Bruscagghiella (o Buscagghjella), piccola spazzola per pulire il manto di quadrupedi = ingiuria di famiglie Fazio e Longhitano. Altri Fazio sono Speza e Scattioru. Un Vincenzo Longhi­tano Bruscagghjiella, nel 1833, aveva in gabella dalla Ducea un pezzetto di terra nella contrada Barrili (AN, vol. 80 p. 24).

Bruscumè = Cirami (FL). Altri sono Nciullìtta e c'erano pure i Magnella.

Buazzu = ingiuria di una famiglia Lanzafame.

Buggisi = ingiuria di una famiglia Puglisi.

Bùggiu (mucchio di biade o di paglia): Ingiuria di una famiglia MINISSALE per distinguerla dalle altre omonime che portano i soprannomi, Baruni (nella foto a destra Vincenzo Minissale Baruni), Buzzu, Muschella, Paxia o Paxiea, Sciarotta, Tàccia, Trippiri, Zzaccagnini.

Buittu = Caruso (FL) | Altri Caruso

Bulletta = ingiuria di una famiglia Salpietro. Un'altra omonima famiglia è invece detta Nanu.

Bullichèllu o Bullichinu (piccolo ombelico): “Ingiuria” dei componenti una famiglia De Luca e di uno dei fratelli Isola, detti anche “masticabroru”. Altri De Luca sono detti Mustafà.

Bullicunìvuru (ombelico nero) = Longhitano (FL). Altri Longhitano.

Bumbararu (addetto ai fuochi artificiali) = Azzia (FL) | Di B. Radice leggi U su Savvaturi, u bumbaràru.

Bumbuni = alcuni Castiglione (FL). Altri CASTIGLIONE sono identificati dai contronomi: Abramo, Butes­si, Caca­ti, Carri­caz­zucchi, Facchinu, Favajana, Firiri, Gàm­baru, Lavan­dari, Micia, Lìndinasicca, Lin­dinuszi, Pell''i crapettu, Santaru, Sbran­dinu, Suggi, Tattàg­ghja, Tra­vàg­ghia o ven­tu, Triddi­nari....

Burillaru (venditore di budella) = famiglia Gangi (FL). Altri Gangi

Burrellu (fascio di steli di fave) = famiglia Gangi (FL) | Burrello è anche un cognome.

Buscagghjella o Bruscagghjella (truciolino) = qualcuno dei numerosi Longhitano (vedi altri). Un Vincenzo Longhitano Boscagliella figura in un elenco di censuari del 1833 (AN, vol. 342-A p. 56).

Buscicutu (paffuto, gonfio): componenti di una famiglia Petralia per distinguerli dai membri di altre omonime famiglie detti Picuraru o Settimiszi.

Busconnellu = famiglia Barretta. Altri Barretta sono detti Zzappunellu.

Butessi = una famiglia Castiglione (vedi altre omonime). Uno dei suoi componenti è stato l'avv. Vincenzo, un indi­menticato sindaco di Bronte del 1956 (foto a destra). L'alias Butessi è secolare: nel Libro delle 60 Massarie del 1876 tale Vincenzo Castiglione Butesse, proprietario di un pezzo di terreno a Dagali, pagava 3 tarì di censo alla Ducea (AN, vol. 313-A p. 129); ancor prima, nel 1837, invece, i fratelli Salvatore, Nunzio e Illuminato Castiglione Butessi fu Pasquale tenevano in gabella una masseria in Contrada Fondaco (AN, vol. 372 p. 40). Ancora, nel 1860 Salvatore Castiglione Butessi di Nunzio e Nunzio Castiglione Butessi del fu Mastro Antonino pellaio, imputati con altre centinaia di brontesi di «guerra civile, devastazione, saccheggi, omicidi e di detenzione d’armi vietate, reati avvenuti in Bronte dal dì primo al cinque Agosto 1860» furono rinviati a giudizio davanti alla Corte di Assise di Catania (Processo di Bronte, Vol. 02, foglio 77).

Buticari (esercenti un negozio) = Longhitano (vedi altri Longhitano).

Butiruni (Butiru era denominato il burro) = Gorgone (FL) | Altri Gorgone

Butò = famiglie Longhitano, Mirenda e Schilirò (altri Schilirò). Altri rami dei MIRENDA sono identificati dai soprannomi Littirinu, Milleu, Naschi­nu, Patripòviru, Pattisgjanu, Rrinaroru.

Buttaragghjè = soprannomi di famiglie Russo e Di Sano. Di una famiglia Di Sano esiste pure il soprannome Scanusciutu. (vedi altre famiglia Russo)

Buzzu (bolso, fiacco, flaccido) = famiglia Minissale (FL) | Altri Minissale

Cacacìciri (caca ceci): ingiuria di un contadino della ruga di via Cavour (nl) | Il soprannome è riferito anche a famiglie Bertolone, Lazzaro e Luca.

Cacamarrùggiu (caca il manico della zappa) = qualche Gulino (altri Gulino).

Cacapignata (caca pentola) = una delle famiglie Sciacca. Altre famiglie SCIACCA si indicano oggi come 'Mpracatu, Muni, 'Ndrevi, Pigghjollu, Piruzzu o Stampazza mentre secoli fa c'erano anche gli Indruero.

Cacarinari (caca soldi): una famiglia Germanà. Altri sono 'Ngrasciatu.

Cacatu (cacato) = ingiuria di alcune famiglie Castiglione (v. altri), Grassia (v. altri) e Fioretto. Altri Fioretto sono Giosafat.

Caccararu (artigiano della creta) = Prestianni (Fl) (altri Prestianni) | un Nunzio Prestianni Carcararo nel 1885 pagava alla Ducea 9 grana e tarì e 11 piccioli di censo su un fondo di Contrada Gollia (AN, vol. 412 p. 72).

Cacciaturi (cacciatore) = famiglia Rizzo. Babbarinu, Cuncuni, Frattu è il soprannome di altre omonime famiglie. Altri Rizzo Mangiafegu, Marafacciata e Palmicchio si sono invece estinti.

Caddillu (cardellino) = famiglie Proto e Sanfilippo (vedi altri Sanfilippo). Nell'AN abbiamo trovato un Giacinto Sanfilippo Cardillo che nel 1716 vendeva bestiame in una Fera per 15,21 onze. Un Mario Saitta, nel 1794, era invece soprannominato Cardillazzo (A. N., vol. 103, p. 279). Un altro Cardillo, Nunzio Sanfilippo, condannato ad anni 20 di ferri nel dì 19 Settembre 1828 fu graziato un anno dopo, in occasione della Santa Pasqua, da Francesco I° con dispaccio del 17 Aprile 1829 (AN vol. 210-B p. 25).

Cadduni (cardo) = famiglie Plastani e Lombardo (altri Lombardo sono anche Cazzappa, Mameli, Scampanavacchi). Troviamo un Filippo Lombardo Cardone in un documento dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo, Libro del magazzino, del 1760 (AN, v. 38, p. 80)

Caiòddu (sporco) = Ingiuria di famiglie Franco e Longhitano e di un prete di cui non ricordo il nome (nl) | Il sacerdote cui si fa riferimento è padre Luigi Longhitano, arciprete, parroco della Chiesa Madre negli anni ’50. Successivamente fu nominato Prefetto degli Studi presso il Seminario arcivescovile di Catania, dove insegnò latino e greco fino alla chiusura del seminario. (M. Rappazzo)

Campanaru (campanile o addetto alle campane) = famiglia Pirriatore.

Canettu = famiglia Travaglianti | Fra i Travaglianti vogliamo ricordare Ninu Canettu (foto a destra), simpatico, scherzoso e gioviale gestore del Cinema Teatro Comunale degli anni 1960-80, animatore di veglioni ed appas­sionato cacciatore.

Cannatelllu (piccola brocca per il vino) = alcuni componenti delle famiglie Longhitano (vedi altri), Messineo (altri) e Russo (altri). Un certo Pasquale Russo Cannatello figura nel 1836 in un elenco di debitori diversi della Duchessa Carlotta Mary Nelson (AN, vol. 309-2 p. 12).

Cannavazzu (stoffa di canapa, rozza e dura) = una famiglia Currenti del 1819 (altri Currenti)

Cannistraru (fabbricante di panieri e canestri di vimini) = soprannomi di alcune famiglie Miria e Spitaleri. Nel 1816 un Filippo Spitaleri Cannistraro pagava un'onza di censo per una chiusa al Pomaro (AN, vol. 223-B1 p. 116), un altro del 1861, Giuseppe Spitaleri Cannistraro fu Vincenzo, fu rinviato a processo per aver preso parte ai Fatti di Bronte (Processo, Vol. V, foglio 402). Altri alias di famiglie SPITALERI (o Spedalieri) sono Ciullurella, Dòvicu, Grangallunaru, Ilei, Leu, Maccarruni, Manùncura, Nègusu, Nunnu, Pappagghjuni, Pirrazzu, Quattru scròcchi, Scag­ghjtta, Sciganu, Zibbibbiu, Zùccaru. Un tempo c'erano pure qualche Belluccio, Burraccino, Curella, Mazzarino, Santorello, Scavuzzu, Strazzeri, Truppicanchianu o Zòzzuru (oggi estinti).

Cansuna (canzone): famiglia D’Aquino. Altre famiglie D’AQUINO portano i soprannomi Dissapitu, Panzazza, Scacciarrina, Zzoppu.

Cantalanotti (chi canta di notte) = una famiglia Greco (FL) | Un Alfio Greco Cantalanotti era la voce solista del tradizionale coro che nella proces­sione del Venerdì Santo accompagnava le statue con "i lamenti", le suggestive cantilene caratterizzate da ardite e virtuosi­stiche escursioni vocali del solista o dei solisti del tutto incomprensibili a causa delle numerose trasformazioni che le parole latine avevano subito nel tempo (ascoltane un esempio) | Altri Greco

Cantunari (propensi a cantare, da A. Traina) = componenti una famiglia Capizzi. Altre famiglie omonime sono denominata Fungiotta e Giancurella.

Caparrella (piccolo anticipo) = soprannome di membri di famiglie Portaro e Prestianni; altre famiglie PORTARO possono essere anche Cabbuniszi, Cariatu, Culluruni, Gàmbaru, Mazzurina, 'Mperiu, Tignuszu e, tempo fa, anche Brazzittu, Ciullu, Gallarizzanu, Giannella, Marucori e Tistazza mentre fra i PRESTIANNI ci sono Caparrella, Caccararu, Jancu, Minnamà, Orfanu, Quartignu e Sanguinazzu. Un Nunzio Prestianni Caccararu, nel 1770, pagava 1 tari per la gabella dei canali (AN, vol. 126 p. 76). Nel 1860 un Nunzio Prestianni Quartigna, «imputato di eccitamento alla guerra civile, di devastazione, strage, saccheggio, d’incendio, conseguiti omicidi, reati avvenuti a Bronte dal 1° fino al giorno 5 Agosto 1860», fu arrestato su ordine della Commissione mista eccezionale di guerra.

Capillaru o Capilleri (compratore di capelli) = famiglie Saitta e Di Caudo. Un Epifanio Saitta Capillera nel 1705 ed un Filippo Saijtta Capillaru nel 1763 erano un censuario ed un affittuario di terreni nella Masseria al Margio mentre, nel 1831, i fratelli Nunzio e Vincenzo Capilleri subirono una condanna dalla Gran Corte Civile di Catania (AN, vol. 208-B p. 15). V. altre famiglie Saitta.

Cappellu (cappello) = Lazzaro (v. altri).

Cappilluzzu (piccolo cappello) = una famiglia PECORINO. Altre famiglie omonime portano i soprannomi Ciocellu, Cirinu, Steffinu, Tramuntana e Ubbittu e un tempo anche Ncàglia e Scappapurita.

Cappuccinu (cappuccino) = Cusmano.

Carabbriszi (provenienti dalla Calabria), ingiuria della famiglia Serravalle (V. S.).

Caracogna = famiglie Schilirò e Longhitano (FL) | Altri Schilirò, Longhitano.

LUIGI MINIO, 2004Cariatu (abbrustolito) = qualche Portaro (vedi altri).

Carricazzucchi (chi carica zucche) = Castiglione.

Casacca (vestimento che cuopre il busto, da A. Traina) = Ingiuria di un ramo della famiglia Minio (L. M.). Un Nun­zio Minio Casacca è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (AN, v72-1, pag. 195). Dei Casacca vogliamo ricordare Don Luigi Minio (foto a destra), pioniere in Italia nel campo della psicologia applicata ed attuale Presidente del "Residenze per Anziani San Vincenzo" (l'antico Ospizio dei Vecchi di padre A. Marcantonio). Altre ingiurie di famiglie MINIO sono Costalonga, Llattamin­na, Nucirò e, in tempi passati, Cingalenta, Curcio, Mmazzacavalli e Nascazza.

Casarellu = famiglia Trusso.

Casceri (cassiere) = Aidala (FL) | Un D. Francesco Ajdala, casceri comunale nel 1847 (AN, vol. 215-B p. 204), fu uno dei 16 trucidati dai rivoltosi dei tragici Fatti dell'Agosto 1860. V. altri Aidala

Caszaròtu (dal greco "katarotes") = pulito. Ingiuria dei forestieri provenienti dai paesi vicini, e si pensava che il vocabolo significasse “dei casali vicini” (nl).

Caszamè (casa mia): una famiglia Lupo (vedi altri) | Mastro Giuseppe Lupo di Antonino Casamia figura fra i sediziosi della sommossa popolare del 1860 (v. Atti del processo, p. 40)

Cataniszi (catanese): Ponzio.

Catrinu = una famiglia Caraci.

Cavigghjuni (piccolo legnetto appuntito) = qualche Schilirò dei tempi passati (altri Schilirò) | Un Salvatore Schilirò Caviglione figura in un elenco di piccoli affittuari di terreni nel Luogo di Boscia ('u locu 'i Boscia) (AN, vol. 418 p. 111).

Cazzappa (con la zappa) = Bonanno (altri Bonanno son intesi Bòmburu, Pitittu e Spiziale) e Lombardo (altri Lombardo sono Mameli, Cadduni, Scampa­navacchi).

Cazzareri (carceriere): famiglie Reina e Longhitano.

Cazzitta = una delle tante famiglie Longhitano (vedi altre le altre). Un Giovanni Longhitano Cazzitta fece parte nel 1860 dei Garibaldini brontesi.

Checchi = Ingiuria che distingue i componenti di una delle molte famiglie Longhitano (vedi soprannomi di altre famiglie Longhitano).  “Checcu” in brontese significa “uno che chicchìa” cioè tartaglia. (N. L.) | Dei Longhitano Checchi vogliamo farvi conoscere il Comm. Grand. Uff. Dott. Francesco Ferraù (foto a destra), insegnante elementare, stu­dioso, storico e tenace cultore della più pro­fonda ed autentica tradi­zione culturale del nostro Comune. Alcuni soprannomi sono ricavati anche da una sua ricerca.

Cchiapparà = Barbagiovanni (FL).

Cchiappararu (venditore di capperi) = qualche Liuzzo dei tempi passati; altri sono Marrani o Piscialettu.

Chiavùni (grossa chiave) = Ingiuria di una famiglia Longhitano | Uno di loro fu Nino Longhitano, prima mugnaio e poi fornitore di energia elettrica, prodotta da un gruppo elettrogeno, per l’illuminazione del Corso Umberto, con sede vicino ai Cappuccini. Poi caffettiere in Corso Umberto angolo Piazza Spedalieri, lato teatro. (nl)

Chicchitti (balbettanti) = una famiglia Longhitano. (vedi altre famiglie Longhitano)

Chiòfaru = ingiuria di una famiglia Caruso. Chiòfaro (o Chiòfalo) è anche un cognome. (altre famiglie Caruso)

Ciangi ciangi (piange piange): Ingiuria di una donna che abitava nella nostra ruga, che era costituita dalla Via Cavour e delle sue quattro vanelli: P. Micca, S. Quasimodo, A. Corelli e G. Giusti. (nl)

Ciaramella (cornamusa): famiglia Meli. (vedi altri Meli)

Cicarellu (chiacchierone senza freni, da A. Traina) = famiglie Papotto e Schilirò (altri Schilirò). Altri Papotto sono intesi Sapunaru.

Ciccillùzzu = Ingiuria della buon'anima di mio padre, il maresciallo dei Vigili Urbani Vincenzo Faia (A. F.) | E' anche l'ingiuria di altre famiglie (Attinà, Franco).

Ciciraru (venditore di ceci) = Di Caudo. Altri sono Capillaru. (FL)

Ciciu = una famiglia Saitta (v. altri). Nel 1784 un Pietro Saitta Cicio finì nelle carceri della Corte Capitaniale di Bronte per taglio di alberi

Cichitabella = ingiuria di una famiglia Di Bella. Vedi altri

Cicutu = famiglie Camano, Schilirò (v. altri Schilirò) e Zambataro. Un Carmelo Camano Cicuto pagava all'Ospedale di Palermo la gabella dell'olio nel 1790 (AN, vol. 70-2, pag. 391). Compo­nenti di altre famiglie dal cognome ZAMBATARO sono intesi Dunniszi, Mafadda, Pagghiazzu, Pullicinella, Vèduva allegra.

Cilluzzi (o Ocilluzzi, uccellini) = famiglia Saccullo. Altre famiglie omonime sono intese 'Mbarazza, Pappaleccu. Nel Libro delle 60 Massarie del 1875 tale Vincenzo Saccullo Ocilluzzo figura proprietario di un pezzo di terreno a Piano dei Dajni (AN, vol. 313-A p. 129)

Cimigghièlla (piccola scintilla) = famiglia Rappazzo.

Cinquegrana = Gulino (vedi ingiurie di altri Gulino). Nel 1786, un Ignazio Gulino Cinquegrana finì in carcere per furto domestico, segnalato nei rapporti semanali che il carcerierio della Corte Capitaniale di Bronte faceva a Palermo. (AN, vol. 70-1 p. 326); due anni dopo ci ritornò questa volta accusato di scassazione di casa e palmento in campagna (AN, V70-2, pag. 152).

Ciocellu o Ciocio = famiglie Pecorino e Saitta. Un Nunzio Pecorino Ciocio fu arrestato nel 1785 per pubblico scandaloso concubinato (AN, v70-2, pag. 50). Altri Pecorino, Saitta.

Cipulla (cipolla) = qualcuno dei Catania (vedi altri). Un Antonino Catania Cipolla di Basile di anni 40 fu condannato nel 1863 ai lavori forzati a vita per aver partecipato ai Fatti del 1860 (Processo di Bronte, vol. V, foglio 401; vol. XIII, foglio 540).

Cissarutànu (abitante dii Cesarò, ME): era l’ingiuria di un signore che era oriundo di Cesarò (nl).

Citraru = famiglia Bonaccorso per differenziarla da un'altra dal soprannome Manisanta.

Ciullurella = famiglia Spitaleri. (vedi altri Spitaleri)

Cociòva = famiglia Giarrizzo. Altri sono Batioto, Faccu o Lavandaio.

Colluisozìzza (collo di salsiccia): “Ingiuria” di mio padre, appioppatogli da Nino Larosa, soggetto di un mio “Fantasma”. (nl)


  

'A LUNA 'I BRONTI

Si cunta chi lu fìgghiu d'un massaru,
riccu di soddi e pòviru di menti,
non vurendu ristàri zzappunàru,
sintèndusi squatritu e 'ntilliggenti,
dissi a ssò patri: “Patri ppi favuri,
iò cchiù ‘n campagna non ma senti i stari,
vaju a Catania a fàrimi dutturi,
picchì mi sentu ri putillu fari”.

So patri, sempri amanti ri la paci,
cci detti i soddi e pàrtiri lu faci.
Passànu l’anni e a li sò genituri
scriveva lu picciottu appinsiratu:
“Tra pocu tempu turnirò dutturi,
dutturi in midicina appatintatu”.

Finu ch’un jonnu tantu disiàtu,
scrissi: “Prestu ritornu a lu villaggiu
ora chi sugnu bellu lauriàtu,
dopurumani mi mentu in viaggiu”.
So patri, ppi no fari jri suru,
’ncuntru cci ju cu cavallu e muru.

Pàttunu ri Catania alla scurata
pi camminari sempri a la friscura,
la luna ’nta lu celu appuntiddata
alluminava tutta la natura.

Lu patri cavarcava assai filici
pinsannu: Lu mé figghiu è già dutturi...
quannu chillu vutannusi cci dici:
“Patri, sciugghjti un dùbbiu pi favuri:
Sta luna ’ncelu cussi risplindenti,
fossi è la stissa di chilla di Bronti??”
Cci rispundì so patri cu sgumentu:
“Pòviri soddi mei jttati o ventu”.

(F. Rizzo)

Coscia baggiana (zoppo): soprannome del sacrista della Matrice, quando ero bambino: Mastru Luviggi coscia baggiana. (L. M.)

Cosgiminella = ingiuria di alcune famiglie Schilirò e Cavallaro.

Costalonga = ingiuria di una famiglia Mineo. Altri Mineo sono Picchitta o Rizzuni

Crapara (allevatrice di capre) = ingiuria di una famiglia Lazzaro. (vedi altri Lazzaro)

Creddu = ingiuria della famiglia Sanfilippo. Un Gaetano Sanfilippo Creddo è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (AN, vol. 72-1, pag. 196). Altre famiglie SANFILIPPO portano i soprannomi Barrirari, Boffò, Canararu, Caddillu, Daramici, Gènia, Mammini, Mangiatabaccu. Mangiaterra, Marittaru, Ministraru, Mirruzzu, Pagghiazzu, Piccirummi. E c'erano anche i Cavaloro o i Fichitta oggi estinti.

Criaturi (creature) = famiglia Palermo. Altra famiglia omonima porta 'a nghjùria Strùmburu.

Crispella = una famiglia Amato. Un Filippo Amato Crispella nel 1770 pagava un censo di 8 tarì su un terreno in contrada Cardà. Un altro Amato è conosciuto come Recumatennu.

Crispini = ingiuria dei componenti di una famiglia Aidala. Altri AIDALA sono detti Casceri, Pullicinella, 'Mbarrapittusza, Spiziari | Nel 1860 «Mastro Giuseppe e Rosario Aidala Pulcinella e Mastro Giuseppe Aidala Marrapurtusa» furono rinviati a giudizio con altri 104 come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41).

Cristòfuru = netturbino del quale sconosciamo il cognome, è stato per qualche decennio un soldato romano della processione di ogni Venerdì Santo (nl).

Crucifìssu (crocifisso): “ingiuria” di un ramo della casata Lupo. Altre famiglie con stesso cognome LUPO sono meglio subito identificate dalle rispettive 'nghjùrie (o alias): Biscottu, Caszamè, Crucifissu, Cucciu, Grarìgghia ‘i lignu, Mararazza, 'Mbaraz­zabbàgghiu, Pacchianu, Perihiaccati, Rràcchiu, Sciabbecchi, Santamatta, Vitamea.

Cucchiarata (quantità che cape un cucchiaio, da A. Traina) = Grassia (FL). Altri Grassia

Cucchiurella (piccolo cucchiaio?) = Famiglia Luca. Nel 1794 Mastro Antonino Luca Curchiarella pagava all'Ospedale 10 tarì l'anno per una chiusa in Contrada Musa (v. AN, vol. 103, p. 39). V. altri Luca.

Cucciuni = una famiglia Catania (altri); un Francesco Catania Cuccione nel 1885 pagava alla Ducea 19 tarì e 16 grana di censo su un fondo di Contrada Buzzitti (AN, vol. 412 p. 38).

Cuccu (cuculo, uccello di malaugurio) = qualche famiglia Fallico (altri) e Galvagno (altri). Fra i Galvagno Cucco ricordiamo un pastore, bel giovane, aitante nella persona, Vincenzo: ci tramanda il Radice che durante i moti del 1820, si autoproclamò generale e condusse i brontesi “rusticani guerrieri” all’assalto su per le scoscese alture della Colla, “gagliardamente piombando sui nemici”. Fu successi­va­mente arrestato per avere reciso la testa al capitano barone Palermo ucciso sulla scalinata della chiesa della Catena. Dopo 6 mesi di carcere tornò in libertà per merito della sorella Serafina che andò a Napoli a implorare la grazia dal Sovrano.

Cucuzzaru (venditore di zucchine) = una famiglia Lembo e alcuni Russo. Nel 1763 eredi di un Mario Russo Cucuzzaru erano debitori verso l'Ospedale per onze 3 e tarì 1 (AN, v. 91, p. 22). Vedi altri Lembo, altri Russo

Cuffinaru (fabbicante di panieri): ingiuria di famiglia di alcuni Di Marco (altri Di Marco intesi anche come Guerra, Scrupuruszu), Incognito e Monforte. Altre famiglie INCOGNITO sono indicate con Buffa, Cuppurinu, Gamberumollu, Jachella, Muffa, Ncrocca e ttira.

Cullarittu = ingiuria di una famiglia Catania (fra i suoi membri anche l'ex deputato regionale Franco). Componenti di altre numerose famiglie CATANIA (è il quarto cognome per diffusione) portano i soprannomi Baloddu, Bicchinu, Buari, Bullatu, Cèsari, Cipulla, Cuc­ciuni o Curciona, Faccilodda, Fugghia­nu, Gium­billu, Magnella, Mammini, Marunnuzza, Mmiddari, Murinara, Ninfa o Nìnfia, Mussu­stottu, Papitu, Peri ‘i poccu, Pisciaru, Pizzuriatu, Pitillu, Sbarratozzu, Scacciarrina, Sciaguazza e Sciarunara. E, un tempo, c'erano pure i Catania Babano, Buccafunda, Culicchia, Filararu, Lucianu, Ricotta, Sauri, Sciarella e Vicuttu.

Cullurùni che non ricordo chi fosse, ma che ho sentito anche come cognome Collorone (nl) | Un Nunzio Saytta Culluruni nel 1763 aveva in gabella dall'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo un terreno della Massaria allo Rotolo per onze 3; un Mario Saytta Lindinasicca per 2 tarì (AN, v. 91, p. 20). (V. altri Saitta)

Cunnici (cornice) = famiglia Mancani.

Cuppurinu (dim. di còppura, berretto) = alias di famiglie Greco, Incognito e Luca (altri Greco, Incognito, Luca).

Curubbàsciu (culo basso): soprannome di una famiglia Barbaria.

Curusanghjgnu (culo rosso sangue) = Grassia (FL). Altri Grassia

Cutillaru (coltellaio) = qualcuno della famiglia Cipolla mentre Cutillazzu (coltellaccio) o Cutilluzzu (coltellino) erano alcuni Russo (vedi).

Ddaruniszi = soprannome di una famiglia Siracusa.

Ddèbburu (debole) = Melardi (FL).

Ddissapitu (insipido): famiglie D’Aquino e Saitta.

Doria = ingiuria di una famiglia Carroccio e Sciavarrrello. Un Gaetano e un Signorino Carroccio del 1831 erano invece soprannominati Donia (AN, vol. 208-B p. 13).

Dòvicu = Famiglie Cartillone, Spitaleri (vedi altri Spitaleri). Altri Cartillone sono Lavandaru.

Dragu (drago): Reale. Altri Reale sono Bafè e Scilla, un tempo qualcuno era Muletto.

Drapparu (fabbricante di drappi, gros­solani tessuti che si fabbricavano a Bronte): ingiuria di una famiglia CARACI anche per differenziarla da altre dal sopran­nome Catrinu e Laparu.

Dunnìszi (abitante di Adernò, oggi Adrano): Ingiuria di una famiglia Zambataro e del sig. Pantò, adornese, che aveva sposato una brontese e aveva aperto una bottega per le riparazioni di biciclette; essendo stato da giovane un ciclista lo chiamavano anche 'u ciclista o 'u bricichittista.

Ddùppiu (doppio): famiglia Romano. Altre famiglie col cognome ROMANO portano i soprannomi Dimundillaru, Finucchina, Favajana, Gambacutta, Lavandaru.

Faccilodda (faccia sporca) = famiglie Catania e Russo. Un Sebastiano Russo Faccilodda, nel 1773 pagava censi all'Ospedale; un Basilio Russo Faccilorda figura in una sentenza della Gran Corte Civile di Catania del 1831 (AN, vol. 208-B p. 6). Vedi altri Russo.

Fallaro = ingiuria di una delle tante famiglie Meli (vedi altre). Un Nunzio Meli Fallaro, fra i caporioni della rivolta del 1860, si arruolò anche fra i Garibaldini ma, scrive il Radice, «la camicia rossa non lo salvò dalla galera».

Farina = soprannome di alcune famiglie Bonina (altri sono Parasi), Cariola e Carciola | Nel 1806 tale Placido Cariola Farina pagava alla Ducea Nelson 16 onze di censo per una chiusa in Contrada Tripodanello; altri Cariola.

Favajana (fava fresca): 'Nhjùria di famiglie Castiglione (v. altri), Romano (altri) e Pappalardo. I PAPPALARDO sono anche Jimintìni, Giancurella, Mangiasugna, Mìnguri, Monacu, Pizzazza, Pupu, Sapunaru, Speza e Trainiszi. Scrive il Radice che, durante la rivolta del 1820, un Nunzio Pappalardo Jimintinu uccide a bruciapelo una delle sentinelle che, alla Colla, stava a guardia attorno agli ufficiali e ferisce all'orecchio il Cap. Zuccaro, coman­dante della truppa inviata da Adenò.

Favuzza (piccola fava) = fam. Pace (altri Pace sono anche Favazza). Un D. Vincenzo Paci Favuzza nel 1788 pagava un censo di 11 tarì e 2 grani per un terreno in Contrada San Nicola (AN, vol. 136-1, p. 293).

Ficarra = Schilirò (FL).

Ficasicca (fico secco) = ingiuria di un Incognito Nunziato, la cui tragica fine è narrata da A. Mazzola su Il Ciclope (1947).

Fìffiri fòffuri = soprannome di una famiglia D’Antonio.

Finocchiu = Agati (FL) |  Altri Agati sono Jò.

Firippellu (piccolo Filippo) = soprannome di alcune famiglie Castro, Galvagno e Schilirò (vedi altri Schilirò). Fra i Castro c'è anche 'a 'nghjùria Pitrulla e c'era una volta anche Mussolino. Nel 1875 tale Illuminato Galvagno Filippello pagava al Duca Nelson 1,1 tarì di censo su un terreno al Corvo (AN, Vol. 313-A p. 128).

Firiri (fedele) = soprannome di alcuni Castiglione (vedi).

Frajunco = Ingiuria di una famiglia Ciraldo. Un suo componente, Nunzio Ciraldo Frajuncu, il matto dell'epoca, fu condannato alla fucilazione dopo un sommario processo per i fatti di Bronte del 1860. Un altro, Angelo Ciraldo Frajunco, figura in un elenco di censuari del 1794 | Altri CIRALDO sono intesi come Giastrullu, Griciszi, 'Nciòturu, Piu-Piu, Tiszu, Villanu. Qualche secolo fa c'erano anche i Culluzzu, Gasparazzo, Tascona e i Tirinnanna.

Frattina (sporco disordine) = soprannome di alcuni Martello.

Fummiraru (che raccoglie stallatico) = soprannome di alcuni Daidone.

Fungiotta = famiglia Capizzi. Un Nunzio Capizzi Fungiotta figura fra i censuari dell'Ospedale di Palermo del 1772. Altri Capizzi sono Cantunari e Giancurella

Fungiutu (dalle labbra prominenti): famiglie Luca, Salanitri ed Anastasi. Altri Anastasi sono Garatiszi o Naszitani.

Furrizzellu (piccolo furrizzu, sgabellino)= era l'alias di un Joseph Gambino di qualche secolo fà (1794) presente in un rendiconto e raziocinio di magazzino redatto dall'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (AN, vol. 84-2 p. 345).

Gaggiuzza (piccola guancia): famiglie Lazzaro, Miano, Schilirò | Nel 1860 un «figlio di Mastro Francesco Miano Gargiuzza che sta ai servizi nel seminario» fu fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41) | Vedi altri Lazzaro, altri Schilirò

Gallina = famiglie Cicirò, Gemmellaro. Qualche Gemmellaro è anche Rrobbagallini.

Gallinazza (sterco di gallina) = un Francesco Fioretta dei tempi antichi.

Gallu (gallo) = alcuni Rinaldo dei tempi passati. Uno di loro, Nunzio Rinaldo Gallo, nel 1784 fini nelle carceri di Bronte per avere ucciso una troja di Antonino Calì di Maletto (AN. vol. 70-1 p. 326).

Galluzzu (galletto) = qualche Saitta di qualche secolo fà.

Gallujàncu (gallo bianco): soprannome di alcune famiglie Boemi e Ponzo. Altri Boemi sono Bajuzzu, Ganguraru e Puvviraru. Ad altre famiglie PONZO si riferiscono i soprannomi Ballacazzizza, Gliòglira, Jancu, Nnanna, Naszitani, Quararari e Suvarellu.

Gambacutta (gamba corta): soprannome di alcune famiglie Romano e Azzara. Nel 1834 un Illuminato Azzaro Gambacorta possedeva un terreno a Margio Grande confinante anche con vigna di Antonio Saitta Scallipuso (AN, vol. 2237-C. p. 213), un altro Azzara Gambacorta, Antonino, fu indagato per i Fatti del 1860. Altri Azzara sono intesi Sapunaru. Altri Romano

Gambaraggèntu (gamba di argento): ingiuria di una famiglia (Greco?) che abitava vicino alla Matrice (nl) | Un Antonino Greco Gambad'argentu, nel 1794, pagava onze 1,2 su un terreno alla Cantera (AN, vol. 103, p. 175). Altri Greco

Gambitta (piccola gamba) = una famiglia Avellina; altre sono Baganu e un tempo c'erano i Fiascu.

Greco Nunzio, inteso "Garibaddi"Garatìszi (proveniente da Galati M.): ingiuria di un ramo degli Anastasi (A. F.). Altri Anastasi sono Fungiutu e Naszitani.

Garibbaddi = soprannome di Nunzio Greco, simpatico strillone e factotum dell'edicola Sciavarrello di alcuni decenni fa (foto a destra).

Gasparazzo = 'nghjùria di una famiglia Ciraldo (altri Ciraldo). Alcuni componenti di questa famiglia di carbonai (Calogero, Gaetano, Nicolò, Pasquale e Sebastiano) furono fra i caporioni, principali protagonisti nell'Agosto del 1860 dei sanguinosi fatti di Bronte, giudicati colpevoli dalla Corte di Assise di Catania e condannati ai lavori forzati.

Gènia (fem. di genio ) = “Ingiuria” di una famiglia Sanfilippo alla quale apparteneva mia nonna materna (nl). (vedi altri Sanfilippo) | Sono Genia anche alcuni Diolosà.

Giabbassiu = Melardi (FL).

Giancurella = famiglie Capizzi e Pappalardo (altri Pappalardo) | Un Antonio Capizzi Giancurella nel 1794 pagava tarì 12 all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (AN, vol. 84-2, pag. 318). Altre famiglie Capizzi sono identificate come Cantunari e Fungiotta.

Giardinaru (coltivatore di agrumi) = Zerbo (FL) | Altri ZERBO sono Lupurinu, Mmazzapatri e, secoli fa, anche Barrilaro.

Giòppu = ingiuria di una famiglia Bonsignore. Altre sono Baddunaru, Talianu.

Giriòru = Gardani.

Giumbillu = famiglia Lo Castro.

Giustu (giusto) = Milazzotto (FL) | Altri sono Sciuttu.

Giuvvannellu (Giovannino) = Galvagno (FL) | Altri Galvagno

Gliòglira = ingiuria di una famiglia Ponzo ((altri Ponzo) | Ci sono anche alcuni Schilirò col soprannome Gliòlliru.

Grangallunaru (o Gangallunaru) = famiglia Spitaleri (altri Spitaleri). Un Natale Spitaleri Gangalonara nel 1822 aveva in gabella dal Duca un terreno al Boschetto (AN, vol. 351 p. 65).

Grarìgghia ‘i lignu (griglia di legno): una delle tante famiglie Lupo (altri Lupo).

Grattasassa (gratta salsa): soprannome di alcuni Schilirò. (vedi altre famiglie Schilirò)

Griciszi = ingiuria di una famiglia Ciraldo.

Guaddarutàru (corrotto da “guardia rurale”): “Ingiuria” dei fratelli Meli, macellai del Corso Umberto, "sutta i loggi". (Altre famiglie Meli, vedi)

Guerra = soprannome di alcuni Di Marco. Altri Di marco sono intesi Cuffinàri, Scrupuruszu.

Gullinonà = componenti di una famiglia Casella (FL)| Altri sono Nucilla.

Ilei = Spitaleri (FL)

Jachella = Incognito (FL) | Altri Incognito

Jàncu (bianco) = Prestianni e Ponzo. Altri Prestianni, Ponzo.

Jimintìni (piccoli cavalli) = così nominati i componenti di una famiglia Pappalardo (v. altri Pappalardo). L'Archivio Nelson ci tramanda che nel 1881 un Mariano Pappalardo Giumentino aveva in gabella un terreno in contrada Cisterna (vol. 383-A p. 92).

Jinnaru (gennaio) = famiglia Zingale. (altre famiglie Zingale)

= Agati. Altri Agati sono Finocchiu | Un Nunzio Agati nel 1863 fu condannato ai lavori forzati a tempo per anni dieci per aver attivamente partecipato ai Fatti di Bronte del 1860.

Labbrùni (grosse labbra) = ingiuria della famiglia Russo (un tempo commercianti di frutta secca) intesa con il soprannome di "labbrùni" probabilmente derivante dal nome che prendeva la chiusura degli antichi catenacci. (altre famiglia Russo)

Laccarìszi: Ingiuria di un venditore di cacucciuricchi.

Lafata = famiglia Schiros. Gli Schiros hanno dato a Bronte un frate, Tommaso (1679-1759), uomo di grande dottrina, eloquenza e santità, amico di papa e di cardinali.

Lambu = famiglia Gangi. (vedi altre omonime famiglie)

Lampu (fulmine): ingiuria dei componenti di alcune famiglie Chiòfalo e Fallico (nel 1816 un Antonino Chiòfalo Lampo pagava tre onze di censo per alcune chiuse alla Colla e a Barrili); nel 1860 un Giosuè Chiòfalo Lampo di Francesco fu arrestato per aver partecipato ai Fatti di Bronte e condannato dalla Corte di Assise ai lavori forzati per 20 anni (Processo, Vol. V, foglio 401). Altri Chiòfalo hanno 'a 'nghjùria Cruci. Altri FALLICO portano invece il soprannome Bontà, Cucchi, Minchiamarata, Pezzafummà, Quagghjarellu e Trollorò. E, un tempo, c'erano anche i Fallico Carciotto o Conciotto, Jacitanu e Stragurella. Nel 1831 la Gran Corte Civile di Catania italianizzava il soprannome Pezzafummà: condannava infatti un «Carmelo Fallico Pezza di formaggio» per mancato pagamento di censi dovuti alla Ducea (AN, vol. 208-B p. 6).

Laparu (apicultore): ingiuria di una famiglia Caraci. Altre sono Catrinu e Drapparu.

Lattaminna (ciuccia mammella) = famiglia Minio (FL) | Vedi altri Minio.

Il prof. Gino Schilirò col Presidente NapolitanoLavandaru (chi lava biancheria altrui) = famiglie Castiglione (v. altri), Cartillone, Russo e Romano.

Leu = Ingiuria di famiglie Leanza, Schilirò e Spitaleri (vedi altri Leanza, Schilirò, Spitaleri). Fra gli Schilirò-Leu vogliamo ricordare Gino, professore universitario ed illustre pediatra (nella foto a destra in una insolita posa amichevole con il Presi­dente della Repubblica Napolitano) | Un Ignazio Schilirò Leo, nel 1860, fu rinviato col altri 145 a giudizio per i Fatti di Bronte (Processo di Bronte, vol. 02 p. 35).

Liodara = famiglia Plastani. Nel 1760 erano Liodaro anche i componenti di famiglie Paci e Di Pace.

Lindina (pidocchio) = un Castiglione del secolo passato.

Lìndinasicca (larva di pidocchio secca) = qualche famiglia Castiglione e Saitta. Nel 1735 un Vitus Castiglione Lindinasicca dava, come fecero altri 384 brontesi, il suo contributo di tarì 12 per la causa aperta da Antonino Cairone contro l'Ospedale di Palermo (AN, vol. 133, p, 133). (v. altri Castiglione).

Longi = 'nghjùria di una famiglia Longhitano. Un loro lontano parente (Nunzio Longhitano Longi fu Giuseppe di anni 40, villico), arrestato da Bixio, fu condannato alla fucilazione per i tragici Fatti dell'agosto 1860. (vedi altri Longhitano)

Lucimottu = famiglie Galati, Rizzo e Venia.

Luppinàru = Ingiuria di un venditore di luppini.

Lupurinu = famiglie Caruso (altri Caruso), Currenti (altri), Intraguglielmo (altri sono Domianu) e Zerbo (altri Zerbo sono Giardinaru,  Mmazzapatri).

Maccarruni (maccherone) = qualche Spitaleri come un Placido Spitaleri Maccarrone debitore del Magazzino del Carcere nel 1760 (AN, v. 138, p. 87). V. altri Spitaleri.

Maccattìu = nomignolo dalla famiglia Di Bella. Negli anni '50 molto conosciuto era un Peppino Maccattiu, calzolaio. Vedi altri Di Bella

Maccella = ingiuria di una famiglia Schilirò. (vedi altri Schilirò)

Macchieri = famiglie Currenti e Mancani. Un Francisco Currenti Macchieri pagava onze 2 all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo nel 1798. Altre famiglia CURRENTI sono dette Cannavazzu, Lupurinu, Manuvera, Riavurazzi e Tascunellu.

Macciabbeni (marcia bene) = così sono identificati i discendenti di un Saitta per distinguerli da altri componenti di altre numerose famiglie SAITTA (terzo cognome per frequenza a Bronte) che portano i soprannomi Capillaru o Capilleri, Carrocci, Casillanti, Ciocellu, Cicìu, Culluruni, Dissapitu, Facigghiuni, Laparu, Lìndinasic­ca, Mangiapani, 'Mbistizzu, Mò, Moceri, Mujaiu, Murelli, 'Ngàgghia, Pacìficu, Pirazzu, Pitillu, Scallipuszi, Seiĵrita, Stàbili, Stizzera, Travag­ghjaoventu, Varintinu, Vannazza, Zzarrellu. Nei tempi andati c'erano pure dei Saitta Crocchiola, Cuzzone, Galluzzu, Pizzica­rella, Sfossa, Sgallapagghjara, Timpotu e Tutturinari. I Saitta hanno dato a Bronte molti illustri personaggi tra i quali ricordiamo un vescovo, un deputato ed il compianto mons. Vincenzo Saitta, l'arciprete fratello ed amico di tutti.

Màju (maggio): famiglia Basile. Un Joseph Basile Majo ha pagato una gabella nel 1790 (AN, vol. 70-2, pag. 331). Altri BASILE sono Capiccioru, Culluzzu, 'Nzabella e Pullicinu.

Malucori (cuore cattivo)= un Portale; altri sono Sferruvecchiu.

Malvagnotu (del Comune di Malvagna): Bonfiglio.

Mameli = Lombardo (altri Lombardo sono anche Bisbeticu, Cadduni, Cazzappa, Scampanavacchi).

Mammina (levatrice) = famiglie Sanfilippo, Catania.

Manazza (grossa mano) = Mavica (FL) | Altri Mavica sono Pagnoru e Tuffanu, un tempo c'erano pure Brandanello e Steffano.

Mancu i cani (nemmeno i cani): Nicolosi. Altri Nicolosi sono Pisciaru o Tanaddu.

Mangiacrita (mangia creta): Ingiuria di un ramo di famiglie Gangi e Uccellatore | Un Mariano Gangi Mangiacrita, fra le centinaia di persone indagate per i fatti di Bronte del 1860, fu condannato nel 1863 ai lavori forzati a vita dalla Corte di Assise di Catania | Altre famiglie UCCELLATORE sono con i soprannomi di Fragàru Naszazza e Tripuranellu | Altre famiglie con cognome GANGI portano le ingiurie Burillaru, Burrellu, Cuzzùmburu, Dovicu, Lambu, Mangievvita, Ministraru, Pillara, Piruzzu, Puccaru, Sciabbecchi, Sosizza, Tratrà e, un tempo, anche Fimminellu e Tumminellu.

Mangialaddu (mangia lardo) = famiglia Burrello | E' un’ingiuria, ma anche un cognome. A Bronte così veniva indicata una modista con negozio in Corso Umberto, di fronte alla parte nuova del Collegio Capizzi, in altre parti, invece, è un cognome perchè qui ho conosciuto un ortopedico di nome Mangialardo (nl) | Altri Burrello sono anche Cuso.

Mangiammèdda (mangia merda): “Ingiuria” di una famiglia CIRALDO per distinguerne i componenti di altre con stesso cognome che hanno 'nghjùrie come Frajuncu, Gasparazzo, Giastrullu, Griciszi, Mònica, Pìu–pìu, Tascunellu, Tiszu.

Mangiappicca (mangia poco) = una famiglia Lanza.

Mangiasugna (mangia sugna) = famiglia Pappalardo (vedi altri Pappalardo)

Mangiatabàccu (tabaccoso): Ingiuria di uno Schilirò, barbiere, soggetto di un mio “Fantasma” (nl) | Ed anche di qualche Sanfilippo.

Mangiaterra = Sanfilippo (AF)

Mangiatumazzu (mangia formaggio) = famiglia Rubino. Muscioru, Tascazza il soprannome di altri Rubino.

Manicamotta = qualche famiglia Modica; altri Modica sono Manichella o furono Braccalazzu (o Braccalluzzu) e Lafante.

Manùncura (monco) = Ingiuria di un MANCUSO, fabbro, che abitava in via Marconi e di una famiglia Spitaleri (nl) | Altri Mancuso sono intesi Manùncura, Pissipissi, Pricipiziu, Quarararu, Sapunaru, Sciganu, Tramuntana.

Manisanta (mano santa) = Bonaccorso. Nel 1763, un Antonino Bonaccorso Manusanta aveva in gabella dall'Ospedale un terreno nella Masseria al Corvo. Altri Bonaccorso sono detti Citraru.

Marafacciata (brutta faccia) = una antica famiglia dei Rizzo.

Maragnu = soprannome di famiglie Russo, Sofia e Zingale. Un Carmelo Russo Maragno, inteso Cissarutanu ebbe parte attiva nella rivolta dell'agosto 1860. (Altre ingiurie di famiglie Russo)

Mararazza (cattiva razza) = qualche Lupo (altri).

Marittaru (proveniente da Maletto): famiglie Parrinello, Sanfilippo. (vedi altri Sanfilippo)

Marrani: ingiuria di una famiglia Liuzzo (vezzeggiativo dei nomi Leo o Elia), probabilmente di origine ebrea, arrivata a Bronte dalla Spagna nel XVII secolo. Marrani, infatti, erano chiama­ti gli ebrei o gli islamici convertitisi forzatamente al cristianesimo per sfuggire alla persecu­zione | Nel XVII secolo altri Liuzzo erano soprannominati Piscialettu o Cchiappararu (AN, vol. 103 p. 168; vol. 128 p. 10)..

Martino = Carastro (FL).

Marucori (cuore cattivo) = alcuni Portaro (vedi altri). Nel 1861, un Giacomo Portaro Malucori fu sottoposto a giudizio dalla Corte di Assise di Catania per i sanguinosi Fatti di Bronte (Processo, Vol. V, foglio 402).

Marunnuzza (Madonnina): Ingiuria di una famiglia Catania (vedi altre omonime famiglie). Uno dei suoi componenti, Aldo, è stato presidente del Consiglio comunale e consigliere provinciale.

Masticabròru (mastica brodo): “ingiuria” dei Fratelli Isola, commercianti di tessuti (nl).

Mastricella = Gatto (FL)| Altri sono Ballisicchi o Quòcuna | Nel 1860 un «Rosario Gatto Quòcuna figlio di Nunzio» fu rinviato a giudizio con altri 104 come sedizioso (v. Atti del processo, p. 41).

Matrànguru = famiglia Trovato.

Mavagnu = ingiuria di una famiglia ZINGALE. Altre omonime famiglie sono Cappelli, Jinnaru, Maragnu, Peddi scappi, Ricuttazza o Vicchiuzzu.

Mazzittu (piccolo mazzo) = Malaponte (FL).

Mazzurina = ingiuria di famiglie Portaro, Cariola, Mazzeo. Troviamo un certo Michele Portaro Mazzulina in un elenco di debitori del 1705 per censo dovuto al Duca Nelson; un Gregorio Portaro Mazzolina, nel 1788 faceva pascolare 250 animali sottovia di Bronti (AN, v. 94, p. 101 - v. 136-2, p. 46) e un altro, Salvatore Portaro Mazzolina, condannato nel 1863 ai lavori forzati a vita per i Fatti di Bronte.  Altri CARIOLA sono Farina, Spizzitta o Vrigurellu.

Mbarazzabbàgghiu (chi ingombra cortili) = nomignolo di un ramo della casata Lupo, specialista in fabbricazione e riparazione di sedie. Un suo componente era chiamato Nonziu landia, e da giovane lavorava nel mulino di Maletto gestito da Pep­pino Mazzaglia e un Ciraldo, (se ricordo bene quest’ultimo nome). (nl)

'Mbarrapittusza (tappa buchi) = famiglia Aidala (v. altri Aidala)

Menzamirulla (mezzo cervello) = erano i Battiato di un tempo passato.

Michirini (piccoli Michele) = famiglia Di Francesco.

Micia (gatta) = ingiuria di alcuni Castiglione (v. altri). Di uno di loro, il cav. Nino Castiglione, leggi l'autobiografia e tanti altri ricordi. Nella foto a destra i fratelli Nino e Tanino Castiglione Mìcia. Stranamente - come scrive Nino - hanno ereditato il soprannome dalla nonna, Domenica Rizzo chiamata Donna Micia, e non dal padre che veniva soprannominato Tattàgghja.

Mmiddaru (merdaiolo) = famiglie Catania, Conti.

Milleu = soprannome di una famiglia Meli (altri Meli) e di qualche Mirenda (altri Mirenda) | Nel 1836 un Francesco Meli Milleo di anni quaranta circa bracciale di Bronte testimoniava in un processo davanti al Giudice Regio di Bronte (AN, vol. 211-A p. 49).

Minchiamarata (pene ammalato) = qualche Fallico (FL) | Altri Fallico

Minchiastrèlla: Ingiuria di un vecchio che i caruszàzzi sbertucciavano con una filastrocca offensiva. (nl)

Mìnguru = qualcuno dei Pappalardo (vedi altri Pappalardo).

Minnanera (seno nero) = qualche Calì | Nel 1861 Ignazio e Francesco Calì Minnanera figuravano fra i 150 rinviati a giudizio dalla Corte di Assise di Catania per aver partecipato alle uccisioni e saccheggi dell'Agosto 1860.

Minnutu (dal seno prosperoso) = Musuraca (FL)

Ministraru (venditore di verdure selvatiche) = alcuni dei Gangi e dei Sanfilippo (FL)

Mirrinu (leardo) = qualche Imbrosciano. Altri sono Acquavitari, Puntilla e Undimicacu.

Mirrùzzu (merluzzo): Ingiuria di un avv. Sanfilippo detto, appunto, mirruz­zu, perché aveva gli occhi chiari come quel pesce. (nl) (vedi altri Sanfilippo)

Missiniszi (proveniente da Messina): Ingiuria di una famiglia Interdonato. Un suo componente, Giuseppe, fu sindaco di Bronte nel primo dopoguerra (1946-52).

Mocera = famiglie Saitta, Castanioto e Castiglione. (vedi altri Saitta, Castiglione)

Mollu (molle): famiglie Lazzaro, Attinà.  (vedi altre famiglie Attinà, Lazzaro)

= Saitta (altri Saitta).

Mònacu = famiglie Biuso, Meli, Pappalardo (vedi altri Biuso, Meli, Pappalardo). Un Placido Meli Monaco è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (AN, vol. 72-1, pag. 193)

Mortummi (mortuario) = una famiglia Caruso e qualche Longhitano dei tempi andati. Un Biagio Caruso Mortummi del 1812 aveva in gabella il Molino e Paratore di Maniace e Cantera sottana (altri Caruso); un Nunzio Longhitano Mortummi del 1872 teneva in gabella dal Duca Nelson un terreno in Contrada Boschetto (AN, vol. 394 p. 3; altri Longhitano).

'Mperiu = famiglie Tumio, Portaro (altri Portaro).

‘Mparasacchi (che tiene i sacchi per essere riempiti): famiglia Elfio.

'Mpracatu (insudiciato di merda) = Sciacca (FL) | Altri Sciacca

'Mprisziuszu (protervo) = qualche Capace o Cimbali.

Muffa = famiglia Incognito (altri).

Muffiuni = famiglia Marcantonio (FL). Nel 1947 il rimpianto quindicinale Il Ciclope nella sua Galleria dei Goliardi dedicava al futuro vete­rinario Ugo Marcantonio Muffiuni una simpatica vignetta ed una poesia.

Munachellu (piccolo monaco) = famiglia Venia. Altri Venia sono Baffu, Lucimottu o Zzarafinellu. Un Pietro Venia Munachellu è citato fra i censuari brontesi dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo del 1761 (AN, vol. 81, pag. 318).

Muni = famiglia Sciacca. Un Giuseppe Sciacca Muni figurava fra i censuari brontesi del 1761 (AN, vol. 81, pag. 320). Altre famiglie Sciacca.

Murettu (piccolo mulo) = qualcun dei Meli (altri Meli). Nel 1860 un Giosuè Meli Muletto fra i principali protagonisti dei Fatti di Bronte fu condannato dalla Corte di Assise di Catania ai lavori forzati a vita (Processo, Vol. V, foglio 401; Vol. XIII, foglio 540).

Muru (mulo) = qualcuno dei Meli (FL) (altri Meli) | Nel 1817 in una sentenza emessa dal Tribunale civile della Valle di Catania figuravano un Vincenzo Bertino Mulo ed un Vincenzo Reale Muletto (AN, vol. 209-C, p. 85).

Muscatu = Meli (AF) | Nel 1816 un Placido Meli Moscato pagava al Duca Nelson due tarì di censo su una vigna allo Sciarone (AN, vol. 223-B1 p. 125) | Altri Meli.

Musciòru = Ingiuria di quel Rubino che costruì un oleificio moderno in Via Card. De Luca proprio di fronte all'altro oleificio della famiglia Lupo (nl) |  Mangiatumazzu e Tascazza il soprannome di altri Rubino.

Muscitta = famiglia Galati.

Mussiruccu = Castroflorio (FL)

Card. Antonino Saverio e LucaMussunìvuru (muso nero) = famiglia Luca | Nel 1831 mastro Antonio Luca Mussonero era condannato dalla Gran Corte Civile di Catania a corrispondere un debito di censo alla Ducea (AN, vol. 208-B p. 15). V. altri Luca

Mussustottu (bocca storta): ingiuria di una famiglia Catania. (vedi altre famiglie omonime)

Mustafà: “Ingiuria” (o titolo nobiliare? Mustafà è uno dei 201 epiteti di Maometto e vuol dire "il prescelto") dei componenti una famiglia DE LUCA. Un'altra omonima famiglia è detta invece Bullichèllu, Bullichinu e Principinu. Fra i De Luca Mustafà da ricordare "due glorie siciliane" e non solo: il Card. Antonio Saverio (1805-1883, principe della Chiesa, foto a destra), l'economista Placido (1802-1861, professore alle Università di Napoli e Catania e deputato al Parlamento subalpino) ed un sindaco del 1946.

Mutìcchiu (un pò muto) = famiglie Sgrò e Luca (altri Luca).

Muttunnu = alcuni Castiglione, Aidala e Longhitano (AF).

Muzzicatu (morso) = soprannome di una famiglia Cangemi e di qualche nobile Artale di secoli fà: una sentenza del 1817 emessa dal Tribunale civile della Valle di Catania, condannava un D. Vincenzo Artale Muzzicato per un debito d'orzo decennale nei riguardi della Ducea (AN, vol. 209-C, p. 85).

Naddu = famiglia Cavallaro.

Nnanna = Ingiuria di una famiglia Ponzo. Altri Ponzo.

Nanu (nano): Salpietro. Un'altra famiglia è invece detta Bulletta.

Nascamangiàta (naso deturpato dal lupus): “Ingiuria” di un Fiorenza, pittore con negozio sul Corso, davanti al Collegio Capizzi. Vedi nei miei “Fantasmi” Le tre grazie (nl) | Altra famiglia Fiorenza è intesa Cannunata.

Nascarussa (naso rosso); Ingiuria di un brontese (Caruso) che aveva la caratteristica del naso rosso forse per abuso di vino (nl) | Una Rosolia Caruso Nascarussa figura in una sentenza della Gran Corte Civile di Catania del 1831 (AN vol. 208-B p. 6). Altre famiglie Caruso

Nascastotta (naso storto) = Alcuni Ficarra e Leanza (altri Leanza)

Nascazza (grosso naso) = alcuni Longhitano (altri) e, un tempo, qualche Minio (altri).

Naschinu (naso appuntito): ingiuria di una famiglia Mirenda (altri Mirenda).

Naszitani (provenienti da Naso): Ingiuria dei componenti di famiglie Anastasi (altri sono Garatiszi e Fungiutu) e Ponzo. (Altri Ponzo)

Nciullìtta = Cirami. Altri sono Bruscumè e c'erano pure i Magnella.

'Ncrocca e ttira = soprannomi di famiglie Incognito (altri) e Grassia. Le 'nghjùrie di altre famiglie GRASSIA: Baffu, Carrazzu, Cacatu, Cinnirella, Cucchiara, Cucchiarata, Curusanghignu, Fumia, Giustu, Spezzacatini, Spicchiaru, Stàbili, Tilensi. Fra i Grassia del passato troviamo Dannatu, Mariallupu, Ritundella, Stallunaru e un Paolo Grassia Sfossa rinviato a giudizio con altri 145 imputati per i Fatti dell'Agosto 1860 (Processo di Bronte, vol. 02, pag. 73 foglio 78).

'Ncùcchia fica (che unisce fichi) = una famiglia Gorgone (vedi altri) e qualche Saitta (vedi altri).

'Ncùcchia pìrita (unisce peti) = qualche Luca (altri Luca)

'Ndondu (confuso, tonto) = alcuni Radice (FL), altri sono Piruszi.

’Ndreva o 'Ndrevu = ingiuria di famiglie Biuso (v. altri) e Sciacca (un'altra, omonima, si indica come Muni).

'Ndria = Savoca (FL)

Ngàgghia (orifizio, buca) = Saitta.

‘Nghè-nghè = Meli (vedi altri Meli).

Ngrasciatu (sporco): famiglia Germanà. Altri sono Cacarinari.

Nnicchiarèllu = soprannome di una famiglia Meli (vedi altri Meli).

Nichinà = Castroflorio (FL).

Ninfa (o Ninfia) = famiglia Catania (vedi altre famiglie Catania). Un Placido Catania Ninfa è citato per censi da pagare sul bestiame nel 1788 (AN, vol. 72-1, pag. 221); i fratelli Nunzio e Vincenzo Catania Ninfia tenevano nel 1871 in gabella alcuni terreni in Contrada Zirilli (AN, v. 339-C p. 98).

Ninu Ggiunta: un simpatico barbone che era solito raccogliere nelle pubbliche vie i gatti trovati morti, portarli a casa e mangiarli. (nl)

Nìvuru (nero) = Cicerone (FL))

Nuciruni (mandorla vuota) = Castiglione (FL) | Vedi altri.

Nucilla (nocciola) = componenti di famiglie Casella e Faranda. Altri Casella sono Gullinonà; Occhipruci e Panzarella sono, invece, il soprannome di altre famiglie FARANDA. Un Vincenzo Faranda Nocilla è citato per mandre alli Buzzitti nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788, (AN, vol. 72-1, pag. 193); un Antonino Faranda Panzarella fu Nunzio fu incriminato per i fatti di Bronte del 1860 (Processo, Vol V foglio 4019.

Nucirò = famiglia Minio (vedi altri).

Nunnu (nonno o gallo d'India, tacchino, gallinaccio, da A. Traina) = Ingiuria di alcune famiglie Spitaleri e Spedalieri. Un suo compo­nente, Nunzio Spitaleri Nunno, fu condannato alla fucilazione dopo il sommario processo disposto da Bixio per i fatti di Bronte del 1860. (vedi altri Spitaleri)

Ocilluzzu (uccellino) = famiglia Saccullo (v. anche Cilluzzi).

Orfanu (orfano) = alcuni dei Prestianni. (vedi altre famiglie Prestianni)

Pacìficu (pacifico): ingiuria di famiglie Saitta ed Attinà. Nel 1794 un Pasquale Saitta Pacifico pagava all'Ospedale di Palermo 1,7 onze per una chiusa in Contrada Fontanella (AN, vol. 103, p. 185). Altre famiglie Saitta, Attinà.

Paciùni (?) “‘a signa Micenza paciuni” abitava nella nostra “ruga”. (nl)

Pagghjazza (paglia scadente) = “Ingiuria” di una famiglia che abitava in via Marconi (nl).

Pagghjazzu (straccio): ingiuria di famiglie Sanfilippo e Zambataro (v. altri Sanfilippo, altri Zambataro).

Pagnoru = famiglia Mavica  | Altri sono Brandanellu, Manazza e Tuffanu.

Pagnotta (piccolo pane): ingiuria di una famiglia Schilirò, panificatori per antica tradizione. (vedi altri Schilirò)

Palapalà = ingiuria di una famiglia Marullo. Altri rami dei MARULLO portano invece il soprannome Riganatu, Spezzacatìni, Stampazza, Vampatella e, secoli fa, anche Cristofalo.

Panterinu = famiglia Calcagno.

Panza (pancia) = Longhitano (FL); altri Longhitano

‘A BRUNTISZELLA

La brontesella aveva il vizio di san­tia­re, e per quan­to le des­sero sulla voce non sa­pe­va che farci.

Te’, te’, la scellerata!! - le gridava la ma’ - an­co­ra non è del tutto impen­na­ta, e be­stem­mia come suo pa’. Vatti a con­fes­sare se no il diavo­lo ti piglia.

Quella finalmente andò a confessarsi; e san­tian­do disse al pre­te che quando le scappava non sapeva tenersi.

Figlia mia - le domandò quegli - o che l’hai per uso cotesto af­fa­re, che non puoi te­nerti?

E lei: - ‘Gnornò, padre mio: peluso l’ha mia sorella, io l’ho appe­na appena impen­nac­chià­telo.

(Francesco Lanza, “Mimi siciliani, no­vel­le ed altro anco­ra”, G. C. Sanso­ni, Firenze 1946).

Panzarella (pancia piccola) = qualcuno dei Faranda (vedi altri).

Panzazza (pancia grossa) = famiglie Attinà e D'Aquino (altri sono Sciuttu, Stimminiu e Zoppu). Nel 1794 gli eredi di un Andrea Attinà Panzazza pagavano onze 3,14 per censi dovuti all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (AN vol. 103 p. 63); nel 1860 un Giuseppe Attinà Panzazza fu rinviato a giudizio come sedizioso. (V. altri Attinà)

Panzutu (panciuto): una famiglia Zappalà. Ganci il soprannome di un altra famiglia omonima.

Papàcchiu = famiglia Alessandro (FL) | Altri sono Sangunazzu.

Papafìnu (?) Vedi nei miei Fantasmi, Papafinu (nl).

Papitelli (piccoli zoccoli): così conosciuti alcune famiglie Pafumi e Meli (vedi altri Meli).

Papitu (zoccolo) = qualche Catania; nel 1816 un Giuseppe Catania Papito era proprietario di una chiusa alli Buzzitti (AN, vol. 223-B1 p. 110). (Altri Catania).

Pappagghjuni (farfallina, falena) = un ramo degli Spitaleri. Nel 1626 un Giuseppe Spitaleri Parpaglioni otteneva in enfiteusi una chiusa in contrada Sciarotta (AN, vol. 134, p. 373); un Vincenzo Spitaleri Parpaglioni nel 1764 teneva al pascolo sottovia 124 pecore; un altro Parpaglione (Francesco) del 1793 era debitore di tumuli 4 di frumento al Magazino del Carcere (vol. 94, p. 255). (vedi altri Spitaleri)

Pappaleccu (chi balbetta) = Saccullo. Altre famiglie omonime sono intese Cilluzzi, 'Mbarazza.

Parrasgja = famiglia Schilirò | Nel 1860 un «Gaetano Schilirò Parrascia» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come rivoltosi (v. Atti del processo, p. 41) | Altri Schilirò

Pasquarinu = famiglia Spanò. Un Mario Spanò Pasqualino nel 1794 è presente in un elenco di gabelloti dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (AN, vol. 84-2, pag. 318)

Pasta e lattuca = famiglia Sofia. Molto probabilmente il soprannome, come racconta N. Lupo, fu affibbiato per primo a don Peppino Sofia, agronomo, ma chiamato Ingegnere.

Patipeni (che patisce pene): Ingiuria di una famiglia Pafumi. Un Michele Pafumi Patipene di Francesco fu uno dei 367 rinviati a giudizio per i Fatti di Bronte dell'Agosto 1860.

Patìnchia (?) = Ingiuria di una famiglia (Palermo?) che aveva una cantina in via Santi, angolo Corso Umberto. Vedi “Fantasmi”. (nl)

Patripòviru (padre povero): Ingiuria dei membri di famiglie Mirenda (altri Mirenda) e Luca. Altre famiglie LUCA si distinguono per i soprannomi Cacacìciri, Cucchiurella, Cuppurinu, Fungiutu, Muticchiu, Ncùcchia pìrita, Puvviraru, Surruscu, Timpanatu, Trumbutu e, secoli fa, anche Mussunìvuru.

Pavurinu (?) = forse Paolino? Ingiuria dei fratelli Arcidiacono, falegnami con bottega vicino alla chiesa Madonna della Catena, e nipoti di P. Salanitri, parroco della stessa chiesa (nl).

Paxia (?) = una famiglia Minissale (v. altre). Un Vincenzo Minissale Paxia, nel 1860, è fra gli arrestati dal Generale Bixio «imputato di eccitamento alla guerra civile, di devastazione, strage, saccheggio, d’incendio, conseguiti omicidi, reati avvenuti in Bronte dal 1° fino al giorno 5 Agosto 1860».

Pècciavanella = ingiuria dei membri di una famiglia Saitta. Un contadino membro dei Pecciavanella è ancora oggi ricordato per il suo canto del battemmàtri (Stabat Mater) alla processione del Venerdì Santo. Fu l'ultimo pubblico cantore. Purtroppo, dopo di lui, la tradizione è andata perduta.

Il maestro CastiglionePècurajanca (pecora bianca): Pinzone e Salvi.

Peddiscappi (che perde le scarpe): ingiuria dei membri di una famiglia Zingale e di qualche Loria.

Pell' ‘i crapettu (pelle di capretto): alcuni Castiglione (FL) | Nel 1947 il rimpianto quindicinale Il Ciclope nella sua Galleria degli uomini illustri!? dedicava al maestro Castiglione Pellicrapettu ("gloria e vanto del saper") una simpatica vignetta (foto a destra) ed una poesia. (Vedi altri Castiglione).

Peppi Mocèri (o Moggèri) = barbone famoso perché si prestava a piccole commissioni, con specialità di trasportare sacchi di grano al mulino (“Qu’ à mmacinari?”, andava gridando per le strade). (nl)

Pedditempu (perdigiorno) = qualcuno dei Campisi e, un tempo, anche qualche Longhitano.

Peri hiaccati (pedi lacerati) = un ramo dei numerosi Lupo di Bronte (FL) | Altri rami

Peri ‘i poccu (piede di porco): ingiuria dei membri di famiglie Bonaventura e Catania (vedi altre famiglie omonime).

Piattèlla = soprannome dei componenti di una famiglia Conti. Un loro capostipite, Biagio, era il simpatico banditore comunale negli anni '50 balzato agli onori della cronaca per un fatto anch'esso "simpatico" e scaramantico.

Picchitta (pochino): Ingiuria dei membri di una famiglia Mineo. Altre omonima famiglie sono invece intese Costalonga e Rizzuni. Nel 1853 era Picchitta anche un Mariano Avellina del fu Tomaso (AN, vol. 315-A p. 7).

Piddichizzi = famiglie Gulino e Perdichizzi (vedi ingiurie di altri Gulino).

Pillàri (pellai, coloro che vendono o conciano pelli): ingiuria di un ramo dei Gangi. Molto probabilmente un loro antenato andava alla ricerca di pelli (specie di coniglio e lepre) per rivenderle. Vedi altre famiglie Gangi

Pillottu = famiglia Macula.

Pinnatu (spennato) = Trischitta.

Pinnicuni (pennichella, pisolino) = soprannome di famiglie Pernicone, Caruso e Longhitano (v. altri). I membri di altre famiglie CARUSO sono meglio identificati e conosciuti con i soprannomi di Buittu, Caszarotu, Chiòfaru, Lupurinu, Nascarrussa, Possia, Santaru, Talloppu, Tatarinu, Zzappunellu. Sfirrazza, Minicone, Mortummi e Tizzunellu l'alias di altri Caruso ormai scomparsi.

Pipituni (torretta di pietre) = una famiglia Piazza (FL) | Altre sono Baddari e Tamburineri.

Pirillu = Longo.

Piruszu (peloso): era l’ingiuria di quel Radice, suocero del dott. Guglielmo Grisley, che era molto peloso. E un po’ della sua peluria l’aveva ereditata anche la bella figlia. (nl)

Pirùzzu (piedino): Era l’ingiuria del calzolaio Gangi che aveva casa e bottega nell’attuale via Aida. Fu per molti anni il nostro calzolaio. Aveva due figli maschi: il più grande laureatosi sposò la figlia di Nicola Benvegna, commerciante di pellame e articoli per calzolai, e andò fuori intra­prendendo la carriera prefettizia. Il fratello piccolo era sarto e morì giovane di infarto a Milano. Questo Gangi aveva il fratello grande che era fabbro con casa e bottega in piazza Spedalieri, sotto il palazzo dell’On. Vincenzo Saitta (nl) | Piruzza sono anche alcuni Politi.

Pisciacucina = un ramo degli Isola; altri, invece, sono Masticabroru, Pisciacaddella (FL) e Mangerba | Un Giuseppe Isola Mangiaerba di Placido era fra i rivoltosi dei Fatti del 1860.

Piscialettu (chi soffre di enuresi notturna) = qualche Liuzzo dei tempi passati; altri sono Cchiappararu o Marrani.

Pisciamarrella = Sciavarrello (FL) | Altri Sciavarrello sono detti Doria.

Pisciaru (pescivendolo): famiglia Nicolosi e Catania. (v. altre famiglie Catania)

Pissipissi = Mancuso (FL). Altri Mancuso

Pistoriu = Currao (FL)

Pitìllu (?) = Era l’ingiuria della famiglia Catania che abitava nella vanella ora denominata Via Guerrazzi e di una famiglia Saitta (nl) | Vedi altri Saitta

Pitittu (appetito) = Bonanno. Altri Bonanno sono Bòmburu, Ca zzappa e Spiziale.

Pitrulla = una delle famiglie Castro.

Pìu–pìu = soprannome di un Ciraldo.

Pizzicarella = un Saitta del passato (altri Saitta).

Pizzicaroru (gli piace pizzicare) = una famiglia Triscari (FL)) | Altre sono Bavella

Porilla = famiglia Caudullo. Altri Caudullo sono detti Stampa o Stampazza.

Pottavetta (porta aperta) = Arcifa (FL)

Prighirèlla (che prega sempre): ingiuria di uno dei fratelli Isola, detti anche “masticabroru“. Anche qualche Longhitano è sopranno­minato Prighirella

Prigurellu = Pagano.

Puccaru (allevatore di maiali) = Gangi (FL) | Altri Gangi

Pullicinella = soprannome di alcune famiglie Zambataro ed Aidala (vedi altri Aidala, altri Zambataro).

Pullicinu (pulcino): famiglie Basile e Longhitano. Altri Basile sono Capiccioru e Maiu.

Puntilla = famiglie Spata e Imbrosciano.

Pupu (pupazzo) = famiglia Pappalardo (vedi altri Pappalardo).

Purrazzòru (topolino di campagna): Ingiuria che l’amico della nostra famiglia Nunzio Saitta Camuto diede a mio fratello Elio, che in questi giorni compie 80 anni e al quale faccio tantissimi auguri, perché era minuto ma vispo. Egli da piccolo seguiva il nostro amico nelle sue battute di caccia alla Difesa e dintorni, ma spesso non trovavano la sospirata pernice o la succulenta lepre e, quindi, tornavano con il carniere pieno del profumato origano. (nl)

Purella = famiglia Todaro.

Mons. Antonino LonghitanoPuricatu = Tirendi (FL) | Pazzittu sono altri Tirendi.

Puttella = ingiuria di un ramo delle numerose famiglie brontesi dal cognome Longhitano (vedi altri Longhitano). Un Nunzio Longhitano Putella ci risulta in un elenco di gabelloti del 1763 (AN vol. 91 pag. 18); nel 1847 un altro Longhi­tano Pottella, Francesco, fa richiesta al Duca di affittare per 6 anni l'ex feudo della Casitta; tredici anni dopo, un Giuseppe Longhitano Portella, risulta fra i saccheggiatori della casa di D. Francesco Cimbali durante i Fatti del 1860 (v. Atti del processo, p. 34). Fra i Puttella vogliamo con affetto ricordare mons. Nino Longhitano (foto a destra), dece­duto a 74 anni nel 2012, conosciutissimo per le sue attività pastorali e le molteplici iniziative; gioviale ed allegro fu un vero educatore di giovani.

Puvviraru (adibito ai fuochi d'artificio, pirotecnico): famiglie Luca (altri), Boemi, Longhitano (altri) e Costa | Nel 1860 un «Nicolò Costa Pulviraro» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41).

Quacinari (venditori o fabbricanti di calce): famiglia Camano.

Quagliarellu = Nicosia.

Quarararu (calderaio): ingiuria della famiglie Cassarà, Mancuso (altri), Ponzo (altri) e Samperi, derivata dal loro lavoro di calderai. (V.S.)

Quartignu (un quarto di qualcosa) = qualcuno dei Prestianni (vedi altri). Uno di loro, Carmelo Prestianni Quartigno, fu incriminato per i Fatti di Bronte.

Quattròcchi (quattro occhi): soprannome di una famiglia Meli. Quattrocchi è anche un cognome. (vedi i altri Meli)

Quattru jìrita (quattro dita): soprannome di una famiglia Longhitano.

Quattruscròcchi (quattro fermagli): soprannome di famiglie Russo e Spitaleri.

Quattucciu (un piccolo quarto): famiglie Furnari e Lazzaro (vedi altri Lazzaro). Altra famiglia Furnari è soprannominata Scanna. Un Nunzio Lazzaro Quartuccio, nel 1794, era censuario dell'Ospedale Grande e Nuovo per una chiusa in Contrada Fontanella.

Quazuni = Allia (FL)

Quòcuna = alcuni Gatto. Altri sono Ballisicchi o Mastricella.

Ralògiu (orologio): una famiglia Cordaro. Un tempo c'erano pure i Tilluzzu.

Rraluggiaru o Rralòggiu (orologiaio, orologio) = una famiglia Greco. Ad uno di loro, Giovanni (a destra  in una caricatura di Angelo Mazzola) ha dedicato una poesia il quindicinale Il Ciclope nel 1946 e il nostro N. Lupo ne ha fatto il personaggio di un simpatico racconto.

Randazzìszi (proveniente da Randazzo): soprannome di famiglie Abate e Maugeri | 'U randazzisri era l’ingiuria del sig. Maugeri che aveva sposato una Meli guaddarutaru e aveva un caffè sul Corso Umberto, angolo via Prof. Placido De Luca. Successivamente aveva aperto una drogheria (angolo Corso Umberto - via Scafiti). (nl)

Rrapè (?) Ingiuria di una famiglia Meli (vedi altri) e di quel suonatore di piatti di cui parlo nei miei nuovi “ Fantasmi” (nl) | Rapè è l'ingiuria riferita anche ad un calzolaio, fratello della “signa” Concettina Rapè, titolare del tabacchino di Via Matrice, proprio davanti al vecchio carcere. Termine mutuato dal francese “rapè” =  raspato. In italiano: tipo di tabacco da naso nero, non raffinato come quello biondo (Treccani, Dizionario della lingua italiana) (Mario Rappazzo) | Un Mariano Meli Rapè e suo figlio il primogenito furono rinviati a giudizio per il fatti del 1860 (Processo di Bronte, vol. 2 pag. 34).

Recumatennu (Requiem aeternam) = un Amato; un altro è inteso, invece, Crispella.

Riavurazzi (diavoloni): famiglia Currenti. Altre famiglie Currenti.

Rriccu villanu (ricco contadino): famiglia Meli (vedi altri Meli).

Rrimiti (eremiti, isolati): Soprannome di una famiglia Scarlata. Un Paolo Scalata Romito è citato nell'Atto di rivelo del bestiame del 1788 (AN, v72-1, pag. 195).

Rrinaroru (portatore di rina) = qualche Mirenda (FL). (altri Mirenda)

Rristùccia (stoppie): soprannome di alcune famiglie Galvagno (vedi) e Gulino. Altre famiglie dal cognome GULINO portano i sopran­nomi Addìa, Cacamar­rùggiu, Cinquegrana, Ficaroru, Gaburazza, Piddichizzi e, fino a qualche secolo fa, anche Òffanu.

Rrizzuni (grosso o molto riccio): ingiuria della famiglia Mineo. Altri Mineo sono invece detti Costalonga e Picchitta.

Rrobbagallini (ruba galline): soprannome di una famiglia Meli e di alcuni Gemmellaro (v. altri Meli).

Sacristanu (sagrestano): D'Amico.

Saddàru (pescivendolo, venditore di sarde): Ingiuria di Salvatore Bruno, mio padrino di battesimo. (nl)

Sampatraru = Sofia (FL) | Altri Sofia sono Maragnu, Pasta e lattuca.

Sanguinazzu = famiglie Prestianni (v. altri) e Cimbali.

Sangunazzu = famiglie Alessandro e Celestino  (FL) | Altri Alessandro sono Papacchiu.

Santamatta = una famiglia Lupo (vedi altre famiglie omonime). Dei Lupo Santamatta vogliamo ricordare il prof. Mario Lupo (Bronte 1904-1986), chimico molto noto ed affermato, instancabile promotore dello sviluppo socio-economico di Bronte, più volte consigliere comunale e vice sindaco dal 1956 al 1962. A Lui Bronte ha dedicato la Zona artigianale del Ss. Cristo.

Sapunaru (chi fa sapone) = famiglie Azzara, Mancuso (altri), Papotto e Pappalardo (altri). Altri Azzara sono intesi Gambacutta, altri Papotto Cicarelli | Nel 1860 un «Francesco Azara Saponaro» con altri 104 fu rinviato a giudizio come sedizioso (v. Atti del processoo, p. 42).

Saranèlli: l'ingiuria contraddistingue i componenti di una delle numerose famiglie Longhitano. Altre famiglie Lon­ghi­tano sono i Bastuni, i Checchi”, i Cèsari, i Bizzùni, i Chicchìtti, i Puttella, i Chiavuni, i Giardinara, ... (vedi altri). La più conosciuta dei Saranelli era la famosa, simpatica fruttivendola Maria Caruso Longhitano (foto a destra) con negozio di frutta e verdura del Corso principale, angolo Via Annunziata. A «‘nghiuria» di questi Longhitano, a quanto affermava Giosuè Longhitano-Saranellu, sembra che abbia origine da un antenato che, venditore ambu­lante, vendesse tutto “a sei granelli”, comparativo di sei e granella diminutivo di granu, 2 cent. di Lira. (aL)

Saràszimu = una delle numerose famiglie Schilirò; v. altre

Sbrandinu = soprannome di famiglia Castiglione (v. altri) e Grigoli.

Scaccagnu = soprannome di una famiglia Messina | Nel 1860 un «Pasquale Messina Scarcagno del fu Nunzio» risulta fra i 104 rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 41).

Scaccianuci (schiaccia noci) = una famiglia Camuto dei tempi andati.

Scacciarrina (renaiolo) = soprannome di famiglie Messineo, D’Aquino e Catania. Fra gli Scacciarrina Messineo giova ricordare l'illustre Padre Antonio Messineo, sacerdote gesuita.

Scàgghja (scheggia) = una famiglia Meli (altri).

Scagghjtta (piccola scheggia) = uno era Filippo Spitaleri detto scagghìtta, vedi Fantasmi di N. Lupo. V. altri Spitaleri.

Scallipuszi = componenti di famiglie Saitta e Longhitano. Un Don Luigi Saitta Scallipuso di Giuseppe di anni 57, medico chirurgo, coraggioso sindaco di Bronte, fu arrestato, incarcerato insieme all'avv. Antonino Lombardo per i tragici fatti di Bronte dell'agosto 1860. Dopo alcuni mesi fu completamente scagionato da ogni accusa come «inopportunamente annotato come imputato» (Processo, vol. XII). Era stato proclamato  dai rivoltosi presidente del Consiglio civico. Un secolo prima, nel 1761, un Giuseppe Saitta Scallipuszu figurava fra i censuari del­l'Ospedale di Palermo. Ancora fra i Saitta Scallipuszi vogliamo ricordare l'illustre Vincenzo Saitta (foto a destra), parlamentare socia­lista nel 1921 (XXVI legislatura del Regno d'Italia), avvocato degli umili e dei poverissimi. Nel 1944 fece parte della Consulta Regiona­le Sici­liana, l'organo consultivo che redasse lo Statuto regionale siciliano e un anno dopo fu uno dei 430 membri della Consulta nazionale (la prima assemblea democratica del Paese dopo il Fascismo) nella qualità di “ex deputato della XVII legi­slatura, dichiarato decaduto dal fascismo e che eser­citò l'opposizione nell'aula”. Nel luglio 1943 con l’entrata a Bronte delle truppe inglesi fu nominato commissario del Comune di Bronte dal generale Alexander. (V. altri Saitta)

Scallozzu = famiglia Petrina.

Scampanavàcchi (che toglie la campana dal collo di vacche): Ingiuria di famiglie Lombardo e Schilirò. V. altri Schilirò

Scantababbi (spaventa stupidi) = Scarlata (FL)

Scantirri = famiglie Russo (vedi altre) | Un Francesco Russo Scantirri Boccadivecchia fu Mariano, nel 1860, fu incriminato e carcerato per i Fatti di Bronte e successivamente condannato ai lavori forzati a vita (Processo, Vol. V, foglio 401; vol. XIII, foglio 540).

Scappapurita (scarpa pulita) = Politi (FL) e qualche Pecorino dei tempi andati | Altri Politi sono intesi Piruzza.

Scarafazzu (scarafagio) = famiglia Saporito (altri Saporito sono intesi Fogliano o Frazzatò).

Scarcagghjatu = Longhitano (v. altri) (FL)

Scattioru (fico non maturo) = Fazio. Un Giacomo Fazio Scattiolo, nel 1789, era proprietario di una vigna in Contrada Buzzitti (AN, vol. 105, p. 5). un altro, Vincenzo Fazio Scattiuolo, figura in una sentenza della Gran Corte Civile di Catania del 1831 (AN vol. 208-B p. 6). Altri Fazio sono Bruscagghjella, Littirinu e Speza.

Schìcciu (fontanella) = Saitta (FL); v. altri

Sciabbecchi = 'Nghjùria di famiglie Calambria (altri sono Truncuni), Gangi, Lupo. 

Sciancatellu (piccolo storpio) = famiglia Messineo. Altri MESSINEO sono intesi Cannatellu, Scacciarrina, Varintinu.

Scilla= famiglia Reale. Altri Reale sono Bafè e Dragu, un tempo qualcuno era Muletto.

Scimùni (?) = Ingiuria dei Leanza, commercianti di mandorle e pistacchio, con negozio in Corso Umberto angolo Via Sabotino (sutta 'e loggi) (nl) | Un loro discendente, Salvatore (foto a destra), è stato vice presidente della Regione siciliana e, uno dei protagonisti della stagione politica brontese a cavallo del secolo, sindaco di Bronte nel 2002.

Sciurtinu = famiglia Bertino (altri sono Sparatu e Zabbadeu, un tempo qualcuno era Malo o Muru).

Sciurtanu = famiglie Màcula, Màvica, Florio (altri Florio sono Cuzzu).

Sciuttu (asciutto) = famiglie Milazzotto (altri sono Giustu) e D'Aquino (altri sono Panzazza e Stimminiu).

Scugghjunutu o Scagliunutu (senza coglioni) = qualche Russo dei secoli passati (v. altri).

Scupitteri (aggiusta fucili) = famiglia Longhitano.

Settiquatti (sette quarti): Lazzaro. (v. altri Lazzaro)

Settitesti = uno dei Pappalardo.

Sferru vècchiu (ferro vecchio): famiglia Foti. Altri Foti sono detti Belligambi.

Sfossa = ingiuria di alcune famiglie Saitta (v. altre) e Grassia (v. altre) | Nel 1842 un Giovanni Saitta Sfossa di anni 40 "depose di avere una mandra di pecore nel Feudo Gollia e le portava a pascere nelle terre degli Zapponari in detto feudo" (AN, vol. 619-C p. 15).

Spagghjaddiu = Palmeri (FL).

Sparicianìvura (asparago nero) = Sarta (FL)

Speza (spezia)= famiglie Fazio, Gorgone e Pappalardo. Altri Fazio sono Bruscagghjella e Scattioru, altri Gorgone sono anche Spizzitta, altri Pappalardo.

Spezzacatìni (spezza catene): antico soprannome di alcune famiglie Grassia, Marullo e Schilirò. Alcuni Grassia sono citati con questo soprannome (spezzacatini) negli atti del Processo per i tragici fatti dell'agosto 1860; un Antonino Grassia Spezzacatene nell'atto di rivelo del bestiame del 1788 (AN, v72-1, pag. 193); un Salvatore Schilirò Spezzacatene condannato nel 1863 ai lavori forzati a vita dalla Corte di Assise di Catania per i Fatti di Bronte (Processo, vol. XIII foglio 540) | V. altri Grassia, Marullo, Schilirò

Spiridione = 'nghjùria di una famiglia Samperi. Un suo componente, Nunzio, nel lontano 1860, arrestato da Nino Bixio dopo i sanguinosi fatti dei primi di Agosto, dopo un sommario processo fu condannato alla fucilazione.

Spitticchio (piccolo, maldestro furbacchione) = alias di una famiglia Calanna. Un D. Filippo Calanna Spirticchio era proprietario di una chiusa al  Saraceno nel 1794. Un altro Calanna Spirticchio nel 1735 donava 6 Tarì per contribuire alle spese del Comune in una vertenza contro l'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo. Altri Calanna sono anche Zunghì.

Spiziari o Spiziale (farmacista) = alcuni Aidala e Bonanno dei tempi passati.

Spizzitta (piccola spezia) = alcune famiglie Cariola e Gorgone (v. altri Cariola, Gorgone).

Stampazza (grossa macchia) = ingiuria di alcune famiglie Caudullo, Marullo (altri) e Sciacca (altri). Altri Caudullo sono detti Porilla.

Stigghiurèlla (involtino di interiora) = Ingiuria di un calzolaio di via Catania, soggetto di un mio nuovo “Fantasma”. (nl)

Stragurella (piccola treggia) = una famiglia Fallico. Nel 1735 un Joseph Fallico Stragurella dava un contributo di onze 1,10 per una causa intentata dai brontesi contro l'Ospedale di Palermo (AN, vol. 133, p, 133). Altri Fallicoo.

Stratunaru (stradino) = famiglia Armenia.

Strazzabètturi (strappa bisacce): ingiuria di una famiglia Salanitri.

Strùmbura (trottola) = soprannome di una famiglia Palermo. Altrr famiglie omonime portano il soprannome Criaturi e Otettu.

Stummachellu (piccolo stomaco): ingiuria di una delle tante famiglie Longhitano (vedi).

Sturia = una famiglia Galvagno. Altre famiglie GALVAGNO sono Cacùgghja, Cainu, Cucciu, Cuccu, Firippellu, Giuvannellu, Rristuccia, Taschittellu e, secoli fa, anche Cirnecu, Mulettaru e Purgatoriu.

Suddu (sordo) = famiglia D’Arrigo e qualche Meli.

Suggi (topo): Ingiuria di famiglie Gorgone e Castiglione il cui esponente era Salvatore, Segretario al Comune di Bronte. Vedi i miei “Fantasmi”: Itinerari brontesi (nl) | Altri Gorgone sono anche Suggittu. Leggi pure la "storia americana" di Gino Castiglione detto Ginu Suggi.

Suggiari = famiglia Paparo.

Suvarellu = famiglia Ponzo (altri) | Nel 1861, un Giuseppe Ponzo Suvarello figura fra le centinaia di imputati che subirono il processo in Corte di Assise a Catania per i sanguinosi Fatti di Bronte, condannato ai lavori forzati a vita (Processo, vol. V, foglio 402).

Tàccia (chiodo): famiglia Minissale. (vedi altri Minissale)

Taddi = famiglia Tardo.

Talianu (italiano?) = famiglia Bonsignore. Altre sono Baddunaru e Gioppu. Nel 1831 era detto Tariano anche un Illuminato Longhitano (AN, vol. 208-B p. 7).

Talloppu = famiglia Caruso. Nel 1838, come riportato nel Libro d'orzo del Magazzino del Carcere, gli eredi di tale Pietro Caruso Talloppo pagavano 3 onze alla Duchessa Carlotta Nelson (AN, vol. 300-B1 p. 11). Vedi altri Caruso.

Tamburineri (suonatore di tamburo) = famiglie Piazza e Gorgone | Altri Piazza sono Baddari e Pipituni; altri Gorgone.

Tarallu = ingiurie di famiglie Saitta, Sussinna. (vedi altri Saitta).

Tascazza = famiglia Rubino. Mangiatumazzu, Muscioru e Pettinapocci il soprannome di altri Rubino.

Taschittellu (piccolo berretto) = ingiuria di una famiglia Galvagno. Nel disegno a destra, ripreso dal quindicinale Il Ciclope del 1947, una simpatica caricatura dell'avv. Antonino Galvagno, inteso "taschittellu", dai "gratuiti consigli".

Tattàgghia (che balbetta) = soprannome dei membri di una famiglia Castiglione (v. altri) | Un Francesco Castiglione alias Tartaglia di Francesco fu incriminato nel 1860 per aver partecipato ai sanguinosi Fatti di Bronte (Processo, vol. V, foglio 401).

Tignuszu (calvo, stempiato) = un antico ramo dei Portaro. Un Nunzio Portaro Tignuso nel 1788 pagava 6 Tarì all'Ospedale di Palermo per censo su un terreno in Contrada Ruvolia (AN, vol. 136-1, pag. 174; v. altri Portaro).

Tilluzzu = famiglie Meli (vedi altri) e Longhitano (vedi altri) (FL) | Un Pietro Meli Tilluzzo nel 1816 pagava ogni anno al Duca Nelson censo per 2 tarì su una chiusa a Salici (AN, vol. 223-B1 p. 125).

Tingituri (imbianchino) = famiglie Caponnetto e Finocchiaro.

Tirinnanna = Ciraldo (vedi altri) | Un Nunzio Ciraldo Tirinnanna figura in un elenco dei ruoli censuari del 1831.

Tistazza (testa grossa e dura): Ingiuria di una famiglia Schilirò (v. altri omonimi) e di qualche Portaro. Nel 1840 un Giuseppe Portato Testazza pagava 12 tarì nel Magazzino del Carcere della Ducea (AN, vol. 365 p.14).

Tiszu (teso): famiglia Ciraldo. N. Lupo scrive di un prete (Patri Tiszu), grande cultore della musica d'organo.

Tizzunellu (piccolo pezzo di legno ardente) = famiglia Longhitano. Un Francesco Longhitano Tizzonello figura nel ren­di­conto del Magazzino di Maniace del 1802 (AN, vol. 100, p. 33); un altro, Nunzio L. Tizzunello in una sentenza della Gran Corte Civile di Catania del 1831 (AN vol. 208-B p. 6). Anche qualche Caruso nei documenti di del XVIII sec. era soprannominato Tizzonello. V. altri Caruso, altri Longhitano

Tràcina = famiglia Straci.

Tramuntana (vento di tramontata): Ingiuria di famiglie Pecorino (altri) e Prestipino.

Tratrà = soprannome di una famiglia Gangi (v. altre omonime famiglie).

Travagghjaventu (lavora vento): Antica ingiuria di alcune famiglie Saitta e Castiglione | Nel 1860 «i figli di Saitta Travaglia al vento cognati di Mastro Antonino Ponzo» furono rinviati a giudizio come sediziosi (v. Atti del processo, p. 40) | V. altri Saitta, altri Castiglione

Tremmacuru/a (dal culo o dalla coda tremolante) = Grigoli e qualche Ciraldo (FL).

Triddìnari (tre soldi) = una famiglia Castiglione dei tempi passati (altri Castiglione). Un Antonino Castiglione Tridinari fu uno dei 367 rinviati a giudizio davanti alla Corte di Assise di Catania per i Fatti di Bronte dell'Agosto 1860.

Trigghiùni = era l’ingiuria di un aiuto fuggiàru di don Francesco Paolo Benvegna, il quale la sera faceva l’operatore al cinema (gestito dai f.lli Benvegna) e diventava il bersaglio della marmaglia quando la pellicola si rompeva (il che accadeva molto spesso) o quando molti non riuscivano a leggere per intero le didascalie, perchè allora non c’era ancora il sonoro, ed essi leggevano a stento. (nl)

Antonino MinissaleTripitò = famiglia Virzì.

Trippira (tre peli) = una ingiuria ricordatami dal prof. Nunzio Longhitano. Così sono indicati i membri di una famiglia Minissale tra i quali il dott. Pietro Minissale, già ufficiale sanitario, forse per un neo peloso che aveva lui o qualche suo parente (nl) | Fra i Minissale "Tri Ppiri" vogliamo ricordare Giuseppe, il farmacista sindaco di Bronte nel 1955 e Mons. Antonino Minissale (foto a destra), teologo, professore ed insigne studioso di esegesi biblica (1935 - 2011). (V. altri Minissale)

Triricinu = famiglia Favazza (FL)

Troccuracura = famiglia Grigoli. Altri Grigoli sono Turellu e Zopiru.

Trollorò = alias di una famiglia Fallico. I Trollorò erano parenti dei Calì e Radice (il maestro) e avevano una casa alla Cisterna tra quella del Radice e la nostra, ormai venduta (nl) | Altri Fallico.

Truncuni = Calambria (FL) | Altri sono Sciabbecchi.

Truppicanchiànu (inciampa dove è pianeggiante): Ingiuria di un personaggio dei miei Fantasmi, vedi Bolo (nl) | In un elenco del 1881 di censualisti in denaro del 1881 troviamo un Giuseppe Spitalieri Truppicanchiano titolare di un terreno in contrada Gullia.

Tumbarellu = famiglia Cimino.

Turellu = famiglia Grigoli. Zopiru e Troccuracura è 'a nghjùria di altri GRIGOLI.

Turniaturi = famiglia Adornetto.

Tuttupiru (tutto pelo) = Campo (FL)

Ubbittu (piccolo orbo) = Pecorino (FL) | V. altri

Undimicacu (dove defeco) = qualche Imbrosciano; altri sono Acquavitari, Mirrinu e Puntilla.

Vannazza = soprannome di famiglie Saitta, Vitanza. Un Placido Pasquale Martino Vitanza (Vannazzu) sposato con Maria Anna Scolastica Capizzi figura nei registri della Matrice dei primi anni del 1700.

Veduvallegra (vedova allegra) = Zambataro (vedi altri Zambataro).

Vitamea (vita mia) = Lupo (vedi altri). Un Giuseppe Lupo alias Vitamea fu Antonino fu rinviato a giudizio per aver partecipato ai sanguinosi fatti del 1860.

Vrigurellu (piccolo Gregorio) = Cimbali e Cariola | Un Vito Cariola Grigorello nel 1764 teneva al pascolo sottovia 460 pecore (AN, vol. 146 p. 143). Vedi altri Cariola

Zabbaddeu = Bertino (altri sono Sciurtinu e Sparatu, un tempo qualcuno era Muru).

Zzaccagninu (Arlecchino) = soprannome dei componenti una famiglia Minissale (v. altri Minissale).

Zzaccarruni = una delle tante famiglie Longhitano (vedi altre).

Zzappunellu (zappetta): soprannome di famiglie Longhitano, Caruso, Barretta, Biuso. Nel 1816 un Giuseppe Longhitano Zappunello pagava 6,8 onze di censo su una vigna in contrada Gollia mentre nel 1758 era un Antonino Caruso Zappunello a pagare 3 tarì al Magazzino del Carcere di Maniace (AN, v. 91, p. 138).  (V. ingiurie di altre famiglie Longhitano, Caruso, Biuso).

Zzarellu (o Azzarellu) = una delle numerose famiglie Saitta (v. altre). Un Giacomo Saitta Zarello figura in un elenco del 1810 di debitori del Duca William Nelson (AN, vol. 311-D p. 145); un altro, Domenico Saitta Zarello, figura fra i 104 sediziosi Brontesi nell'Elenco fatto dalla Commissione Mista Eccezionale di Guerra per i Fatti del 1860. Di questa famiglia Saitta vogliamo ricordare Don Alfio Zzarellu (foto a destra), indomito monarchico degli anni '50, fabbro ferraio con foggia nella via D'Annunzio e la passione per la musica (fu presidente della Banda S. Biagio), consigliere comunale nel 1960 e, due anni dopo, assessore nella Giunta dell'avv. Nunzio Meli.

Zzicca (zecca) = Crucillà.

Zzòllaru (escremento di topo) = una delle tante famiglie Longhitano (v. altri Longhitano).

Zopiru = famiglia Grigoli. Troccuracura e Turellu, 'a nghjùria di altre famiglie Grigoli.

Zzoppa = Era l’ingiuria con la quale veniva indicata una signora della nostra ruga: ‘a zz’a Nonzia ‘a zzoppa. (nl)

Zzubbaru (mangiatore di Zubbi) = qualche Longhitano.

Zunghì = famiglia Calanna. Altri Calanna sono anche Spitticchio.


 


FANTASMI

di N. Lupo

Storiette paesane
seconda edizione

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Nicola Lupo: "Fantasmi"